Olio Extravergine

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Etrusco
00sabato 9 febbraio 2013 00:18
Siena: la frode dell'anno
CONTROLLI E FRODI

Falso olio extravergine: 8 milioni di litri sequestrati a Siena pari all`1% del prodotto commercializzato. La frode dell`anno

Dopo il sequestro di 8 milioni di litri di finto olio extravergine d’oliva, ottenuto miscelando olio vergine e olio lampante opportunamente deodorato per eliminare i cattivi odori, qualcuno parla di frode dell’anno. La storia non finisce qui perchè in alcuni casi sulle etichette veniva dichiarata un’origine “100% italiana”, anche se le  bottiglie contenevano il 30-40% di olio proveniente da: Spagna, Grecia e Tunisia.

 

È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza presso l’Azienda Olearia Valpesana, situata a Monteriggioni, una manciata di chilometri da Siena. Il nome dell’impresa non dice nulla ai consumatori perchè commercializza olio destinato a confezionatori che lo imbottigliano con il loro marchio. La società infatti, con i suoi 110 milioni di euro di fatturato annuo, rivende olio sfuso ad una serie di aziende imbottigliatrici tra le più importanti a livello nazionale, ubicate in diverse regioni italiane, che provvedevano al successivo confezionamento e distribuzione ai supermercati in Italia e oltre confine. Si tratta di una quantità rilevante, pari circa al’1% dell’olio commercializzato dall’Italia sul mercato domestico e all’estero. Non è la prima volta che la Gdf pizzica qualche imprenditore un po’ troppo disinvolto.  

 

L’aspetto rilevante di questa operazione chiamata “Arbequino”, è che sono stati sequestrati 8 milioni di litri di falso extravergine in parte destinato ad aziende ben note ai consumatori (anche se i nomi restano ancora top secret). 
Il capo di imputazione contestato all’imprenditore Francesco Fusi, adesso agli arresti domiciliari, è “truffa in commercio”.

 

Il meccanismo andava avanti dal 2010 e il materiale sequestrato ha permesso di scoprire una doppia contabilità aziendale. Da una parte le fatture e i contratti di acquisto con i parametri chimici nella norma, dall’altra una nota a matita con i veri valori. Sono stati trovati anche numerosi “manoscritti” con le indicazioni dei parametri chimici dell’olio da cui emergevano valori riferiti agli alchil esteri, ai perossidi e all’acidità al di fuori di quelli previsti dalla normativa per classificare un olio come extravergine di oliva.

 

Come avviene per tutte le frodi che si sono susseguite numerose negli ultimi 30 anni in Italia, anche in questo caso l’olio sequestrato non crea alcun problema alla salute dei consumatori, perchè si tratta di adulterazione, ovvero di miscelazione con materia prima di qualità inferiore  frode in commercio art. 515 codice penale). Questo però non vuol dire che l’episodio abbia scarsa rilevanza.

 

Grazie a queste furberie si riesce a influire sui prezzi del mercato, offrendo agli imbottigliatori listini particolarmente vantaggiosi. È facile immag inare queste 8 milioni di bottiglie esposte sugli scaffali dei supermercati sotto forma di offerta promozionale, a un prezzo di 2,50 €/litro o anche meno. Si tratta di concorrenza sleale nei confronti di olivicoltori, frantoiani e commercianti seri e onesti che non possono adottare listini così stracciati.

Il pubblico ministero Aldo Natalini che ha coordinato l’operazione, sta facendo ulteriori accertamenti su tutte le aziende in affari con Francesco Fusi, per comprendere «il quadro complessivo della frode olearia che contempla non soltanto aspetti di natura penale, ma anche evidenti ed interessanti profili d i natura economico-finanziaria, suscettibili di ulteriori sviluppi».

Vi terremo aggiornati.  

 

Alberto Grimelli

Foto: Photos.com

killing zoe
00sabato 9 febbraio 2013 10:36
quando leggo certe notizie penso che la fatica che facciamo ogni anno per avere la nostra produzione di olio non ha prezzo [SM=x44458]

recentemente durante un viaggio mi sono imbattuta in bottigliie di olio extravergine italiano vendute a 25-35$ al litro
Etrusco
00lunedì 11 febbraio 2013 16:18
Re:
killing zoe, 09/02/2013 10:36:

quando leggo certe notizie penso che la fatica che facciamo ogni anno per avere la nostra produzione di olio non ha prezzo [SM=x44458]

recentemente durante un viaggio mi sono imbattuta in bottigliie di olio extravergine italiano vendute a 25-35$ al litro




Si, infatti... e non puoi immaginare i pessimi risultati che escono dai laboratori di analisi sui campioni d'olio, persino sui più famosi marchi oleari... ho un amico che lavora in un laboratorio della tua zona, mi tiene informato... ed è anche per quello che coi cugini ci siamo convinti a far questo sforzo per avere dell'olio veramente buono e biologico, senza la minima ombra di dubbio. Forse avrà un po' più di deposito, sarà meno limpido, ma è sicuramente sano: perchè curiamo e monitoriamo ogni fase: dalla potatura delle piante alla molitura in frantoio. [SM=x44461]

Poi è da sciocchi pensare che un olio possa essere sano se costa meno di 7€ al litro [SM=x44472]
Pensa che un olio biologico, molito in un frantoio a freddo, non può costare meno di 10€ al litro, poi ci devi aggiungere il ricarico del produttore e distributore...

Nella migliori delle ipotesi rischi un olio che non ha nessuna proprietà nutritiva, nella peggiore, quando l'olio proviene dai paesi del Magreb o extra UE dove non ci sono controlli e proibizioni su fitofarmaci, etc. rischi anche la tua salute... [SM=x44465]
Etrusco
00lunedì 7 settembre 2015 18:10

Olio extra vergine: declassate 9 bottiglie su 20 dalla rivista Test.
Nella lista dei bocciati: Bertolli, Cirio, Carapelli, De Cecco, Sasso,
Lidl, Santa Sabina, Carrefour, Lidl.

olio test
Monini GranFruttato è risultato il migliore del test. Promossi con un punteggio inferiore anche Carapelli 100% Oro verde italiano, Coop, Colavita 100% italiano e Monini classico.

Il secondo numero della rivista Test ha preso in esame 20 bottiglie di olio extra vergine  declassandone quasi la metà a olio vergine per la presenza di difetti organolettici e di alcuni parametri chimici critici. Le prove sono state condotte dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, uno dei più qualificati in Italia. La norma sull’olio dal 1991 prevede che per meritare  l’appellativo di extra vergine il prodotto non deve  presentare difetti  di normativa e superare la prova del panel test, obbligatoria per legge.  Contrariamente a quanto viene da pensare l’esame organolettico è una prova che non lascia spazio a dubbi interpretativa ed è fondata su solidi principi. L’esito del test è poco entusiasmante visto che nove campioni su 20 non hanno superato la prova di assaggio condotta dal  laboratorio che ha riscontrato troppi difetti.

 

olio test
La rivista Tet ha promosso anche Farchioni, Conad classico, Antica badia Eurospin, Sagra il classico, Costa d’Oro extra e San Giorgio

olio extra

                                      

La lista inizia con un difetto chiamato riscaldo-morchia riscontrato nelle bottiglie: Santa Sabina, Coricelli, Cirio 100% Italiano, Frantolio Carapelli e Prima donna della catena Lidl.

Il difetto di rancido è stato riscontrato nell’olio De Cecco, Bertolli Gentile e Carrefour.

Il difetto di muffa e umidità terra ha interessato l’olio Sasso.

olio extra test
Le prove di laboratorio condotte dalla rivista test hanno declassato Santa Sabina, Carrefour classico, Cirio 100% italiano, Prima donna Lidl

L’attribuzione anche di una sola nota negativaprecisa la rivista – ha automaticamente decretato il declassamento  dalla categoria “extravergine” a quella inferiore di “vergine” che viene pagato all’ingrosso il 30-40% in meno. La prova chimica degli alchil esteri ha indirettamente confermato le criticità riscontrante nella prova di assaggio. Non è la prima volta che l’extra vergine italiano scivola.

olio test
Le prove di laboratorio della rivista Test hanno declassato: Pietro Coricelli selezione, Bertolli gentile, De Cecco classico, Sasso classico e Carapelli il frantoio

Nel 2005, la rivista Merum, dopo due prove d’assaggio aveva stabilito che ben 30 su 31 campioni erano stati erroneamente denominati extravergine in quanto “puzzavano di rancido”.Nel gennaio 2010, un test comparativo svolto dalla trasmissione A bon entendeur sul canale svizzero Tsr, attribuì giudizi molto deludenti ad alcuni prestigiosi marchi tricolore.

olio test
La rivista Test pubblica sul numero di giugno 2015 un test sull’olio extra vergine di oliva

Alcuni mesi dopo arrivò la bocciatura del panel test dell’Olive Center dell’Università di California di Davis:
declassati a vergini i campioni di Carapelli, Bertolli, Colavita e Filippo Berio.
Passa poco tempo e nel 2012 un test condotto dal mensile francese 60 Millions de Consommateurs declassa a vergini alcuni prodotti, tra i quali il Carapelli Classico. La prova completa si trova sulla rivista Test in vendita in edicola.

 


Etrusco
00lunedì 7 settembre 2015 18:26
Pubblicato il 16 mar 2015

Olio estero spacciato per italiano: è la frode dell'anno. Dal porto di Livorno, dove sbarcano camion di olio tunisino congelato fino al sud Salento, dove alcuni oleifici fanno carte false, l'inchiesta di Danilo Lupo ripercorre il filo di una frode milionaria che specula sul crollo della produzione di extravergine made in italy. I produttori onesti sono in rivolta, ma le frontiere sono un colabrodo: "colpa del parlamento, che ci ha disarmato", dicono i controllori.


Fonte: LINK
pliskiss
00mercoledì 9 settembre 2015 17:17
Nel 1911 i fratelli Carli proprietari di un avviata tipografia avevano terreni di proprietà, assistettero ad un eccezionale raccolto di olive nei loro terreni, e decisero x la lavorazione dell'olio usando la tipografia x stampa e supporto pubblicitario.
Nel 1927 nasce Olificio Fratelli Carli di Omegna fornitrice esclusiva del Pontificio e Casa Savoia.
Oggi l'olio Carli viene venduto a domicilio come da tradizione, nei supermercati e negozi non si trova, la consegna avviene solo esclusivamente a domicilio, una bottiglia da litro costa 9 euro! e viene consegnata a scatoloni da 6 bottiglie.
OLIO EXTRA VERGINE D'OLIVA
composto da oli di oliva raffinati
e oli di oliva vergini.

L'ho assaggiato perchè ognitanto mio papà se lo fà portare, sinceramente non ho sentito la differenza dagli altri Oli, x me i portavalori della Carli possono stare lontani da casa mia. [SM=x44458]

pliskiss
00mercoledì 9 settembre 2015 17:31
c'eraunavodka
00mercoledì 9 settembre 2015 20:29
Re:
pliskiss, 09/09/2015 17:17:


L'ho assaggiato perchè ognitanto mio papà se lo fà portare, sinceramente non ho sentito la differenza dagli altri Oli




Attento, non pensare che la differenza tra un buon olio e una frode alimentare si possa distinguere al palato, il sapore è pressochè identico, grazie alla chimica sono quasi identici oltre al sapore anche il colore e il profumo, ma dall'analisi di laboratorio i Nas possono vedere se l'olio ha veramente tutte quelle proprietà nutritive che ti fanno pagare come se fosse EVO italiano.
pliskiss
00mercoledì 9 settembre 2015 23:49
Re: Re:
c'eraunavodka, 09/09/2015 20:29:




Attento, non pensare che la differenza tra un buon olio e una frode alimentare si possa distinguere al palato, il sapore è pressochè identico, grazie alla chimica sono quasi identici oltre al sapore anche il colore e il profumo, ma dall'analisi di laboratorio i Nas possono vedere se l'olio ha veramente tutte quelle proprietà nutritive che ti fanno pagare come se fosse EVO italiano.



Bhe penso che i Carli essendo amici del pontificio i NAS non sanno neanche chi sono, cmq 9 euro un litro d'olio sono tanti, quello lo devi usare proprio con il cucchiaino. [SM=x44458]
Etrusco
00mercoledì 9 settembre 2015 23:56
Re: Re: Re:
pliskiss, 09/09/2015 23:49:



Bhe penso che i Carli essendo amici del pontificio i NAS non sanno neanche chi sono, cmq 9 euro un litro d'olio sono tanti, quello lo devi usare proprio con il cucchiaino. [SM=x44458]




No, se è vero olio extra vergine d'olive è un prezzo giusto, ma il problema, come si capisce facilmente da questa discussione, è che molti mettono l'etichetta EVO anche su ciò che non ha nulla a che vedere con l'olio d'oliva, tantomeno extra vergine.

Io l'olio me lo produco dalle mie olive: ho fatto il conto di quanto mi costa, ho escluso dai costi l'affitto del terreno che è mio e la cura degli ulivi che lascio allo stato naturale e selvaggio senza trattamenti chimici di alcuna natura, mi costa circa 7€ al litro.
Etrusco
00giovedì 12 novembre 2015 00:26
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Truffavano la gente spacciando olio di oliva per extravergine.
Ecco i nomi dei 7 primari marchi che da ora sarà meglio evitare!!

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“Taroccavano l’olio”, spacciando olio di oliva per extravergine, ecco i nomi delle sette aziende italiane sotto inchiesta

L’accusa è pesante: frode. Il pm Raffaele Guariniello accusa sette  case produttrici di olio di aver venduto olio vergine di oliva, spacciandolo per olio extravergine di oliva. La segnalazione era arrivata al pm da un periodico specializzato in informazione alimentare. A seguito della segnalazione si sono mobilitati i carabinieri del Nas che hanno scoperto, dopo […]

L’accusa è pesante: frode. Il pm Raffaele Guariniello accusa sette  case produttrici di olio di aver venduto olio vergine di oliva, spacciandolo per olio extravergine di oliva. La segnalazione era arrivata al pm da un periodico specializzato in informazione alimentare. A seguito della segnalazione si sono mobilitati i carabinieri del Nas che hanno scoperto, dopo aver prelevato dei campioni, che l’olio in questione era “taroccato”: venduto al costo di un olio di qualità eccellente in realtà era olio di categoria 2, cioè appunto, semplice olio vergine di oliva. Sette rappresentanti legali delle aziende coinvolte sono ora indagati. I marchi sotto inchiesta sono Carapelli, Santa Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (confezionato per Lidl) e Antica Badia (per Eurospin). Tutti prodotti in Toscana, Abruzzo e Liguria.

 

da il Corriete.it

«Olio d’oliva venduto come extravergine»: inchiesta a Torino
Indagate 7 aziende italiane

Il pm Raffaele Guariniello ha aperto fascicolo su sette aziende italiane leader nel settore tra cui Carapelli e Bertolli. L’accusa: vendevano olio d’oliva come extravergine.

Olio d’oliva spacciato come extravergine quando in realtà non lo era. È bufera su molte grandi aziende italiane, finite al centro di un’inchiesta dei Nas di Torino coordinata dal procuratore Raffaele Guariniello. Sul registro degli indagati sono stati iscritti per frode in commercio i rappresentanti legali di Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia. Dai campionamenti effettuati dai Nas, che hanno prelevato bottiglie di tutte le marche, tra cui le più vendute, è emerso che le sette imprese avrebbero dichiarato al consumatore, scrivendolo sulle confezioni, che l’olio venduto era extravergine – o al cento per cento o comunque presente e miscelato con altri oli – quando in realtà sarebbe semplicemente stato «olio vergine», cioè appartenente a una categoria inferiore per qualità, con parametri fisico-chimici diversi dall’olio più costoso.

I campionamenti

Guariniello ha anche informato il ministero delle Politiche agricole illustrando il lavoro finora svolto dai Nas. I campionamenti sono stati fatti nei laboratori dell’Agenzia delle dogane, uno degli enti più autorevoli e affidabili per l’analisi dell’olio di oliva. Al termine delle verifiche, i risultati delle marche esaminate sarebbero risultati al di sotto dei valori definiti dall’Unione europea come necessari per dichiarare un olio «extra vergine».

Segnalazione da un mensile

L’inchiesta è nata nel giugno del 2015 con l’arrivo di una segnalazione, inviata al procuratore Guariniello in persona, dal mensile Il Test (ex Salvagente). Al magistrato era stato spedito anche un articolo, uscito la scorsa estate, in cui si descriveva l’esito di una mini-inchiesta svolta dalla redazione del periodico in un’annata particolarmente dura per la produzione di olio. Un anno con una produzione in forte calo, anche per via della xylella, e con il rischio per i produttori, per risparmiare, di rivolgersi all’estero o di vendere oli più scadenti.

I test

Venti bottiglie di olio delle marche più vendute erano state analizzate dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il Comitato di assaggio dell’ente, dopo i test organolettici, che sono considerati solitamente attendibili e sufficienti per la valutazione, aveva declassato nove degli oli provati e aveva sostenuto che fossero semplici «oli di oliva vergine» perché presentavano difetti. In seguito, erano stati fatti i controlli chimico-fisici sui principali parametri di acidità, perossidi e alchil esteri.

Potenziale inganno al consumatore

L’inchiesta di Guariniello non verte sulla potenziale nocività degli oli venduti. Nessuna delle sostanze analizzate infatti ha messo in commercio prodotti nocivi per la salute. L’unico problema è quello – secondo l’accusa – del potenziale inganno rivolto al consumatore, che avrebbe pagato circa il 30percento in più una bottiglia di olio pensando che fosse “extra vergine” quando in realtà non lo era. Gli oli “incriminati” sono stati giudicati dall’agenzia delle dogane «scarsi» non in assoluto, ma in rapporto alla dicitura che riportavano sull’etichetta.

Il ministro Martina: «Rafforzati i controlli»

«Seguiamo con attenzione l’evoluzione delle indagini della Procura di Torino, perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell’olio d’oliva italiano», scrive in una nota il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. «Da mesi abbiamo rafforzato i controlli, soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014 il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste impegnate oggi nella nuova campagna di produzione».

per informarVi:

Olio d’oliva o extravergine, le 5 differenze

Fonte: Il Messaggero, 10 Novembre 2015


pliskiss
00giovedì 12 novembre 2015 11:39
Quel Guariniello li' non gli scappa niente, analizza pure la merda, è tutto un fascicolo menomale cmq che abbiamo ancora gente cosi, se no qui ti rifilano i cambi olio delle macchine [SM=x44458]
Freedom's promoter
00giovedì 12 novembre 2015 12:53
Re:
pliskiss, 12/11/2015 11:39:

Quel Guariniello li' non gli scappa niente, analizza pure la merda, è tutto un fascicolo menomale cmq che abbiamo ancora gente cosi, se no qui ti rifilano i cambi olio delle macchine [SM=x44458]




Ma io non mi fido più, sono convinto che i controlli sul cibo beccano solo una piccola parte delle frodi, tanto altro passa...
io da anni ho risolto andandomi a rifornire direttamente da alcuni contadini di fiducia, loro ci guadagnano vendendo a un prezzo più alto e pure io ci risparmio comprando a un prezzo più basso rispetto al supermercato e con una qualità vicina al biologico e a Km 0.
pliskiss
00giovedì 12 novembre 2015 14:09
Re: Re:
Freedom's promoter, 12/11/2015 12:53:




Ma io non mi fido più, sono convinto che i controlli sul cibo beccano solo una piccola parte delle frodi, tanto altro passa...
io da anni ho risolto andandomi a rifornire direttamente da alcuni contadini di fiducia, loro ci guadagnano vendendo a un prezzo più alto e pure io ci risparmio comprando a un prezzo più basso rispetto al supermercato e con una qualità vicina al biologico e a Km 0.



Io contadini qui vicino non ne ho, non vedo però perchè non devono vendere la roba nei supermercati come dio comanda, mi è capitata più volte di prendere roba non buona, non mi ero accorto della scadenza, glielo portata al direttore, dopo 3 volte mi sono incazzato [SM=x44451] lui mi ha risposto di cambiare supermercato brutto pezzo di merda, ho chiamato l'associazione consumatori, al momento non mi hanno risposto poi gentilmente mi hanno richiamato loro, gli ho spiegato la storia e mi hanno detto che ho tutti i diritti di andare dai vigili a denunciare dopodiche devono mandare un controllo al supermercato. [SM=x44458]
Etrusco
00giovedì 12 novembre 2015 17:10
Re: Re: Re:
pliskiss, 12/11/2015 14:09:



Io contadini qui vicino non ne ho, non vedo però perchè non devono vendere la roba nei supermercati come dio comanda...

Recentemente le associazioni dei coltivatori diretti stanno protestando contro i grossisti che per prendere i loro prodotti gli offrono molto meno di quanto a loro costa produrli: praticamente lavorano in perdita. Il caso di questi giorni riguarda il latte (la grande distribuzione preferisce comprarlo all'estero dove lo paga 32 centesimi € o meno, mentre il latto prodotto in Italia costa 40 centesimi € solo per coprire i costi di produzione, senza alcun guadagno), ma il discorso si può estendere a tutti gli altri prodotti, frutta e olio EVO.


Etrusco
00venerdì 4 dicembre 2015 00:49
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Puglia, falso made in Italy su 7mila tonnellate di olio d'oliva:
6 indagati per la maxi truffa

Operazione in aziende tra Fasano e Monopoli che miscelavano prodotti da Siria e Nord Africa: la frode scoperta con un'innovativa analisi molecolare.
Il ministro Martina: "Controlli efficaci"

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Indagavano sullo smaltimento dei rami d'ulivo affetti da xylella e hanno scoperto una maxifrode sull'olio extravergine venduto come italiano e che in realtà era tagliato con prodotto proveniente da Paesi extra Unione europea. E' partita così l'inchiesta della Procura di Bari e del Corpo forestale dello Stato che ha portato a perquisizioni e sequestri in nove aziende delle province di Bari e Brindisi per la commercializzazione di almeno 7mila tonnellate di olio taroccato e un giro di affari di decine di milioni di euro.

L'indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda), ha evidenziato che il prodotto nostrano veniva miscelato con olio proveniente  da Siria, Turchia, Marocco e Tunisia e venduto sul mercato italiano e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura '100 per cento italiano', configurando così una frode in danno al made in Italy. Gli accertamenti, coordinati dai pm baresi Renato Nitti e Marco D'Agostino, sono scattati nel marzo scorso, quando gli agenti sequestrarono alcune tonnellate di rami infetti provenienti da Squinzano, trasportati da un'azienda di Nardò e consegnati a una ditta del Gruppo Marseglia di Monopoli per la produzione di energie rinnovabili.

La legge vieta lo spostamento di residui vegetali destinati a biomassa al di fuori delle zone ritenute infette da xylella. "Quei 7 camion di legna infetta - ha spiegato l'avvocato Domenico Di Terlizzi, difensore delle aziende Marseglia - sono stati acquistati in perfetta buona fede: l'azienda non sapeva che fossero rami infetti". Il Gruppo Marseglia di Monopoli, oltre a occuparsi di energie rinnovabili, opera anche nel settore dell'olio. Per questa ragione dalle verifiche sui rami infetti l'indagine si è allargata alla commercializzazione di presunto olio taroccato.

A immetterlo sul mercato nazionale e internazionale sarebbe stata una ditta olearia di Fasano, la Pantaleo Nicola spa, con la quale le aziende Marseglia avevano rapporti in quanto avevano dato in fitto due silos in cui Pantaleo avrebbe stoccato l'olio. Nell'indagine, oltre a sei aziende del Gruppo Marseglia e alla ditta Pantaleo, sono coinvolte anche due ditte dell'azienda olearia Locorriere di Grumo Appula, sospettata di aver fornito a Pantaleo olio di dubbia provenienza, poi commercializzato come italiano.

Sono sei le persone indagate per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Le verifiche sono state eseguite con una tecnica innovativa che consente il riconoscimento del dna  delle 'cultivar di olivo' presenti nell'olio. Un'operazione che "dimostra l'efficacia del nostro sistema di controlli che abbiamo rafforzato in tutti i passaggi della filiera - ha commentato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - Chi danneggia un settore così strategico come quello dell'olio va punito con la massima severità".


Fonte: La Repubblica, 3 dicembre 2015
their
00venerdì 4 dicembre 2015 21:17
Re: Re:
Freedom's promoter, 12/11/2015 12:53:



io da anni ho risolto andandomi a rifornire direttamente da alcuni contadini di fiducia, loro ci guadagnano vendendo a un prezzo più alto e pure io ci risparmio comprando a un prezzo più basso rispetto al supermercato e con una qualità vicina al biologico e a Km 0.



questa sarebbe la soluzione ideale ma di difficile attuazione [SM=x44465]

cannonball
00venerdì 4 dicembre 2015 22:43
Re: Re: Re:
their, 04/12/2015 21:17:



questa sarebbe la soluzione ideale ma di difficile attuazione [SM=x44465]





Perchè difficile? Tra i tuoi mille lavori non hai fatto pure l'olivicoltore? Non conosci più nessuno di fiducia?


E se vuoi prodotti di qualità scordati i supermercati e la grande distribuzione, li trovi solo prodotti mediocri o taroccati.
their
00martedì 15 dicembre 2015 17:38
ovicoltore no ma ho lavorato in un frantoio per 8 mesi e cmq trovare gente che ti venda prodotti della terra non è facile
Quak150
00mercoledì 16 dicembre 2015 14:51
Re:
their, 12/15/2015 5:38 PM:

ovicoltore no ma ho lavorato in un frantoio per 8 mesi e cmq trovare gente che ti venda prodotti della terra non è facile



Ovicoltore? [SM=x44466]

E ti hanno sbugiardato quando hai cercato di vendere l'olio di pecora extravergine?!



their
00lunedì 21 dicembre 2015 22:34
volevo scrivere olivocoltore

cmq chi viene dalla fatica come me non sei li scorda quelli che stanno peggio e bisogna farsi volere bene da tutti questi bravi picciotti che ci danno pure il sangue

cmq ho lavorato con un pastore quando ero ragazzo per 6 mesi, bellissima esperienza vissuta in campagna anche se bisognava fare la doccia ogni giorno sennò la puzza...
Da da da
00lunedì 21 dicembre 2015 23:31
Re:
their, 15/12/2015 17:38:

ovicoltore no ma ho lavorato in un frantoio per 8 mesi e cmq trovare gente che ti venda prodotti della terra non è facile




Nemmeno 1 anno sei durato? Come mai ti hanno cacciato via subito?


their
00sabato 26 dicembre 2015 00:48
no me ne andai io perchè trovai posto in una macelleria, lavorare in frantoio è davvero dura [SM=x44465]
c'eraunavodka
00sabato 26 dicembre 2015 17:30
Re:
their, 15/12/2015 17:38:

ho lavorato in un frantoio per 8 mesi e cmq trovare gente che ti venda prodotti della terra non è facile




Peccato che sia un lavoro stagionale che dura al massimo 3 mesi e mezzo, non esiste frantoio al mondo dove si lavori 8 mesi continuativi come dici tu
e dalle domande trabocchetto che ti sono state fatte ti era stata data l'opportunità di correggerti e spiegare che avevi accumulato 8 mesi in 3 anni, ma non hai colto... [SM=g1700002]
Da da da
00domenica 27 dicembre 2015 11:20
Re:
their, 15/12/2015 17:38:

ovicoltore no ma ho lavorato in un frantoio per 8 mesi e cmq trovare gente che ti venda prodotti della terra non è facile



E infatti in questa risposta si sbugiarda da solo [SM=x44459] [SM=x44457]
their
00lunedì 28 dicembre 2015 06:01
si vede che non avete mai lavorato in vita vostra, siete sempre stati con il culo al caldo in qualche ufficio a rigirarvi i pollici, ma per chi viene dalla fatica come me le cose sono diverse

in calabria i frantoi rimangono aperti anche 10 mesi se devono raffinare dell'olio troppo acido

ma che ne sapete voi figli di papà, io ho lavorato anche in miniera per 15 giorni e non lo auguro a nessuno [SM=x44465]
Etrusco
00lunedì 28 dicembre 2015 09:58
Re:
their, 28/12/2015 06:01:

...in calabria i frantoi rimangono aperti anche 10 mesi se devono raffinare dell'olio troppo acido

Il frantoio è deputato alla sola molitura delle olive. Eventuali trattamenti chimici, come quelli che trasformano l'olio lampante in EVO vengono fatti altrove, per ovvie ragioni. [SM=x44465]

their, 28/12/2015 06:01:

io ho lavorato anche in miniera per 15 giorni ...

Ah, certo, le famose "miniere calabresi" [SM=x44452]


camilllo mandrilllo
00martedì 29 dicembre 2015 00:10
Bisogna aggiungere alla gia lunga lista dei lavori di Their anche il frantoiano,
a una persona normale non basterebbero 4 vite per fare tutti quei lavori che dice...
Arcanna Jones
00giovedì 28 gennaio 2016 20:35
Questi due europarlamentari del PD che - teoricamente - dovrebbero fare gli interessi dell'Italia, hanno votato a favore dell'invasione di 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia. Tutto senza dazi né i severi controlli dei frantoi italiani!

Ecco chi gli agricoltori e gli olivicoltori italiani devono ringraziare per l'ennesimo colpo subito.

imagebam.com


Il voto finale nel Parlamento europeo ci sarà nei prossimi giorni. Speriamo che l'indignazione monti e che questi due traditori dell'interesse nazionale cambino opinione.
Etrusco
00martedì 15 novembre 2016 22:58

Marciumi e funghi sulle olive italiane. Non c'è da lottare solo contro la mosca


Chi conosce Camarosporium dalmaticum, Colletotrichum gloeosporioides e Lasioptera berlesiana?
Si tratta di due funghi e un insetto che possono compromettere qualità e quantità del raccolto tanto quanto Bactrocera oleae.
Occorre fare prevenzione e monitorare attentamente i sintomi per scongiurare danni

L'attenzione degli olivicoltori, nelle ultime settimane, è tutta per la mosca delle olive.

Nel centro nord Italia, e da qualche giorno anche al Sud, Bactrocera oleae ha superato spesso la soglia economica di intervento, rendendo necessario un trattamento.

Purtroppo, in annate contraddistinte da una primavera umida e piovosa e da popolazioni elevate di mosca delle olive, tornano a far capolino altre 3 patologie che possono colpire le nostre olive.

Vi è innanzitutto la lebbra delle olive, dovuta al fungo Colletotrichum gloeosporioides.

Sulle foglie l’infezione provoca delle macchie clorotiche o giallastre che in seguito acquistano colore bruno chiaro o rossastro e seccano. Il fungo attacca i giovani rami di due o tre anni con un diametro al massimo di 4-5 cm, provocando macchie color nocciola, cui seguono necrosi e fessurazione dei tessuti corticali.

Spesso quando i sintomi si manifestano sulle olive è già tardi, il danno è fatto. Sui frutti, già a partire dall’invaiatura, la malattia si manifesta con maculature brune, che
si sviluppano generalmente a partire dal picciolo. Generalmente si ha una continua espansione del fungo, fino alla caduta dell'oliva. In ogni caso il frutto è inadatto alla produzione di olio, non solo a causa della bassa resa, ma soprattutto per l'alta acidità.

Contro la lebbra occorre agire in prevenzione, in particolare nelle aree umide e poco ventilate. Negli oliveti in cui si ha esperienza di danno da infezioni diffuse di lebbra, si consigliano trattamenti con prodotti a base di rame, a partire dalla fine di settembre sino ai primi di novembre, ponendo molta attenzione a rispettare il periodo di carenza.

In caso di alte infestazioni di mosca delle olive, generalmente si eleva anche la popolazione di Lasioptera berlesiana, anche conosciuta come Cecidomia dell'olivo. E' un piccolo moscerino, predatore della mosca delle olive. Le femmine fecondate di Cecidomia depongono le uova nelle olive già preda di Bactrocera oleae, approfittando del foro della deposizione fatto da questa. Molto spesso viene deposto un solo uovo, ma possono essercene molti. L'uovo ha uno sviluppo embrionale più rapido rispetto a quello della mosca dell'olivo e si schiude prima di quest'ultimo. La larva appena nata si attacca all'uovo della mosca dell'olivo e lo priva del suo contenuto succhiando.

Apparentemente, quindi, Lasioptera berlesiana è un'alleata degli olivicoltori, anche perchè, dopo essersi nutrita dell'uovo di mosca la larva esce dall'oliva e si impupa a terra.
Il problema è che la Cecidomia è in simbiosi col fungo Camarosporium dalmaticum, agente del marciume delle olive. Questo si sviluppa a spese di ciò che resta dell'uovo della mosca delle olive e poi a spese del tessuto del frutto, arrivando a volte fino al nocciolo.

All'esterno dell'oliva si forma un'area necrotizzata, la tacca, di circa un centimetro di diametro e di colore bruno, infossata, disseminata di piccoli punti neri, i picnidi, che costituiscono i conidiofori, le fruttificazioni del patogenono. Le olive colpite dal marciume vanno incontro ad una cascola precoce.

Essendo l'inoculo del fungo interno all'oliva, un trattamento rameico, che agisce per contatto, è assolutamente inutile. Qualche ricerca, condotta dal Crea, ha dimostrato una certa efficacia dell'utilizzo del caolino nella lotta contro il fungo. Resta tuttavia da evidenziare che per combattere efficacemente Camarosporium dalmaticum occorre agire a livello preventivo, abbassando l'infestazione di mosca delle olive che è alla base dell'ovideposizione di Lasioptera berlesiana.

Da notare che lo sviluppo del fungo avviene anche in condizioni di un meteo caldo secco poiché, essendosi insediato dentro l'oliva, ha a disposizione tutta l'umidità di cui necessita per lo sviluppo. E' questa la ragione per cui i danni da Camarosporium dalmaticum sono più evidenti nel caso il controllo dell'infestazione da mosca delle olive sia lasciato alla naturale mortalità larvale dovuta alla alte temperature estive.

Articolo di R. T.
pubblicato il 09 settembre 2016 in Strettamente Tecnico > L'arca olearia


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