Telecom: la vendiamo allo straniero?

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Leonessa73
00martedì 3 aprile 2007 12:32
Troppi sprechi
Io sono favorevole [SM=x44458]

Vedi te, che se la compra AT&T il sistema mazzette non lo esportiamo mica...e una parte di "magna magna" finisce [SM=x44492]

Voi che dite?
eevee
00martedì 3 aprile 2007 12:42
che se anche dovessero prenderla loro delegherebbo la gestione locale a locali e cambierebbe pochissimo....
Etrusco
00martedì 3 aprile 2007 12:59
Re:

Scritto da: Leonessa73 03/04/2007 12.32
Io sono favorevole [SM=x44458]

Vedi te, che se la compra AT&T il sistema mazzette non lo esportiamo mica...e una parte di "magna magna" finisce [SM=x44492]

Voi che dite?



Attenta, Leo,
qua non bisogna considerare solo le mazzette,
ma anche il fatto che chi controlla Telecom controlla anche le intercettazioni su Italia, Mediterranio e parte dell'America latina.

Oggi che Telecom è controllata da Olimpia/Pirelli il governo italiano ha ancora il suo peso, ma se dovesse esser tutto controllato da un'azienda americana?

Domanda:
perchè un'investitore straniero sarebbe poi tanto interessato a comprare/controllare un'azienda che ha un buco di bilancio spaventoso di oltre 2 finanziarie:

Il debito di Telecom Italia valutato da Standard & Poor’s è ormai ai confini della comprensione umana:
56,7 miliardi di euro includendo garanzie, obblighi previdenziali, operazioni di leasing e cartolarizzazione.

Ne parlavamo su questo thread...



Va bene che Telecom abbia comunque un appetitoso cash flow... però non basta a giustificare questi interessi che mi sembrano tuttaltro che puramente economici.

PS ho poi ragione di ipotizzazare che il problema di mazzette poi non finirebbe con il passaggio di mano, infatti potremmo prendere ad esempio la General Electric . . .
(magari in separata sede [SM=x44474] )
Etrusco
00martedì 3 aprile 2007 13:02
PS l'hai vista poi la trasmissione Report della Gabanelli su Telecom il 25 marzo scorso?

[SM=x44461]
-Asmodeus-
00martedì 3 aprile 2007 15:43
Leonè! [SM=x44482]

Telecom in mano a AT&T... [SM=x44497]

Ci manca solo la NSA in casa. [SM=x44467]
il tobas
00martedì 3 aprile 2007 15:47
Io non capisco come Prodi possa indignarsi di questa cosa.

Doveva pensarci prima, quando ha privatizzato telecom (e qualunque persona dotata di buon senso capisce che la gestione rete andava tenuta in mano allo stato e solo i servizi dovevano essere privatizzati).

Adesso è proprietà dei privati, quindi che cazzo vuole il governo?
Almeno abbiano il buon senso di stare zitti.
Bestionn
00martedì 3 aprile 2007 15:48
Oramai la scelta di mercato è così ampia e concorrenziale, che va bene tutto!
Leonessa73
00martedì 3 aprile 2007 20:09
Non che io tifi per AT&T, per carità, ma siete proprio sicuri che il governo dentro la Telecom serva a qualcosa?
(come dentro Alitalia, per esempio)

Non so, sono scettica. Troppi sprechi.
-Asmodeus-
00martedì 3 aprile 2007 20:12
Re:

Scritto da: Leonessa73 03/04/2007 20.09
Non che io tifi per AT&T, per carità, ma siete proprio sicuri che il governo dentro la Telecom serva a qualcosa?
(come dentro Alitalia, per esempio)

Non so, sono scettica. Troppi sprechi.



Le reti, come tutte le infrastrutture base, devono essere statali. Dovremmo imparare dagli americani: da loro porti, telecomunicazioni e quant'altro sono protette da operazioni simili, alla faccia del liberismo.
Leonessa73
00martedì 3 aprile 2007 20:16
Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 03/04/2007 20.12


Le reti, come tutte le infrastrutture base, devono essere statali. Dovremmo imparare dagli americani: da loro porti, telecomunicazioni e quant'altro sono protette da operazioni simili, alla faccia del liberismo.




Ottima osservazione. Allora che tornino statali (ebbasta) Telecom, FS, Alitalia, autostrade. Però quanto ci costerebbe di corruzione? [SM=x44464]
-Asmodeus-
00martedì 3 aprile 2007 20:23
Re: Re: Re:

Scritto da: Leonessa73 03/04/2007 20.16



Ottima osservazione. Allora che tornino statali (ebbasta) Telecom, FS, Alitalia, autostrade. Però quanto ci costerebbe di corruzione? [SM=x44464]



Rivoluzione. Risolve tutto. [SM=x44455]
Leonessa73
00martedì 3 aprile 2007 20:25
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 03/04/2007 20.23


Rivoluzione. Risolve tutto. [SM=x44455]




Te ridi, ma qua non c'è mica soluzione [SM=x44472]
orckrist
00martedì 3 aprile 2007 21:19

Telecom: Prodi getta la maschera

Prodi dichiara una settimana fa (non un secolo!) che il governo non mette mano nella faccenda Telecom; e che non è contrario ad eventuali iniziative provenienti dall'estero. Bugiardo!
Tutti sanno del piano Rovati, smascherato (per fortuna) all'ultimo momento.
Tutti sanno della cordata guidata dal suo «amico e padrone» Bazoli (Intesa), con al seguito altri (fra cui le fondazioni bancarie in gran parte legate al gruppo Intesa-San Paolo).
Si vogliono prendere il controllo di Olimpia (80% di Pirelli e il resto di Benetton), che con il 18% controlla la Telecom.
Vi è tira e molla, fra l'altro perché gli acquirenti vorrebbero comprare al prezzo di mercato delle azioni Telecom (appena sopra i due euro) mentre il venditore intenderebbe avere 2,70 euro.
Adesso, un colpo di scena: intervengono gli americani del colosso AT&T (con la secondaria aggiunta di America Movil) che intendono comprare il 66% di Olimpia (e, in prospettiva, l'intero pacchetto) addirittura a 2,82 euro.
Immediatamente, sono entrati in forte agitazione i gruppi finanziari «amici e padroni» del governo.
Quest'ultimo non è più indifferente alla questione della Telecom e non finge più di «non opporsi» ad eventuali interessamenti stranieri.
Stavolta, poi, Tronchetti ha evidentemente condotto le trattative riuscendo a salvare la loro segretezza, per cui ha colto di sorpresa gli intriganti che volevano impadronirsi a basso prezzo dell'azienda.
Il ministro Fioroni - degno ministro di questa banda - ha espresso le gravi preoccupazioni del governo.
E' stata ritirata fuori la questione dell'italianità da salvare; quell'italianità («l'ultimo rifugio delle canaglie» come Samuel Johnson diceva della patria) che era stata svillaneggiata, irrisa, all'epoca in cui vi era bisogno di liquidare Fazio per mettere alla Banca d'Italia un personaggio proveniente dall'alta dirigenza della Goldman Sachs, enorme banca d'affari USA che - ne sono convinti in molti - stava dietro anche al Piano Rovati e alle successive manovre degli «amici e padroni» di Prodi e governo al fine di impadronirsi della Telecom e di tutto il resto cui puntano (obiettivo privilegiato: le Generali).
Non vi è dubbio che, nell'attuale situazione, il male minore sarebbe che la Telecom venisse presa da AT&T; sempre di gruppi di potere si tratta, e sempre americani, ma meglio questa grande impresa di telecomunicazioni (con una sua efficienza) che una finanziaria americana (nascosta) con alcuni gruppi finanziari italiani, che si farebbero, fra l'altro, anche un grosso polo massmediatico; il tutto avendo come rappresentanza politica questo maledetto e schifoso governo di malaffare, che nessuno - e tanto meno i mascalzoni e coglioni di destra - riesce a mandare a casa, impedendogli di devastare il Paese e di costituire una ipocrita, mefitica, untuosa «dittatura alla vaselina».

Non a caso, i gruppi finanziari, diretti da Intesa (Bazoli), sono comunque in agitazione.
Si cerca di spingere Mediobanca e Generali (in possesso del 5,2% di azioni Telecom) a esercitare un diritto di prelazione, previsto da un patto di consultazione stipulato con Olimpia.
Certo, il diritto di prelazione, se esercitato, implica che si sborsino i 2,82 euro previsti nella proposta del gigante telecomunicativo americano.
Ma il problema che interessa noi non è che questa apa (accolita per azioni) sia costretta a sganciare dei bei soldini (che ci frega degli incassi di Tronchetti, altro bel tomo!); l'importante è che venga dato un colpo decisivo ai disegni dittatoriali dei «padroni e amici» di Prodi & C.
Un colpo che si rifletterebbe sul partito democratico, sulle sue «tessere numero 1» (tipo De Benedetti, che si tira fuori dalla gara per Alitalia perché tende a farla fallire per poi cercare di prendersi l'azienda aerea per meno), sulle «sinistre estreme», terrorizzate dall'indebolimento del governo che garantisce loro cariche e carichette (centrali e locali), fiumi, rivoli e rivoletti di denaro pubblico che affluiscono per le loro inutili iniziative politiche e culturali, per le loro stupide associazioni, i loro orridi giornali e riviste, ecc.
Un «magna magna» generalizzato dell'intera sinistra che deve finire!
Bugiardi e corrotti!
Come direbbe Cossiga: «non meno dei loro oppositori».
A casa, a casa tutti: maggioranze e minoranze.
E' ora di dirlo senza giri di parole: questa apa non è composta da tipi migliori di Riina e di Provenzano.
Questi almeno rischiano di persona; infrangono la legge e vanno in galera.
Quelli dell'apa le leggi se le fanno loro, e anche quando le aggirano - vedi le reprimende ammende comminate dalla CONSOB per le varie operazioni (equity swaps, ecc.) tramite cui si è riusciti a mettere al sicuro la proprietà Fiat per la «grande famiglia» - stanno tranquilli e ridenti.
Che schifo vedere tutti questi tizi, ben vestiti, riuniti in austere stanze dei «palazzi», con le «autorità» (per nulla autorevoli) al seguito, mentre fanno discorsi di «indirizzo» (anche morale, perché osano toccare perfino argomenti etici, le facce di tolla!) rivolti al popolo italiano (che spesso li ammira pure).
Mentre Riina e Provenzano si fanno almeno i loro ergastoli.

No, non credo si possa più tollerare chi continua a votarli e a dire che sono il «meno peggio», che «c'è Annibale (alias Berlusconi) alle porte».
Chi lo fa è complice di tutte le loro bugie e malefatte.
Sia chiaro, quel che dicono questi sporchi politici può anche a volte far sorridere ed essere considerato quasi come il «gioco delle tre carte».
Ma solo se si fa finta di non sapere a quali loschi personaggi del mondo finanziario e industrial-decotto tali politici tengono bordone.
Non è più lecito né ammissibile fingere di non sapere.
Si è complici e quindi mascalzoni; e basta!
Allego notizia da Dagospia che è poco piacevole (sempre i «sinistri» in mezzo).
Questo dimostrerebbe comunque che a destra ormai non contano una s…
Quindi un motivo di più per non accettare l'«Annibale è alle porte».

Professor Gianfranco La Grassa
www.lagrassagianfranco.com


Non sarà facile per Prodi sbattere la porta in faccia agli americani
La A.T.&T. è un colosso che «influenza» la Casa Bianca ed è vicina a Spogli
Sconfitta la spocchia dei Profumo, Bazoli, Rossi: è il mercato, bellezza…


Non è un pesce di aprile, ma una pagina di capitalismo finanziario che ieri ha lasciato di stucco il governo, e rientra nella logica dove il mercato è sovrano.
E' la stessa logica che ha consentito ad Alessandro Profumo, il capo di Unicredit, di conquistare la roccaforte bancaria in Germania, e incoraggia il manager dell'ENEL Fulvio Conti a tentare la conquista del colosso energetico spagnolo Endesa.
Nel mercato globale, dove la concorrenza è senza frontiere, contano i soldi ed è a questi, più che ai progetti industriali, che ha puntato il blitz improvviso di mister Pirelli.
«Gli affari - ha detto due anni fa il marito di Afef - sono una combinazione di tempismo e rapidità nelle decisioni, come accade nello sport della vela».
Lui di vela ne capisce e non vede l'ora di riprendere il largo con il suo Tauris III da 99 piedi per lasciarsi alle spalle le vicende di questi mesi.
Che il cavaliere bianco abbia la maglietta americana oppure quella di Carlos Slim poco importa.
Per Tronchetti la partita di Telecom come grande sfida industriale è chiusa, e non vede l'ora di lasciarsi alle spalle il teatrino italiano dei Rovati, Bersani e delle banche incerte e lacerate dai conflitti personali.
Questo è il suo sogno che in un primo commento, apparso sul «Financial Times», nasce «dall'immensa frustrazione all'interno di Pirelli per l'incapacità di concludere accordi a causa dell'opposizione del governo».
Chi l'ha visto allo stadio di San Siro dove sedeva accanto ai figli e alle spalle del gaudioso Massimo Moratti, non immaginava certo che un'ora dopo la fine della partita Tronchetti avrebbe convocato d'urgenza il Consiglio di amministrazione straordinario di Pirelli per comunicare l'offerta parallela di AT&T e America Movìl.
Il colpo di teatro internazionale riporta alla ribalta un soggetto come l'americana AT&T che da molti anni tiene gli occhi aperti su Telecom.
Fin dai tempi della Stet la società USA ha considerato le telecomunicazioni del nostro Paese come un'area di mercato da sorvegliare in modo «speciale».
Prima di essere liquidato da Ciampi e Draghi fu Ernesto Pascale a tentare una grande alleanza con gli americani, poi ci provò Tommasi di Vignano, ma quando nel 1998 la Fiat mise al vertice di Telecom GianMario Rossignolo, l'intesa venne spazzata perchè il manager tentò un'impossibile
accordo con la Cable&Wireless.
La mano lunga degli americani riapparve poco tempo dopo attraverso Lehman Brothers e Citicorp che misero nelle mani di Colaninno 100mila miliardi dell'epoca per conquistare Telecom.

Il mercato italiano fa gola ai colossi d'oltreoceano e per un gruppo come l'AT&T, che capitalizza 242 miliardi di dollari e l'hanno scorso ha fatto 7,3 miliardi di profitti, non è un problema staccare un assegno da 2,7 miliardi e comprare le azioni a 2,92 euro.
Non sarà per niente facile per Prodi e compagni sbattere la porta in faccia al colosso USA delle telecomunicazioni anche per altre ragioni.
AT&T è la realtà che in America finanzia in modo trasversale sia i repubblicani di Bush e Giuliani che il partito democratico di Hillary Clinton, e rispetto all'altro concorrente che si è affacciato ieri sera con le vesti del messicano Carlos Slim, proprietario di America Movìl, è il soggetto che sembra avere più chances per turbare il sonno della politica italiana.
Non a caso subito dopo l'annuncio di Tronchetti Provera qualcuno ha cominciato a riflettere sul ruolo attivo dell'ambasciatore americano in Italia, Donald Spogli, che dal giorno del suo arrivo non ha mai fatto mistero della grande liquidità che hanno tra le mani i fondi di private equity e sulla possibilità di investimenti nel nostro Paese.
C'è chi si spinge ancora più in là, e ritiene che esista un sottile filo di intenti che legherebbe l'ambasciatore Spogli a Massimo D'Alema desideroso di non essere tagliato fuori dalla grande partita sul futuro di Telecom.
Di questo scenario non ci sono conferme, mentre cominciano a filtrare le prime indiscrezioni sull'attivismo «vendi-cattivo» di Gerardo Braggiotti (consulente di Tronchetti) al quale si attribui-sce la paternità di una trama che mette in soffitta la «soluzione di sistema» tessuta invano dalle ban-che italiane (che hanno sempre intralciato il Braggiottino).
Non è un pesce d'aprile, ma non è nemmeno un capitolo chiuso.
Con la sua mossa improvvisa Tronchetti Provera vorrebbe ripetere quel copione del 2001 che lo portò con un colpo magistrale a vendere una piccola società (Optical Technologies USA) agli americani di Corning e Cisco per 3,6 miliardi di dollari.
L'uomo dei blitz finanziari, il manager che ha dimostrato di non saper costruire un destino industriale per le telecomunicazioni, pensa adesso di mettere alle corde con un colpo solo le banche e la politica.

Da ieri sera e per i prossimi 30 giorni è iniziata una primavera calda che vedrà scatenarsi un'asta al rialzo e un fuoco di polemiche.
In ballo c'è l'italianità delle telecomunicazioni, la difesa del quinto baluardo industriale (dopo Fiat, ENI, ENEL e Finmeccanica) sul quale il mondo politico non è disposto a mollare.
Ne vedremo delle belle.
Vedremo le barricate dei partiti di sinistra che non intendono mollare la gestione della rete agli yankees e tantomeno ai messicani.
Vedremo le banchette italiane (anch'esse già violate e in gran parte vulnerabili alle scalate straniere) recarsi a Palazzo Chigi per valutare una controffensiva a prezzi di gran lunga superiori a quella soglia di 2,7 euro per azione che consideravano irreale.
E forse vedremo qualcosa che finora non si è manifestato e può avere le sembianze di un'Opa su Telecom, che stranamente non è stata ancora fatta, ma che è possibile se qualcuno avesse intenzione di mettere sul piatto 2 miliardi di euro.
Telecom è una telenovela che dura da dieci anni, cioè dall'autunno 1997 quando la privatizzazione portò alla presidenza Guido Rossi, il superavvocato che negli ultimi 100 giorni ha messo il suo nome e il suo prestigio a disposizione di Tronchetti Provera ricevendo un compenso di circa 700mila euro.
Una parcella di tutto rispetto che dovrà essere moltiplicata per dieci e per cento se gli verrà chiesto di convincere le banchette italiane a difendere l'onore della patria e se dovrà servire a cacciare il fantasma della «variabile giustizia», l'unico ostacolo «oscuro» che potrebbe impedire a Trochetti Provera di alzare le vele verso lidi più ricchi e sicuri.

Dagospia 02 Aprile 2007


Mio commento:
Spero che l'ingresso di acquirenti stranieri nel caso Telecom abbia lo stesso effetto già visto nel caso della scalata alla banca Antonveneta, cioè porti allo scoperto gli altarini del sistema Italia.



Arsenio Lupin
00mercoledì 4 aprile 2007 09:31
A me basta che non se la prenda il Berlusca.
O meglio: lo faccia pure, ma almeno i nostri attuali governanti abbiano quel minimo di lungimiranza per smetterla di litigare sui dico-non dico e facciano una legge SERIA sul conflito di interessi.
Perchè se il governo dovesse cadere e il Nano si ripresentasse come candidato premier (e avrebbe tutta la faccia per farlo) sarebbe un dramma; già il conflitto di interessi è emerso in tutta la sua gravità nella precedente legislatura; se ora Berlusconi dovesse tornare a Palazzo Chigi con in tasca pure la Telecom (che se non erro controlla pure La7 e Mtv italia, cioè le uniche TV private nazionali non appartenenti a Silvio) tremo al pensiero di cosa potrebbe succedere. [SM=x44465]
Nikki72
00mercoledì 4 aprile 2007 16:20
Re:


Scritto da: Arsenio Lupin 04/04/2007 9.31
A me basta che non se la prenda il Berlusca.O meglio: lo faccia pure, ma almeno i nostri attuali governanti abbiano quel minimo di lungimiranza per smetterla di litigare sui dico-non dico e facciano una legge SERIA sul conflito di interessi.
Perchè se il governo dovesse cadere e il Nano si ripresentasse come candidato premier (e avrebbe tutta la faccia per farlo) sarebbe un dramma; già il conflitto di interessi è emerso in tutta la sua gravità nella precedente legislatura; se ora Berlusconi dovesse tornare a Palazzo Chigi con in tasca pure la Telecom (che se non erro controlla pure La7 e Mtv italia, cioè le uniche TV private nazionali non appartenenti a Silvio) tremo al pensiero di cosa potrebbe succedere. [SM=x44465]




Mi sembra di aver sentito oggi al tg5 che il governo auspica invece che sia proprio Berlusca a prendersi Telecom, così rimane tutto in Italia. ho capito bene? [SM=x44473]

se è così adesso capisco di cosa parlottavano Fassino e Berlusca vicini vicini sui banchi del parlamento l'altro giorno [SM=x44458]

[Modificato da Nikki72 04/04/2007 16.27]

Arsenio Lupin
00mercoledì 4 aprile 2007 18:00
Re: Re:

Scritto da: Nikki72 04/04/2007 16.20




Mi sembra di aver sentito oggi al tg5 che il governo auspica invece che sia proprio Berlusca a prendersi Telecom, così rimane tutto in Italia. ho capito bene? [SM=x44473]

se è così adesso capisco di cosa parlottavano Fassino e Berlusca vicini vicini sui banchi del parlamento l'altro giorno [SM=x44458]

[Modificato da Nikki72 04/04/2007 16.27]




Hai capito bene, ma la cosa mi lascia moooooolto perplesso. Non si rendono conto i nostri governanti di cosa potrebbe combinare Berlusconi proprietario anche della Telecom?
A meno che - come dici tu - lui e Fassino non stessero parlando proprio di questo: in sintesi Belusconi ha chiesto alla sinistra di non rompergli le scatole sulla questione Telecom ed in cambio lui accetterà che si faccia una legge sul conflitto di interessi.
Etrusco
00mercoledì 4 aprile 2007 19:52
Re: Re: Re:

Scritto da: Leonessa73 03/04/2007 20.16



Ottima osservazione. Allora che tornino statali (ebbasta) Telecom, FS, Alitalia, autostrade. Però quanto ci costerebbe di corruzione? [SM=x44464]



Leo, il problema della corruzione è grave, ma sarebbe anche peggio se Telecom (e soprattutte la sua rete di infrastrutture) passasse sotto il controllo di un'azienda statunitense già coinvolta con gli spionaggi (più o meno leciti) della NSA.

In sintesi: chi controlla Telecom può controllare tutto il traffico italiano voce, dati, fax, etc.
E sarebbe inutile illudersi: anche se hai un'utenza Wind, FastWeb, 3, Vodafone, tutto passa per le infrastrutture Telecom.

L'ultima trasmissione di Ballarò, tra le righe, faceva capire anche questo dettaglio non secondario [SM=x44461]
lostin
00giovedì 5 aprile 2007 08:48
Re:

Scritto da: Arsenio Lupin 04/04/2007 9.31
A me basta che non se la prenda il Berlusca.
O meglio: lo faccia pure, ma almeno i nostri attuali governanti abbiano quel minimo di lungimiranza per smetterla di litigare sui dico-non dico e facciano una legge SERIA sul conflito di interessi.
Perchè se il governo dovesse cadere e il Nano si ripresentasse come candidato premier (e avrebbe tutta la faccia per farlo) sarebbe un dramma; già il conflitto di interessi è emerso in tutta la sua gravità nella precedente legislatura; se ora Berlusconi dovesse tornare a Palazzo Chigi con in tasca pure la Telecom (che se non erro controlla pure La7 e Mtv italia, cioè le uniche TV private nazionali non appartenenti a Silvio) tremo al pensiero di cosa potrebbe succedere. [SM=x44465]



quanto la fate tragica.
Etrusco
00giovedì 5 aprile 2007 09:07
Per i motivi che ho sopra accennato (intercettazioni) Berlusconi sarebbe un problema infinitesimo d'ordine trascurabile [SM=x44461]
il tobas
00giovedì 5 aprile 2007 11:54
Re: Re: Re:

Scritto da: Leonessa73 03/04/2007 20.16



Ottima osservazione. Allora che tornino statali (ebbasta) Telecom, FS, Alitalia, autostrade. Però quanto ci costerebbe di corruzione? [SM=x44464]



Non avrebbero mai dovuto vendere autostrade e nemmeno la rete telecom (e le ferrovie). Alitalia invece è un discorso diverso, in quel settore esiste la libera concorrenza; se non voglio volare con Alitalia posso farlo con klm,ryanair o chi altro.
Ma se voglio andare in autostrada da bologna a roma solo l'A1 posso prendere e non può esserci un concorrente che mi offre un prodotto analogo a condizioni migliori. Così per le ferrovie, le reti telefoniche ed energetiche.
Ci sono cose che devono essere in mano allo stato.
Arsenio Lupin
10giovedì 5 aprile 2007 12:08
Re:

Scritto da: Etrusco 05/04/2007 9.07
Per i motivi che ho sopra accennato (intercettazioni) Berlusconi sarebbe un problema infinitesimo d'ordine trascurabile [SM=x44461]



Davvero? Un capo di governo proprietario di un'azienda telefonica col vizio delle intercettazioni?
Se per te è un problema trascurabile... [SM=x44465]
Hai un poster di Nixon in camera per caso? [SM=x44455]
Leonessa73
10giovedì 5 aprile 2007 12:42
Ho sentito De Bortoli, da qualche parte in tv, che dice che sicuramente interverrà una cordata di banche a "salvare" Telecom.

Questa soluzione vi sembra migliore? [SM=x44473]
Etrusco
00giovedì 5 aprile 2007 14:46
Re: Re:

Scritto da: Arsenio Lupin 05/04/2007 12.08


Davvero? Un capo di governo proprietario di un'azienda telefonica col vizio delle intercettazioni?
Se per te è un problema trascurabile... [SM=x44465]
Hai un poster di Nixon in camera per caso? [SM=x44455]



Ovviamente no, ma per semplificare al max il complicato discorso preferisco parlare per iperboli [SM=x44461]

Sulla cordata delle banche per far rimanere il controllo su Telecom italiano.... non saprei [SM=x44473]

Etrusco
00venerdì 27 aprile 2007 19:14


ACCORDO FATTO!
TRONCHETTI VENDE A 2,82 A TELEFONICA-SANT'INTESA-MEDIOBANCA
IN SECONDO TEMPO SI VEDRA’ QUALI IMPRENDITORI ENTRERANNO IN BALLO




Dagospia 27 Aprile 2007

Fl100
00venerdì 27 aprile 2007 21:18
Re:

Scritto da: Leonessa73 03/04/2007 12.32
Io sono favorevole [SM=x44458]

Vedi te, che se la compra AT&T il sistema mazzette non lo esportiamo mica...e una parte di "magna magna" finisce [SM=x44492]

Voi che dite?



Io mi chiedo invece: perchè gli italiani, invece di fare un mazzo quadro a chi ha provocato sprechi in aziende pubbliche che pure hanno un notevole valore, le lasciano agli stranieri?
La cosa che più mi appare assurda è che nessuno di noi ha il minimo senso di "italianità".
Leonessa73
10venerdì 27 aprile 2007 22:41
Re: Re:

Scritto da: Fl100 27/04/2007 21.18


Io mi chiedo invece: perchè gli italiani, invece di fare un mazzo quadro a chi ha provocato sprechi in aziende pubbliche che pure hanno un notevole valore, le lasciano agli stranieri?
La cosa che più mi appare assurda è che nessuno di noi ha il minimo senso di "italianità".




Secondo me, invece, il nostro problema è che ce ne abbiamo proprio troppo, di senso (perverso) di italianità [SM=x44465]
Fl100
00venerdì 27 aprile 2007 23:38
Re: Re: Re:

Scritto da: Leonessa73 27/04/2007 22.41



Secondo me, invece, il nostro problema è che ce ne abbiamo proprio troppo, di senso (perverso) di italianità [SM=x44465]



Sarà. Però trovo un pò ingenuo credere che l'arrivo di aziende estere porti maggiore "moralità". Tutto il mondo è paese.
Etrusco
10sabato 28 aprile 2007 00:44
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Fl100 27/04/2007 23.38


Sarà. Però trovo un pò ingenuo credere che l'arrivo di aziende estere porti maggiore "moralità". Tutto il mondo è paese.



La soluzione sarebbe semplice:
dividere la Telecom in 2 parti (infrastrutture/reti e servizi)

e poi lasciare al libero mercato i servizi
e riportare alla gestione statale le infrastrutture di rete.

I vantaggi sarebbero notevoli, anche perchè siamo in ritardo tecnologico pazzesco e per progredire
abbiamo bisogno di programmare a lungo termine: cosa che le aziende private preferiscono non fare. Solo lo Stato può pianificare certi investimenti in un arco di 5-10 anni.

Etrusco
00lunedì 30 aprile 2007 01:42
...e alla fine:
Capitano Marino
10lunedì 30 aprile 2007 08:09
Personalmente ritengo che quando una Banca diventa sostanziale proprietaria di un'azienda non è mai un bel segnale.
Poichè non fa parte della sua mission aziendale, una conduzione puramente speculativa è dietro l'angolo, senza contare gli eventuali conflitti di interesse su collocamenti azionari e/o obbligazionari (caso Cirio docet).
L'italianità è una cosa marginale; siamo pronti a criticare i francesi quando fanno leggi ad hoc per difendere la loro più importante industria energetica dalla scalata di Eni, ma poi cadiamo nel nostro gretto provincialismo.
Fazio che complotta per evitare l'entrata di ABN Amro in una Banca italiana non è poi moralmente così diverso da Padoa Schioppa che telefona al Presidente di Generali per farlo intervenire.
Ma Telecom fa gola a troppa gente, anche per motivi che nulla hanno a che fare con il bene dei dipendenti e degli azionisti.
E negli ultimi tempi si è capito...Tronchetti (che aveva sborsato pochissimo per acquisirla attraverso le famose scatole cinesi vietate in molti altri paesi) ha pensato bene di levarsi per tempo, con un lauto guadagno, peraltro.
Credo che nel giro di un paio d'anni ne risenteremo parlare.
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