Ponti: la stabilità ora si verifica con le gocce d'acqua

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killing zoe
00lunedì 19 novembre 2012 18:40
«I’m singing in the rain», cantava Gene Kelly nei panni del felice e innamorato Don Lockwood, nell’omonima commedia musicale del 1952. Ora un team di ingegneri della Brigham Young University, nello Utah, ha scoperto che il modo in cui un ponte autostradale «canta sotto la pioggia» può indicare gravi carenze strutturali. In pratica, utilizzando un metodo chiamato impact-echo testing, è possibile diagnosticarne lo stato di salute: determinare, cioè, la posizione e l'estensione di eventuali difetti, come crepe o spazi vuoti, che ne indeboliscono la struttura.

IL TEST - L’impact-echo testing è un metodo di analisi non distruttivo, efficiente ed economico per valutare l’integrità, la sicurezza, il livello di corrosione di un’infrastruttura in calcestruzzo o in cemento armato. In realtà non è una novità, è stato sviluppato nel 1980 ed è diventato un metodo standard di analisi. Solitamente consiste nel sollecitare meccanicamente l’infrastruttura con un martello o dei cuscinetti a sfere di acciaio e nell’analizzare le onde sonore che si propagano all’interno e sono riflesse da eventuali difetti. Un accelerometro registra il segnale di riflesso: laddove è prodotto un suono sordo è possibile rilevare delaminazioni, crepe e altri deficit strutturali. «Le onde acustiche indotte riflettono infatti eventuali discontinuità. Tuttavia, questo metodo può richiedere ore per portare a termine i rilievi e necessita inevitabilmente della chiusura delle corsie autostradali: finendo con l’essere molto costoso in termini di tempo e risorse necessarie», sottolineano Brian Mazzeo e Spencer Guthrie, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Non-Destructive Testing and Evaluation International.

GOCCE D’ACQUA - I due ingegneri sono i primi a proporre l’uso delle gocce d'acqua per produrre risposte acustiche. Il metodo, dicono, è semplice: basta far cadere delle goccioline sul materiale e registrarne il suono per rilevare dimensione e profondità del difetto. Insomma, la risposta acustica indica lo stato di salute della struttura. «C'è differenza, infatti, tra lo spettro acustico generato dell'acqua che cade su strutture integre e quello generato dall’acqua che bagna infrastrutture con crepe e altri punti deboli. Basandoci dunque sul perimetro acustico prodotto dalle gocce d’acqua, è possibile rilevare difetti che sfuggono al controllo visivo», ribadiscono i ricercatori. «Ci piacerebbe essere presto in grado di guidare su un ponte a 50 o 70 chilometri all'ora, spruzzare acqua mentre procediamo e poter rilevarne tutti i difetti strutturali», aggiungono. «Ora però dobbiamo continuare a lavorare per perfezionare il metodo». Un metodo promettente per diagnosticare rapidamente la sicurezza delle strutture stradali esistenti e stimare gli eventuali interventi di risanamento necessari.



di Simona Regina
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