La Nasa ammette: "Abbiamo toppato"
Le foto non lasciano dubbi: sulla pancia del Discovery ci sono fessure anomale. Altrettanto chiare le parole dell'amministratore della Nasa, Michael Griffin: "Abbiamo toppato". E a Houston torna il pessimismo.
Dall'area coperta di piastrelle che funzionano da scudo termico, fondamentale per nella fase del rientro a terra, si sono distaccate due striscioline di materiale isolante che serve per riempire le fessure tra le piastrelle. A Houston in molti hanno perso il sonno per esaminare l'impressionante mole di immagini ad alta definizione e rilievi con il laser eseguiti per capire se quegli oggetti che si staccavano dal razzo vettore al momento del decollo potevano aver causato problemi.
"La nostra valutazione in quel momento era che tutto fosse a posto. E come tutti quanti hanno detto, senza alcun tentativo di nasconderlo, su quello abbiamo toppato". Ha detto alla Cnn Michael Griffin, che ha aggiunto: "Sicuramente siamo stati fortunati. Se si fosse spezzato prima, e se cadendo avesse seguito una traiettoria diversa, avrebbe potuto colpire il modulo orbitante" invece che il serbatoio esterno del Discovery.
Da qui i controlli. Ma dopo un iniziale ottimismo è arrivata la doccia fredda: vicino al "naso" dello shuttle mancano filamenti di materiale - un composto di fibre e ceramica -, il più lungo non misura più di due centimetri, ma è abbastanza per suscitare le preoccupazioni della Nasa, visto che in passato non erano mai state notate fessure maggiori di un centimetro. I tecnici devono capire ora se sono un pericolo per l'infiltrazione di plasma incandescente al momento del rientro.
Intanto i sette dell'equipaggio del Discovery sono stati informati dal centro di controllo a terra che "un pezzo di schiuma di una novantina di centimetri è caduto su un punto del serbatoio esterno, che, fra l'altro, non è stato riparato. Ci hanno detto, inoltre, che quella schiuma non ha colpito noi. "Non intendo dire che possiamo continuare il volo in questo modo - ha detto ancora la comandante - perchè sappiamo che c'è qualcosa che deve essere aggiustato".
E la vita a bordo continua. Quella appena trascorsa è stata una domenica di trasloco e pulizie nello spazio, con l'equipaggio della Discovery impegnato a trasferire materiale sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), nel fondato timore che passi molto tempo prima di una nuova missione. Il modulo spaziale Raffaello, un contenitore pressurizzato realizzato dall'Italia, nel fine settimana è stato il protagonista delle attività spaziali. Le 15 tonnellate di rifornimenti stipate dentro Raffaello sono state trasferite sulla Iss, dalla quale sono state scaricate 13 tonnellate di rifiuti spaziali accumulati dall'ultima missione di uno shuttle 'spazzino', nel novembre 2002. Per assicurare ampie scorte ai due astronauti sulla Stazione, è stata anche smantellata parte della navetta, per trasferire ulteriori computer, scorte alimentari e materiale di laboratorio: nessuno sa quando un altro shuttle andrà a far visita alla Iss.
Ora c'è da pensare alle riparazioni. Quella in corso si sta rivelando una missione nella quale tutti gli astronauti sono chiamati a fare gli straordinari. Dopo aver annunciato sabato che la permanenza della navetta nello spazio sarà prorogata di un giorno, fino all'8 agosto, per completare le ulteriori operazioni di carico e scarico, la Nasa sta ora valutando la possibilità di aggiungere anche una quarta passeggiata alle tre previste. La prima uscita degli astronauti è stata sabato, la seconda è in programma lunedì e la terza mercoledì, ma forse non basteranno per smaltire tutto il lavoro da fare.
Per raggiungere le due aree, vicine al "naso" dello shuttle, un astronauta dovrebbe muoversi su un lungo braccio robotizzato. La Nasa per il momento si dice non eccessivamente preoccupata dal problema e l'equipaggio, in interviste dallo spazio rese ai network tv americani, ha rassicurato: "Siamo tranquilli, non abbiamo timori particolari, la navetta è pronta per un buon ritorno", ha detto la Collins. A terra, però, l'altro shuttle Atlantis resta in stand-by al Kennedy Space Center per un'eventuale, drammatica operazione di recupero spaziale e la Nasa conta di tenerlo pronto ancora per qualche giorno.
E il vice direttore della Nasa Wayne ha anche ammesso che le preoccupazioni sull'età degli shuttle (la Discovery vola da 21 anni) hanno un fondamento, al punto che il personale a terra è costretto talvolta a dare la caccia nei posti più impensabili a pezzi di ricambio che ormai risalgono agli anni Settanta. Secondo il Los Angeles Times - ma Hale non ha confermato - in qualche caso gli ingegneri della Nasa per trovare uno specifico pezzo si sono dovuti rivolgere alle aste online di eBay.
da
Repubblica
C.V.D.