Ruby : minorenni e politica, intercettazioni e adozioni, l' ombra di Lele Mora a "Palazzo Grazioli"

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binariomorto
00mercoledì 27 ottobre 2010 22:33
Bunga Bunga : “Rapporti sessuali consensienti col Premier”
Berlusconi e la minorenne, Dagospia:
“Vittima di ricatto?”. Intercettazioni,
adozioni e l’ombra di Lele Mora


Nuove indiscrezioni sui presunti rapporti sessuali tra Silvio Berlusconi e una ragazza marocchina minorenne “del giro di Lele Mora”. La procura di Milano ha smentito e ora ha la bocca cucita, anche il Fatto Quotidiano (che ieri ha sollevato la questione) ha chiarito che Berlusconi in questa vicenda non è implicato, che ancora non è stata aperta una vera e propria inchiesta e che non si indaga per reati sessuali. Ma il sito di Dagospia mette in luce diversi punti finora oscuri. Prima di tutto che Berlusconi, seppur non implicato, è finito in una storia di sfruttamento della prostituzione “come possibile vittima di ricatto”. Poi Dago sottolinea tre punti più importanti. Prima di tutto sono spuntate fuori delle intercettazioni, in cui la ragazza, nome in codice “Ruby”, racconta “di aver avuto con il premier dei rapporti sensuali consensienti”.

Secondo punto: una delle figlie di Lele Mora, Diana, ha dato mandato al suo avvocato di avviare le pratiche per l’adozione di Ruby. E chi è questo avvocato? Sempre secondo quanto riporta Dagospia, è “Luca Giuliante, ex consigliere provinciale di Forza Italia, membro della segreteria regionale del Pdl, tesoriere milanese del partito di Berlusconi, nonché legale di Roberto Formigoni nella vicenda del ricorso contro l’esclusione del suo “listino” alle ultime elezioni regionali, con conseguente intervento della P3″.

Terzo punto: sembra che Ruby fosse molto amica di alcune ragazze della scuderia di Lele Mora tra cui, colpo di scena, anche Nicole Minetti, l’igienista dentale di Silvio Berlusconi inserita proprio in quel listino di Formigoni al tempo delle elezioni regionali e poi effettivamente eletta in Lombardia.

Dagospia ricostruisce poi la storia di Ruby: “Si tratta di una vicenda complicata, nata nel 2009. La giovane testimone, una ‘ragazza immagine’, faceva serate in discoteca sperando di farsi notare per tentare il salto nel mondo della moda o della televisione. Finché non sarebbe riuscita ad entrare nel giro che, attraverso Lele Mora, poteva avere accesso ad Arcore. E qui avrebbe incontrato anche Silvio Berlusconi con il quale avrebbe raccontato di avere avuto rapporti consenzienti”.

Fonte: blitzquotidiano
Etrusco
00giovedì 28 ottobre 2010 00:03



Per la cronaca ecco le ultime NEWS:

Berlusconi e la minorenne!
- Sembra un titolo dei film di Totò, ma è in realtà il Cetriolo che sta terrorizzando il Cavaliere e lo avvicina alla pensione - il cainano non è indagato, ma è finito in un'indagine su sfruttamento della prostituzione a Milano, come possibile vittima di ricatto. E ci sarebbero anche intercettazioni telefoniche!

Lele Mora alle selezioni per Il bello da sogno "La giovane avrebbe incontrato ad Arcore Silvio Berlusconi con il quale avrebbe raccontato di avere avuto rapporti consenzienti. L'inchiesta non è su eventuali reati di tipo sessuale: aveva più di 14 anni quando avrebbe partecipato alle feste e si è dichiarata consenziente".

Insomma: per salvarlo dal possibile ricatto, i magistrati lo sputtaneranno a vita! L'amicizia della avvenente marocchina con Nicole Minetti, l'igienista dentale che Silvio ha fatto eleggere in consiglio regionale. Il tentativo della figlia di Lele Mora di adottare la ragazza: a fare da tramite come avvocato il tesoriere milanese di Forza Italia...
fabius039
00giovedì 28 ottobre 2010 01:06
Re:
Etrusco, 10/28/2010 12:03 AM:



Lele Mora alle selezioni per Il bello da sogno "La giovane avrebbe incontrato ad Arcore Silvio Berlusconi con il quale avrebbe raccontato di avere avuto rapporti consenzienti. L'inchiesta non è su eventuali reati di tipo sessuale: aveva più di 14 anni quando avrebbe partecipato alle feste e si è dichiarata consenziente".

Insomma: per salvarlo dal possibile ricatto, i magistrati lo sputtaneranno a vita! L'amicizia della avvenente marocchina con Nicole Minetti, l'igienista dentale che Silvio ha fatto eleggere in consiglio regionale. Il tentativo della figlia di Lele Mora di adottare la ragazza: a fare da tramite come avvocato il tesoriere milanese di Forza Italia...



Ma no! Avete letto l'ultimo libro di Ammaniti, "Che la festa cominci!"?

Ormai non si sputtana più nessuno, anzi....anzi non è che il continuo riferimento a prestazioni sessuali orgiastiche di un ultrasettantenne operato di prostata è solo dovuto ad un tentativo di idolatrare il soggetto e far dire "Oooh!!" [SM=x44497] ai suoi seguaci?

E non è questo perfettamente in linea col culto della personalità di staliniana memoria?

A me invece fa venire in mente il tormentone di vari film di Woody Allen, quando si vantava delle sue prodezze amatoriali, facendo sempre scatenare le risa! Ma quello era un effetto voluto...
Arjuna
00giovedì 28 ottobre 2010 10:28

Vedo che il pisello di Berlusconi è tornato al centro della politica italiana. [SM=x44463]
Etrusco
00giovedì 28 ottobre 2010 11:35
Re:
Arjuna, 28/10/2010 10.28:


Vedo che il pisello di Berlusconi è tornato al centro della politica italiana. [SM=x44463]




è la metafora su cui si sintetizza la politica che è capace di elaborare questo Centro Destra [SM=x44464]
Etrusco
00giovedì 28 ottobre 2010 11:51

La storia - La ragazza maghrebina «affidata» dai giudici all'igienista dentale del Cavaliere

Ruby, una vita in fuga da tutto
«Salvata» dall'amica Nicole Minetti (consigliere PdL)

Via da casa a 14 anni.

Nei racconti in Procura contraddizioni nei ricordi dei party ad Arcore

Lele Mora
Lele Mora
MILANO - Non ha ancora 18 anni Ruby, ma è come se avesse vissuto una vita tanto sono stati intensi. È lei a raccontarne i trascorsi ai giudici dei Tribunali per minori di Milano e Messina tra uomini più grandi ai quali si concede, donne dalla moralità dubbia, amici e amiche che paiono tenderle una mano.
Dalla casa in Sicilia fugge la prima volta a 14 anni. Forse sono i genitori che la cacciano, più probabilmente è lei che non sopporta le regole della famiglia marocchina. Due anni dopo entra in comunità di accoglienza, ma scappa anche da qui. I Carabinieri la segnalano a Badolato (Catanzaro) in locali per soli uomini. Torna in varie comunità e puntualmente evade accumulando 3 procedimenti penali per furto, 2 si chiudono senza conseguenze, il terzo con la richiesta di rinvio a giudizio. L'ultima fuga la porta a Catania dove, racconterà alla polizia, allaccia una relazione con un uomo di 33 anni che ogni settimana arriva da Peschiera Borromeo (Milano) e che a Milano gestisce una «agenzia di immagine». La storia pare seria, tanto che quando a gennaio del 2010 lei va a vivere con il fidanzato, i genitori dell'uomo chiedono il suo affidamento, negato dai giudici. La convivenza non regge: un mese dopo va via anche da lì perché, dice, sorprende il ragazzo a letto con un'altra. Arriva a Milano dove si arrabatta come cameriera, danzatrice del ventre o estetista, fino al 27 maggio scorso, quando una lite la porterà al centro di un gorgo giudiziario e mediatico che svelerà retroscena tra cui la presunta presenza ad Arcore nella residenza di Silvio Berlusconi.

Nicole Minetti
Nicole Minetti (PdL)
Una donna italiana riconosce Ruby nel centro estetico e le si avventa contro gridando che le ha rubato 3.000 euro e tre Rolex. La lite è furibonda, al punto che viene chiamata la polizia. L'italiana dichiara di aver conosciuto Ruby in un locale notturno e di averla ospitata in casa; la marocchina risponde che pagava 1.700 euro di affitto più le spese e che lei se ne era andata da un po' per trasferirsi da una brasiliana. I poliziotti controllano negli archivi e scoprono che i giudici minorili hanno ordinato che Ruby, se trovata, venga riportata in comunità. È il 28 maggio scorso, la ragazza viene accompagnata in Questura dove ad attenderla ci sono la brasiliana, un'amica di questa e Nicole Minetti, l'igienista dentale di Berlusconi ed ex ballerina in tv che due mesi prima era stata eletta per il PdL alle Regionali in Lombardia. Ruby spiegherà di aver conosciuto la Minetti nel ristorante Armani di Milano, di averla incontrata poi in altri locali e di averla avuta accanto in un momento di bisogno. Gli agenti non trovano posto nelle comunità per minori e Ruby viene affidata provvisoriamente proprio alla Minetti. [SM=x44466]

Una settimana dopo, la polizia deve di nuovo interessarsi di Ruby che sta litigando ferocemente in casa con la brasiliana, dove le due si accusano a vicenda di fare le prostitute. La marocchina dice che la causa dello scontro sono le avance che le aveva fatto il ragazzo della brasiliana. Torna in Questura e in varie comunità, dalle quali scappa immancabilmente dopo pochi giorni. Il 15 giugno compare nell'ufficio Pronto intervento del Comune di Milano dicendo che è inutile continuare a cercarla perché ci sono degli adulti che si occupano di lei e che ha 200 euro in tasca. Un'ora dopo arriva una telefonata dell'agente dello spettacolo Lele Mora che dichiara di essere disposto a prendere in affido Ruby la quale nel frattempo, manco a dirlo, è sparita. Quattro giorni dopo riappare in Questura accompagnata dall'avvocato Luca Giuliante, che assiste Lele Mora in alcuni procedimenti. Il legale, però, non viene ammesso al colloquio tra la giovane e gli agenti. Il 25 giugno è la figlia di Mora, Diana, a presentare un'istanza di affidamento, anch'essa bocciata.

Alla Polizia, Ruby racconta tutto quello che le è accaduto, delle feste ad Arcore, escludendo di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi, di politici che si accompagnano a ragazze, di soldi che girano. Spiega pure che, dopo una delle varie fughe, era andata a vivere da Diana Mora che aveva conosciuto con il padre Lele, con il quale aveva lavorato. Ma è un racconto zeppo di contraddizioni e dal quale emerge, secondo gli investigatori, che nonostante le esperienze, è ancora molto immatura. Le sue dichiarazioni vanno verificate con molta accortezza.

G. Gua.
(ha collaborato Federico Berni)
Corriere della Sera 28 ottobre 2010

Etrusco
00giovedì 28 ottobre 2010 12:07

L'ipotesi: favoreggiamento della prostituzione.

Feste e ragazze, indagati: Lele Mora e Fede

Gli avvocati: Premier estraneo al caso della minorenne marocchina

Emilio Fede, direttore del Tg4
Emilio Fede, direttore del Tg4
MILANO - È "Favoreggiamento della Prostituzione" nell'entourage del Presidente del Consiglio l'ipotesi di reato per la quale sono indagati a Milano l'impresario televisivo Dario «Lele» Mora e il giornalista che guida uno dei telegiornali del gruppo Mediaset, il direttore storico del Tg4 Emilio Fede. Entrambi figurano tra le persone al centro di accertamenti giudiziari imposti dalla natura delle controverse dichiarazioni rese mesi fa da una minorenne di origine marocchina che, più volte scappata dalla famiglia in Sicilia e dalle comunità alle quali il Tribunale dei minorenni l'aveva affidata, ha raccontato i contorni di alcune feste con ragazze e politici nella residenza di Silvio Berlusconi.

L'inchiesta non verte sugli stili personali di vita privata, non può sindacare il tipo di convivialità alla quale ciascuno decide di ispirare le proprie feste, è indifferente alla conclusione che le ragazze possono aver scelto di dare alle serate. Punta invece ad accertare se abbiano concretezza taluni indici del fatto che talvolta tra le partecipanti vi siano state ragazze accompagnate o indirizzate alle feste con preventivate prospettive di meretricio, poi magari tali da suggerire ricatti tentati. Da questo punto di vista, si coglie nell'indagine il tentativo di smarcarsi dal grosso delle dichiarazioni della ragazza, nella quale elementi meritevoli di verifica convivono con circostanze inverosimili. E nemmeno facilitano la comprensione di quanto sta accadendo due coincidenze apparentemente incongruenti per un ragazza che in teoria ha innescato con le sue dichiarazioni una indagine pregiudizievole per le persone di cui ha parlato.

1) La prima è che 5 mesi fa la minorenne sia stata ospitata da Nicole Minetti, l'ex igienista dentale di Berlusconi e ballerina di Colorado Cafè, in marzo paracadutata dal Premier nel «listino bloccato» formigoniano che l'ha fatta eleggere nel Consiglio della Regione Lombardia.

2) La seconda è che a metà giugno, nella richiesta avanzata dalla figlia di Lele Mora e respinta poi dal Tribunale dei Minori per farsi affidare la ragazza, la minorenne sia stata tutelata da un avvocato (Luca Giuliante) che, oltre a difendere Mora nel procedimento milanese in cui è indagato per bancarotta, è certamente non ostile al partito presieduto da Berlusconi, essendo membro della segreteria regionale del PdL, tesoriere del partito milanese, ex consigliere provinciale di Forza Italia, e uno dei legali autori del ricorso della lista Formigoni contro l'iniziale esclusione dalle elezioni regionali.

Qualche idea più precisa la può forse avere al momento il parlamentare pdl e avvocato del premier Niccolò Ghedini che, utilizzando le facoltà riconosciutegli dalla legge sulle indagini difensive, in super anticipo su possibili esiti sull'inchiesta [SM=x44455] (come già fece nel caso dell'intercettazione segreta Fassino-Consorte pubblicata da Il Giornale) ha già interrogato alcuni dei protagonisti di quei contesti di feste. «Le notizie apparse in relazione ad asserite dichiarazioni rese da tale Ruby in merito a episodi che sarebbero accaduti presso l'abitazione del Presidente Berlusconi sono assolutamente infondate», dichiara con il collega Piero Longo. «La stessa Procura di Milano», dove ieri il capo Edmondo Bruti Liberati ha messo i carabinieri a impedire ai giornalisti l'accesso all'ufficio suo e dell'aggiunto Pietro Forno che coordina l'indagine del pm Antonio Sangermano, per i legali del Premier «si è puntualmente espressa sull'inesistenza di indagini in tal senso. Del resto, da approfondimenti svolti si è potuto acclarare con numerosissimi riscontri testimoniali la radicale e totale infondatezza delle illazioni giornalistiche avanzate».

Mora ha già sperimentato in passato, con l'avvocato Nadia Alecci, che essere indagato non significa necessariamente finire imputato e tantomeno condannato. Nel luglio 2007 la Procura di Roma lo ha archiviato dall'accusa di aver estorto 50 mila euro al calciatore Francesco Totti. Poi il pm milanese Frank Di Maio ne ha chiesto il rinvio a giudizio ma nel marzo 2008 il gip Enrico Manzi lo ha prosciolto dalle accuse di aver ricattato, insieme al fotografo Fabrizio Corona, il motociclista Marco Melandri, il rampollo degli Agnelli Lapo Elkann, i calciatori ex interisti Adriano e Coco. E nel luglio 2008 il pm potentino Woodcock ha chiesto l'archiviazione dell'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione di starlette.

Confida dunque di poter ora coronare un analogo proscioglimento anche Fede, che penalmente non era mai stato coinvolto nelle storie «rosa» del Premier. Nel 2009, all'epoca del caso suscitato dall'arrivo di Berlusconi alla festa di 18° compleanno di Noemi Letizia, Fede aveva spiegato d'aver fatto in passato un provino alla ragazza come «meteorina» del suo Tg4, presente la mamma della giovane, ma di averla poi scartata dopo averle suggerito di fare un corso di dizione. In seguito l'ex fidanzato di Noemi aveva sostenuto che Berlusconi aveva scoperto la ragazza su un book di foto che Fede avrebbe preso in un'agenzia di Roma e lasciato su un tavolo dopo un pranzo o una cena con il Cavaliere, e aveva anche aggiunto di aver assistito a una telefonata in cui Fede e Berlusconi chiamavano la ragazza: ma il giornalista aveva seccamente smentito queste due prospettazioni, giudicandole «un falso» e attribuendole ai «ricordi rancorosi di un giovane operaio napoletano disilluso».

Luigi Ferrarella
lferrarella@corriere.it
Giuseppe Guastella
gguastella@corriere.it
Corriere della Sera 28 ottobre 2010


fabius039
00giovedì 28 ottobre 2010 12:29
«Lele Mora è una persona perbene», parola di Emilio Fede.


Caso Ruby, Emilio Fede:
«Forse l'ho vista dal premier»
Il direttore del Tg4: «Non mi risulta di essere indagato». Nicole Minetti: «La conosco, no comment». Lele Mora: «Stozitto»

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sarebbe indagato per favoreggiamento della prostituzione

Caso Ruby, Emilio Fede:
«Forse l'ho vista dal premier»

Il direttore del Tg4: «Non mi risulta di essere indagato». Nicole Minetti: «La conosco, no comment». Lele Mora: «Stozitto»

Emilio Fede
MILANO - «Non mi risulta di essere indagato per alcun reato. L'ho appreso stamani leggendo i quotidiani: credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi ma non l'ho presentata io né a Lele Mora, né al presidente del Consiglio».

L'INCHIESTA - Lo ha dichiarato all'Ansa il direttore del Tg4 Emilio Fede che, secondo quanto riportano oggi i quotidiani, sarebbe indagato per favoreggiamento della prostituzione nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano nata dal racconto di Ruby, una minorenne marocchina che ha parlato, nell'ambito di un filone di indagine sulla prostituzione, di incontri avuti con il premier Silvio Berlusconi. «Sono stato invitato più volte, e per fortuna, a casa di Berlusconi per delle cene - ha aggiunto Fede - ma quello che posso dire è che non mi è mai capitato una sola volta di vedere quelle cene terminare in un modo che si possa definire trasgressivo».

LELE MORA - «Lele Mora è una persona perbene e lo vedo continuamente massacrato. Lo conosco io, come del resto lo conoscono tante altre persone sia nel mondo politico che dello spettacolo» ha aggiunto Emilio Fede ricordando di conoscere l'impresario da anni. «Con quella ragazza, che tra l'altro io credevo avesse 25 anni e non fosse minorenne, credo di aver scambiato un paio di parole, come faccio con tanti altri - ha continuato Fede - L'ho conosciuta a due cene che, ripeto, si sono concluse con nulla che possa essere classificato come trasgressivo». «Di essere indagato - ha detto ancora Fede -, l'ho appreso dai giornali, ma se davvero c'è una indagine nei miei confronti, che mi arrivi subito una notifica, così posso spiegare tutto».

Fonte Corriere



o tempora o mores
Etrusco
00giovedì 28 ottobre 2010 12:33
BUNGA-BUNGA:
L'espressione della minorenne marocchina riferita ai pm in merito alle serate ad Arcore
Le feste di Ruby e il Bunga Bunga
La formula sarebbe stata copiata dal rito dell'harem di Gheddafi.

Qui l'articolo del Corriere della Sera . . .
binariomorto
00giovedì 28 ottobre 2010 15:47
Re: BUNGA-BUNGA:
Etrusco, 28/10/2010 12.33:

L'espressione della minorenne marocchina riferita ai pm in merito alle serate ad Arcore
Le feste di Ruby e il Bunga Bunga
La formula sarebbe stata copiata dal rito dell'harem di Gheddafi.

Qui l'articolo del Corriere della Sera . . .




Spopolerà alle prossime feste natalizie, sarà il nuovo ballo per famiglie ...
Etrusco
00giovedì 28 ottobre 2010 17:34
Re: Re: BUNGA-BUNGA:
binariomorto, 28/10/2010 15.47:




Spopolerà alle prossime feste natalizie, sarà il nuovo ballo per famiglie ...




i farmacisti stanno già ordinando scatoloni di lubrificanti specifici per il Bunga-Bunga:
consiglio di farne scorta subito, prima che la speculazione per la crescente domanda farà lievitare i prezzi! [SM=x44461]
Etrusco
00venerdì 29 ottobre 2010 11:45

 -1- NEL VERBALE RUBY RACCONTA CHE, NELLA 2^ SERATA DELL´INVITO AD ARCORE, AVVIENE QUESTA SCENA:

"ARRIVIAMO, IO ED EMILIO FEDE, POI SILVIO MI TRATTIENE E NEL GIARDINO DELLA VILLA MI MOSTRA L´AUDI E DICE CHE È PER ME".

 - 2- NELLE INTERVISTE QUELLA CHE PALAZZO CHIGI SPACCIAVA COME "LA NIPOTE DI MUBARAK" PER FARLA RILASCIARE DALLA QUESTURA DI MILANO FA RETROMARCH: "AD ARCORE? UNA SOLA VOLTA. SILVIO MI HA DATO SOLTANTO 7'000€ E UNA COLLANA DI DAMIANI. NON MI HA CHIESTO NIENTE IN CAMBIO. ERA MOLTO ARRABBIATO, MI HA DETTO CHE GLI AVEVO MENTITO DICENDOGLI CHE ERO MAGGIORENNE. MI HA ANCHE SGRIDATO PERCHÉ FACEVO UNA VITA CHE NON GLI PIACEVA. MI HA RACCOMANDATO DI COMPORTARMI BENE, DI STUDIARE".

 - 3 - "NON È STATO LELE MORA A PORTARMI DA SILVIO. E NEANCHE EMILIO FEDE. È STATA UNA RAGAZZA MIA AMICA DI CUI NON VOGLIO FARE IL NOME".

img

1- SILVIO MI HA DATO SOLTANTO 7'000€ E UNA COLLANA DI DAMIANI, MA NON MI HA CHIESTO NIENTE IN CAMBIO
Ferruccio Sansa per Il Fatto

Berlusconi Emilio Fede & Ruby

"Il bunga bunga? Io non so nemmeno che cosa sia. Non ho mai detto tutte le cose che sono state riferite sui giornali". Ruby, la ragazza più "ricercata" d'Italia accetta di parlare. Lo fa dopo un po' di indecisioni. Dopo tante risposte a monosillabi. Poi decide di lasciarsi andare, non si rifiuta di parlare di Berlusconi, anzi, pare voler raccontare. Ma Ruby nega, non tutto, ovviamente, ma tutti gli episodi che potrebbero mettere nei guai il Cavaliere.

Ruby cubista

Già Ruby smentisce prima di tutto se stessa, il racconto che ha fatto ai pm, le confessioni fatte alle amiche della discoteca e del centro dove è stata ospitata. Ma anche alcune frasi che ha scritto ai cronisti del Fatto attraverso il suo profilo Facebook.

Ieri mattina era autentica, non sapeva ancora niente, sfuggiva dalle domande dirette ma aveva fame di notizie e chiedeva dove e come potesse informarsi. "Non è un bel momento, sono su tutti i giornali d'Italia, comunque non mollerò mai, never back down!!" diceva a caldo.

Ruby in black

Quando le spieghiamo che Berlusconi parla di spazzatura mediatica, risponde "spazzatura ki??" e rispetto alle dichiarazioni della Santanché ("non ho mai visto Clooney a cena") risponde: "Bah cose che io non ho mai detto!". E alla domanda su cos'è il bunga bunga, risponde: "L'harem di donne copiato da Gheddafi, così dicono!". Molto diversa dalla Ruby della sera, che sembra un'altra persona. A quale versione credere, dunque?

Ruby e una collega

Ruby, le sue dichiarazioni ai pm e alla polizia hanno creato un caso politico nazionale...
Ho letto. Ma quante cose non vere sono state dette. I verbali riportano frasi che non ho detto.

Ma perché avrebbero dovuto attribuirle dichiarazioni false? Ci dica, qual è la sua versione dei fatti stasera? Non è vero che ha conosciuto Silvio Berlusconi e che è stata ad Arcore?
No, questo è vero. Però non è stato Lele Mora a portarmi da Silvio. E neanche Emilio Fede. È stata una ragazza mia amica di cui non voglio fare il nome. Stavo male in quei giorni, era l'inizio di febbraio. Allora una sera, il 14, il giorno di San Valentino, quella ragazza mi disse che mi avrebbe portato da una persona importante che mi avrebbe aiutato.

Ruby

Berlusconi?
Sì, appunto. Con la mia amica siamo andati ad Arcore. Silvio ci ha accolte, è stato gentilissimo.

Chi era presente all'incontro?
Soltanto noi tre, Silvio, la mia amica ed io. È stata una serata normalissima, piacevole. Abbiamo mangiato nella villa del premier, poi abbiamo ascoltato la musica e alla fine, verso le 23,30 me ne sono andata a dormire a casa. Come ogni sera.

Ruby

Possibile, sembra un'altra storia? Non le avrebbe neanche regalato un euro? Eppure le sue amiche raccontano di averle visto tirare fuori dalla borsa, in diverse occasioni, mazzette con migliaia di euro...
Macché. Parlano di 130mila euro di regali. Tutte bugie.

Neanche un regalo?
Silvio mi ha dato soltanto settemila euro e una collana di Damiani.

Perché un regalo così prezioso?
Non mi ha chiesto niente in cambio. E non ha avuto niente. Lo ha fatto soltanto per aiutarmi. Mi ha salvato.

Quante volte è stata ad Arcore?
Una sola.

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E non ha mai più risentito Berlusconi?
No, l'ho sentito diverse altre volte.

Fonti di polizia raccontano che la sera in cui è stata fermata dagli agenti, a maggio, lei sarebbe stata rilasciata per interessamento di Palazzo Chigi...
Questo non lo so. Ad aspettarmi c'è quella ragazza... Nicole, che io non conoscevo. Subito dopo abbiamo chiamato Silvio. Era molto arrabbiato, mi ha sgridato, mi ha detto che gli avevo mentito dicendogli che ero maggiorenne. Mi ha anche sgridato perché facevo una vita che non gli piaceva. Mi ha raccomandato di comportarmi bene, di studiare.
Si rende conto che le dichiarazioni smentiscono totalmente quanto avrebbe detto finora? Ne esce un ritratto di Berlusconi simile al buon samaritano...
Questo è successo.

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E di Lele Mora che cosa ci dice... anche gli episodi che riguardano lui sarebbero diversi da quanto scritto sui giornali e nei verbali della polizia?
Non è stato Mora a venirmi a cercare. Non è stato Emilio Fede. Sono stata io che una volta arrivata a Milano mi sono rivolta alla società di Mora. E ho mentito, ho detto che avevo 24 anni.

Si rende conto che questa nuova versione pare incredibile?
La verità è questa.

Dopo quella sera ha più sentito Berlusconi?
No. Mai. Gli voglio molto bene, è così tenero... Però ho cacciato via la scheda telefonica, ho buttato via tutto. Adesso la mia amicizia con Silvio potrebbe soltanto farmi cattiva pubblicità. Mi scusi la parola, ma rischio di passare per una zoccola.

RUBY

Ma lei chi è veramente?
Una ragazza che ha una fame incredibile di vivere. Ma per il mio futuro sogno soltanto di ottenere la cittadinanza italiana, di studiare e poi di diventare carabiniere.

Adesso come cambierà la sua vita?
Oggi faccio la cameriera, ma già tante televisioni e giornali mi cercano. Matrix e altri programmi mi hanno perfino offerto dei soldi per andare in tv per raccontare la mia storia.

RUBY

Matrix è un programma di Canale 5, la televisione di Berlusconi...
Non cerchi di farmi parlare male di lui. Gli voglio bene, gli devo molto.

2- "SILVIO MI MOSTRÒ L´AUDI E DISSE: È PER TE"
Piero Colaprico per "la Repubblica"

Per non farsi frastornare e restare ancorati alla realtà, occorre seguire quello che «fanno» i poliziotti. E intorno a questo architrave «poliziesco» vanno messi in evidenza alcuni dettagli fondamentali, per quanto surreali. Primo fatto. Alcuni detective sono in missione a Genova: ci sono andati a cercare Ruby, la minorenne invitata alle feste del premier ad Arcore, la ragazza del momento mediatico (e forse anche storico). E a cercare le sue «tracce».

Secondo fatto. Altri poliziotti, semplici agenti, graduati e funzionari, tutti in servizio in via Fatebenefratelli 11, sanno che è imminente la convocazione al palazzo di Giustizia. I magistrati intendono comprendere un po´ meglio, e al più presto, che cosa sia accaduto nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso. Ora, che ci sia stata una sorta di «truffa diplomatica» (Palazzo Chigi telefona spacciando la falsa notizia che «è la nipote di Mubarak» per tirar fuori l´amica del premier da un ufficio pubblico) è ormai una circostanza - per quanto incredibile sia - data per scontata.

RUBY

E persino l´ambasciata egiziana ci ha tenuto a far sapere che «non esiste» alcuna parentela tra il presidente e questa spigliata marocchina contrabbandata per «nipote».

Ora veniamo ai dettagli. La diciassettenne, ha molti amici in Liguria. Li ha soprattutto nel giro della «notte», nonostante il suo indirizzo fosse quello di una comunità per minori. I siti web si vanno riempiendo delle sue foto e delle sue performance in discoteca. E anche a Genova Ruby non è che sia stata molto riservata sull´immagine del premier e sulla sua vita milanese.

Lele Mora & Silvio Berlusconi

Un mese fa venne fermata alla stazione di Brignole. Solita trafila che riguarda i minori, per di più è una ragazza, truccatissima, e con in tasca 5mila euro in contanti. Troppi, pensarono i poliziotti, per una che dovrebbe stare in comunità: che fai? Risposta: «Non pensate male, sono una modella, e faccio le sfilate per Lele Mora».

Torna sempre l´ombra di Lele, e non solo la sua. Nei verbali milanesi, Ruby aveva raccontato di aver ricevuto in regalo da Berlusconi un´auto. Ieri, ricostruendo le storie delle feste con «bunga bunga» ad Arcore e dei soldi, dei gioielli, dell´abito di Valentino, avevamo omesso di citare il modello dell´auto. Bene. Alle ragazze come lei, sistemate nella comunità di Sant´Ilario, sui colli della città, che cosa raccontava Ruby? «Voi non lo sapete, ma Berlusconi mi ha regalato anche un´Audi R 8». Le amiche di chiacchierata l´avevano presa per un´esagerazione, ma il modello corrisponde al verbale.

E nel verbale lei racconta che, nella seconda serata dell´invito ad Arcore, avviene questa scena. Arriviamo, io ed Emilio Fede, poi Silvio - dice - mi trattiene e nel giardino della villa mi mostra l´Audi e dice che è per me. «Portatemi questi verbali», dice lei ieri sera, in un comprensibile tentativo di sfida e di minimizzare, di proteggersi e forse di proteggere «persone che mi hanno aiutato senza chiedere niente in cambio». Che è una bella frase, anche onesta, ma in un contesto che è quello che è.

Ruby

Ruby sa bene che l´emersione della «connection» (umana, e anche un po´ grottesca) tra lei, scappata dalla casetta di Letojanni, e gli inviti con grande sfoggio di generosità da parte di Silvio Berlusconi, è cominciata (ed è anche «sparita») in questura. Era la notte tra il 27 e il 28 maggio. Cinque mesi fa. Che cos´è dunque successo tra il primo piano e lo stanzone dei fermati, quando Ruby, accusata di furto, senza documenti, incontra gli agenti? La moviola delle indagini s´è messa di nuovo in movimento. E si va avanti fotogramma per fotogramma.

La «pratica Ruby», e cioè la storia burocratica della diciassettenne Karima (il suo vero nome), residente a Letojanni, figlia di un venditore ambulante e di una casalinga con la passione per lo spettacolo, formalmente è a posto. Non è che ci siano dei dilettanti allo sbaraglio. «Nessun privilegio o trattamento preferenziale per Ruby-Karima a seguito della telefonata della Presidenza del Consiglio», fanno sapere dalla stessa questura.

Ma resiste quel gigantesco «ma» intorno alla sua liberazione notturna e alle telefonate tra «una voce» di Palazzo Chigi e l´ufficio di gabinetto. E riguarda Nicole Minetti, 25 anni, consigliere regionale Pdl per ordine di Berlusconi, con un curriculum che passa da show girl a «igienista dentale» all´ospedale San Raffaele.

RUBY

Ora, è vero che Karima viene invitata dai poliziotti a parlare con i genitori in Sicilia e la telefonata è brusca: «Non ne vogliamo sapere più niente, scappa sempre, se sta a Milano tenetevela». È vero che il Tribunale dei minori viene allertato. È vero che non si trova a Milano una comunità disponibile e Ruby, molto probabilmente, con tutte le difficoltà del caso, resterà in una camera di sicurezza della questura.

Ma è anche vero, verissimo, che è accusata di furto. Che ha precedenti specifici per furto. Ma sei ore dopo il suo ingresso in questura una funzionaria arriva nello stanzone del fotosegnalemento e blocca tutto. E chi prende in carico una «scappata di casa» spacciata da Palazzo Chigi per la figlia di un capo di Stato straniero? Nicole Minetti, invitata anche lei alle feste di Arcore. La Procura vuole vederci un po´ più chiaro, anche se «a posteriori», nei modi e nei metodi di quella che resta la «consegna».

29 Ottobre 2010

Etrusco
00venerdì 29 ottobre 2010 12:10
Waka-Waka
versione Bunga-Bunga by Elio:



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Etrusco
00venerdì 29 ottobre 2010 12:17

1- SILVIO BERLUSCONI, UN UOMO SOLO ALLO SBANDO… MA CHI SONO GLI AMICI PIÙ’ FEDELI DEL BANANA IN QUESTA STAGIONE TRISTE, SOLITARIA E FINALE? UNO E’ LELE MORA, ANIMATORE E CUOCO (SIC!) DEL PRIVE’ DI SILVIO. L’ALTRO E’ UN ARZILLO SHOWMAN DI 79 ANNI, EMILIO FEDE: "IL BUNGA BUNGA? FORSE QUALCUNO CHIAMA COSI’ IL SALOTTO" -

2- SU YOUTUBE, IL BUNGA BUNGA DI ELIO E LE STORIE TESE. DA SOLO, VALE MILLE EDITORIALI -

img

A cura di Minimo Riserbo e Falbalà

Berlusconi BUNGA.jpg

1 - CHAPEAU!
Andate su Youtube ( http://www.youtube.com/watch?v=laep2Vei_YA ) a vedere Elio e le Storie Tese che cantano il Bunga Bunga.

Da solo, vale mille editoriali della Compagnia dei Lumi.

Elio e le storie tese

2 - NEL MOMENTO DEL BISOGNO...
C'e' da capirlo, Lui e la sua generosita' da brianzolo con il cuore in mano. Al Banana gli immigrati piacciono davvero, specie se giovani e gnocche. Solo che per colpa di quei cattivoni razzisti dell'Umberto e del Gian-Menefrego ha dovuto fare leggi durissime. Che aggira volentieri in privato e per questo nessuno lo puo' giudicare.

"Berlusconi e il pressing in questura: "L'ho fatto perche' sono di cuore. [SM=x44457] Su Ruby spazzatura mediatica un casino sul nulla" (Repubblica, p. 2). In fondo, con quella telefonata in questura da Palazzo Chigi, Silvio-Gesu' ha fatto come un qualunque sacerdote della Caritas. Ci ha solo messo un po' di fantasia in più'. [SM=x44522]

Silvio Sia LODato Ruby in black

Peccato solo che neppure al Corriere ci ridano su e che abbiano scatenato l'ispettrice Sarzanini: "Berlusconi chiamo' la polizia e la minorenne fu lasciata libera. I funzionari della Questura saranno interrogati" (p. 9).

Micidiale, soprattutto, il pezzo di Alberto Berticelli, che racconta con nomi e cognomi "quella notte di pressioni" alla Questura di Milano".

3 - UN UOMO SOLO ALLO SBANDO...
Ma chi sono gli amici più' fedeli del Banana in questa stagione triste, solitaria e finale? Uno e' Lele Mora, "Animatore del prive' di Silvio; lo scandalo-bis ferma la risalita. "Il mio mestiere? Tenere i segreti. E sogno la politica". Gia' accusato di bancarotta, ad Arcore si da' da fare anche come cuoco" (Repubblica, p. 7). L'altro e' un arzillo showman di 79 anni: "Fede: l'ho incontrata ad Arcore. Le ho detto di rivolgersi a Mora. Il bunga bunga? Forse qualcuno chiama cosi' il salotto" [SM=x44452] (Corriere, p. 5).

Lele Mora

4 - A CHI IL FANGO? A NOI!
Svolta moderata al Giornale di Feltrusconi: "Bunga bunga basta. Nuovo gossip sessuale contro il Cavaliere" (p.1). E Mortimer Sallusti ne approfitta per scrivere che lo scudo del Lodo Alfano serve eccome.

5 - MA FACCE RIDE!
Fede: "Non ho visto nulla, vado a letto presto" (Stampa, p. 2)

Etrusco
00venerdì 29 ottobre 2010 15:06
binariomorto
00sabato 30 ottobre 2010 00:33
Berlusconi, nessuno mi fa cambiare stile di vita

Così Berlusconi parlando di Ruby.
Famiglia Cristiana, malattia premier fa tristezza e pietà


BRUXELLES - "Su quanto avviene a casa mia non devo chiarire niente perché da me entrano solo persone che si comportano bene". Lo ha detto Silvio Berlusconi rispondendo alle domande dei giornalisti sul caso Ruby al termine del Consiglio europeo. "Nessuno può farmi cambiare stile di vita". Berlusconi conferma di aver inviato Nicole Minetti, l'ex igienista dentale ora consigliere regionale in Lombardia, presso la Questura di Milano per aiutare Ruby, la ragazza marocchina coinvolta nell'inchiesta di Milano. "E' stata mandata da me per dare aiuto a una persona che poteva essere consegnata non ad una comuntà o alle carceri che non è una bella cosa, ma data in affidamento. Avendo un quadro di vita tragico, l'ho aiutata", ha detto il premier parlando con i cronisti a Bruxelles. Ma, aggiunge in riferimento a quanto scritto oggi da alcuni quotidiani, "non ho regalato auto o altro". "Sono una persona giocosa - ha aggiunto - amo la vita e amo le donne".

RELAZIONE QUESTORE A MARONI,RISPETTATE PROCEDURE - In una relazione esplicativa del questore di Milano, trasmessa al ministro dell'Interno Roberto Maroni attraverso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, emerge che in occasione dell'accompagnamento di Ruby negli uffici di polizia il 27 maggio scorso sono "state eseguite tutte le ordinarie procedure previste dal protocollo per i casi di rintraccio di persona minorenne". Lo si apprende da fonti del Viminale secondo le quali l'affidamento al consigliere regionale Nicole Minetti venne deciso "solo dopo che la Questura ebbe accertata la mancanza di posti presso le comunità della zona, dopo l'autorizzazione del magistrato competente e con il consenso della giovane marocchina"

F.CRISTIANA, MALATTIA PREMIER FA TRISTEZZA E PIETA'- Veronica Lario "lo aveva già segnalato", Berlusconi ha "una malattia, qualcosa di incontrollabile" ed è "incredibile che un uomo di simile livello non abbia il necessario autocontrollo. E che il suo entourage stia a guardare". Lo afferma il settimanale Famiglia Cristiana in un commento pubblicato sul suo sito. Tra le reazioni all'ultima "bufera" - scrive - "ne manca una che faticheremmo a definire, qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana". "Non assistiamo soltanto a una tegola sulla testa del Berlusconi politico, primo ministro in carica e aspirante al Quirinale", afferma Famiglia Cristiana, "né stavolta si può parlare di complotto giudiziario, o tanto meno poliziesco". "Il fatto è - aggiunge - che esistono testimonianze, alcune opinabili ma altre, ahimè, documentate, che creano un duplice ordine di problemi". L'ultima vicenda avrebbe ulteriormente minato "la credibilità, meglio ancora la dignità, dell'uomo che governa il Paese; i riflessi sulla vita nazionale e sui rapporti con l'estero; l'esempio che dall'alto viene trasmesso ai normali cittadini. I quali non si sognano né trasgressioni né festini, ma da oggi dovranno abituarsi alle variazioni pecorecce sul 'bunga bunga'". E, oltre all'aspetto politico, il settimanale cattolico si allarma su quello umano. "L'altro problema, da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato. Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro". "Incredibile che un uomo di simile livello e responsabilità non disponga del necessario autocontrollo - afferma l'articolo - . E che il suo entourage stia a guardare". Tra le tante reazioni alla vicenda - tra "chi tende a ingigantire e chi tenta di argineare" - il periodico dei Paolini sottolinea come "la stampa di destra" faccia "titoloni su tutta la prima pagina". "Per una vicenda che si voleva sopire - aggiunge - strana tecnica. E siamo solo all'inizio. Come sa chi ha un minimo di esperienza sul gossip e le sue diramazioni, aspettiamoci il peggio".

FRANCESCHINI,SFIDUCIA? NO,MA PUNTIAMO A CADUTA GOVERNO - "Noi abbiamo il dovere di chiudere il più possibile in fretta la pagina del berlusconismo. La telefonata alla questura di Milano configura un reato grande come una casa e in qualsiasi paese del mondo avrebbe già portato alle dimissioni del premier. Adesso non ci interessa un applauso ad una nostra azione parlamentare, ma molto più concretamente la fine del governo Berlusconi". Così Dario Franceschini ha risposto al telefono alla domanda se il gruppo del Pd presenterà una mozione di sfiducia a Berlusconi sul caso Ruby.

ENRICO LETTA: SE FATTI CONFERMATI BERLUSCONI SI DIMETTA - "Quello che è emerso è molto grave. E se quei fatti sono confermati penso che non ci sia altra strada che le dimissioni del Presidente del Consiglio. In particolare mi riferisco alla pressioni esercitate dal premier sulla Questura milanese. Al di là di ragionamenti moralistici che comunque mi sento di fare, penso che i comportamenti disdicevoli del Presidente del Consiglio rappresentino un modo per calpestare l'etica pubblica". Lo ha detto Enrico Letta, parlando a Rosarno.

Fonte: ANSA
binariomorto
00sabato 30 ottobre 2010 00:35
Dalla Russia al Brasile, la notizia fa il giro del mondo

In Germania la Bild titola: 17enne sostiene: Berlusconi voleva il 'Bunga Bunga'


ROMA - Dalla Russia al Brasile, dall'India alla Germania, le vicende della minorenne marocchina Ruby, la giovane che ha raccontato di incontri con il premier Silvio Berlusconi, fanno il giro del pianeta e balzano alle cronache di numerosi siti e quotidiani stranieri che, in articoli per lo più di cronaca, riportano i principali fatti "del nuovo scandalo" in cui è coinvolto il presidente del Consiglio italiano.

In Gran Bretagna, il DAILY TELEGRAPH scrive che "la teenager é stata testimone, nella lussuosa villa del premier, dei 'bunga-bunga' party, termine che indica uno dei giochi osceni favoriti da Berlusconi". Il GUARDIAN si sofferma invece sulla reazione del premier e titola: "Berlusconi denuncia il furore contro di lui sui legami con una diciassettenne".

In Germania, la BILD titola: "17enne sostiene: Berlusconi voleva il 'Bunga Bunga'. La procura indaga su persone fidate del presidente del consiglio". Mentre le autorevoli Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) e Sueddeutsche Zeitung (SZ) ignorano il caso, la conservatrice Die Welt titola "Clamore per party con minorenni. La marocchina 'Ruby R.' ha appena 17 anni. Sostiene di aver ricevuto regali peccaminosamente costosi da Silvio Berlusconi". Fra i siti delle riviste, lo Stern Online sottolinea invece "Nuovo clamore su presunti Sexpartys da Berlusconi".

In Francia la vicenda compare su numerosi siti di informazione. LIBERATION, in un ampio articolo, osserva: "In Italia, la politica è come il cinema". Il quotidiano online RUE89 invece titola "Le serate del bunga-bunga, Berlusconi e le donne, capitolo secondo".

Lo spagnolo EL PAIS dedica alla vicenda un ampio reportage da Roma, sottolineando che il caso suscita "una nuova questione di responsabilità politica" e chiedendosi se "la fragilità privata del Cavaliere metta in dubbio la credibilità del suo lavoro pubblico".

Ma l'eco delle rivelazioni di Ruby travalica i confini dell'Europa. In Russia ne parla il quotidiano moscovita PRAVDA mentre negli Stati Uniti se ne occupa l'influente blog politico 'THE HUFFINGTON POST'.

Nell'Argentina scossa dalla morte dell'ex presidente Kirchner LA NACION scrive che "un nuovo sexgate ha coinvolto Berlusconi". E dalla lontana India, il quotidiano HINDUSTAN TIMES, nel riportare "il nuovo scandalo" del premier, osserva: "Berlusconi dice di non essere un santo ma nega di aver mai pagato per fare sesso". E, in Brasile, l'ESTADO DE SAO PAOLO riporta il caso, titolando l'articolo con la reazione del premier: "E' solo spazzatura".

Fonte: ANSA
Avadoro
00sabato 30 ottobre 2010 17:18
Pare che Ruby fosse destinata alla chiavata del martedì
Avadoro
00sabato 30 ottobre 2010 17:18
Pare che Ruby fosse destinata alla chiavata del martedì
binariomorto
00sabato 30 ottobre 2010 23:59
L'ira di Bossi: pronti all'esecutivo tecnico
"Il governo non può telefonare alla polizia"

«Dobbiamo prepararci. Il governo tecnico è alle porte.
E noi andremo all'opposizione. Per certi versi è pure un bene».
La sua analisi è spietata. E non lascia spazio a vie di fuga.
Fini valuta la rottura col Pdl, ma vuole arrivarci sulla giustizia e non sul Rubygate


EPPURE il quadro dipinto ieri da Umberto Bossi ha colto di sorpresa pochi dei membri della segreteria della Lega riunita d'emergenza ieri a Via Bellerio. Il braccio di ferro ininterrotto con Gianfranco Fini, gli esodi che stanno travagliando il Pdl e ora lo shock del «Rubygate» stanno facendo crollare le azioni del quarto esecutivo Berlusconi.


Tutti fattori che l'istinto politico del Senatur ha captato con nettezza. Infatti, davanti ad un centrodestra che un "colonnello" berlusconiano definisce «sfinito e depresso», si sta facendo sempre più largo la tentazione del blitz, della spallata al governo. Nelle ultime 48 ore, i contatti tra il segretario del Pd Bersani, il leader Udc Casini, il presidente della Camera Fini e il capogruppo democratico Franceschini si sono via via intensificati.

Soprattutto si è accelerato il pressing sul capo di Futuro e Libertà. Che mai come in questo momento ha iniziato concretamente a valutare l'idea di «rompere». Nei colloqui che Fini ha avuto con i vertici del suo movimento e con i rappresentanti dell'opposizione, ha fatto capire che stavolta «qualcosa è cambiato». «Ma il campo su cui far cadere il governo - è il suo ragionamento - non può essere quello delle compagnie femminili del premier». Il «Rubygate», insomma, non può essere l'appiglio per disarcionare il Cavaliere. I finiani, semmai, ora alzeranno il tiro su due fronti: la giustizia (lo stesso Fini ha dato il primo segnale ieri), e su «l'abuso di potere».

Il percorso, dunque, non è più quello fissato fino alla scorsa settimana. Non si tratta di aspettare le amministrative di primavera per «cuocere» il presidente del consiglio. Perché, come Casini ha fatto notare ai suoi interlocutori prima di partire per gli Stati uniti, «Berlusconi non sarà mai più così debole». Una debolezza non solo politica ma connessa al «malessere» dei vertici dell'Amministrazione pubblica, alla «freddezza» di ampi settori della Confindustria e alla distanza che le gerarchie ecclesiastiche hanno frapposto tra Palazzo Chigi e Oltretevere. Una considerazione che ha colpito non poco il presidente della Camera. E che sta corroborando le riflessioni di Bersani e Franceschini.

Non a caso l'opzione di presentare nei prossimi giorni una mozione di sfiducia sul caso «Ruby» per coinvolgere subito i finiani è stata accantonata. Sia il segretario Pd che il capogruppo hanno recepito il messaggio dei finiani: «non potete pretendere di farci votare la sfiducia su una cosa del genere». Ma sul resto la tensione verrà subito alzata. Nel Pdl poi è ormai scattata la sindrome del «si salvi chi può».

Molti dei «maggiorenti» del Popolo delle libertà hanno cominciato a parlare con franchezza persino con gli uomini del centrosinistra: «Così non si va avanti, non abbiamo più un leader. Forse è addirittura meglio che facciate un governo tecnico». L'esodo verso Fli e Udc è senza sosta, in modo particolare a livello locale. E intanto il presidente del consiglio si sente sempre più «accerchiato» e sospetta l'esistenza di un piano per «screditarmi a livello internazionale».

Per non parlare della crudezza con cui ieri Bossi ha parlato di Berlusconi e della sua coalizione. Con i big lumbard è stato pesantissimo nei confronti dell'inquilino di Palazzo Chigi anche in riferimento alla vicenda «Ruby». «Ma come gli viene in mente di chiamare la Questura. Un uomo del governo non può farlo, è a dir poco inopportuno. Questa è una cosa che danneggia noi. Ci fa perdere voti, soprattutto a Milano. Come lo spieghiamo?». E ancora: «Il redde rationem sarà a gennaio. Prepariamoci, Silvio cadrà e noi andremo all'opposizione. E ci resteremo. Qualcuno mi dice di un governo Tremonti, ma non esiste. Noi stiamo con Silvio. Tanto il governo tecnico dura comunque poco. Poi si torna al voto. E tutto sommato, prima delle urne, se stiamo un po' all'opposizione ci fa bene. Ci rigenererà».

L'obiettivo leghista è far arrivare la legislatura almeno fino a febbraio, quando scadranno i termini per i pareri da formulare ai decreti sul federalismo. Scaduti quei termini, i decreti entreranno in vigore. «A noi basta», ha ripetuto il Senatur. Che nel frattempo ha aperto di fatto la campagna elettorale. Il prossimo 20 novembre, infatti, si riunirà il «Parlamento del nord» che giaceva in sonno da anni: «Lì inizieremo a rullare i tamburi».

Una situazione senza vie di fuga di cui il Cavaliere ora inizia a preoccuparsi. «Al consiglio europeo - si è sfogato ieri con i fedelissimi - si parlava solo di quella Ruby. Avevano tutti in mano il New York Times. Ma se arriviamo a dicembre, il governo tecnico se lo scordano». Con l'ultimo scandalo, però, si è riaperto anche il fronte della Chiesa. Gianni Letta è dovuto correre ai ripari. Ha obbligato il premier a partecipare lunedì prossimo ad un meeting sulla famiglia organizzato da Carlo Giovanardi e a prevedere una manovrina a dicembre per finanziarie le scuole cattoliche. Il tutto mentre giovedì scorso si verificava un'assoluta novità per il centrosinistra. Quasi l'intero stato maggiore democratico (ad eccezione di Bersani) è stato ricevuto da Mons. Fisichella e da Josè Martins, ex prefetto della Congregazione per la santificazione. D'Alema, Franceschini, Finocchiaro hanno conversato per quasi un'ora con i due prelati. Segno che davvero nelle sale ovattate del Vaticano qualcosa è cambiato.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00domenica 31 ottobre 2010 00:02
POI IN QUESTURA ARRIVÒ LA CONSIGLIERA REGIONALE DEL PDL NICOLE MINETTI

«Conosciamo questa ragazza
non portatela in un centro»

Berlusconi chiamò in questura per Ruby: è una parente di Mubarak, meglio affidarla a una persona di fiducia

ROMA - Fu Silvio Berlusconi a dichiarare al capo di gabinetto della questura di Milano che Ruby era la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. Fu lui, esponendosi in prima persona, a mentire sulla reale identità della giovane e a chiedere che fosse subito affidata al consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti. Il testo della telefonata, così come è stato ricostruito dallo stesso funzionario Pietro Ostuni, è agli atti dell'inchiesta della magistratura che procede per favoreggiamento della prostituzione nei confronti della stessa Minetti, di Emilio Fede e di Lele Mora.

È il 27 maggio 2010, le 23 sono appena passate. Nella stanza del fotosegnalamento c'è Ruby, 17 anni, marocchina, fermata perché è stata denunciata da una sua amica per il furto di 3.000 euro. Lei cerca di difendersi, giura che quei soldi sono suoi. E quando le chiedono come mai è a Milano da sola, dice di essere in lite con la sua famiglia che vive a Messina. «Sono andata via, perché ho problemi con i miei genitori», chiarisce.

In un altro ufficio squilla il telefono del capo di gabinetto Pietro Ostuni. A chiamare è un uomo. Si qualifica come il caposcorta del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E subito chiarisce il motivo della telefonata: «So che da voi c'è una ragazza che è stata fermata. È una persona che conosciamo e dunque volevamo sapere che cosa sta succedendo». Fornisce le generalità della giovane, si informa su quanto è accaduto. Ostuni inizialmente resta sul vago. E allora il caposcorta è più esplicito: «Anche il presidente la conosce, anzi aspetta che adesso te lo passo». Il funzionario rimane incredulo. Capita spesso che le personalità chiamino il gabinetto delle questure sparse in tutta Italia per i motivi più disparati, ma certo non si aspettava di parlare con il capo del governo. E invece è proprio Berlusconi a chiarire la situazione. Il resoconto della sua telefonata è nelle relazioni di servizio che sono già state depositate agli atti dell'indagine.

«Dottore - spiega Berlusconi - volevo confermare che conosciamo questa ragazza, ma soprattutto spiegarle che ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak e dunque sarebbe opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza. Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri». Ostuni chiarisce che la procedura di identificazione è ancora in corso, ma assicura che si provvederà al più presto. E subito dopo chiede di accelerare lo svolgimento della pratica. Poi avvisa i poliziotti che si stanno occupando della ragazza, dell'imminente arrivo della Minetti. Genericamente spiega che la questione interessa Palazzo Chigi. Non immagina che una funzionaria riferisca ai colleghi di questo «intervento». E invece la notizia fa presto a diffondersi. Soltanto il questore Vincenzo Indolfi viene informato che è stato Berlusconi in persona a chiamare, ma comunque si capisce che Ruby ha qualcuno «importante» che l'aiuta.

Qualche minuto prima della mezzanotte Minetti arriva in via Fatebenefratelli. Le viene spiegato che bisogna attendere il via libera del magistrato di turno al tribunale dei minori, la dottoressa Anna Maria Fiorilli. Nei casi di fermo di un minore, c'è l'obbligo di informare l'autorità giudiziaria del provvedimento e poi di attendere le sue decisioni circa la destinazione dell'indagato. Ed è quanto avviene anche quella sera, così come risulta proprio dalla relazione inviata al ministro dell'Interno Roberto Maroni. Al consigliere regionale viene comunque concesso di vedere la ragazza. Ruby le va incontro, l'abbraccia, la ringrazia per quanto sta facendo. Alle 2, esattamente otto ore dopo il fermo, la giovane marocchina torna libera. Agli atti rimane la firma di Nicole Minetti che dichiara di accettare il suo affidamento. Un impegno che - evidentemente - non ritiene di continuare ad onorare.

Una settimana dopo, il 5 giugno, Ruby litiga con una sua amica brasiliana. Interviene la polizia, la giovane viene portata in ospedale dove rimane qualche giorno. Al momento della dimissione la trasferiscono in questura proprio perché si tratta di una minorenne. Si decide di contattare il consigliere Minetti proprio perché possa andare a prenderla, visto che risulta affidataria. Ma per due volte la donna non risponde e a quel punto - dopo aver nuovamente contattato il magistrato per il "nulla osta"- arriva il provvedimento per trasferirla in una casa-famiglia a Genova. Nella sua informativa al ministro, Indolfi chiarisce che «nessun privilegio è stato concesso alla ragazza perché tutte le procedure sono state rispettate». Caso chiuso per il Viminale, come chiarisce in serata Maroni che si dice «pronto anche a riferirne in Parlamento». Ma l'indagine della procura di Milano è tutt'altro che conclusa. Moltissimi sono gli interrogativi ancora aperti.

Bisogna innanzitutto fare riscontri su chi effettivamente avvisò il presidente Berlusconi che Ruby era stata fermata ed era in questura per accertamenti: non è ancora escluso che abbia chiamato personalmente il caposcorta. In altre indagini sulle frequentazioni private del capo del governo, alcune ragazze avevano dichiarato di essere state autorizzate dallo stesso premier a contattare - in caso di necessità - direttamente il caposcorta o comunque qualcuno della segreteria. Una prassi che sarebbe stata seguita diverse volte e che anche Ruby potrebbe aver deciso di sfruttare quando ha compreso di trovarsi nei guai. E pure Nicole Minetti dovrà chiarire quale sia la reale natura del suo rapporto con Ruby, visto che prima accettò di firmare il decreto per l'affidamento della minore e poi decise di non occuparsene più.

Fiorenza Sarzanini

Fonte: CorrieredellaSera
binariomorto
00domenica 31 ottobre 2010 00:11
Ruby, Marcegaglia: "Politica senza dignità"
Avvenire: "Il decoro è un dovere del premier"

Il presidente di Confindustria: "Il Paese è in preda alla paralisi, l'azione del governo non c'è in un momento molto difficile per l'economia. Serve cambiamento di passo". "Ondata di fango sulle istituzioni". Sacconi: "Nessuna paralisi, semmai contro di noi c'è un accanimento organizzato". Bersani: "Il premier si dimetta"

ROMA - "Il Paese è in preda alla paralisi, l'azione del governo non c'è in un momento molto difficile per l'economia. Serve cambiamento di passo". Emma Marcegaglia spara una bordata contro l'esecutivo che fa rumore. Soprattutto perché, nel pieno del caso Ruby, pronuncia parole che suonano come un monito al premier: "E' necessario ritrovare il senso delle istituzioni e il senso della dignità, altrimenti non si va avanti".

"A Genova avevo detto che la nostra pazienza stava finendo - ricorda il numero uno degli industriali - a Prato avevo detto che finalmente che qualche cosa si era mosso, era stato fatto, anche con l'elezione del ministro dello Sviluppo economico, ma ora ci risiamo". Segnali isolati a quanto pare. "Ora ci risiamo, si è riaperto uno
scontro interno alla maggioranza con molta violenza, una nuova ondata di fango, lambisce la credibilità delle Istituzioni e del Governo". Ed ancora: "E' piuttosto squallido che molti deputati della maggioranza pensino a loro futuro piuttosto che all'oggi del Paese. E questo è inaccettabile. Non possiamo pensare a gente che pensa ad andare di qua e di là".

Sono duri i toni usati dal leader degli industriali. Che rimarca la distanza tra la necessità di una crescita e il livello attuale del dibattito politico. "Per non perdere posizioni competitive il Paese non deve perdere il senso di sè e in questo momento il rischio mi sembra forte. Se ogni giorno il dibattito politico viene travolto da questioni che nulla hanno a che fare con un'agenda seria, noi ci arrabbiamo e ci indigniamo" scandisce Emma Marcegaglia. Che chiede anche di riprendere "l'agenda delle riforme vere per ridare crescita e occupazione al Paese". Secondo Marcegaglia, tuttavia, "Confindustria non dice che la responsabilità è del presidente del Consiglio. Bisogna che la politica nel suo complesso reagisca". Non con il voto, però: "Continuo a pensare che andare a votare in questa situazione è molto complicato. Resto dell'idea che non si debba andare alle elezioni, perchè ad aprile c'è il piano di crescita e competitività da approvare in Europa. Abbiamo bisogno di serietà e che si facciano le cose per il Paese".

Ed è vibrante anche il richiamo del quotidiano dei vescovi italiani Avvenire al premier, che ieri ha pubblicamente rivendicato la libertà e difeso con orgoglio il proprio stile di vita e il suo rapporto con le donne, sottolineando di non essere intenzionato a cambiare alcunchè.

"Noi siamo convinti - scrive il giornale della Cei in un editoriale siglato dal direttore Mario Tarquinio dedicato al 'caso Ruby' - che l'Italia e gli italiani si aspettino da chi siede al vertice delle istituzioni dello Stato la dimostrazione di sentirsi gravato oltre che di un indubbio e legittimo potere, di doveri stringenti. Sobrietà personala e decoroso rispetto di ciò che si rappresenta sono quelli minimini. E riguardano tanto il linguaggio quanto lo stile di vita".

"Non ci piace guardare dal buco della serratura - continua l'editoriale - e del personale stato di salute dei nostri politici ci interessiamo con sommo rispetto e soltanto lo stretto necessario. Ma lo sguardo che riserviamo ai fatti della nostra politica è diretto e attento. E lo stato di salute delle istituzioni repubblicane ci preme moltissimo". Per il giornale dei vescovi un altro "punto nodale" è se Silvio Berlusconi "in qualità di primo responsabile del potere esecutivo della Repubblica abbia operato o meno una inconcepibile pressione indebita sulla Questura di Milano".

Urso: "Ha ragione". "La Marcegaglia ha pienamente ragione cosi' non si puo' andare avanti, e come maggioranza abbiamo il dovere di rispondere all'appello drammatico delle imprese con atti concreti''. Così Adolfo Urso, vice Ministro allo sviluppo economico e coordinatore nazionale del comitato promotore di Futuro e Liberta'.

Sacconi: "Nessuna paralisi". "Sette inchieste in venti giorni attorno al premier costituiscono di per sè una dimensione che non può non far pensare ad un accanimento organizzato o quantomeno convergente di tutti quei settori economici, politici e istituzionali che non hanno mai accettato l'esito del voto popolare, che aspirano al potere senza la fatica e la responsabilità del consenso". Lo afferma il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi che replica alle parole della Marcegaglia: "Tutto si può forse dire tranne che il governo sia paralizzato".

Bersani: "Berlusconi se ne vada". "Le notizie che emergono da Milano ci dicono una cosa chiara: Berlusconi non può stare un minuto di più in un ruolo pubblico che ha indecorosamente tradito" dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "L'Italia - sottolinea Bersani - ha una dignità che non può essere messa a repentaglio davanti al mondo. L'Italia ha dei problemi che devono essere finalmente affrontati in un clima di serietà e di impegno. Ormai il tempo è finito. Bisogna aprire una fase nuova".

Di Pietro: "Umiliata la Questura". L'aspetto più deplorevole è "l'umiliazione a cui il presidente del Consiglio ha sottoposto i funzionari della questura di Milano" afferma Antonio Di Pietro. "Cos'altro deve aspettare il Parlamento - si chiede l'ex magistrato - prima di togliere la fiducia a questo satrapo nostrano?".

Schifani: "No all'instabilità". "In un momento così complesso e di crisi è forte il rischio di speculazione. Il paese non può permettersi fasi di instabilità, incertezza, contrapposizione politica forzata" afferma il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria. "E' bene - aggiunge - evitare crisi di sistema irreversibili e ciascuno, di ogni ordine e grado è chiamato all'esercizio del buon senso e della ragionevolezza".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00domenica 31 ottobre 2010 00:13
Bufera sul premier, critiche anche da Marcegaglia


ROMA - Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, lo accusa di avere tradito il suo ruolo pubblico, e ne chiede le dimissioni, gli industriali, con la sua leader, lo invitano a ritrovare "il senso della dignità delle istituzioni" e l'Italia dei Valori gli suggerisce di "farsi curare". Non si ferma il fuoco di fila delle critiche, sollevate dal caso Ruby, contro il premier Silvio Berlusconi. Un politico, e un uomo, difeso ormai soltanto dai suoi, in una giornata in cui si registra anche l'appello ai giovani di Papa Ratzinger a non considerare l'amore merce di scambio. Ad aprire il 'tiro al bersaglio' contro il presidente del Consiglio è stato l'Avvenire, il quotidiano della Cei, che dopo le 'cannonate' di Famiglia Cristiana lo richiama alla "sobrietà personale" e al "decoroso rispetto di ciò che rappresenta". Valori che risuonano anche nell'intervento del cardinale Angelo Bagnasco.

Il presidente della Cei, di fronte ai centomila ragazzi dell'Azione cattolica riuniti a Roma, ha ricordato, con un riferimento implicito alle polemiche di questi giorni, che il mondo degli adulti deve essere "d'esempio" ai giovani. Parla di "dignità" il segretario del Pd Bersani, convinto che le notizie di questi giorni sulle presunte pressioni del premier a favore della giovane Ruby abbiano "messo a repentaglio" l'immagine del Paese agli occhi del mondo. "L'Italia ha dei problemi - sostiene a gran voce - che devono essere finalmente affrontati in un clima di serietà e di impegno: ormai il tempo è finito, bisogna aprire una fase nuova". La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, a Capri per un convegno dei giovani industriali, 'canta' lo stesso ritornello e si dice "indignata" per il tenore dell'attuale dibattito politico.

"Per non perdere posizioni competitive, il Paese non deve perdere il senso di sé e in questo momento il rischio mi sembra forte", è uno dei passaggi dell'intervento in cui parla di "questioni che non hanno nulla a che fare con una agenda seria". Durissima la presa di posizione dell'Italia dei Valori. Per il leader Antonio Di Pietro bisogna "scendere in piazza per imporre a Berlusconi di liberare il Paese dai suoi conflitti d'interesse e dalle sue manie personali". Il portavoce del partito, Leoluca Orlando, definisce le pressioni del capo del governo sulla questura di Milano "da dittatura". E mentre Roma viene tappezzata di manifesti che ritraggono il premier in versione 'bunga bunga', il capogruppo alla Camera Massimo Donadi lo accusa di essere "malato e ricattabile".

"La Prima Repubblica è finita a gambe all'aria per molto, ma molto meno", ricorda Bobo Craxi, e il presidente dei Verdi Angelo Bonelli paragona Berlusconi e il caso Ruby a Nixon e al Watergate. La solita "macchina di fango mediatica", per il coordinatore del Pdl Sandro Bondi e il ministro Stefania Prestigiacomo, che insieme agli altri esponenti del governo fanno quadrato attorno al capo dell'esecutivo. "Sette inchieste in venti giorni costituiscono una dimensione che non può non far pensare a un accanimento organizzato", sostiene il ministro Maurizio Sacconi, mentre Gianfranco Rotondi descrive il presidente del Consiglio come un "uomo onesto, pulito e carico di profondi valori morali". Il vero scandalo, per loro, "é la clamorosa violazione - sostiene il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto - del segreto istruttorio". Quello che in altri casi, come la vicenda della casa An in cui è stato coinvolto il presidente della Camera Gianfranco Fini, "é stato rigorosamente osservato".

Fonte: ANSA
binariomorto
00domenica 31 ottobre 2010 00:16
Berlusconi: sono schifato. Tutti contro ma vado avanti


ROMA - "Schifato", ma determinato ad andare avanti. Silvio Berlusconi non usa mezzi termini per definire il suo sentimento davanti alla marea montante di polemiche nate intorno al 'caso Ruby'. Commenti indiretti, filtrati dalle conversazioni telefoniche che il premier ha avuto oggi con alcuni interlocutori. Prima dal castello di Tor Crescenza, dove ha trascorso la notte pare a causa di alcuni lavori di manutenzione che hanno fatto mancare l'elettricità a palazzo Grazioli per alcune ore. Poi da Arcore, dove il presidente del Consiglio è giunto nel primo pomeriggio. Con alcuni interlocutori, Berlusconi ha ripercorso la sera del 27 maggio scorso, quando chiamò la questura di Milano dove Ruby era stata fermata per furto. La circostanza della telefonata, come ha detto ieri Daniela Santanché a 'L'ultima parolà, non è messa in discussione dall'entourage del premier. Lo stesso Berlusconi, pur se in modo implicito, la ha ammessa pubblicamente, negando però di aver esercitato pressioni. "Ho semplicemente segnalato che c'era una persona che si proponeva per l'affidamento", ha detto rientrando a tarda notte in albergo a Bruxelles. "Ho aiutato, ma c'é aiuto e aiuto: se mi si domanda di indicare una persona che è necessaria per aver un affidamento, io sento la persona che potrebbe farsi dare l'affidamento e dico che questa persona sta arrivando in Questura, ma non ho assolutamente influenzato nessuno", ha aggiunto lasciando il Consiglio europeo.

Anche oggi, parlando con alcuni dei suoi interlocutori, il premier ha ribadito di non aver esercitato alcuna pressione: non ero a conoscenza delle accuse che le venivano contestate - avrebbe sottolineato - ma solo che era stata fermata. Non ho influenzato, né tantomeno ho mai abusato di un potere che tra l'altro non ho. Non solo, secondo un esponente della maggioranza che sostiene di avergli parlato, il Cavaliere avrebbe smentito anche un dettaglio della relazione di servizio fatta dal capo di Gabinetto della questura meneghina, Piero Ostuni. Nel rapporto diffuso da alcuni quotidiani, infatti, si sostiene che Berlusconi avrebbe detto che la ragazza era stata "segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak". Circostanza che il premier, almeno secondo il resoconto fornito dal suo interlocutore, avrebbe smentito con questo ragionamento: figuriamoci se vado a dire una simile sciocchezza; semmai ho detto che era una ragazza in grave difficoltà, che aveva sofferto molto, che aveva bisogno di aiuto e che c'era qualcuno pronto a prenderla in affidamento. L'analisi di Berlusconi non si è fermata alla notte del 27 maggio scorso. Il premier, nelle sue conversazioni, avrebbe anche ragionato sul quadro complessivo, politico e mediatico. 'Ha detto di essere 'schifatò", confida un esponente della maggioranza che lo ha sentito nel pomeriggio a proposito delle polemiche sul caso Ruby. Berlusconi non avrebbe commentato le critiche arrivate dal presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. A parlare ci hanno pensato i suoi. Ma ad alcuni interlocutori ha confermato di sentirsi accerchiato, ma anche di non voler cedere. Vede una singolare convergenza negli attacchi di alcuni settori del mondo cattolico, della preponderanza dei giornali, dell'opposizione e di alcune frange politicizzate della magistratura. Il premier punta il dito in particolare contro i pm. Nei suoi ragionamenti, ha sottolineato la disparità di trattamento: le cose che toccano il premier finiscano subito sulle prime pagine dei giornali, grazie a fughe di notizie mai punite; mentre altre inchieste finiscano nel dimenticatoio. Un implicito riferimento alla casa di Montecarlo e all'inchiesta aperta e subito richiusa su Gianfranco Fini. E lo stesso Cavaliere, almeno stando ai suoi interlocutori, vedrebbe una allarmante coincidenza nel timing dell'inchiesta di Milano. Sospetti che i suoi più stretti collaboratori esplicitano così: l'impressione è che si voglia offuscare il vero scandalo e cioé che la casa di Montecarlo era effettivamente di Giancarlo Tulliani, con le conseguenze cui ciò dovrebbe portare. Ma di fronte a quelli che definisce attacchi organizzati, il premier oppone una certa determinazione, con ragionamenti che suonano più o meno così: ci provano un'altra volta, non appena qualcuno sente odore di elezioni vanno all'attacco; ma io non mi faccio fermare: vado avanti governando e occupandomi dei problemi veri del Paese, come i rifiuti. Il tutto nella convinzione che alla fine tutto questo si ritorcerà contro chi lo attacca.

Fonte: ANSA
SuperYeah
00martedì 2 novembre 2010 06:54
Ah, lui sarebbe schifato?
binariomorto
00martedì 2 novembre 2010 16:26
Ruby, Berlusconi attacca gli omosessuali
"Meglio guardare ragazze che essere gay "

Il premier riferendosi al caso della giovane marocchina: "Avrei da sistemare una certa Ruby...". E poi: "E' una tempesta di carta, si risolverà". Il monito: "Non leggete più i giornali, imbrogliano". E rilancia sulle intercettazioni

MILANO - Sulla vicenda delicatissima che lo ha investito negli ultimi giorni Berlusconi non dà alcun chiarimento: né sulla telefonata in Questura né sulle feste di Arcore. Sceglie invece la strada della battuta omofoba: "Quello che ho fatto è stato per bontà, poi se a volte mi capita di guardare una bella ragazza... meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay". All'inaugurazione del salone del ciclo e motociclo alla Fiera di Milano-Rho il premier insiste nel minimizzare. E la butta sullo scherzo: "Ho un problemino, avrei da sistemare in qualcuno di questi stand una certa Ruby". Poi attacca i giornali e rilancia la legge sulle intercettazioni.

Ruby: "Tempesta di carta". "Tutto si risolverà in una tempesta di carta: vedrete che alla fine verrà fuori che non è stato altro che un atto di solidarietà che mi sarei vergognato di non fare, e invece l'ho fatto, lo faccio continuamente perchè sono fatto così da sempre", ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, riferendosi alla vicenda di Ruby. "Da sempre - ha proseguito il premier - conduco una attività ininterrotta di lavoro, se qualche volta mi succede di guardare in faccia qualche bella ragazza... meglio essere appassionati di belle ragazze che gay".

Intercettazioni: stop a chi le pubblica. Dopo aver invitato a non leggere più i giornali, che "imbrogliano", Berlusconi rilancia la sua crociata contro le intercettazioni: "Presenteremo un provvedimento di iniziativa parlamentare riguardo al fermo dei media da 3 a 30 giorni per chi le pubblica".

Nel dettaglio, il Cavaliere preannuncia un provvedimento in tre punti: "L' ultilizzo di questo strumento dovrà essere limitato al terrorismo internazionale, alle organizzazioni criminali, alla pedofilia e agli omicidi; le intercettazioni non potranno essere prodotte come prove né dalla accusa né dalla difesa; chi pubblicherà il testo di intercettazioni dovrà subire un fermo del suo media da 3 a 30 giorni".

Governerò tre anni. "Dovete essere tranquilli, il governo ha la maggioranza e ha intenzione di arrivare fino alla fine della legislatura", ha concluso il presidente del Consiglio. "La cosa peggiore e più negativa - ha aggiunto - sarebbe affrontare una campagna elettorale in cui tutti si affronterebbero con la massima ferocia e la gente direbbe 'perche' a due anni dalle elezioni vi abbiamo votato?' e allora avrebbero ragione a non andare a votare".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00martedì 2 novembre 2010 16:31
Carfagna: "Meglio astenersi dalle battute"
Insorge l'Arcigay: si scusi anche con le donne

Il ministro per le Pari Opportunità prende le distanze dal premier dopo la battuta sugli omosessuali. La protesta delle associazioni: "Disprezza la dignità delle persone". E il leader di GayLib annuncia il passaggio con i finiani in segno di protesta. Bersani: "Porta il Paese al caos"

ROMA - "Sarebbe opportuno che ciascuno di noi si astenesse dal fare battute". Suona come una presa di distanza il commento di Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, alla battuta omofoba con cui Berlusconi ha voluto scherzare sul caso Ruby. "Meglio guardare le belle ragazze che essere gay", ha detto il premier. Una battuta "a chiusura di un discorso serio, di ben altro tenore", la definisce la Carfagna, che osserva: "Questo governo, ha il merito di essersi impegnato, come nessuno prima, contro le discriminazioni nei loro confronti. Proprio per non oscurare tutto questo lavoro", conclude il ministro, "sarebbe opportuno che ciascuno di noi si astenesse dal fare battute".

Decisamente più duro Paolo Patanè, presidente di Arcigay, che parla di "cultura machista arretrata e offensiva per le persone omosessuali ma anche per donne. Proviene da un atteggiamento di disprezzo nei confronti della dignità delle persone e conferma il clima imbarazzante e grottesco in cui il presidente del Consiglio sta precipitando il Paese". Il presidente di Arcigay chiede a Berlusconi di scusarsi "con tutti, con le persone omosessuali e con le donne, per una frase dietro la quale c'è una visione del mondo femminile che non fa onore al capo del governo di un Paese dell'Unione europea".

Consigliando a Berlusconi "un'attenta lettura della Costituzione che egli e il suo governo vorrebbero tanto cambiare", il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli rivolge un appello agli eurodeputati italiani affinché denuncino "l'increscioso comportamento del presidente del Consiglio" attraverso un'interrogazione al Parlamento europeo.

Aurelio Mancuso, presidente di "Equality Italia" ed esponente storico della comunità omosessuale, esprime così la sua indignazione. "Il presidente del Consiglio, in difficoltà, tira fuori la battuta omofoba; il premier di un paese fondatore dell'Europa, che ha votato la Carta di Nizza, che è obbligato a combattere ogni tipo di discriminazione tra cui quella per orientamento sessuale". "Chieda immediatamente scusa - conclude Mancuso - ai milioni di cittadini omosessuali italiani, di destra e di sinistra, e si vergogni di un'omofobia che in ogni altro paese europeo sarebbe immediatamente condannata da ogni schieramento politico democratico".

Imma Battaglia, presidente di Dì Gay Project e leader storica del movimento gay, invita Berlusconi a evitare di " "fare l'omofobo" per spostare "l'attenzione nell'opinione pubblica sui gay, mostrandosi macho e potente. Al presidente del Consiglio Imma Battaglia dice che "è meglio essere gay, e lo dico da donna che ama le donne, che disprezzarle abusando, come ormai sembra fare, della sua posizione di uomo ricco e potente".

Enrico Oliari, presidente di GayLib (gay di centrodestra), annuncia la sua personale adesione a Futuro e Libertà in risposta al "nuovo celodurismo in salsa berlusconiana" che "offende i gay italiani". "I diritti di gay e di lesbiche - spiega Oliari in una nota - sono realtà in tutta l'Europa occidentale ad esclusione di Italia e Grecia". "GayLib - conclude Oliari - è e resta l'associazione dei gay di centrodestra, ma personalmente aderirò al Fli di Fini, Della Vedova, Bocchino, Raisi e Moroni, dove sono sicuro troverò terreno fertile per portare avanti, da uomo di centrodestra, le battaglie di giustizia e di libertà in cui credo".

I radicali italiani lanciano per le 18 di oggi un sit-in davanti Palazzo Chigi e in una nota accusano il premier per una "battuta idiota", che alimenta "violenza e discriminazione" e che non può essere giustificata dalla "sua disperazione politica, causata dalla sua incapacità di governare impulsi e comportamenti, non certo degni di un Presidente del Consiglio".

Il leader di Idv, Antonio Di Pietro, scrive in una nota che "Berlusconi vive ancora nell'età della pietra, anzi, è peggio: vive nell'era delle discriminazioni razziali, sessuali, etniche e religiose. Bisognerebbe ricordargli che il nostro Paese ha ratificato il trattato di Lisbona, che ha riconosciuto il diritto alla non discriminazione basata anche sull'orientamento sessuale. Essere gay è solo un diverso modo dell'essere e non una condizione di cui vergognarsi''.

Chiara Moroni, vicepresidente alla Camera di Futuro e Libertà, considera le parole del presidente del Consiglio "inaccettabili, volgari e offensive, e rischiano di alimentare un pregiudizio ancora oggi troppo diffuso nei confronti delle persone omosessuali. Ci aspettiamo da Berlusconi un comportamento e, soprattutto, delle dichiarazioni più consone al ruolo che ricopre". Secondo Benedetto Della Vedova, vicecapogruppo di Fli alla Camera, dovrebbero interrogarsi "quanti difendono la libertà e l'anticonformismo privato di Berlusconi", è francamente desolante che a questo doppio-pesismo furbo e ipocrita si leghi la difesa della 'moralità' del Cavaliere". E anche Farefuturo non usa giri di parole: "C'è una destra che fa la destra, insomma. Una destra che non si diverte a vedere le istituzioni che diventano un'osteria. Anzi, c'è un paese intero che non si diverte. Sarà banale dirlo, ma ormai c'è davvero poco da ridere, presidente Berlusconi".

Lunga è la lista delle reazioni nel Pd. Per il segretario Pier Luigi Bersani il premier è "come Sansone e porta il Paese verso il caos". "Oggi il paese è all'ingovernabilità, a una regressione morale paurosa, perchè Berlusconi nasce nel discredito della politica e intenede morire nel discredito della politica. La spina? Il Paese l'ha già staccata. Il Pd è a disposizione. E non è vero che senza Berlusconi c'è ingovernabilità: il Paese è ora ingovernabile". Bersani siappella a tutte le forze politiche, in particolar modo a Fli, perchè "dicano qualcosa". "Mi rivolgo anche alla Lega: non possono non riflettere. Noi non siamo un Paese normale. Stiamo intaccando negli argomenti la civiltà europea. Cavolo!!! Tutti devono dire qualcosa. Siamo al punto da consentire conformismi. Io su certi conformismi non ci sto. E non consento che il mio partito ci stia". Ed ancora: "'Tutte le idee piu' becere e regressive verrano utilizzate per difendere la casamatta. Oggi sono i gay, domani gli zingari e chissà che altro".

Per Anna Finocchiaro, presidente del gruppo al Senato, il premier è "un irresponsabile che vuole sembrare forte e baldanzoso, ma che invece è arrivato, in modo triste e squallido, alla fine della sua parabola politica. L'urgenza delle sue dimissioni e della fine del suo esecutivo è ogni giorno più evidente".

"A questo punto, non serve solo un governo tecnico, ma un pronto intervento dei sanitari specializzati in turbe della psiche e del comportamento" dice il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.

Su Facebook il commento alla vicenda di Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, secondo cui "il presidente del Consiglio l'ha sparata grossa. Ricomincia a provocare per cambiare discorso. A Roma si dice 'la sta a butta' in caciara. Attenzione...".

Lapidario Paolo Ferrero, segretario del Prc-Federazione della sinistra. "Invece di fare rivendicazioni maciste, Berlusconi dia le dimissioni e si faccia curare".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00martedì 2 novembre 2010 16:37
Ruby: nome Karima dal 2009 in inchiesta prostituzione

MILANO - E' stato sentito per circa un paio d'ore l'ex questore di Milano Vincenzo Indolfi, convocato questa mattina negli uffici della polizia giudiziaria, in piazza Umanitaria, dal Procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Antonio Sangermano per far luce su quanto accadde la notte tra il 27 e il 28 maggio. Notte in cui Ruby venne portata negli uffici di via Fatebenefratelli e, dopo la telefonata giunta da palazzo Chigi che indicava la giovane come nipote del presidente egiziano Mubarak, affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti che si era offerta di occuparsi di lei.

E proprio il nome di Karima El Mahroug compare in un'indagine partita nel 2009 e poi ampliatasi dopo le ultime dichiarazioni della stessa Ruby. Il procedimento riguarda un giro di escort d'alto bordo legate al mondo dei vip dello spettacolo e dei locali piu' alla moda di Milano. Il nome della giovane, secondo quanto si e' appreso, appare in alcuni accertamenti tecnici che evidenzierebbero suoi incontri con imprenditori in un hotel di lusso del centro. Incontri a pagamento, che non sarebbero stati isolati o d'iniziativa ma coordinati all'interno di una piu' ampia rete di conoscenze e amicizie gestite, secondo le accuse, da alcuni nomi noti e meno noti.

Secondo le risultanze degli investigatori, che seguono l'indagine, e secondo anche alcune successive dichiarazioni che sarebbero state rilasciate da Ruby dopo i fatti di maggio, nel procedimento ci sarebbero anche i nomi di Lele Mora e di Nicole Minetti. Intanto questa mattina Indolfi, che nei giorni scorsi ha preparato una relazione sulla vicenda per il Viminale, nel faccia a faccia con i pm avrebbe spiegato di come seppe della telefonata di Silvio Berlusconi - venne immediatamente informato dal capo di gabinetto Pietro Ostuni - e della seconda chiamata arrivata dalla presidenza del Consiglio (il caposcorta del premier) e, poi, della procedura seguita dai funzionari fino al 'rilascio' della ragazza.

L'ex questore avrebbe ripercorso passo passo, e in base alle relazioni degli agenti che quella notte si occuparono del caso, quel che accadde in quelle ore dall'ingresso di Ruby in Questura fino a quando venne affidata nelle mani di Nicole Minetti. Una testimonianza, quella di Indolfi, che sarebbe stata a tratti anche tesa e che ha innescato voci definite dagli inquirenti ''infondate'' su una sua possibile iscrizione nel registro degli indagati. Una testimonianza che si aggiunge a quella di due giorni fa di Pietro Ostuni e del commissario capo Giorgia Iafrate, e che e' fondamentale per gli accertamenti.

I pm dovranno sciogliere alcuni nodi: non solo se ci furono o meno ''pressioni'' dalla Presidenza del Consiglio ma se i poliziotti rispettarono le disposizioni date dal pm dei minori di turno Annamaria Fiorillo che, da fonti vicino alla Procura dei Minori, aveva espresso perplessita' circa la parentela 'illustre' della giovane e aveva disposto e ''ribadito piu' volte'' di collocarla in comunita'. Diversa la versione della Questura che afferma che venne data l'autorizzazione ad affidare la minorenne alla Consigliera Minetti.

Quella sera, inoltre, a causare l'accompagnamento in Questura di Ruby fu un'ingenuita' della ragazza. Perche' lei, dopo la lite nel centro estetico di corso Buenos Aires e l'intervento della polizia, aveva subito dato le sue vere generalita' (pur non avendo i documenti) agli agenti della Volante, dalle quali era cosi' risultato un ordine di rintraccio a suo carico per scomparsa da una comunita' protetta.

E mentre il caso Ruby approdera' alla riunione del Copasir in programma per mercoledi' prossimo - il deputato del Pd Ettore Rosati porra' ''la questione di chiedere con urgenza al presidente del Consiglio di relazionare per spiegare sia l'eventuale abuso di potere'' -, la giovane da oggi maggiorenne, avrebbe gia' venduto a un noto settimanale di gossip le foto in esclusiva della festa del suo compleanno. E riguardo a indiscrezioni su una sua nuova testimonianza davanti ai pm di Milano per mercoledi', il suo legale Massimo Dinoia ha precisato che ''al momento non e' arrivato alcun avviso di convocazione''.

RUBY: BLITZ IN CASA-FAMIGLIA, SEQUESTRATI ABITI E SCARPE - Abiti e scarpe firmate, effetti personali, fotografie ed altro materiale. E' quanto gli agenti della squadra mobile di Milano hanno sequestrato a Karima El Mahroug, nota come Ruby, all'interno dell'istituto Kinderheim di Sant'Ilario, la sua ex casa-famiglia, giovedì scorso. La notizia è stata pubblicata stamani dal "Corriere della Sera" e dal "Secolo XIX". A confermare il blitz è stata la stessa direttrice della casa famiglia che ha vagliato il decreto di perquisizione della polizia milanese. Tutto il materiale portato via dal Kinderheim è stato posto sotto sequestro e sarà analizzato nelle prossime ore nell'ambito dell' inchiesta sulla prostituzione di alto bordo in cui Ruby sarebbe formalmente indagata sempre dalla procura di Milano. Il blitz degli agenti è scattato giovedì pomeriggio intorno alle 17. I poliziotti, in tre, si sono presentati presso la casa famiglia sulle alture di Sant'Ilario. Hanno portato via diversi oggetti ma anche interrogato tutte le ragazze della struttura ed anche la stessa direttrice.

RUBY: SILVIO SIA PIU' PRUDENTE IN CASA SUA TROPPE OCHE - "Nella vita ci sono porte che si aprono e che si chiudono. Lui (Silvio Berlusconi) con me ha aperto la porta, mi ha aiutata e poi la porta si è chiusa". A parlare è Karima El Mahroug, nota come Ruby Rubacuori, in un'intervista a La Repubblica. Karima prende le difese del premier e aggiunge che Berlusconi "fa bene a dire che ama la vita e ama le donne e ha ragione a rivendicare il suo stile di vita. Ognuno - aggiunge - può fare quello che vuole. Certo se vai a donne.." e a questo punto dà al premier un consiglio: "gli consiglio di essere più discreto. Ci sono tante oche e ochette che passano da casa sua, magari lo possono fregare. Ma come si dice, sul marciapiede c'é posto per tutte". La neo diciottenne marocchina afferma di essere stata due volte a casa di Berlusconi, attraverso Lele Mora e di avere raggiunto il luogo in taxi con un'amica, mentre ripete che Emilio Fede l'ha conosciuto in un concorso di bellezza in Sicilia. "Lui all'inizio non si ricordava di me - prosegue - e ci può stare che un uomo della sua età non si ricordi di una ragazza in mezzo a 120 ma poi gli è tornata la memoria". Quanto ai regali ricevuti dal premier, Ruby dice di aver ricevuto 7mila euro ma non un'automobile e poi tenta di ricostruire la sera del 27 maggio, quando è stata fermata a Milano dalla polizia. A chiamare Berlusconi ci avrebbe pensato una sua amica, Michelle, che "ha i numeri di Berlusconi". Infine aggiunge di non sentirsi in colpa "per nessuno". "Io non ho fatto niente di male - dice - . A me non me ne frega niente, io voglio fare il carabiniere e alla fine ci riuscirò". I progetti della ragazza per il futuro riguardano un trasferimento in Sicilia e il ritorno agli studi.

RUBY: A 'LIBERO' ANNUNCIA, GIOVEDI' VADO DA SANTORO - Karima El Mahroug, nota come Ruby, la giovane marocchina al centro dell'inchiesta della procura di Milano in primo piano nelle cronache di questi giorni, andrà in tv a dire la sua giovedì sera, ospite di Michele Santoro ad Annozero. Lo annuncia in un'intervista pubblicata oggi da Libero: "Vado in tv - dice la neodiciottenne marocchina - e ci vado gratis. Non so chi saranno gli altri ospiti, non mi interessa, non ho paura". "Ci stiamo lavorando", si limitano a commentare dalla redazione del programma. Nell'intervista, Ruby sostiene ancora di andare in tv per togliersi di dosso "l'immagine della zoccoletta. La vera Ruby - sottolinea - è una ragazza normale. Che vuole una vita normale". La giovane dice ancora che sta scrivendo "un libro con Chiarelettere" con "il giornalista di Panorama Giacomo Amadori", il quale però a 'Libero' smentisce: "Non sto lavorando ad alcun libro". E anche dalla casa editrice, interpellata dall'ANSA, si spiega che non c'é alcun progetto di libro che coinvolga Ruby.

Fonte: ANSA
binariomorto
00martedì 2 novembre 2010 16:42
A Palermo indagine su festini e droga, vertice pm

PALERMO - Un vertice tra il procuratore Francesco Messineo, l'aggiunto Teresa Principato e i pm Marcello Viola e Geri Ferrara che indagano su presunti festini a luci rosse a base di droga a cui avrebbero partecipato uomini dell'entourage del premier Silvio Berlusconi è in corso negli uffici della Procura di Palermo. La riunione è stata convocata dopo la pubblicazione della notizia dell'inchiesta da parte della stampa. A parlare della vicenda ai magistrati è stata la "pentita" Perla Genovesi, arrestata per traffico di droga internazionale. La donna, ora ai domiciliari, ed ex assistente parlamentare di un senatore del Pdl, ha raccontato di aver presentato una escort, sua amica, a Renato Brunetta quando questi non era ministro e di aver saputo dalla ragazza, che tramite il politico aveva conosciuto altri personaggi importanti ed era stata invitata a feste a base di sesso e coca a cui avrebbero partecipato uomini del premier.

PM PALERMO VALUTANO INVIO CARTE A MILANO - I magistrati di Palermo riuniti dopo la pubblicazione della notizia sulle rivelazione di una "pentita", Perla Genovesi, che parla di presunti festini a base di droga e sesso con persone dell'entourage di Berlusconi, stanno valutando, in un vertice ancora in corso, la possibilità di inviare ai colleghi milanesi le dichiarazioni della collaboratrice, arrestata nel luglio scorso in un'operazione antidroga. Il trasferimento del fascicolo sarebbe determinato dalla competenza a indagare dei magistrati milanesi che si stanno occupando in questi giorni dell'inchiesta per sfruttamento della prostituzione che coinvolge la giovane marocchina Ruby. Le rivelazioni di Perla Genovesi, che riferisce il racconto di un'amica cubista, nota come "Nadia", sui festini hard, sarebbero state confermate dalla stessa escort, che ha 28 anni, interrogata nei giorni scorsi dai magistrati.

A PM PENTITA PARLA SU FESTINI ENTOURAGE PREMIER
di Lara Sirignano

PALERMO - Una nuova storia di droga e festini a luci rosse che coinvolgerebbe escort e politici e' finita in un'inchiesta della Procura di Palermo. A raccontarla ai magistrati e' una giovane trafficante di stupefacenti con un passato da assistente parlamentare: Perla Genovesi, 32 anni.

Da due mesi sta riempiendo pagine di verbali in cui, tra l'altro, riporta le confidenze di un'amica, un'escort italiana di 28 anni, su presunti party a base di cocaina e sesso a cui avrebbero partecipato anche uomini vicini al presidente del Consiglio. I magistrati palermitani, che a luglio scorso hanno arrestato la Genovesi nell'ambito di un'inchiesta su un narcotraffico tra Sudamerica, Spagna, Olanda e Italia, valutano con molta prudenza le dichiarazioni della donna, solo parzialmente depositate. La attendibilita' della narcos in gonnella, che in cambio di cocaina per uso personale, avrebbe avuto incontri sessuali e avrebbe portato in Sicilia la droga dalla penisola Iberica, sarebbe tutta da verificare. Anche secondo il suo legale, l'avvocato parmigiano, Aniello Schettino, che ha rinunciato al mandato per divergenze sulla difesa e perche' la sua assistita rendeva dichiarazioni senza consultarlo. Ora la ''pentita'' si e' rivolta ad una penalista palermitana Monica Genovese, che assiste diversi collaboratori di giustizia. Assistente parlamentare dell'ingegnere Enrico Pianetta, ex senatore di Forza Italia, ora deputato Pdl, Genovesi e' stata arrestata a luglio, insieme ad altre 13 persone, e scarcerata subito dopo perche' madre di una bimba piccolissima.

Dopo poche settimane ha deciso di saltare il fosso e ha rivelato ai magistrati gli affari dell'organizzazione di cui faceva parte e che ruotava tutta attorno a Paolo Messina, ex impiegato comunale di Campobello di Mazara (Trapani) con parentele ''eccellenti'' - un cugino e' favoreggiatore del boss latitante Messina Denaro - e con grossissime disponibilita' di droga a poco prezzo. Genovesi e Messina si sarebbero conosciuti in una discoteca dell'Emilia Romagna. Sarebbe stato lui a introdurla nel business.

La disponibilita' di fiumi di polvere bianca e i rapporti con la politica - oltre ad essere stata assistente di Pianetta avrebbe ricoperto incarichi per il capogruppo del Pdl alla Regione Emilia Romagna Luigi Villani - avrebbero consentito alla donna di stringere relazioni con personaggi importanti. Ai Pm avrebbe raccontato che, proprio grazie al giro che frequentava, avrebbe conosciuto Renato Brunetta, che ancora non era ministro, al quale avrebbe presentato un'amica, una cubista ventottenne italiana di cui la ''pentita'' ha indicato ai magistrati nome e cognome.

E da qui in poi le dichiarazioni della donna sono tutte confluite in verbali non depositati. La cubista, che era anche una escort, si sarebbe rivolta a Brunetta per un problema personale legato all'affidamento del figlio di pochi mesi. La giovane avrebbe allargato poi le sue conoscenze politiche e sarebbe stata invitata a feste a cui avrebbe partecipato anche il presidente del Consiglio Berlusconi.

Alla Genovesi la ragazza ha raccontato anche di festini a luci rosse a base di cocaina con uomini dell'entourage del premier. Il racconto della ''pentita'', che comunque riferisce le parole dell'amica, ancora non individuata dai magistrati, viene valutato con molta attenzione dalla Procura. Il fascicolo sui presunti party a base di droga potrebbe essere trasferito per competenza ad altri uffici inquirenti visto che alcuni incontri sarebbero stati organizzati tra la Lombardia e la Sardegna. Tra le indiscrezioni circolate, che non hanno trovato conferma, c'e' anche quella di uno presunto festino a Villa Certosa, la villa estiva del premier.

Fonte: ANSA
Avadoro
00martedì 2 novembre 2010 17:35
Cazzo, se pure la Carfagna prende le distanze da [SM=x44522] e dalla sua patta significa che la situazione è grave
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