Massacro per dissapori tra confinanti, 5 morti nel vibonese

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binariomorto
00martedì 28 dicembre 2010 13:48
Strage nel Vibonese, 5 morti
ucciso padre con i quattro figli

Un uomo si costituisce dai carabinieri: "Sono stato io". Una lite intorno a una proprietà terriera, hanno sparato almeno in due. C'è un testimone. I Fontana erano stati in carcere per coltivazione di canapa indiana ed estorsione

VIBO VALENTIA - Cinque persone sono state uccise in un agguato nel Vibonese. Sono Domenico Fontana 71 anni, e i suoi quattro figli - Pasquale 37 anni, Pietro 36, Emilio 32, Giovanni 19 - , alcuni con precedenti penali. La strage è avvenuta nella loro masseria: hanno sparato forse in due, e hanno usato diverse armi da fuoco. Non erano sul posto la madre e la sorella dei quattro uomini uccisi. Il fatto è avvenuto intorno alle ore 17 a Scaliti, una frazione di Filandari. Sul luogo i carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Vibo. La strage ricorda sinistramente quella di Ferragosto 2007 a Duisburg 1: sei calabresi di San Luca furono ammazzati da esponenti della cosca rivale, ormai tutti in carcere. Ma in questo caso, la criminalità organizzata non c'entra nulla, anche se la famiglia era conosciuta agli inquirenti e aveva avuto molte vicissitudini giudiziarie.

In serata, si è infatti costituito uno dei presunti autori della strage: Ercole Vangeli, 42 anni: "Sono stato io" ha detto. Vangeli è il proprietario di una masseria confinante con quella dei Fontana. All'origine della strage, una lite per la proprietà di terreni e pascoli. Si è assunto tutta la responsabilità, ma gli inquirenti sono convinti che non ha agito da solo, visto che i Fontana sono stati uccisi in luoghi diversi, e con due pistole, una calibro 9 e una 7,65.

Tre delle vittime - Domenico Fontana ed i figli Emilio e Pasquale - erano stati arrestati nel luglio del 1998 con l'accusa di avere gestito una coltivazione di canapa indiana composta da circa duemila piante. I Fontana hanno precedenti anche per estorsione.

Vangeli viene definito dai conoscenti come una persona "tranquilla e perbene". Titolare di una ditta di serramenti situata sulla strada provinciale per Tropea, Vangeli ha una figlia che si è iscritta quest'anno all'università di Cosenza alla facoltà di Giurisprudenza ed un figlio più piccolo. Anche stamani -secondo i vicini - l'uomo parlava dei problemi che le famiglie affrontano quando hanno i figli all'università e manifestava attaccamento sia alla famiglia che al lavoro.

E' stata la madre a ritrovare i corpi, forse dopo una telefonata. Ha cercato di rianimare uno dei quattro figli, Emilio, che però è morto durante il trasporto in ospedale.

C'è un testimone, un inserviente romeno, che non è stato visto dai killer, e che sta collaborando. Le armi usate sono state già ritrovate in un casolare vicino.

I precedenti. Il Vibonese, un tempo più impermeabile a certi fenomeni, è invece stato al centro negli ultimi tempi di numerosi fatti di delinquenza. E' la provincia calabrese dove ci sono state più vittime nell'anno.

E Filandari non è certo un posto tranquillo. Il 20 dicembre un ordigno è stato collocato davanti all' autosalone di Giuseppe Maccarrone, che si era rifiutato di pagare il pizzo. "Mollo tutto - aveva poi detto Maccarrone - non ha senso continuare a fare l'eroe".

Il giorno dopo, persone non identificate hanno danneggiato l'automobile dell'ex sindaco di Filandari, Domenico Talotta, cospargendola di acido muriatico. Il fatto era accaduto nella frazione Arzona del centro del vibonese dove Talotta, avvocato e attuale consigliere di minoranza, stava partecipando ad un funerale.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00martedì 28 dicembre 2010 13:51
Strage di Vibo, quattro fermi
Il reo confesso "stanco di soprusi"

Oltre ad Ercole Vangeli, che si era costituito a poche ore dalla mattanza, i carabinieri hanno arrestato altre tre persone. Non ha convinto la confessione dell'uomo che sosteneva di aver agito da solo

VIBO VALENTIA - Sono quattro le persone fermate dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario plurimo per la strage di ieri pomeriggio a Filandari, in provincia di Vibo Valentia: in un agguato sono state uccise cinque persone. Oltre al reo confesso, Ercole Vangeli, che avrebbe detto di aver agito da solo, i carabinieri hanno fermato altre tre persone - tutte imparentate fra loro e tutte presenti sul luogo del delitto - per l'omicidio di Domenico Fontana e dei suoi quattro figli.

E' stato un vero massacro: sono stati esplosi 40 colpi di pistola. Per sparare tutti quei colpi, secondo gli inquirenti, gli autori hanno usato due caricatori per ognuna delle due pistole utilizzate, una calibro 9x21 ed una 7,65, ritrovate dagli investigatori. In un primo momento si era pensato ad un agguato di 'ndrangheta, ma l'ipotesi è stata esclusa dopo aver scoperto l'identità delle vittime. A motivare la strage è stata una lite legata ad una compravendita di terreni.

"Troppi soprusi da parte della famiglia Fontana nei miei confronti ed anche in quelli di mio padre, che è stato anche preso a schiaffi. L'altra sera non ce l'ho fatta più, ero esasperato": Vangeli ha raccontato così agli inquirenti i motivi del suo gesto di follia. "Abbiamo subìto di tutto - ha detto al magistrato Michele Sirgiovanni - tagli di alberi nei nostri terreni, invasioni degli animali nelle nostre proprietà, sfide aperte da parte della famiglia Fontana che spesso e volentieri ci ha umiliati in pubblico".

Nella famiglia Fontana, alcune delle vittime avevano precedenti per coltivazione di canapa indiana ed estorsione. Tra le persone fermate c'è anche Franco Vangeli, fratello di Ercole, reo confesso. Oltre a loro sono stati sottoposti a fermo il figlio di Franco Vangeli, Piero, ed il genero, Gianni Mazzitelli.

Il procuratore capo Mario Spagnuolo parla di "un copione dell''800, purtroppo in questa zona all'ordine del giorno. Si tratta di un dramma di proporzioni assolute, espressione di una subcultura violenta di una popolazione che rifugge dal rispetto della legalità". Il fatto che il contesto non sia mafioso, secondo il magistrato, è paradossalmente una aggravante. "Appropriarsi della violenza per risolvere i conflitti è un atteggiamento che risale all'epoca barbarica".

Fonte: Repubblica
fabius039
00venerdì 31 dicembre 2010 19:11
Re:
binariomorto, 12/28/2010 1:51 PM:

Strage di Vibo, quattro fermi Il reo confesso "stanco di soprusi"

Il procuratore capo Mario Spagnuolo parla di "un copione dell''800, purtroppo in questa zona all'ordine del giorno. Si tratta di un dramma di proporzioni assolute, espressione di una subcultura violenta di una popolazione che rifugge dal rispetto della legalità". Il fatto che il contesto non sia mafioso, secondo il magistrato, è paradossalmente una aggravante. "Appropriarsi della violenza per risolvere i conflitti è un atteggiamento che risale all'epoca barbarica".



Le dichiarazioni del magistrato sono di una insipienza e conformismo disgustose.
La "violenza per risolvere i conflitti" è all'ordine del giorno, in tutto il mondo, dal Medio Oriente all'Afganistan a livello estremo, ma non è la stessa "violenza per risolvere i conflitti" che si esercita ogni giorno anche nelle famiglie italiane, con centinaia di morti ogni anno? le uccisioni sopratutto di donne, per gelosia o altro, non sono una "violenza per risolvere i conflitti" ancora più grave ed assurda di quella del vibonese?

E se l'esimio magistrato avessse pensato prima di parlare, non gli sarebbe venuto in mente che si ricorre alla violenza privata solo quando non funziona e non ci si fida della giustizia pubblica?

Magari da anni i protagonosti della tragedia avevano fatto esposti alla magistratura e alle altre autorità, senza esito, anzi magari irrisi per la "lievità" dei fatti.
E quante volte una donna ha denunciato molestie continue, senza essere ascoltata, fino a quando non è stata uccisa?

Caro magistrato, se questi fatti accadono è anche colpa tua, perchè non sei stato in grado di dare ascolto alle persone e non ispiri in loro la fiducia di saper risolvere i "conflitti" con la saggezza.


Etrusco
00martedì 4 gennaio 2011 11:32
Re: Re:
fabius039, 31/12/2010 19.11:



Le dichiarazioni del magistrato sono di una insipienza e conformismo disgustose....
E se l'esimio magistrato avessse pensato prima di parlare, non gli sarebbe venuto in mente che si ricorre alla violenza privata solo quando non funziona e non ci si fida della giustizia pubblica?

Magari da anni i protagonosti della tragedia avevano fatto esposti alla magistratura e alle altre autorità, senza esito, anzi magari irrisi per la "lievità" dei fatti.
E quante volte una donna ha denunciato molestie continue, senza essere ascoltata, fino a quando non è stata uccisa?

Caro magistrato, se questi fatti accadono è anche colpa tua, perchè non sei stato in grado di dare ascolto alle persone e non ispiri in loro la fiducia di saper risolvere i "conflitti" con la saggezza.





Anch'io ho pensato subito che quando c'è qualcuno esasperato che decide di farsi "giustizia" da solo, questo è perchè la Giustizia ordinaria non funziona, è lenta, inefficace, troppo burocratica e garantista.
Ma questo, come hai evidenziato, non è solo colpa dei magistrati (che si limitano ad applicare, con limitata elasticità, le leggi fatte dalla maggioranza parlamentare).
Questo dovrebbe esser interpretato come un altro campanello d'allarme... [SM=x44522]
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