Re: Re:
Etrusco, 06/11/2007 23.18:
Appunto, non sappiamo ancora nulla,
però almeno prima di sentenziare questi criminologhi potrebbero leggersi qualche giornale
così eviterebbero di dire idiozie:
il presunto assassino non era studente ed era molto più grande di lei: gestiva un pub ed organizzava eventi culturali...
Veramente nei tg da due giorni parlano di compagni di università, e i tre fermati sono appunto la sua compagna di stanza, il fidanzato di lei (laureando) e un altro amico (che sarebbe l'assassino materiale, quello che dici tu). ma la responsabilità dei due studenti sembra pesantuccia, hanno mentito, ripulito, simulato un furto ecc.
"Volevamo divertirci
poi ho sentito le urla"
Amanda Marie Knox
COSA è accaduto dunque tra la mezzanotte e le tre della notte tra l'1 e il 2 di novembre? Amanda Marie Knox racconta la morte di Meredith Kercher così.
"Quella sera, volevamo divertirci un po'", dice. Lei, il suo ragazzo, Raffaele Sollecito, il congolese Diya Patrick Lumumba. "Abbiamo invitato anche lei a farlo". Diya "la voleva". "Io e Raffaele siamo andati in un'altra stanza. Poi ho sentito le urla...".
Lunedì notte, nell'ammettere la sua presenza sulla scena del crimine, nell'accusarne quale autore materiale Lumumba, Amanda Marie Knox consegna a chi la ascolta una sequenza di fatti che, a prescindere se o meno veri, accompagnata da un affollato quadro indiziario, consente di associare tre nomi a un reato da ergastolo. Ma la sua confessione, per quel che se ne può capire in queste ore, lascia monca la ricostruzione delle ultime ore di Meredith, il peso e la condivisione della responsabilità nella sua morte.
Amanda è una bugiarda. Per quattro giorni, non ha mai smesso di mentire. E forse, lo diranno le prossime ore, continua a farlo. Almeno in parte. La mattina in cui viene scoperto il cadavere di Meredith, si fa "sorprendere" dai vicini e dalla polizia mentre, "sconvolta" rientra in casa per "scoprire" cosa vi è accaduto in sua assenza. Quindi, per quattro giorni, si afferra ad un alibi di cartapesta, secondo cui avrebbe trascorso la notte del delitto fuori da casa, insieme al fidanzato Raffaele.
Quando poi Raffaele la contraddice e finisce con il sostenere che, in realtà, la notte del delitto lei e Amanda si sono separati, spiega di essere sì tornata nella casa che divideva con Meredith, ma di non ricordare nulla di ciò che era accaduto. "Avevo bevuto. Mi sono addormentata". Quindi, l'ammissione. "Lui (Lumumba) la voleva... Ho sentito le urla".
Giuliano Mignini, il pm incaricato di venire a capo del delitto, è un magistrato prudente. Sa che le parole di Amanda sono sufficienti a un fermo che fissa un primo punto in questa storia, ma non spiegano ancora tutto. Che saranno un'eccellente leva per stimolare la memoria di Raffaele Sollecito (che ha sin qui continuato a negare la sua presenza nella casa di Meredith e Amanda), mettendone alla prova le sue confuse dichiarazioni. Per chiedere conto a Lumumba (non ancora interrogato) dei suoi spostamenti di quella notte. Ma, appunto, sono parole che ancora non completano definitivamente il quadro.
Le circostanze acclarate dicono che l'ultima persona ad ascoltare la voce di Meredith prima che incontri i suoi assassini (o il suo assassino) è la madre, in Inghilterra. Meredith la chiama alle 21.30 del 1 novembre. È in casa (almeno così le dice), dove è rientrata dopo aver cenato dalla sua amica Sophie, con cui ha visto un film in dvd ("The notebook" di Nick Cassavetes).
Verosimilmente (la circostanza non è ancora accertata), Meredith in quel momento è sola. E soltanto dopo qualche ora la raggiungeranno Amanda, Raffaele e Diya. Qui, se Amanda dice il vero, le viene offerto di "divertirsi un po'". Qui, se Amanda dice il vero, Meredith resiste a Diya e, lontana dagli occhi dei due fidanzati, paga con la morte. Tra la mezzanotte e le tre del mattino, secondo il referto medico-legale. Più probabilmente, intorno alla mezzanotte.
La posizione del cadavere, l'assenza apparente di segni di trascinamento, le tracce di sangue concentrate nelle immediate vicinanze del corpo, lasciano pensare a chi lavora all'indagine che Meredith venga uccisa nella sua stanza, ai piedi del letto. Esattamente dove verrà ritrovata il mattino successivo. Stando all'esame autoptico, prima di morire, ha avuto un rapporto sessuale non consenziente.
L'assassino (o gli assassini) l'hanno quindi uccisa con un colpo di "arma da taglio e punta" inferto al collo, da sinistra verso destra e ne hanno quindi ricoperto il corpo seminudo con un piumone, prima di richiudersi la porta della sua stanza alle spalle, assicurandola con alcune mandate di una chiave di cui si libereranno. Al pari dell'arma.
Per gli investigatori, a prescindere dalle parole di Amanda, quel che accade di lì in avanti sarebbe "ragionevolmente provato" da indizi di natura scientifica e tecnica. Prima di lasciare la casa, l'assassino (o gli assassini) simulano goffamente un tentativo di furto, sfondando il vetro di una delle porte-finestra con una pietra che sarà ritrovata nel salotto. Forse (ma questo lo potranno dire solo esami scientifici ancora in itinere) abbozzano una "ripulitura" della scena del crimine.
Quindi, una volta fuori della colonica, si liberano dei due cellulari di Meredith scagliandoli nel giardino di una villetta distante meno di un chilometro (l'esame delle impronte sui due apparecchi è risultato impossibile perché maneggiati da troppe mani dopo il loro ritrovamento da parte della padrona della villa).
Poi, si separano. Il traffico dei tabulati telefonici tra le tre utenze (Amanda, Raffaele e Diya) nelle ore immediatamente successive al delitto, sembra indicare che i due fidanzati si riuniscono, mentre Lumumba prende un'altra strada. In ogni caso - sostiene un investigatore - quelle chiamate provano la falsità degli alibi inizialmente forniti da Amanda e dal fidanzato Raffaele.
Nell'appartamento, la polizia scientifica, insieme al sangue, ha individuato alcune decine di impronte e sta lavorando all'individuazione di possibili tracce di liquido seminale che verranno presto incrociate con campioni biologici prelevati dai fermati. Potranno aiutare a stabilire se Amanda ha cominciato a dire la verità o ne continua ad occultare parte significativa.
(7 novembre 2007)
www.repubblica.it
tra l'altro questo Sollecito ha pure un blog:
raffasollecito.spaces.live.com/default.aspx?wa=wsignin1.0
e ha pubblicato le foto di Meredith che da giorni circorlano sul web.