Si èspento don Pierino Gelmini, aveva 89 anni

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binariomorto
00mercoledì 13 agosto 2014 20:17
Addio a don Pierino Gelmini
Una vita per i tossicodipendenti


Il religioso, fondatore della Comunità Incontro, è morto a nelle sue stanze a Molino Silla di Amelia.
Aveva 89 anni ed era malato. Aperta la camera ardente, giovedì i funerali




«Ciao Don!»: è la scritta che campeggia sul sito della Comunità Incontro. Sotto una foto che lo ritrae sorridente. Martedì notte è morto don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro di Amelia, in provincia di Terni (Umbria). Aveva 89 anni ed era malato da tempo a causa di varie patologie e di recente aveva subito un’operazione per sostituire il pacemaker. Il religioso è deceduto nelle sue stanze di Molino Silla di Amelia. Accanto a lui i collaboratori più stretti. «Don Pierino Gelmini è stato assistito fino in ultimo dai ragazzi che lui ha assistito per una vita»: spiega Gianpaolo Nicolasi, uno dei suoi collaboratori. Don Gelmini è stato da sempre impegnato nel recupero dei tossicodipendenti. La comunità da lui fondata ha sedi in tutto il mondo.

Giovedì i funerali
La camera ardente è stata allestita nel palazzetto della stessa Comunità mentre i funerali si svolgeranno giovedì alle 10.30 alla Cappellania di San Pietro Apostolo della Comunità Incontro di Amelia. A celebrarli il vescovo di Terni, padre Giuseppe Piemontese. Don Gelmini verrà poi tumulato nel cimitero di Amelia.

L’impegno con i tossicodipendenti
Nato a Pozzuolo Martesana in provincia di Milano, il 19 gennaio 1925 (ma registrato il giorno successivo), Pietro Gelmini è stato per tutti “don Pierino” o più semplicemente “il don”. Impegnato fin da giovane nell’assistenza dei giovani alle prese con problemi di tossicodipendenza. L’idea di mettere in piedi una comunità per i ragazzi con problemi di droga risale agli anni Sessanta. Nel 1963 don Gelmini incontrò per caso a Roma un ragazzo con problemi di droga, Alfredo, e decise di volerlo aiutare. «Zi prete, dammi una mano, non voglio soldi ma sto male» gli disse Alfredo in piazza Navona. Don Gelmini lo portò quindi a casa sua cominciando la sua attività di assistenza e recupero ai tossicodipendenti poi concretizzata dalla Comunità Incontro. Don Gelmini, oltre ad essere sacerdote della Chiesa Cattolica era vescovo di quella Greco-Melichita.

La Comunità Incontro
Nel settembre del 1979 si trasferì a Molino Silla di Amelia. Una vecchia struttura diroccata all’epoca chiamata la Valle delle streghe. Con il passare degli anni don Gelmini l’ha trasformata in quella che è nota ora come Valle della speranza. «Io ho un sogno - amava ripetere don Gelmini - quello di far diventare questo posto accogliente e non un ghetto. Un posto per far stare bene i ragazzi». La casa madre della Comunità Incontro è quindi diventata un moderno centro di accoglienza, dotato anche di strutture di assistenza sanitaria all’avanguardia. Un migliaio di ragazzi ogni anno esce dalla struttura di recupero. Si stima che siano almeno 300 mila quelli passati dalla comunità.

Il processo
Don Pierino Gelmini è stato rinviato a giudizio nel giugno 2010 con l’accusa di avere molestato sessualmente alcuni giovani quando nel 2008 erano ospiti della Comunità Incontro di Amelia. La decisione fu letta in aula dal giudice per l’udienza preliminare di Terni Pierluigi Panariello. La procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per 12 episodi di presunte molestie. «Non ci sono elementi probatori sufficienti che giustifichino il rinvio a giudizio - affermò invece il legale di Don Gelmini, l’avvocato Lanfranco Frezza - anche perché si basa solo su dichiarazioni delle parti offese che poi si sono costituite parti civili con richiesta di risarcimento del danno. Quelle dichiarazioni avrebbero dovuto avere riscontri obiettivi esterni che potessero in qualche modo confermare le dichiarazioni accusatorie. Questa è un’istruttoria zoppa che si basa su dichiarazioni di parti civili prive di riscontro».

La difesa
Don Gelmini, che si è sempre proclamato estraneo alle accuse, assistette alla lettura del provvedimento. Il processo di recente era stato rinviato a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute dell’imputato. La prossima udienza era stata comunque fissata per il 4 marzo 2015, ma con la morte sopravvenuta dell’imputato il procedimento si estinguerà.

Fonte: corrieredellasera
Etrusco
00mercoledì 13 agosto 2014 23:37
RIP
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