Giusy Versace (la versione italiana e femminile di Pistorius)
E’ bella, solare, con un sorriso luminoso, la tipica bellezza mediterranea con capelli nerissimi e carnagione scura. Giusy Versace studia lingue a Reggio Calabria, gioca a tennis e fa anche spinning. E’ una ragazza in gamba, sa cavarsela da sola. Si trasferisce a Londra dove svolge mestieri umili, la cameriera, la commessa, la baby-sitter.
Giusy Versace E La Famiglia
Il papà Alfredo è il cugino dei più noti Gianni e Donatella, gli stilisti. Anche Giusy entra nel mondo della moda. Seguendo i consigli di un nonno lavora però per una casa concorrente, non per quella di famiglia.
E’ una “retail supervisor”: gira il mondo, prende aerei, noleggia automobili, grandi alberghi, non esistono orari. Giusy vive il sogno di molte ragazze della sua età, una ragazza in carriera, con un bel lavoro, a cui la vita sembra dare tanto.
Giusy Versace, I Sogni Non Muoiono
Un giorno di agosto un temporale fortissimo investe l’autostrada che collega Salerno a Reggio Calabria. Giusy è in automobile, in viaggio di lavoro, come sempre. L’attimo fatale. La vettura sbanda, finisce contro il guard rail. L’abitacolo non regge all’urto…
I dolori sono fortissimi. Giusy è sempre stata una ragazza devotissima alla Madonna. E a Lei si aggrappa. La invoca. La voglia di vivere è troppo forte. La Madonna le da la forza. I sogni di una ragazza di 28 anni non possono svanire su quell’asfalto…
Giusy Versace: Un Nuovo Mondo
Giusy non aveva mai pensato alla disabilità. Come molti di noi riteneva che certe cose potessero accadere solo agli altri. La mamma le spinge la carrozzina. Il papà le tiene la mano. La famiglia Versace entra nel Centro di riabilitazione dell’Inail di Vigorso di Budrio. E’ il posto dove finiscono tutti gli infortunati sul lavoro. Come Giusy appunto.
I dolori sono forti. E anche le protesi talvolta fanno male. Ma il dolore è soggettivo, si può controllare, si può gestire. Ci sono anche problemi psicologici. Giusy ha subito l’amputazione sotto il ginocchio ad entrambi gli arti. E’ stata colpita nella sua femminilità. Non potrà più indossare tacchi a spillo e minigonna.
Giusy Versace, La Rinascita
Giusy vuole ricominciare a vivere, le piacerebbe correre. Qualche dottore e tecnico superficiale le suggeriscono di lasciar perdere. C’è anche chi le dice, incredibile ma vero, che quando cammina “sculetta troppo”! Giusy all’inizio la prende a ridere, poi si incazza. Non ci sta. E’ troppo caparbia, coraggiosa, testarda. Il destino non si può evitare, però si può decidere come affrontarlo. Trova la forza per trasformare una tragedia in una grande opportunità, in una missione.
Dopo un anno dall’incidente torna nella spiaggia di Scilla dove da ragazza trascorreva le vacanze con i suoi amici. Ricomincia a lavorare. Si riprende scrivania e computer con rabbia e ostinazione. Ha perso le gambe, non la testa! Diventa anche Presidente dell’associazione Disabili No Limits con lo scopo di raccogliere fondi per donare ausili a persone meno fortunate che non possono permettereli.
Giusy Versace: Nasce Una Campionessa
Si avvicina allo sport, alla corsa. Si procura le protesi da gara. E’ la prima donna in Italia a gareggiare con un’amputazione bilaterale. La sua specialità sono i 100 metri. In pochi mesi i suoi tempi migliorano in modo significativo. Da 24 secondi scende a meno di 16. Entra a pieno titolo nel mondo del CIP e della FISPES. Gli obiettivi diventano di quelli seri. L’allenatore, Andrea Giannini, è uno esperto. Ha già allenato un certo Oscar Pistorius.
A Padova conferma di essere la più veloce di tutte.
Londra è a un passo…la Paralimpiade ti aspetta, Giusy. Porta in alto il tuo nome e quello dell’Italia. Fallo per tutte quelle persone che ti vogliono bene e che credono nelle tue possibilità; fallo per tutti quelli che grazie al tuo esempio ritrovano la voglia di rivincita e di riscatto, quell’incredibile voglia di vivere.
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