Supplenze e graduatorie, la Consulta boccia la Gelmini, il governo aggira l' ostacolo

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binariomorto
00sabato 12 febbraio 2011 23:07
Supplenti, graduatorie nel caos
La Consulta boccia la Gelmini

La Corte Costituzionale dichiara illegittima la norma che impediva ai precari del sud di conservare il proprio punteggio se cambiavano provincia. In arrivo migliaia di ricorsi e richieste di risarcimento al ministero

SBARRARE la strada ad un supplente che si vuole inserire in graduatoria a Varese solo perché è nato a Trapani è incostituzionale. Lo ha ribadito la Corte Costituzionale, bocciando le regole del ministero dell'Istruzione sulle graduatorie "di coda" dei precari della scuola. L'Italia è una sola e i titoli di studio hanno lo stesso valore in tutto il territorio nazionale, spiega la Consulta. Una verità che sembrava ovvia ai più, ma non alla Gelmini che, spinta dalla Lega, nel 2009 operò una sorta di protezionismo sulle graduatorie dei supplenti della scuola a favore dei prof settentrionali.

Attraverso un iter parlamentare piuttosto complesso del decreto-legge dal titolo "Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010", il governo in sede di conversione il legge introdusse un comma che di fatto blindava le graduatorie delle regioni padane, favorendo le supplenze e l'immissione in ruolo con un punteggio minimo agli insegnanti autoctoni. "Nelle operazioni di integrazione e di aggiornamento delle graduatorie - recita il comma incriminato - è consentito ai docenti che ne fanno esplicita richiesta, oltre che la permanenza nella provincia prescelta (...), di essere inseriti anche nelle graduatorie di altre province dopo l'ultima posizione di (terza) fascia nelle graduatorie medesime".

Fuori dal burocratese, la legge stabiliva che in occasione dell'aggiornamento delle graduatorie per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 chi si trovava inserito in una graduatoria provinciale per le supplenze e per metà delle immissioni in ruolo stabilite annualmente non poteva trasferirsi con proprio punteggio in un'altra provincia, se non "in coda". E non "a pettine" (secondo il punteggio maturato) come auspicavano gli interessati. La norma, come dimostrano gli ultimi dati pubblicati dallo stesso ministero, nei fatti "protegge" i supplenti settentrionali.

Ma adesso i giudici di Palazzo Spada sostengono che l'articolo in questione "si pone in contrasto con l'art. 3 della Costituzione". Già i giudici del Tar Lazio avevano considerato la legge in contrasto con uno dei principi fondamentali del nostro ordinamento: l'uguaglianza fra tutti i cittadini. Il provvedimento "violerebbe l'art. 3 Cost. perché, in modo irragionevole e in violazione del principio di uguaglianza, prevede una diversa disciplina a seconda del momento in cui il docente chiede il trasferimento da una graduatoria provinciale ad un'altra", scrivevano i giudici del Tar Lazio.

"La disposizione impugnata - spiegavano i giudici amministrativi - introduce una disciplina irragionevole che limitata all'aggiornamento delle graduatorie e comporta il totale sacrificio del principio del merito posto a fondamento della procedura di reclutamento dei docenti e con la correlata esigenza di assicurare, per quanto più possibile, la migliore formazione scolastica".

La sentenza non mancherà di produrre ricadute politiche e economiche. Il Carroccio si batte da anni per una normativa "di favore" nei confronti degli insegnanti del nord, che però il governo non è riuscito ad assicurare. E il ministero, a questo punto, verrà quasi certamente travolto da migliaia di richieste di risarcimento danni da parte di coloro che si sono visti soffiare per due anni incarichi e immissioni in ruolo. L'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione), nel ricordare di avere patrocinato i ricorsi che hanno portato alla bocciatura della norma, vede all'orizzonte 15 mila ricorrenti che possono reclamare il ruolo".

"A questo punto - dichiara il presidente nazionale dell'Anief, Marcello Pacifico, il ministro Gelmini dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere ai docenti già individuati nei contratti, come da prassi corrente". "Il tentativo del centrodestra, capitanato dal ministro Gelmini, di realizzare una vera e propria 'linea gotica' che impedisse, come fortemente auspicato dalla Lega Nord, la mobilità dei docenti sul territorio nazionale è fallito", dichiara Tonino Russo (Pd), componente della Commissione cultura della Camera dei Deputati.

"La sentenza avrà effetti devastanti - prosegue Russo - e l'amministrazione sarà costretta ad assumere tutti quei docenti che, collocati in coda, nelle graduatorie aggiuntive, si sarebbero trovati in posizione utile per l'immissione in ruolo". "Il ministro Gelmini - conclude - era stata, a suo tempo ed in numerose occasioni, messa di fronte alla palese irragionevolezza della norma, Purtroppo se ne è sonoramente infischiata con fare tutt'altro che istituzionale e privo di buon senso, esponendo l'amministrazione ad un danno erariale enorme".

Fonte: Repubblica
binariomorto
00sabato 12 febbraio 2011 23:07
Supplenti, dopo il danno la beffa
graduatorie "congelate" due anni

Il governo ha aggirato la sentenza della Consulta che fa cadere la legge voluta dalla Lega sull'inserimento dei precari. E per farlo la ha di fatto prolungata di un anno. Un esempio a Milano: la terza in graduatoria sarebbe precipitata, senza entrare in ruolo

Graduatorie dei supplenti: oltre al danno la beffa? Secondo la Cgil, sì. Tre giorni fa, la Consulta dichiara illegittimo, perché contro il principio di uguaglianza tra i cittadini italiani, il provvedimento voluto nel 2009 dalla Lega Nord che impediva a coloro che si trovavano in graduatoria in una certa provincia, di spostarsi col proprio punteggio in un'altra provincia. Con inserimento "a pettine", come dicono i tecnici. Ma ieri, cioè a poche ore dal pronunciamento dei giudici costituzionali, la stessa Lega ha fatto approvare un emendamento al decreto Milleproroghe che "congela" le graduatorie fino al 31 dicembre 2012, "fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale".

Le graduatorie "protette" sarebbero scadute quest'anno e a settembre si sarebbe dovuto "liberalizzare" l'inserimento nelle liste dei supplenti. Secondo la Flc Cgil, l'emendamento approvato ieri, "è un atto razzista nei confronti del Mezzogiorno e intende violare la sentenza della Corte Costituzionale". La Gilda degli insegnanti per il momento si limita a darne notizia sul proprio sito, mentre le altre sigle tacciono. "L'emendamento della Lega Nord al milleproroghe - incalza Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil - approvato dalla commissione Bilancio, sul blocco delle graduatorie e l'impossibilità d'iscriversi nelle graduatorie d'istituto, in una provincia diversa da quella della permanente è un atto razzista: non si può giustificare quell'emendamento con la necessità di nuove norme sul reclutamento". In realtà - conclude il sindacalista - s'intende stravolgere il sistema nazionale di reclutamento, violando le leggi". E chiede al Parlamento di non approvare quell'emendamento che rompe l'unità del Paese.

Ma l'emendamento che ha fatto saltare dalla sedia Pantaleo sembra introdurre un altro steccato: "l'impossibilità d'iscriversi nelle graduatorie d'istituto, in una provincia diversa da quella della permanente". Una possibilità finora ammessa. Per comprendere bene i termini della questione occorre fare un piccolo passo indietro. Nella scuola, per i supplenti, ci sono due tipi di graduatorie: quelle "ad esaurimento" e le graduatorie "d'istituto". Le prime, a livello provinciale, vengono utilizzate per nominare i supplenti annuali (fino al 31 agosto) e fino al termine delle lezioni (il 30 giugno), ma anche per reclutare metà degli immessi in ruolo. Alle seconde ricorrono le scuole per le cosiddette supplenze "brevi", qualche giorno o qualche settimana.

In occasione dell'aggiornamento delle graduatorie "ad esaurimento", nel 2009, venne introdotto il divieto di spostarsi da una provincia all'altra: si poteva soltanto aggiornare il punteggio. Consentendo l'inserimento, ma soltanto "in coda", in altre tre province, diverse da quella di origine. Il meccanismo funziona in questo modo: se c'è una supplenza o un posto per le immissioni in ruolo in provincia di Milano, prima si scorre la graduatoria dei "locali" ed, esaurita questa, si ricorre alle graduatorie di coda.

Un piccolo esempio chiarirà tutto. Sempre in provincia di Milano, al terzo posto della graduatoria ad esaurimento c'è la milanese Claudia Fratesi, con 119 punti, nel frattempo entrata di ruolo perché nel capoluogo lombardo nel 2009 furono assegnati 119 posti. La prima della graduatoria "di coda", sempre all'elementare, è invece Soccorsa Mesiano di Vibo Valentia, con 185 punti, e subito dopo c'è Graziella Casella di Palermo con 183 punti. Se non ci fosse stato lo sbarramento chiesto dalla Lega, in provincia di Milano, l'insegnante meneghina non avrebbe avuto molte possibilità. Perché inserendo "a pettine" anche gli insegnanti "di coda" la Fratesi sarebbe scivolata al 550° posto. E addio assunzione. Una situazione che, dati alla mano, si verifica nella maggior parte delle graduatorie del Nord. La legge dichiarata illegittima dall'Alta corte non fa ovviamente riferimento ad ambiti territoriali specifici, come il Nord o il Sud. Ma nei fatti penalizza i tanti docenti meridionali "in cerca di fortuna nella Padania".

In questi ultimi due anni, anche con le graduatorie "protette", diversi insegnanti meridionali sono riusciti a sbarcare il lunario nel settentrione: con le graduatorie d'istituto. Ma pare che l'emendamento bloccherà anche questa strada. Al momento, nessuno sa come intenda muoversi il ministero dell'Istruzione per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale. Come ricordano da viale Trastevere, il comma abrogato "prevedeva non solo l'inserimento in coda per il biennio 2009/2010 e 2010/2011 in tre province oltre quella di appartenenza, ma anche l'inserimento a pettine in una sola provincia per il biennio 2011/2012 e 2012/2013". Il ministero promette di "adottare i provvedimenti necessari per garantire l'ordinario funzionamento della scuola e per offrire in ogni caso le maggiori occasioni di impiego ai docenti": Ma di liberalizzare le graduatorie, come chiede la consulta, non se ne parla.

Fonte: Repubblica
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