News sul grande mistero: LICIO GELLI-Venerabile P2, IOR, il Ponte dei Frati Neri, Roberto CALVI

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
Etrusco
00martedì 19 luglio 2005 16:43
Il capo della P2
ha ricevuto un avviso di garanzia
dai magistrati romani
per il delitto del banchiere
nel 1982, a Londra


Licio Gelli indagato
per l'omicidio Calvi
Interrogato l'ex venerabile:
<>


di ELSA VINCI e FRANCESCO VIVIANO


Licio Gelli
ROMA - "Non sono certamente io il mandante.
Roberto Calvi è stato "suicidato"
e i suoi assassini e i mandanti, secondo me, vanno cercati in Polonia".
Si difende l'ex venerabile della loggia massonica P2, Licio Gelli,
interrogato il 4 luglio scorso a Roma, in qualità di indagato dai pubblici ministeri, Maria Monteleone e Luca Tescaroli,
che conducono l'inchiesta sull'omicidio del banchiere Roberto Calvi, ex presidente del Banco Ambrosiano trovato impiccato sotto il ponte dei Frati neri a Londra il 18 giugno del 1982.
Gelli è formalmente accusato di essere uno dei mandanti della morte del banchiere assieme al faccendiere Flavio Carboni, la sua amica Manuelea Kleinsing, il boss mafioso Giuseppe Calò e l'imprenditore Ernesto Dioatallevi che nell'aprile scorso sono stati rinviati a giudizio e saranno processati il 6 ottobre prossimo con l'accusa di omicidio volontario premeditato.

Secondo l'accusa l'ex venerabile e gli altri imputati avrebbero provocato la morte di Roberto Calvi per "punirlo" di essersi impadronito di considerevoli quantità di denaro appartenenti ai boss di Cosa nostra e allo stesso Gelli.
Una morte decretata anche per impedire a Roberto Calvi - scrivono i pm romani - "di esercitare potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-isituzionali,
della massoneria, di appartenenti alla loggia P2, dello I.O.R. (la banca del Vaticano)
,
con i quali aveva gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro,
anche provenienti da Cosa nostra e da enti pubblici nazionali".
Ma Gelli, interrogato dai pm alla presenza del suo avvocato, ha negato tutto ed ha indicato ai magistrati romani altre "piste".
Tuttavia l'ex venerabile concorda con i magistrati sul fatto che Roberto Calvi fu ucciso e non si suicidò.

Rispondendo alle domande dei pm Monteleone e Tescaroli, Gelli ha raccontato che conobbe Roberto Calvi negli anni '75-'76.
Gli fu presentato dal generale Miceli e da Umbeto Ortolani, appartenenti alla P2.
"Per me Calvi fu "suicidato" ha detto Gelli negando di avere avuto rapporti con il Banco Ambrosiano.
Ci fu un solo contatto, nel 1981, quando fece un finanziamento al Banco Ambrosiano di Nassau per 10 milioni di dollari che gli furono restituiti un mese dopo.

Nell'interrogatorio Gelli parla anche della vicenda del Corriere della Sera e racconta che Tassan Din e Rizzoli gli chiesero una mano per vendere una quota del giornale.
"Io - ha detto - misi solo in contatto loro con Calvi e non ho partecipato alle trattative".

Nei verbali di interrogatorio Gelli ricorda anche la sua fuga dall'Italia nel 1982 quando venne coinvolto nelle inchieste giudiziarie.
Si rifugiò in Svizzera dove fu poi arrestato, ma dopo poco tempo evase clamorosamente.
Come?
"Ero andato in Svizzera per difendermi meglio ed ero fuggito dall'Italia quando ebbi sentore che mi volevano arrestare
(Gelli indica in un avvocato la "talpa" che lo avvertì).
Ai pm ha dichiarato: dopo essere stato arrestato in Svizzera "sono scappato perché ho trovato tutte le porte aperte". "Ricordo che la sera della mia evasione - ha raccontato l'ex venerabile - il direttore del carcere, accompagnandomi in cella mi disse che in Svizzera non è reato evadere, ed io l'ho preso in parola.
La polizia svizzera mi diede una mano per far partire il furgone sul quale ero stato nascosto sotto una coperta".

Gelli ha fatto riferimento alla banca del Vaticano ed al "movente" che avrebbe provocato la morte di Roberto Calvi.
"Una sera ero a cena con Calvi, era scuro in volto, mi disse che il giorno successivo doveva andare dal "Santissimo", in Vaticano, per avere 80 milioni di dollari che doveva pagare per fatture relative alla Polonia e che se non li avesse avuti avrebbe fatto saltare tutto".
"Il fatto è del '79-'80 - ha dichiarato Gelli - e per questo ho detto che per trovare gli assassini di Calvi bisognava indagare in Polonia".

(19 luglio 2005)
Clicca QUI per leggere l'articolo su La Repubblica
www.repubblica.it/2005/g/sezioni/cronaca/gell/gell/gell.html
ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:42
Un po' di fotine per ricordare meglio i personaggi di questa vicenda:

Il mio illustre concittadino, commendator Licio Gelli:



ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:44
Il simpatico sig. Flavio Carboni

ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:46
Il bieco cardinale Marcinkus (quello seduto)

ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:50
Altra fotina dei due amiconi:

ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:54
Roberto Calvi (trittico)

ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:55
Flavio Carboni

ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 18:59
Michele Sindona (troppi caffé...)

ilapaci
00martedì 19 luglio 2005 19:05
Mino Pecorelli (Ciarliero citroenista)



Qui sotto una prima pagina non priva d'interesse:



Il titolo (che si legge malino) recita "La Gran Loggia Vaticana".

E potrei continuare.

Consiglio solo -a chi ha tempo e voglia- di approfondire anche solo sul web inserendo i nomi di questi simpatici signori negli appositi motori di ricerca.

[SM=x44475]
Ila
jroth
00martedì 19 luglio 2005 19:45
un guazzabuglio
Un bel guazzabuglio...
Etrusco
00martedì 19 luglio 2005 20:36
Re:

Scritto da: ilapaci 19/07/2005 19.05
Mino Pecorelli (Ciarliero citroenista)



Qui sotto una prima pagina non priva d'interesse:



Il titolo (che si legge malino) recita "La Gran Loggia Vaticana".

E potrei continuare.

Consiglio solo -a chi ha tempo e voglia- di approfondire anche solo sul web inserendo i nomi di questi simpatici signori negli appositi motori di ricerca.

[SM=x44475]
Ila



Ma Pecorelli non fu fatto suicidare per la questione Andreotti
e di tutto quello che Mino era riuscito a sapere dai suoi informatori siciliani? [SM=x44510]
Non sarà mica che aveva pestato i piedi anche in Vaticano e al Banco Ambrosiano? [SM=x44466]

Comunque,
tornando al presente ecco gli aggiornamenti ANSA:

Omicidio Calvi: altri indagati a Roma
Si aggiungono a Calo', Carboni, Kleinzig, Diotallevi


(ANSAweb) - ROMA, 19 lug - Ci sono nuovi indagati nell'inchiesta stralcio della procura di Roma sull'omicidio ... Massimo riserbo, in procura, sui destinatari delle nuove iscrizioni nel registro degli indagati per concorso in omicidio e sul loro numero.
I nuovi indagati si aggiungono agli altri 4 gia' al centro degli accertamenti bis della procura.
Tra questi Silvano Vittor, ex contrabbandiere per il quale e' stato chiesto il rinvio a giudizio e la cui udienza, davanti al gip Azzolini, e' in programma il 28 settembre prossimo.
.... (ANSAweb)

Qui l'articolo integrale sull'Ansa......
--MUTTLEY--
00martedì 19 luglio 2005 20:40
Re:

Scritto da: ilapaci 19/07/2005 18.59
Michele Sindona (troppi caffé...)




No,solo uno di troppo e non era HAG![SM=x44467]

[Modificato da --MUTTLEY-- 19/07/2005 20.40]

Etrusco
00martedì 19 luglio 2005 22:06
Re: Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 19/07/2005 20.40
No,solo uno di troppo e non era HAG![SM=x44467]




Ma chi glielo aveva fatto quel caffè? [SM=x44473]
:o
Nikki72
00martedì 19 luglio 2005 23:35
Re: un guazzabuglio


Scritto da: jroth 19/07/2005 19.45
Un bel guazzabuglio...




Ragazzi, in un momento di follia ieri sera mi sono messa a trascrivere velocemente tutto l'audio di un documento mandato in onda (naturalmente l'ho pure registrato) a Chi l'ha visto! Nelle ultime settimane hanno trattato il caso di Emanuela Orlandi e ieri, per concludere (si fa per dire) hanno fatto il riassunto di tutta la storia. Però è un discorso moooooolto lungo e farò meglio ad aprire un thread. Utenti avvisati... [SM=x44498]
Etrusco
00mercoledì 20 luglio 2005 00:11
Re: Re: un guazzabuglio

Scritto da: Nikki72 19/07/2005 23.35




Ragazzi, in un momento di follia ieri sera mi sono messa a trascrivere velocemente tutto l'audio di un documento mandato in onda (naturalmente l'ho pure registrato) a Chi l'ha visto! Nelle ultime settimane hanno trattato il caso di Emanuela Orlandi e ieri, per concludere (si fa per dire) hanno fatto il riassunto di tutta la storia. Però è un discorso moooooolto lungo e farò meglio ad aprire un thread. Utenti avvisati... [SM=x44498]



Ok,
aspetto fiducioso [SM=x44485]

--MUTTLEY--
00mercoledì 20 luglio 2005 08:15
Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 19/07/2005 22.06


Ma chi glielo aveva fatto quel caffè? [SM=x44473]
:o




Non il signor Lavazza di sicuro! Inutile dire che un nome,seppur fatto a mezza bocca e più che altro su riviste di satira,era venuto fuori...[SM=x44467]
Franco.Firenze
00mercoledì 20 luglio 2005 09:19
è proprio Vero un grande Mistero



ma chi centra il Grande Papa Giovanni Paolo II
ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 09:49
Re:

Scritto da: Franco.Firenze 20/07/2005 9.19
è proprio Vero un grande Mistero



ma chi centra il Grande Papa Giovanni Paolo II



C'entra, eccome se c'entra. [SM=x44451]
ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 09:51
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: --MUTTLEY-- 20/07/2005 8.15



Non il signor Lavazza di sicuro! Inutile dire che un nome,seppur fatto a mezza bocca e più che altro su riviste di satira,era venuto fuori...[SM=x44467]



Ne ricordo una bellissima, su Cuore, a proposito del primo processo Andreotti. C'era il Senatore a vita con una moka enorme che fa "forse è meglio se metto su la macchinetta grande".

[SM=x44456]
ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 09:58
Re: Re:

Scritto da: Etrusco 19/07/2005 20.36


Ma Pecorelli non fu fatto suicidare per la questione Andreotti
e di tutto quello che Mino era riuscito a sapere dai suoi informatori siciliani? [SM=x44510]
Non sarà mica che aveva pestato i piedi anche in Vaticano e al Banco Ambrosiano? [SM=x44466]
-cut-




Magari a molti è sfuggito un simpatico numero di OP (ho la collezione completa) dove Pecorelli si preoccupava MOOOOLTO per la salute del Papa. Non l'ultimo però, quello prima. Uh? Come si chiamava? Ah si! Giovanni Paolo Primo.
Gli suggeriva di riguardarsi molto e c'erano un paio di dritte molto precise che facevan capire che quel Papa sarebbe durato poco. Molto poco.
Pecorelli, forse con metodi tutt'altro che ortodossi, era al corrente di un sacco di cosette: P2, IOR-Ambrosiano (che son due cose legatissime, per non dire la stessa) e legami tra Mafia, politica ed eversione nera.
Vi do solo un "link": Mafia->Pippo Calò->Banda della Magliana->Servizi "deviati"->Destra eversiva->Golpe Borghese->Piano rinascita->Massoneria->Grandi poteri economici->Ambrosiano-Ior->Danaro della Mafia.

Belìn no?
il tobas
00mercoledì 20 luglio 2005 10:00
Meno male che non sono l'unico qui a fare il dietrologo
[SM=x44462]
ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 10:00
P.s.: Pecorelli non fu "suicidato", fu proprio "fatto fuori" con un regolamentare agguato a suon di fucili mitragliatori.
il tobas
00mercoledì 20 luglio 2005 10:02
Re: Re: Re:

Scritto da: ilapaci 20/07/2005 9.58


Magari a molti è sfuggito un simpatico numero di OP (ho la collezione completa) dove Pecorelli si preoccupava MOOOOLTO per la salute del Papa. Non l'ultimo però, quello prima. Uh? Come si chiamava? Ah si! Giovanni Paolo Primo.
Gli suggeriva di riguardarsi molto e c'erano un paio di dritte molto precise che facevan capire che quel Papa sarebbe durato poco. Molto poco.
Pecorelli, forse con metodi tutt'altro che ortodossi, era al corrente di un sacco di cosette: P2, IOR-Ambrosiano (che son due cose legatissime, per non dire la stessa) e legami tra Mafia, politica ed eversione nera.
Vi do solo un "link": Mafia->Pippo Calò->Banda della Magliana->Servizi "deviati"->Destra eversiva->Golpe Borghese->Piano rinascita->Massoneria->Grandi poteri economici->Ambrosiano-Ior->Danaro della Mafia.

Belìn no?



Al proposito consiglierei di leggere il libro
IN NOME DI DIO di David Yallop
ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 10:23
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: il tobas 20/07/2005 10.02


Al proposito consiglierei di leggere il libro
IN NOME DI DIO di David Yallop



Un "suntino" qui:

Lo strano caso della morte di Albino LucianiA cura di Giuseppe Ardagna

Il 26 Agosto del 1978 Albino Luciani divenne ufficialmente Vescovo di Roma (cioè fu eletto Papa) e successore di Paolo VI. In Vaticano, parecchie persone non erano contente dell’elezione di Luciani al soglio pontificio ma, forse, il più scontento di tutti era monsignor Marcinkus che fino all’ultimo istante aveva sperato nell’elezione del candidato Giuseppe Siri.
Ma chi era questo Marcinkus? Era una delle pedine fondamentali di quella partita a scacchi che da anni si giocava fra Vaticano e grandi banche e che metteva in palio la possibilità di vedere il proprio capitale aumentare sempre di più[1]. Marcinkus era il più alto in grado all’interno dello I.O.R., l’Istituto per le Opere Religiose. Egli intuì immediatamente i pericoli dell’elezione di questo pontefice che, sin dai suoi primi discorsi, aveva lasciato chiaramente intendere di voler far tornare la chiesa cattolica a quegli ideali di carità cristiana propri del primo cattolicesimo, rinunciando alle ricchezze superflue che troppo avevano distolto gli uomini di chiesa dai propri sacri compiti. Figuratevi il capo della banca vaticana come avrebbe mai potuto vedere un tipo del genere sul più alto gradino del proprio stato…

Marcinkus diceva ai suoi colleghi: «Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno»[2].
Su due punti Luciani sembrava irremovibile: l’iscrizione degli ecclesiastici alla massoneria, e l’uso del denaro della chiesa alla stregua di una banca qualunque[3]. E l’irritazione del Papa peggiorava al solo sentire nominare personaggi come Calvi e Sindona dei quali aveva saputo qualcosa facendo discrete indagini[4].
In coincidenza con l’elezione di Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, buona parte dei quali, erano del Vaticano. La lista era stata diffusa da un piccolo periodico «O.P. Osservatore Politico» di quel Mino Pecorelli destinato a scomparire un anno dopo l’elezione di Albino Luciani in circostanze mai chiarite.[5] Secondo molti, O.P. era una sorta di «strumento di comunicazione» adoperato dai servizi segreti italiani per far arrivare messaggi all’ambiente politico. Pecorelli, tra l’altro, era legato a filo doppio con Gelli come lo erano Sindona e Calvi[6].
Ma, tornando alla lista ecclesiastico-massonica, questa comprendeva, fra gli altri, i nomi di: Jean Villot (Segretario di Stato, matr. 041/3, iniziato a Zurigo il 6/8/66, nome in codice Jeanni), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano, matr. 41/076, 28/9/57, Casa), Paul Marcinkus (43/649, 21/8/67, Marpa), il vicedirettore de «L’osservatore Romano» don Virgilio Levi (241/3, 4/7/58, Vile), Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana, 42/58, 21/6/57, Turo).[7]

Di Albino Luciani cominciò a circolare per la curia l’immagine di uomo poco adatto all’incarico, troppo «puro di cuore», troppo semplice per la complessità dell’apparato che doveva governare.
La morte subitanea, dopo trentatre giorni di pontificato, suscitò incredulità e stupore, sentimenti accresciuti dalle titubanze del Vaticano nello spiegare il come, il quando ed il perché dell’evento. In questo modo, l’incredulità diventò prima dubbio e poi sospetto. Era morto o l’avevano ucciso?[8]
Fu detto all’inizio che Luciani era stato trovato morto con in mano il libro «l’imitazione di Cristo», successivamente il libro si trasformò in fogli di appunti, quindi in un discorso da tenere ai gesuiti ed infine, qualche versione ufficiosa volle che tra le sue mani ci fosse l’elenco delle nomine che il Papa intendeva rendere pubbliche il giorno dopo.[9]

Dapprima, l’ora della morte fu fissata verso le 23 e, quindi, posticipata alle 4 del mattino. Secondo le prime informazioni, il corpo senza vita era stato trovato da uno dei segretari personali del Papa, dopo circolò la voce che a scoprirlo fosse stata una delle suore che lo assistevano. C’erano veramente motivi per credere che qualcosa non andasse per il verso giusto.

Qualcuno insinuò che forse sarebbe stato il caso di eseguire un’autopsia e questa voce, dapprima sussurrata, arrivò ad essere gridata dalla stampa italiana e da una parte del clero. Naturalmente l’autopsia non venne mai eseguita ed i dubbi permangono ancora oggi.

Di questo argomento si occuperà approfonditamente l’inglese David Yallop, convinto della morte violenta di Giovanni Paolo I.

Il libro dello scrittore inglese passa in rassegna tutti gli elementi di quel fatidico 1978 fino a sospettare sei persone dell’omicidio di Albino Luciani: il Segretario di Stato Jean Villot, il cardinale di Chicago John Cody, il presidente dello I.O.R. Marcinkus, il banchiere Michele Sindona, il banchiere Roberto Calvi e Licio Gelli maestro venerabile della Loggia P2.[10]
Secondo Yallop, Gelli decise l’assassinio, Sindona e Calvi avevano buone ragioni per desiderare la morte del Papa ed avevano le capacità ed i mezzi per organizzarlo, Marcinkus sarebbe stato il catalizzatore dell’operazione mentre Cody (strettamente legato a Marcinkus) era assenziente in quanto Luciani era intenzionato ad esonerarlo dalla sede di Chicago perché per motivi finanziari si era attirato le attenzioni non solo della sua chiesa ma addirittura della giustizia cittadina e della corte federale. Villot, infine, avrebbe facilitato materialmente l’operazione[11].
La ricostruzione fatta da Yallop degli affari di Sindona, di Calvi, di Gelli e dello I.O.R., conduce inevitabilmente all’eliminazione del Papa.
Tuttavia la ricostruzione dello scrittore inglese pone alcuni problemi, primo fra tutti la netta sensazione che, in alcuni passi della ricostruzione, gli episodi, le date e le circostanze, tendano ad «esser fatte coincidere» troppo forzatamente.

Tuttavia il lavoro investigativo di Yallop è comunque buono e non si può non tener conto del lavoro dell’inglese soprattutto considerando il fatto che troppi sono i dubbi inerenti le ultime ore di vita del Papa.

Perché e soprattutto chi ha fatto sparire dalla camera del Papa i suoi oggetti personali? Dalla stanza di Luciani scompariranno gli occhiali, le pantofole, degli appunti ed il flacone del medicinale Efortil. La prima autorità di rango ad entrare nella stanza del defunto fu proprio Villot, accompagnato da suor Vincenza (la stessa che ogni mattina portava una tazzina di caffè al Papa) che verosimilmente fu l’autrice materiale di quella sottrazione.

Perché la donna si sarebbe adoperata con tanta solerzia per far sparire gli oggetti personali di Luciani? Perché quegli oggetti dovevano sparire?

Domande destinate a restare senza risposta anche in considerazione del fatto che la diretta interessata è passata a miglior vita.
Una curiosità per chiudere l’argomento: sulla scrivania di Luciani fu trovata una copia del settimanale «Il mondo» aperta su di un’inchiesta che il periodico stava conducendo dal titolo: «Santità...è giusto?» che trattava, sotto forma di lettera aperta al pontefice, il tema delle esportazioni e delle operazioni finanziarie della banca Vaticana. «E’ giusto...» recita l’articolo «...che il Vaticano operi sui mercati di tutto il mondo come un normale speculatore? E’ giusto che abbia una banca con la quale favorisce di fatto l’esportazione di capitali e l’evasione fiscale di italiani?»[12].


--------------------------------------------------------------------------------

[1] Matillò R.D., L’avventura delle finanze Vaticane,Ed.Pironti, Napoli, 1988 ;
[2] Ibidem
[3] Ibidem
[4] Ibidem
[5] Ardagna G., La scoperta della lista P2 nella stampa italiana,Napoli, 2004;
[6] Ibidem
[7] Matillò R.D., L’avventura delle finanze Vaticane, Ed.Pironti, Napoli, 1988;
[8] Ibidem
[9] Ibidem
[10] Yallop D., In God’s name, Ed.Pironti, Napoli, 1992;
[11] Ibidem
[12] Ibidem


Fonte: http://www.disinformazione.it/albinoluciani.htm
Nikki72
00mercoledì 20 luglio 2005 14:29
Re: Re: Re: Re: Re:
Molte volte mi sono chiesta come sarebbe andata la storia se Papa Luciani non fosse morto... però c'è qualcosa che ho sentito dire non ricordo dove: sembra che Papa Luciani in qualche modo intuisse di essere in pericolo, anzi "sapesse" che non sarebbe durato molto, da alcune frasi che sembra aver detto. E' vero? [SM=x44473]
Etrusco
00mercoledì 20 luglio 2005 14:54
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: ilapaci 20/07/2005 9.51
Ne ricordo una bellissima, su Cuore, a proposito del primo processo Andreotti. C'era il Senatore a vita con una moka enorme che fa "forse è meglio se metto su la macchinetta grande".[SM=x44456]



[SM=x44457]
Etrusco
00mercoledì 20 luglio 2005 14:59
Re: Re: Re:

Scritto da: ilapaci 20/07/2005 9.58

Magari a molti è sfuggito un simpatico numero di OP (ho la collezione completa) dove Pecorelli si preoccupava MOOOOLTO per la salute del Papa. Non l'ultimo però, quello prima. Uh? Come si chiamava? Ah si! Giovanni Paolo Primo.
Gli suggeriva di riguardarsi molto e c'erano un paio di dritte molto precise che facevan capire che quel Papa sarebbe durato poco. Molto poco.
Pecorelli, forse con metodi tutt'altro che ortodossi, era al corrente di un sacco di cosette:
P2, IOR-Ambrosiano (che son due cose legatissime, per non dire la stessa) e legami tra Mafia, politica ed eversione nera.



Ti sei dimenticata qualcosa sull'elenco, anche in Germania dilagavano i contatti strategici di Pecorelli, oltre che quelli strategici siciliani...
conosco un signore che ai tempi ebbe modo di avere dei contatti di lavoro con Pecorelli: ogni volta che lo incontrava si stupiva per la mole e la precisione di informazioni che riusciva a procurarsi [SM=x44466]
Il problema di Mino è che parlava troppo esplicitamente e senza peli sulla lingua [SM=x44464]
Etrusco
00mercoledì 20 luglio 2005 15:22
Re:

Scritto da: ilapaci 20/07/2005 10.00
P.s.: Pecorelli non fu "suicidato", fu proprio "fatto fuori" con un regolamentare agguato a suon di fucili mitragliatori.



Non ho mai approfondito se fu mitragliato, se gli fu sparato in bocca o solo pestato a sangue e poi travolto da un'auto su commissione da una banda di balordi
mentre era appartato con un conoscente su cui poi venne fatta ricadere la responsabilità penale della sua morte (20/3/'79).

PS ma sei sicura che guidasse sempre una Citroen e non un'Alfa? [SM=x44473]
ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 15:54
Re: Re:

Scritto da: Etrusco 20/07/2005 15.22


Non ho mai approfondito se fu mitragliato, se gli fu sparato in bocca o solo pestato a sangue e poi travolto da un'auto su commissione da una banda di balordi
mentre era appartato con un conoscente su cui poi venne fatta ricadere la responsabilità penale della sua morte (20/3/'79).

PS ma sei sicura che guidasse sempre una Citroen e non un'Alfa? [SM=x44473]



Yup. Sicurissima: nelle due foto che ho postato è alla guida di una DS e riverso sul sedile passeggero di una CX.

La morte di Pecorelli?

Roma, 20 marzo 1979: è appena uscito dalla redazione di OP, il periodico da lui diretto, quando Carmine Pecorelli, detto Mino, 51 anni, viene ucciso a colpi di pistola. Una vera esecuzione. Il movente di questo delitto insoluto sta tutto nella controversa personalità della vittima.

Tutto qui: http://digilander.libero.it/infoprc/mino.html

ilapaci
00mercoledì 20 luglio 2005 16:02
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Nikki72 20/07/2005 14.29
Molte volte mi sono chiesta come sarebbe andata la storia se Papa Luciani non fosse morto... però c'è qualcosa che ho sentito dire non ricordo dove: sembra che Papa Luciani in qualche modo intuisse di essere in pericolo, anzi "sapesse" che non sarebbe durato molto, da alcune frasi che sembra aver detto. E' vero? [SM=x44473]



Come dicevo stamattina, lo stesso Pecorelli aveva previsto una breve carriera per Papa Luciani. Difficile andare contro chi comanda veramente robe del calibro dello Ior e restare in vita.

Questa la pagina di OP:



Quella delle patate lesse è spettacolare, uno stile notevolissimo.

[Modificato da ilapaci 20/07/2005 16.02]

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:51.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com