Prostituzione, l'ira dei vescovi: "No alle zone a luci rosse"
E' bufera dopo la decisione del Comune di istituire aree per la prostituzione nel quartiere Eur di Roma. La comunità di don Benzi: "Una scelta da condannare". Il quotidiano Avvenire: "Un'ipocrtia operazione di decoro urbano".
Salvini: "Meglio le case chiuse"
"Un'ipocrita (e forse ideologica) operazione per il 'decoro urbano. Non un impegno contro il degrado umano, a fianco delle vittime. Ne proviamo vergogna". Così il quotidiano dei vescovi, Avvenire, boccia senza appello l'annunciata creazione di una zona a luci rosse a Roma, nel quartiere dell'Eur. "Alla vigilia della giornata di preghiera e azione contro la tratta degli esseri umani, Roma - la capitale d'Italia, la città culla e cuore dell'umanesimo cristiano - si fa capofila di un progetto che assomiglia alla polvere celata sotto un tappeto di luci rosse. Un lavarsi la coscienza, come le strade. Non una scelta decisa per affrontare il dramma della prostituzione", scrive il giornale della Cei in un editoriale di prima pagina, dal titolo "Degrado capitale".
Parole durissime, a cui si affiancano quelle della comunità di Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Benzi. "Condanniamo con fermezza la scelta dell'amministrazione comunale di Roma di istituire zone di tolleranza per la schiavitù della donna- sottolinea Giovanni Ramonda, responsabile generale della comunità- l'urgenza di affrontare il fenomeno della prostituzione come accade in altri paesi europei: contrastando la domanda ed istituendo un sistema di multe progressive per i clienti".
L'obiettivo dell'amministrazione capitolino, istitutendo le zone rosse, è quello di liberare le strade dell'Eur dal fenomeno della prostituzione selvaggia e allo stesso tempo tenere sotto controllo il fenomeno, controllando anche eventuali casi di sfruttamento. Un progetto che dovrebbe partire ad aprile in alcune strade già individuate del IX Municipio,
Un'idea duramente contestata non solo dal mondo ecclesiastico, ma anche da quello politico. "Con l'introduzione del quartiere a luci rosse l'amministrazione capitolina si arrende alla prostituzione" commenta su Twitter l'ex sindaco della capitale, Gianni Alemanno. Parole a cui seguono quelle, su Facebook, del segretario generale della Lega Nord, Matteo Salvini: "Quel genio del sindaco Marino pensa a un quartiere a'luci rosse. Per me è una cazzata.
Cancelliamo la legge Merlin e riapriamo le case chiuse invece, regolamentando, togliendo dalle strade e tassando la prostituzione".
Ma il presidente del IX Municipio, Andrea Santoro, non sembra voler tornare indietro. Anzi, raccoglie il supporto dei minisindaci degli altri quartieri di Roma. "Anch'io farei lo
'zoning' - afferma il presidente del VIII Municipio, Andrea Catarci - Sono stato tra i promotori, ormai otto anni fa, del progetto che sta portando avanti Santoro, al quale do tutto il mio sostegno e la mia disponibilità ad un'eventuale collaborazione. Penso che sia un'operazione coraggiosa e c'è bisogno che tutta la città, dalle istituzioni alle associazioni, gli sia vicina. E' ovvio che sarebbe più opportuno cominciare contemporaneamente nei Municipi dove il fenomeno della prostituzione è più sentito, ma
c'è bisogno di un incremento delle forze di polizia e dei vigili urbani oltre che all'organizzazione delle zone con operatori sul posto. Da parte mia c'è la piena disponibilità a collaborare".
Fonte: La Repubblica - 07 febbraio 2015