Theodor Kaczynski: UNABOMBER

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
orckrist
00domenica 6 luglio 2008 19:57

BIOGRAFIA E PROFILO


Quando ci si colloca nella posizione di osservatore dei fatti prima, e narratore degli stessi poi, sembra quasi di essere in teca di cristallo da dove si vede, ma non si è visti.
Scrutare nei meandri delle cose e delle persone, rovistare nei più intimi particolari, alla ricerca di cose da raccontare, che siano belle o brutte, allegre o tristi è compito a volte ingrato del cronista, specialmente di chi si occupa di "raccontare" fatti di cronaca nera e giudiziaria.
Analizzare la complessità di una personalità è stato da sempre il punto fisso di tutti i ricercatori di psichiatria e psicologia, compresi gli operatori di tutte le polizie.
Grazie alla paziente analisi John Douglas, si è passati da una specie di alchimia del ragionamento ad una vera e propria scienza del crimine, mi riferisco al profiler.
Prima di Douglas non esisteva una figura così, ci sono voluti molti studi e pazienti interrogatori da parte sua, raccogliere migliaia di casi, analizzarli, metterli in un database, per dare al suo lavoro una conferma da parte delle autorità, così ora il profiler è un'agente super specializzato nell'analisi del crimine.
Fu proprio durante l'analisi di Unabomb, che emerse tutta l'importanza della sua ricerca, anche se come vedremo poi, Douglas per questo caso avrà dei rammarichi per come si svolsero i fatti, ma andiamo per gradi.
Theodore Kaczynski, nasce a Chicago, il 22 maggio 1942, da genitori polacchi ma americani ormai di due generazioni, Theodore Richard Kaczynski e Wanda Theresa Dombek.
L'infanzia di Theodore, Ted, è segnata da una sua naturale riservatezza e timidezza che lo faranno, in seguito, sembrare asociale.
A seguito di una reazione allergica, è ricoverato in ospedale per diverse settimane, e la visita dei genitori è limitata allo stretto indispensabile.
Al suo ritorno a casa, non sarà più lo stesso, a seguito dell'abbandono, come lo giudicava lui, cambiò tutto il suo modo di essere, e il bambino gioviale e allegro, lasciò il posto ad uno più taciturno e rabbioso, gridava e piangeva sempre in cerca di aiuto e conforto dalla madre, come lei stessa disse.
Iniziano le scuole e Ted, come tutti i bambini inizia il suo percorso di formazione,
le elementari a Chicago, poi quelle che da noi sono le medie e le superiori, in ogni passaggio di grado i suoi professori erano concordi in due cose, il carattere schivo e ombroso e l'intelligenza straordinaria, il suo QI era tra 160 e 170, ai massimi livelli.
Per questo, i genitori furono consigliati nel fargli saltare le classi, e iscriverlo ai corsi superiori, tanto da diventare il più giovane diplomato di Harvard.
Nell'università del Michigan fa un corso di specializzazione in matematica, e fu qui che iniziò la sua attività di ricercatore.
La sua specializzazione era, la teoria dell'analisi complessa, un ramo dello studio delle funzioni geometriche.
Il suo professore Gorge Piranian disse di lui: "Non è abbastanza affermare che è intelligente".
Nel '67 vinse una borsa di studio per la sua relazione sulle funzioni lineari, e riuscì a risolvere un problema che lo stesso Piranian non riusciva a risolvere.
Lasciata l'università del Michigan, diventa assistente di matematica all'università di della California, a Berkley.
Qui il suo carattere schivo e asociale, fa letteralmente a cozzi con i suoi allievi, a tal punto che non sarà ben visto da nessuno e nel '69 rassegna le sue dimissioni.
Calvin Moore, vice preside della facoltà, affermò che Kaczyniski con le sue teorie era impressionante, e che sarebbe potuto diventare un membro anziano molto presto.
Rimasto senza lavoro, e senza casa, si adatta a fare quello che può, vivendo in una baracca, lavorando saltuariamente.
Ormai staccatosi dalla famiglia, aveva provato ad accettare un lavoro nell'azienda del padre e del fratello nel 1978 che durò poco, cerca di dare un significato a quella che è la sua rabbia, adottando un sistema di vendetta a lui più adatto, le bombe.
Non si diventa terroristi e pratici di bombe, in pochi istanti, non ci si alza dal letto una mattina, dicendo: oggi voglio iniziare la mia attività di attentatore dinamitardo, ci vogliono dedizione, studio e pratica.

FINE PRIMA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 19:59

La prima bomba fu trovata nel Maggio del 1978, nel parcheggio dell'università di Chicago, era un pacco che aveva come mittente l'indirizzo del professor Buckley Christ, dell'istituto tecnologico della Nortwestern University.
Il plico allora, fu riportato a lui, pensando che lo avesse smarrito, ma Christ disse di non averlo spedito, e insospettito lo consegnò alla polizia dell'università.
Quando l'agente Terry Marker, aprì il pacchetto, gli esplose in faccia ferendolo lievemente alla mano sinistra.
Fortunatamente per l'agente, la modo di costruzione molto semplice e povera, non si rivelò essere offensiva, era costruita, infatti, con un tubo metallico di un pollice di diametro e nove di lunghezza (inch - pollice = 25 mm), contenente pezzi di metallo, provenienti da un lavoro domestico, con polvere da sparo e un'unghia di nastro adesivo che serviva da innesco al momento dell'apertura, collegata a sei fiammiferi, il tubo era chiuso da un tappo di legno.
Questa fu la cosa che stupì gli investigatori, per la chiusura non avevano mai trovato un tappo di legno, ma di metallo, poiché non ha la forza per dare la compressione giusta all'esplosione.
Una seconda bomba, aveva ancora una volta come bersaglio la facoltà della Northwestern University, fu lasciata sul tavolo di una delle aule, era fatta con una scatola di sigari, un laureando della facoltà Johnn Harris la vide e la aprì, anche qui l'esplosione non arrecò danni di rilievo né allo studente, né alle cose.
Nel 1979, su un boeing 727 volo 444 dell'American Airlines diretto da Chicago a Washington, ci fu un atterraggio d'emergenza dovuto a del fumo, conseguenza di un principio d'incendio, che entrava nella cabina di pilotaggio, alcuni passeggeri, furono intossicati dall'esalazione, tanta paura, ma niente di più.
Probabilmente se la pressurizzazione dell'aereo avesse raggiunto un livello maggiore, l'esplosione sarebbe stata catastrofica, ma grazie anche all'inesperienza del suo costruttore i danni pure questa volta furono limitati.
Non era la prima bomba nel campo delle linee aeree, un anno prima il presidente delle United Aerilnes, Percy Wood, è ferito alle mani, al volto e alle gambe, mentre apre un pacco.
Dato che una bomba su una aereo di linea in America è un reato federale, fu investita dell'autorità d'indagine l'FBI, che cominciò a collegare i vari attentati, coniando l'acronimo UNABOMB, che sta per (UNiversity-Aerlines-BOMBer), ma altri agenti federali lo battezzarono Junkyard Bomber, (junkyard = robivecchi), per il materiale povero che era usato.
Ormai la scienza investigativa aveva aperto le porte al futuro, e John Douglas, esperto profiler iniziò il suo paziente esercizio di assemblaggio delle prove, andando anche contro i suoi colleghi.
La sua frase preferita era " se vuoi capire l'artista, studia la sua arte" e i suoi colleghi non avevano ancora ben chiara questa frase, avevano collegato gli attentati come fatti da uno sprovveduto, un ingenuo, ma a Douglas venne subito davanti il quadro chiaro della situazione: un progressivo miglioramento nella tecnica, e nella volontà di fare male.
Nell'ultimo ordigno, infatti, non c'era la voglia di fare male ad una persona sola, ma far esplodere un intero aereo con dentro tutte le persone.
Da qui la deduzione di Douglas, che gli attentati, al contrario di quanto dicevano i suoi colleghi dell'FBI, erano fatti da una persona con intelligenza fuori della norma, con un comportamento ossessivo, un uomo solo, di circa trent'anni, bianco.
La paura di John era, oltre al fatto che i suoi colleghi non considerassero a sufficienza la cosa, che l'attentatore potesse in breve tempo migliorare la sua tecnica e aumentare la ferocia del suo modus operandi (lo indicherò con MO d'ora in avanti).
Non deve meravigliare che l'FBI fosse così reticente verso le teorie di Douglas, ma il profiling era solo all'inizio ed era proprio John Douglas che lo portava avanti da solo, come innovazione, ma quando si cerca di produrre nuove tecniche, si ha sempre a che fare con lo scoglio della paura e dell'ignoranza, invece come tutti sappiamo, il profiling è diventata una delle materie cardine nelle tecniche d'investigazione.

FINE SECONDA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 21:01

Dopo un periodo di stasi, ricomincia la serie degli attentati, una bomba all'Università dello Utah, Salt Lake City, è trovata e disinnescata senza procurare danni a persone o cose.
Il 5 maggio del 1982, un pacco indirizzato al professor Patrick Fischer, dell'Università di Stato della Pennsylvania, esplode tra le mani della sua segretaria Janet Smith, mentre lo stava aprendo, causandole gravi lacerazioni, come gli altri ordigni, la bomba era un tubo bomba, in una scatola di legno.
Il pacco aveva come mittente, il nome del professor LeRoy Wood Bearnson della facoltà d'ingegneria alla Brigham young University.
La scatola di legno, spedita da con il nome di LeRow Wood, dette il "la", per accordare tutti gli strumenti che Douglas poteva avere nella sua mente, e come primo punto d'unione fu il legno: wood=legno (in inglese).
Alcuni mesi dopo, il 2 luglio, il professor Diogenes Angelakos, professore d'ingegneria elettronica e informatica, all'Università della California a Berkeley, trovò una lattina su un tavolo di un'aula, come la prese per tirarla via, gli esplose tra le mani, ferendolo gravemente.
Da ora e per tre anni c'è un fermo nella sua attività, tanto che sia Douglas sia gli altri colleghi dell'FBI, pensavano che si fosse ucciso, è un evento non comune ma possibile nei serial killer.
Il 13 maggio 1985, nella sala computer della Cory Hall di Berkley, in uno scaffale, Jhon Hauser, laureando in ingegneria e pilota, trova un rilegatore ad anelli, lo apre e l'esplosione gli porta via alcune dita della mano destra, due arterie, e un occhio in maniera parziale.
Lo scoppio era stato devastante, ma il MO non c'erano dubbi per gli investigatori era quello di Unabomb.
Un mese dopo, fu mandato un pacco alla Boeing, divisione fabbricazione aerea a Washington, ma fu disinnescata dagli artificieri.
Il 15 novembre un plico è mandato al docente di psicologia, James McConnell, il professore e l'assistente rimangono feriti per aprirlo.
Nel dicembre del 1985, Hugh Campbel Scrutton, commerciante e proprietario di un negozio di Computer a Sacramento in California, vede un sacchetto di carta davanti al suo negozio, lo raccoglie e gli esplode in mano, uccidendolo.
Il sacchetto conteneva chiodi, e uno di questi trasformatosi in proiettile gli aveva trapassato i polmoni, raggiungendo il cuore.
Fino ad ora Unabomb, aveva solo ferito o causato danni alle cose, da questo momento diventa un assassino.

FINE TERZA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 21:04

Il MO, per Douglas era certamente migliorato, aveva alzato il tiro, il suo uomo, come se gli anni passati in silenzio, fossero serviti a limare la tecnica.
Ancora un periodo di stasi, e poi nuovamente il 20 febbraio 1987 fu preso di mira un negozio di computer, di Salt Lake City, il proprietario Gary Wright, rimase solamente ferito.
Questo accanirsi contro negozi di computer per Douglas, gli dettero la convinzione che Unabomb, fosse in qualche modo legato al mondo dell'istruzione, perché i computer ne sono un simbolo.
Si nota però in quest'ultimo attentato forse un atto di presunzione, oppure di stanchezza, giacché è visto da un testimone una persona lasciare una catasta di legna, questo teste darà modo di costruire poi un identikit.
Spaventato o irritato da questo fatto, Unabomb si mette nuovamente in silenzio, probabilmente anche per studiare nuove tecniche, fino al 1993, il 22 giugno un pacco bomba è fatto recapitare a casa del genetista Charles Epstein, dell'Università della California, aprendo il pacco il professore rimane gravemente ferito.
Il 24 giugno il professor David Gerlenter, docente d'informatica all'Università di Yale, rimane gravemente ferito aprendo un pacco a lui indirizzato, l'esplosione gli causa seri danni all'addome, perde parte del braccio destro, un occhio e l'uso di un orecchio compromesso.
Thomas Mosser il 10 dicembre del 1994 direttore dell'agenzia pubblicitaria Young & Rubicam rimase ucciso aprendo un pacco spedito alla sua abitazione.
Questo fu l'ultimo degli attentati, ma la cattura avvenne in modo del tutto originale, e insperata per gli investigatori.
Finita la campagna dinamitarda, o almeno messa un po' in disparte, Ted Kaczynski iniziò quella che possiamo definire la fase di rivendicazione degli attentati, per fare sapere a tutti che cosa stesse facendo e perché.
Per fare questo, redasse il suo Manifesto di 35000 parole, dove c'era scritto tutta il suo programma, lo fece arrivare alle maggiori testate giornalistiche, New York Times e Washington Post, ai quali arrivò la richiesta da parte di Unabomb di pubblicare il suo Manifesto, condizione necessaria perché lui smettesse di mettere bombe.

FINE QUARTA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 21:08

Nel documento da lui redatto, si parla dell'odio verso il nuovo e il progresso, e che l'avvento del computer non porterà all'uomo niente di buono.
Bisogna quindi che il genere umano ritorni indietro, vivendo più al contatto con la natura, dove è la mente che deve avere il ruolo principale nel risolvere i problemi, e per fare questo è necessario portare la società ad un collasso sociale, per ripristinare il dominio dell'uomo sulle cose.
Questo è anche il motivo per cui Unabomb, firmava i suoi ordigni con il legno, il ritorno cioè alla natura, usare materiali naturali.
Fu proprio leggendo questi articoli che David Kaczyniski (fratello di Theodor), assistente sociale e sua moglie Linda, che riconobbero il modo di parlare di Ted.
Lo sconforto prese entrambi perché non sapevano cosa fare, ma optarono per la cosa più giusta e coraggiosa, anche se fosse costata la pena capitale al fratello, volevano salvare altre vite probabilmente in pericolo.
Dopo consigli con gli esperti e raggiunta la certezza che fosse proprio lui il serial killer, David denunciò Ted alle autorità, e questo permise di raggiungerlo nella sua baracca nel Montana.
Il 3 aprile del 1996, Donald Sachtelben e una squadra di agenti dell'FBI fecero irruzione e arrestarono Teodor Kaczyniski.
Fu selezionata la giuria e il 22 dicembre 1997, Unambomb, fu processato per dieci capi d'accusa.
I primi di gennaio del 1998 Kaczynski tentò di suicidarsi, per rimanere nello schema di chi sprezza il pericolo e la vita.
Il 22 gennaio dello stesso anno, Teodor Kaczynski si dichiarò colpevole di tutti i capi d'accusa in totale tredici, fu condannato ma la pena capitale gli fu risparmiata e commutata in ergastolo.
La storia di Theodor Kazynski come storia di serial killer è anomala, poiché non si può parlare di killer seriale come siamo abituati a vederli nelle cronache, non colpisce subito per uccidere, lo fa due sole volte su tredici attentati, ferisce gravemente tre persone, il resto sono feriti lievi, una minoranza quindi di omicidi, ma quello che sgomenta è la puntigliosità del suo MO, ricercato e paziente, un lavoro degno della pazienza di un certosino, se non fosse che i frati usavano la penna per miniare i loro codici.
A John Douglas è rimasta un po' di amarezza per le critiche mosse dalla stampa, per le ricerche, dicevano infatti che se per caso il fratello non avesse letto i giornali, Unabomb sarebbe ancora libero, questo non era vero perché erano già sulle sue tracce, il fratello David non fece altro che accelerare i tempi.
Di una cosa Douglas fu veramente grato, al fratello di Ted e a sua moglie: averlo denunciato.
Il 10 agosto 2006 il giudice Garland Burrell jr. ha messo in vendita gli oggetti personali di Teodor Kaczynski, sequestrati al momento dell'arresto nel Montana in un'asta su Internet, e i proventi sono stati usati per risarcire le famiglie delle vittime, naturalmente tra gli oggetti messi in vendita non ci sono i contenitori e i materiali per costruire le bombe.

© Copyright Gik Senders

FINE QUINTA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 21:19

LA SOCIETÀ INDUSTRIALE E IL SUO FUTURO
Il Manifesto di Unabomber



Introduzione

1. La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana. Esse hanno incrementato a dismisura l'aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi "sviluppati" ma hanno destabilizzato la società, reso la vita insignificante, assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni, diffuso sofferenze psicologiche (nel Terzo mondo anche fisiche), inflitto danni notevoli al mondo naturale. Il continuo sviluppo della tecnologia peggiorerà la situazione. Essa sicuramente sottometterà gli esseri umani a trattamenti sempre più abietti, infliggerà al mondo naturale danni sempre maggiori, porterà probabilmente a una maggiore disgregazione sociale e sofferenza psicologica e a incrementare la sofferenza fisica in paesi "sviluppati".

2. Il sistema tecnologico industriale può sopravvivere o crollare. Se sopravvive, potrebbe, alla fine, raggiungere un basso livello di sofferenze psicologiche e fisiche, ma solo dopo un lungo periodo, molto doloroso, di aggiustamento e solo al costo di ridurre permanentemente gli esseri umani e molti altri organismi viventi a prodotti costruiti, semplici ingranaggi nella macchina sociale. Inoltre, se il sistema sopravviverà, le conseguenze saranno inevitabili: non vi e possibilità di riformare o modificare il sistema così da impedire che esso privi la gente di dignità e autonomia.

3. Se il sistema crolla le conseguenze saranno ancora molto dolorose. Ma più il sistema si ingrandisce più disastroso sarà il risultato del suo collasso, così che se deve crollare e meglio che sia prima che dopo.

4. Per questo noi peroriamo una rivoluzione contro il sistema industriale. Questa rivoluzione può o no fare uso di violenza: potrebbe essere un processo rapido o relativamente graduale della durata di alcuni decenni. Non possiamo saperlo, ma possiamo delineare in generale, le misure che coloro i quali odiano il sistema industriale dovrebbero adottare per preparare la via verso una rivoluzione contro quella forma di società. Questa non e una rivoluzione politica. Il suo obiettivo sarà quello di rovesciare non i governi ma i principi economici e tecnologici.

5. In questa trattazione esamineremo solamente alcuni degli sviluppi negativi prodotti dal sistema industriale-tecnologico; altri saranno solo accennati o ignorati completamente. Questo non significa che noi li consideriamo non rilevanti. Per ragioni pratiche circoscriviamo la discussione su aspetti che hanno ricevuto insufficiente attenzione pubblica o sui quali abbiamo qualCosa di nuovo da dire. Per esempio, vista 1'efficienza dei movimenti ambientalisti e per la salvaguardia della natura, ci siamo soffermati poco sul degrado ambientale o sulla distruzione della natura selvaggia anche se li consideriamo della massima importanza. La psicologia della sinistra moderna

6. Quasi tutti saranno d'accordo sul fatto che noi viviamo in una società profondamente turbata. Una delle più diffuse manifestazioni della pazzia e la sinistra. Perciò, una discussione sulla psicologia della sinistra può servire come introduzione alla disamina dei problemi della società moderna in generale.

7. Ma cos'è la sinistra? Durante la prima meta del XX secolo la sinistra poteva essere identificata effettivamente con il socialismo. Oggi il movimento e frammentato e non e chiaro chi possa essere chiamato precisamente una persona di sinistra. Quando parliamo di gente di sinistra noi abbiamo in mente principalmente i socialisti, i collettivisti, i caratteri "politicamente corretti", gli attivisti per i diritti delle femministe, dei gay, dei disabili e degli animali e simili. Ma non tutti quelli che sono associati con uno di questi movimenti sono persone di sinistra. Quello che noi vorremmo discutere non e tanto un movimento o una ideologia, quanto un modello psicologico o piuttosto una collezione di caratteri correlati. Così quello che noi consideriamo sinistra emergerà più chiaramente nel corso della nostra discussione sulla psicologia della sinistra (vedi anche i paragrafi 227-230).

8. Persino così la nostra concezione della sinistra rimarrà molto meno chiara di quello che avremmo desiderato, ma sembra che non vi sia alcuna possibilità di rimedio a ciò. Tutto quello che cerchiamo di fare e indicare, in modo rozzo e approssimato, le due tendenze psicologiche che noi crediamo siano le principali forze che guidano la sinistra moderna. Noi non pretendiamo di dire l'intera verità sulla psicologia della sinistra. Inoltre la nostra discussione intende limitarsi solo alla sinistra moderna. Lasciamo aperta la questione se la nostra discussione possa essere applicata o no alla sinistra del XIX secolo e dei primi del Novecento.

9. Le due tendenze psicologiche che costituiscono il fondamento della sinistra moderna vengono da noi definite come "complessi di inferiorità" e "sovrasocializzazione". I complessi di inferiorità sono caratteristici dell'intera sinistra moderna, mentre la sovrasocializzazione e una caratteristica solo di un determinato segmento della sinistra moderna; ma questo segmento e di gran lunga uno dei più influenti. Complessi di inferiorità

10. Con "complessi di inferiorità" non ci riferiamo solo a quei complessi nel senso più stretto ma a uno spettro completo di tratti caratteristici correlati: bassa autostima, sensazioni di impotenza, tendenze depressive, disfattismo, sentimenti di colpa, odio di sé. Noi sosteniamo che le persone di sinistra tendono ad avere questi complessi (di solito più o meno repressi) e che questi sono decisivi nel determinare la direzione della sinistra moderna.

FINE SESTA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 21:22

11. Quando qualcuno interpreta come degradante quasi tutto quello che si dice su di lui (o sui gruppi con cui si identifica), noi deduciamo che soffre di sentimenti di inferiorità o di bassa autostima. Questa tendenza e marcata tra coloro che sostengono i diritti delle minoranze, appartengano o no ai gruppi minoritari che difendono. Essi sono ipersuscettibili alle parole usate per designare le minoranze. I termini negro, orientale, handicappato, o gallina per un africano, un asiatico, un disabile o una donna, non hanno in origine alcuna connotazione degradante. I termini "sguaiata" e "gallina" erano semplicemente gli equivalenti femminili di ragazzo, damerino, o compagno. Le connotazioni negative sono state associate a questi termini dagli stessi attivisti. Alcuni sostenitori dei diritti degli animali sono andati così oltre da rigettare la parola "pet" e insistere nel rimpiazzarla con "compagno animale". Gli antropologi di sinistra, per lo stesso motivo, evitano di dire, sui popoli primitivi, cose che possano essere interpretate come negative. Vogliono cambiare la parola primitivo con illetterato. Sembrano del tutto paranoici riguardo a qualsiasi cosa che potrebbe far pensare che la cultura primitiva sia inferiore alla nostra. (Non vogliamo dire che le culture primitive sono inferiori alla nostra. Semplicemente evidenziamo l'ipersuscettibilità degli antropologi di sinistra.)

12. I più suscettibili all'uso di una terminologia "politicamente scorretta" non sono gli abitanti comuni di un ghetto nero, l'immigrante asiatico, le donne violentate o le persone disabili, ma una minoranza di attivisti, molti dei quali non appartengono ad alcun gruppo "oppresso" ma provengono dalle classi privilegiate della società. La correttezza politica ha la sua roccaforte tra i professori universitari, persone cioè con un impiego sicuro, buone retribuzioni e, per la maggior parte, eterosessuali, maschi bianchi e provenienti da famiglie di classe media.

13. Molti uomini di sinistra si identificano profondamente con i problemi dei gruppi che hanno un'immagine debole (donne), o di vinti (gli indiani americani), repellenti (omosessuali) e inferiori. Gli stessi uomini di sinistra percepiscono che questi gruppi sono inferiori. Non ammetterebbero questi sentimenti neanche con sé stessi, ma il vero motivo e che essi vedono questi gruppi come inferiori e li identificano con i loro problemi. (Non vogliamo dire che le donne, gli indiani, ecc. sono inferiori; noi stiamo solo puntualizzando la psicologia della sinistra.)

14. Le femministe sono disperatamente ansiose di provare che le donne sono forti e capaci quanto gli uomini. Chiaramente esse sono dominate dalla paura che le donne non possono essere forti e capaci come gli uomini.

15 Le persone di sinistra tendono a odiare qualsiasi cosa abbia un immagine forte, positiva e di successo. Le ragioni per le quali dichiarano di odiare la civiltà occidentale, sono, senza ombra di dubbio, false. Essi dicono di odiare l'Occidente perché è guerrafondaio, imperialista, sessista, etnocentrico e così via, ma quando le stesse colpe. appaiono nei paesi socialisti o nelle culture primitive accampano scuse o, al più, ammettono pa i denti che esistono; mentre invece sottolineano entusiasticumente (e spesso esagerano) queste colpe quando appaiono nella civiltà occidentale. E ovvio, perciò, che queste colpe non sono il vero motivo per cui odiano l'Occidente e l'America. La persona di sinistra odia l'America e l'Occidente perché sono forti e hanno successo.

16. Parole come "fiducia in sé", "sicurezza di sé", "iniziativa", "impresa", "ottimismo", ecc. giocano un ruolo marginale nel vocabolario liberale e della sinistra. L'uomo di sinistra e antindividualista, pro-collettivista. Egli vuole che la società risolva qualsiasi suo bisogno, prendendosene cura. Egli non possiede un innato senso di fiducia nella propria capacita di risolvere i suoi problemi e soddisfare i suoi bisogni. L'uomo di sinistra e contro il concetto di competizione perché, dentro di sé, si sente un perdente.

17. Le forme di arte che attraggono gli intellettuali moderni di sinistra tendono a concentrarsi sullo squallore, la sconfitta e la disperazione, oppure assumono un tono orgiastico, abbandonando il controllo razionale, come se non ci fosse alcuna speranza di risolvere ogni cosa attraverso la razionalità e tutto quello che rimane è l'immersione nelle sensazioni del momento.

18. I filosofi della sinistra moderna tendono a licenziare la ragione, la scienza, la realtà obiettiva e a insistere che qualsiasi cosa è culturalmente relativa. E' vero che ci si possono porre domande serie sulle basi della conoscenza scientifica e su come, se è possibile, si possa definire il concetto di realtà oggettiva. Ma è ovvio che i filosofi della sinistra moderna non sono semplicemente logici imperturbabili che analizzano sistematicamente le basi della conoscenza. Essi sono profondamente coinvolti nel loro attacco alla verità e alla realtà. Attaccano questi concetti a causa dei propri bisogni psicologici. Per prima cosa, il loro attacco è un modo di sfogare l'ostilità, e, se esso è ben riuscito, soddisfa l'impulso al potere. Più importante, le persone di sinistra odiano la scienza e la razionalità perché classificano certi credo come veri (per esempio ben riusciti, superiori) e altri credo come falsi (per esempio falliti, inferiori). I sentimenti di inferiorità della persona di sinistra sono così profondi da non tollerare questa classificazione. Questo inoltre è alla base del rigetto che molti uomini di sinistra hanno del concetto di malattia mentale e dell'utilità della prova per stabilire il quoziente di intelligenza. Gli uomini di sinistra non ammettono che capacità umane o comportamenti possano essere spiegati geneticamente poiché in questo modo alcuna persone apparirebbero inferiori o superiori ad altre. Gli uomini di sinistra preferiscono attribuire alla società il merito o il demerito delle capacità o delle carenze di un individuo. Così se una persona è "inferiore" non è colpa sua ma della società, perché egli non è stato educato adeguatamente.

19. L'uomo di sinistra non è di solito tipo di persona che il senso di inferiorità rende spaccone, bullo, egocentrico, affrarista, concorrente spietato. Questo tipo di persona non ha ancora totalmente perso la fiducia in sé. Il suo senso di potere e la stima di sé sono deficitari, ma può ancora pensare di avere la capacità di essere forte, e i suoi sforzi in questo senso producono comportamenti spiacevoli di cui sopra. Ma l'uomo di sinistra è andato ancora più in là. I suoi sentimenti di inferiorità sono così connaturati che egli non può concepire sé stesso come individualmente forte e considerato. Da qui quindi il collettivismo della sinistra. Egli si può sentire forte solo come membro di una ampia organizzazione o movimento di massa, con il quale si identifica.

20. Nota la tendenza masochistica delle tattiche di sinistra. La gente di sinistra protesta mettendosi di fronte ai veicoli, provocando intenzionalmente la polizia o i razzisti ad abusare di loro, ecc. Queste tattiche possono essere efficaci, ma molti nella sinistra le usano non in quanto mezzi per raggiungere un fine ma perché preferiscono tattiche masochiste. L'odio di sé è una caratteristica della sinistra.

FINE SETTIMA PARTE

orckrist
00domenica 6 luglio 2008 22:11

21. La gente di sinistra può rivendicare di essere spinta ad agire dalla compassione o da un principio morale, e quest'ultimo gioca un ruolo per l'uomo di sinistra del tipo sovrasocializzato. Ma la compassione e il principio morale non possono essere i motivi principali dell'attivismo di sinistra. L'ostilità ne è una componente fondamentale, così come la spinta per il potere. Inoltre, per la gran parte, il modo d'agire della persona di sinistra non è razionalmente calcolato per essere di beneficio a coloro che gli uomini di sinistra dichiarano di aiutare. Per esempio, se si crede che l'azione affermativa sia positiva per la gente nera, che senso ha comandare una azione affermativa in termini dogmatici o stili? Ovviamente sarebbe più produttivo intraprendere un approccio diplomatico o conciliante, che permetterebbe al limite concessioni verbali e simboliche alle persone bianche che pensano che l'azione affermativa li discrimini. Ma gli attivisti di sinistra non utilizzano tale approccio perché non soddisferebbe i loro bisogni emozionali. Il loro reale interesse non è aiutare la gente nera. Il problema della razza, invece, serve come pretesto per esprimere la loro ostilità e il bisogno frustrato di potere. Nel fare ciò feri- scono realmente la gente nera perché l'atteggiamento ostile degli attivisti verso la maggioranza bianca tende a intensificare l'odio fra le razze.

22. Se la nostra società non avesse alcun problema sociale, la gente di sinistra li inventerebbe, così da procurarsi un motivo per protestare.

23. Specifichiamo che quanto detto finora non pretende di essere una accurata descrizione di qualunque persona che possa essere considerata di sinistra. Essa è solo una esposizione sommaria della tendenza generale della sinistra.

Sovrasocializzazione

24. Gli psicologi usano il termine "sovrasocializzazione" per designa- re il processo con il quale i bambini sono addestrati a pensare e agire come la società richiede. Si dice che una persona sia ben socializzata se crede e obbedisce al codice morale della sua società e se vi si inserisce bene come parte funzionante di essa. Non avrebbe alcun senso dire che molte persone della sinistra sono sovrasocializzate, visto che l'uomo di sinistra viene concepito come un ribelle. Nondimeno, la posizione può essere difesa. Molte persone di sinistra non sono ribelli come sembrano.

25. Il codice morale della nostra società è così esigente che nes- suno può pensare, sentire e agire in una maniera completamente morale. Per esempio, non si presume che si possa odiare qualcuno; tuttavia quasi tutti noi odiamo qualcuno in un momento o in un altro, sia che lo ammettiamo a noi stessi o no. Alcune persone sono così altamente socializzate che il tentativo di pensare, sentire e agire moralmente impone loro un pesante aggravio. Per evitare sensazioni di colpa devono continuamente illudersi sulle proprie motivazioni e trovare spiegazioni morali per sentimenti e azioni che in realtà non hanno una origine morale. Noi usiamo il termini "sovrasocializzato" per descrivere tali persone.

26. La sovrasociazzazione può portare a una bassa autostima, un senso di impotenza, disfattismo, senso di colpa, ecc. Uno dei più importanti mezzi con il quale la socializza i bambini è far sì che questi ultimi si vergognino di comportamenti e discorsi che sono contrari alle aspettative della società. Se questo punto viene esasperato, o se un bambino in particolare è piuttosto suscettibile a tali sentimenti, egli finisce per vergognarsi di sé stes so. Inoltre, il pensiero e il comportamento di una persona sovrasocializzata sono più ristretti, a causa delle aspettative della società, rispetto a quelli di una persona scarsamente socializzata. La maggior parte delle persone è occupata in una qualità significativa di comportamenti inutili. Mentono, commettono piccoli furti, non rispetto le regole del traffico, abbandonano il lavoro, odiamo qualcuno, dicono maldicenze o usano qualche trucco sotto banco per superare il loro vicino. La persona sovrasocializzata non può compiere queste cose, o se le compie queste generano in lui un senso di vergogna e di odio di sé. La persona sovrasocializzata, addirittura, non può neanche provare, senza sentirsi in colpa,pensieri o sentimenti contrati alla moralità accettata; egli non può avere "cattivi" pensieri. E la socializzazione non é solo materia di moralità. Noi siamo sovrasocializzati per conformarci allemolte norme di comportamento che non cadono sotto il titolo della moralità. Così la persona sovrasocializzata è legata a un guinzalio psicologico e spende la sua vita percorrendo binari che la società ha costruito per lui. In molte persone sovrasocializzate il risultato è un senso di coercizione che può divenire una dura sofferenza. Noi sosteniamo che la crudeltà peggiore che gli esseri umani si infliggono l'un l'altro è la sovrasocializzazione.

27. Noi sosteniamo che un segmento molto importante e influente della sinistra moderna è sovrasocializzato e che questa sovrasocializzazione è di grande importanza nel determinare la direzione della sinistra moderna. La tendenza delle persone di sinistra del tipo sovrasocializzato è di appartenere alla classe media o al ceto intellettuale. Da notare che gli intellettuali universitari costituiscono il segmento più socializzato della nostra società e quello più rivolto a sinistra.

28. Le persone di sinistra del tipo sovrasocializzato cercano di liberarsi dal guinzaglio psicologico e asserire la loro autonomia attraverso la ribellione. Ma di solito non sono così forti da ribellarsi contro i valori più fondamentali della società. Parlando in generale, gli obiettivi degli uomini della sinistra non sono in conflitto con la moralità accettata. Al contrario, la sinistra prende un principio morale accettato, lo adotta per suoi comodi, e quindi accusa la maggioranza della società di violare quel principio. Esempi: l'eguaglianza razziale, l'eguaglianza dei sessi, l'aiutare la povera gente, la pace come opposta alla guerra, la non violenza in generale, la libertà di espressione, l'amore verso gli animali; più essenzialmente il compito dell'individuo di servire la società e il compito della società di prendersi curadell'individuo. Questi sono valori profondamente radicati della nostra società (o almeno della sua classe media e alta) da lungo tempo e che, esplicitamente o implicitamente costituiscono materia preminente per i principali mezzi di comunicazione e per il sistema educativo. Molti uomini di sinistra, specialmente quelli del tipo sovrasocializzato, di solito non si ribellano contro questi princìpi, ma giustificano la loro ostilità verso la società dichiarando (con qualche grado di verità) che essa non vive secondo quei princìpi.

29. Qui illustriamo il modo in cui gli uomini di sinistra sovraso- cializzati mostrano il loro reale attaccamento alle attitudini con- venzionali della nostra società, pretendendo allo stesso tempo di ribellarsi a essa. Molte persone sinistra spingono verso una azione affermativa, perché i neri possano assumere incarichi di alto prestigio, per aumentare l'educazione nelle scuole nere e per con- cedere loro maggiori fondi. Il modo di vivere della "sottoclasse" nera viene visto come una disgrazia sociale. Vogliono integrare l'uomo nero nel sistema, farne un manager, un avvocato, uno scienziato così come la popolazione bianca della classe medio-alta. Gli uomini di sinistra replicheranno che l'ultima cosa che farebbero sarebbe quella di rendere l'uomo nero una copia del bianco. Al contrario, vogliono preservare la cultura afro-americana. Ma in cosa consiste questa opera di conservazione? A stento si esplica in qualcosa di diverso dal mangiare, dall'ascoltare musica, dal vestirsi secondo lo stile dei neri, dal frequentare una moschea o una chiesa nera. In altre parole, può manifestarsi solo in materie superficiali. In tutti i riferimenti essenziali la maggior parte degli uomini di sinistra del tipo sovrasocializzato vuole rendere il nero conforme agli ideali bianchi della classe medio-alta. Vuole far sì che studi materie tecniche, che divenga un dirigente o uno scienziato, che spenda la sua vita salendo la scala della condizione sociale al fine di provare che la gente nera è valida quanto quella bianca. Vogliono rendere i padri neri "responsabili", vogliono che le gang di neri diventino non violente, ecc. Ma questi sono precisamente i valori del sistema industriale-tecnologico. Al sistema non interessa che tipo di musica un uomo ascolti, che tipo di vestiti indossi o che religione pratichi fino a che egli studia in una scuola, ha un lavoro rispettabile, sale la scala sociale, è un genitore responsabile, è non violento e così via. In effetti, anche se cercherà di negarlo, l'uomo di sinistra sovrasocializzato vuole integrare l'uomo nero nel sistema e far sì che adotti i suoi valori.

3O. Noi, chiaramente, non sosteniamo che gli uomini di sinistra, persino del tipo sovrasocializzato, non si ribellino mai contro i valori fondamentali della nostra società. Evidenmente qualche volto lo fanno. Alcuni uomini della sinistra sovrasocializzati si sono spinti così lontano da ribellarsi contro uno dei più importanti princìpi della società moderna, adottando la vialenza fisica. Secondo il loro punto di vista, la violenza è una forma di "liberazione". In altre parole, commettendo violenza essi rompono quelle restrizioni psicologiche che sono state loro imposte. Siccome sono sovrasocializzati, queste restrizioni sono state limitanti più per loro che per altri; da qui il bisogno di abbatterle per liberarsene. Ma di solito giustificano la loro ribellione in termini di valori correnti. Se essi fanno uso della violenza sostengono di combattere contro il razzismo o cose simili.

FINE OTTAVA PARTE

orckrist
00lunedì 7 luglio 2008 21:09
31. Siamo consapevoli che si possa obiettare a questo schematico abbozzo della psicologia della sinistra. La situazione reale è complessa, e qualsiasi descrizione completa di essa avrebbe bisogno di diversi volumi, persino se le informazioni necessarie fossero disponibili. Noi sosteniamo solo di aver sommariamente delineato le due più importanti tendenze della psicologia della sinistra moderna.

32. I problemi degli uomini di sinistra sono indicativi dei problemi della nostra società considerata nel suo complesso. Una bassa autostima, le tendenze depressive e il disfattismo non sono propri solo della sinistra. Sebbene specialmente evidenti nella sinistra, sono diffusi nella nostra società. E la società di oggi tende a socializzarsi in maniera maggiore che qualsiasi società precedente. Ci viene detto dagli esperti persino come mangiare, come fare esercizio, come fare l'amore, come far crescere i nostri bambini e via dicendo.

Il processo delpotere

33. Gli esseri umani hanno un bisogno (probabilmente biologico) per qualcosa che noi chiameramo il "processo del potere". Questo è strettamente collegato al bisogno di potere (che è ampiamente riconosciuto) ma non è la stessa cosa. Il processo del potere ha quattro elementi. I tre più chiari sono quelli che noi chiamiamo lo scopo, lo sforzo, e il raggiungimento dell'obiettivo richiede uno sforzo, e ha bisogno di riuscire a ottenere con successo almeno alcuni si essi). Il quarto elemento è più difficile da definire e può non essere indispensabile. Noi lo chiamiamo autonomia e sarà discusso in seguito (paragrafi 42-44).

34. Consideriamo il caso ipotetico di un uomo che può ottenere qualsiasi cosa solo desiderandola. Questo individuo svilupperà seri problemi psicologici. All'inizio si divertirà soltanto; in seguito, piano piano, comincerà ad annoiarsi e ademoralizzarsi profondamente. Alla fine potrebbe divenire una persona clinicamente depressa. La storia mostra che le aristocrazie ricche tendono alla decadenza. Ciò non avviene nelle aristocrazie più combattive che devono difendersi per mantenere il loro potere. Ma le aristocrazie ricche e sicure che non hanno bisogno di impegnarsi per mantenere il loro potere di solito appaiono insoddisfatte, edonistiche e demoralizzate. Questo mostra che il potere non è tutto. Occorre avere degli obiettivi verso cui esercitare il proprio potere. .

35. Ognuno di noi si pone degli obiettivi; se non altro per soddisfare i bisogni fisici essenziali: cibo, acqua e qualsiasi indumento e riparo siano resi necessari dal clima. Ma le aristocrazie agiate non devono compiere alcuno sforzo per questo. Da ciò nasce la loro noia e demoralizzazione.

36. Il non conseguimento di importanti risultati sfocia nella morte se gli obiettivi sono necessità fisiche, e in frustrazione se il non conseguirli è compatibile con la sopravvivenza. Il fallimento costante nel raggiungimento degli obiettivi lungo il percorso della propria vita dà luogo al disfattismo, alla bassa autostima o alla depressione.

37. Così per evitare seri problemi psicologici, un essere umano ha bisogno di obiettivi il cui raggiungimento richiede uno sforzo, di una certa dose di successo nel conseguirli.







Attivita sostitutive

38. Ma non tutti i ricchi aristocratici si annoiano e si demoralizzano. Per esempio l'imperatore Hirohito, invece di affondare nell'edonismo decadente si consacro alla biologia marina, un campo nel quale divenne una personalita eminente. Quando gli uomini non devono sforzarsi per soddisfare i propri bisogni fisici, devono porsi degli obiettivi artificiali. In molti casi essi li perseguono con la stessa energia e coinvolgimento emotivo che avrebbero usato per soddisfare le necessita fisiche. Cosi gli aristocratici dell'impero romano ebbero le loro pretese letterarie; molti aristocratici europei dei secoli passati investirono una grande quantita di tempo ed energia nella caccia, sebbene poi non mangiassero la carne; altre aristocrazie hanno concorso allo status attraverso elaborate esposizioni di beni; e pochi aristocratici, come Hirohito, si sono rivolti alla scienza.

39. Usiamo il termine "attivita sostitutiva" per designare un'atti- vita. diretta verso un obiettivo artificiale che le persone si prefig- gono semplicemente per avere uno scopo per cui lavorare, o lasciateci dire, semplicemente per la soddisfazione che provano aggiungendolo. Ecco un metodo empirico per identificare attività sostitutive. Data una persona che spende tempo ed energia per uno scopo X, chiedetevi questo: se egli deve dedicare la maggior parte del suo tempo e della sua energia per soddisfare i suoi fabbisogni biologici, e se questo sforzo gli richiedesse di usare le sue abilità mentali e fisiche in modo vario e interessante, si sentirebbe seriamente privato di qualcosa se non raggiunge l' obiettivo X? Se la risposta e no, allora il raggiungimento dell'obiettivo X e una attivita sostituriva. Gli studi di Hirohito sulla biologia marina costituiscono chiaramente una attivita sostitutiva, visto che quasi certamente se Hirohito avesse dovuto spendere il suo tempo per interessanti compiti non scientifici al fine d'ottemperare alle necessita della vita egli non si sarebbe sentito privato di qualcosa perché non conosceva tutto sull'anatomia e i cicli di vita degli animali marini. Dall'altro lato, la ricerca del sesso e dell'amore (per esempio) non e una attivita sostituitiva, perché la maggior parte delle persone, persino se la loro esistenza fosse soddisfacente in altri ambiti, si sentirebbero private di qualcosa se passassero la loro vita senza avere mai una relazione con un membro del sesso opposto. (Ma la ricerca di una quantita di sesso maggiore di quella di cui uno ha bisogno puo essere una attivita sostitutiva.)

40. Nella societa industriale moderna e necessario solo un minimo sforzo per soddisfare i bisogni primari. E sufficiente passare attraverso un programma di addestramento per acquisire qualche piccola abilita tecnica, quindi andare al lavoro in orario e compiere uno sforzo molto modesto per mantenere il lavoro. I soli requisiti sono una quantita moderata di intelligenza, e, piu di tutto, semplice obbedienza. Se uno possiede questi requisiti, la societa si prende cura di lui dalla culla alla tomba. (Si, esiste una sottoclasse che non puo ritenere che le sue necessita fisiche siano garantite, ma noi stia- mo parlando della maggioranza della societa.) Cosi non sorprende che la societa moderna sia piena di attivita sostitutive. Queste includono il lavoro scientifico, 1'impresa atletica, il lavoro umani- tario, la creazione artistica e letteraria, la scalata ai vertici aziendali, 1 acquisizione di denaro e beni materiali molto oltre il necessario, e l'attivismo sociale quando si indirizza verso temi che non sono importanti per la vita personale dell'attivista, come nel caso di attivisti bianchi che lavorano per i diritti delle minoranze non bianche. Queste non sono sempre attivita sostitutive tout court, visto che per molti esse possono essere motivate in parte da altri bisogni che superano la semplice necessita di avere qualche scopo da perseguire. Il lavoro scientifico puo essere motivato in parte da un desiderio di prestigio, la creazione artistica dal bisogno di esprimere sentimenti, 1'attivismo sociale militante dall'ostilita. Ma per la maggior parte delle persone queste attivita sono in gran parte attivita sostitutive. Per esempio, la maggioranza degli scienziati sara probabilmente d'accordo che la "soddisfazione" che ricevono dal loro lavoro e piu importante del denaro e del prestigio che guadagnano.

FINE NONA PARTE

orckrist
00mercoledì 16 luglio 2008 15:17

41. Per molti, se non per la maggior parte delle persone, le attività sostitutive sono meno soddisfacenti del conseguimento di obiettivi reali (cioe, obiettivi che si vorrebbero ottenere persino se ii bisogno del processo di potere fosse gia soddisfatto). Lo dimostra il fatto che le persone profondamente coinvolte in attività sostitutive, in molti casi, non sono mai soddisfatte, non si riposano mai. Cosi quello che si arrichisce costantemente si ingegna per conseguire una ricchezza sempre maggiore. Lo scienziato, non appena risolve un problema, rivolge la sua attenzione verso un altro problema. Il corridore di lunghe distanze si impone di correre sempre piu veloce e lontano. Molte persone che praticano attivita sostitutive diranno che ricevono maggiore soddisfane da queste attivita che dagli affari "mondani" necessari per soddisfare i loro bisogni biologici; ma questo succede perche nellla nostra società lo sforzo richiesto per soddisfare i bisogni biologici si e ridotto a banalita. Quel che è più importante, e che nellla nostra società la gente non soddisfa i propri bisogni biologici autonomumente ma funzionando come parti di un'immensa macchina sociale. Al contrario, la gente in generale ha un grande margine di autonomia nel praticare le attivita sostitutive.

Autonomia

42. L'autonomia come parte di un processo di potere puo non essere indispensabile per ogni individuo. Ma la maggior parte degli individui ha bisogno di un grado piu o meno grande di autonomia nel perseguire i propri obiettivi. I loro sforzi devono essere intrapresi su propria iniziativa e devono mantenersi sotto la loro direzione e controllo. Tuttavia la maggior parte della gente non deve sforzarsi come singolo individuo per questa iniziativa, per la direzione e il controllo. E sufficiente di solito agire come membro di un piccolo gruppo. Cosi se mezza dozzina di persone discute un obiettivo e intraprende uno sforzo comune che ha successo nell'ottenere quel dato risultato il suo bisogno per il processo del potere sara soddisfatto. Ma se si lavora sotto rigidi ordini provenienti dall'alto, precludendo ai singoli ogni luogo in cui prendere una decisione o una iniziativa autonoma, allora il loro bisogno per il processo del potere non sara soddisfatto. Si puo dire la stessa cosa quando le decisioni sono prese su scala collettiva, se il gruppo che prende la decisione collettiva e cosi ampio da vanificare il ruolo del singolo.

43. E vero che qualche individuo sembra avere poco bisogno di autonomia. La sua spinta per il potere e debole o la soddisfa identificandosi con qualche organizzazione potente alla quale appartiene. E quindi vi sono tipi animali non pensanti che sembrano essere soddisfatti da un senso puramente fisico di potere (il bravo soldato combattente il cui senso di potere consiste nello sviluppare abilita di combattimento che sarà contento di usare in cieca obbedienza ai suoi superiori).


44. Ma per la maggior parte della gente e attraverso il processo del potere avere uno scopo, fare uno sforzo autonomo e ottenere il risultato che si acquisisce la stima e la fiducia in sé, oltre a un senso di potere. Quando non si hanno adeguate opportunita per passare attraverso il processo del potere le conseguenze sono (a seconda dell'individuo e del modo in cui il processo di potere e disgregato) noia, demoralizzazione, bassa auto-stima, sentimenti di inferiorità, disfattismo, depressione, ansia, sensi di colpa, frustrazione, ostilita, abuso di bambini e di coniugi, edonismo insaziabile, comportamenti sessuali abnormi, disordini nel sonno, disordini nell'alimentazione ecc .

Fonti di problemi sociali

45. I sintomi fin qui elencati possono essere presenti in qualsiasi società, ma nella società moderna industriale sono presenti su vasta scala. Non siamo i primi a sostenere che il mondo oggi sembra comportarsi come un folle. Questo stato di cose non e normale per una società umana. Vi è motivo di credere che 1'uomo primitivo soffrisse di minor stress e frustrazione e che fosse piu soddisfatto del suo modo di vivere che non 1'uomo moderno. E vero che non tutto era rose e fiori nelle societa primitive. L'abuso di donne era comune presso gli aborigeni australiani, e la transessualita era abbastanza diffusa tra alcune delle tribu indiane d America. Ma pare che, parlando in generale, i tipi di problemi che abbiamo enumerato nel paragrafo precedente fossero meno comuni tra i popoli primitivi che nella societa moderna.

46. Noi attribuiamo le problematiche sociali e psicologiche della società moderna al fatto che essa richiede alla gente di vivere in condizioni radicalmente differenti da quelle in cui la razza umana si è evoluta, e di comportarsi in modo tale da entrare in conflitto con i modelli di comportamento che la razza umana sviluppo durante la sua evoluzione. E chiaro, da quello che abbiamo appena scritto, che noi consideriamo la mancanza di opportunità di sperimentare propriamente il processo del potere la più importante delle condizioni anormali alle quali la societa moderna assoggetta l'individuo. Ma non l'unica. Prima di trattare la disgregazione del processo del potere come fonte di problemi sociali, discuteremo alcuni altri fattori.

47. Tra le anomalie presenti nella societa industriale moderna vi sono l'eccessiva densità della popolazione, l'isolamento dell'uomo dalla natura, l'eccessiva rapidità dei cambiamenti sociali e il crollo delle comunita naturali di piccole dimensioni, per esempio le famiglie allargate, il villaggio o la tribù.

48. E accertato che la sovrappopolazione aumenta lo stress e l'ag- gressività. Il grado di affollamento che esiste oggi e 1'isolamento dell'uomo dalla natura sono conseguenze del progresso tecnologico. Tutte le societa preindustriali erano in prevalenza rurali. La rivoluzione industriale ha aumentato a dismisura l'estensione delle città e la proporzione della popolazione che vi vive, e la tecnologia moderna industriale hanno reso possibile alla Terra di sostentare una popolazione sempre piu densa. (Inoltre, la tecnologia inasprisce gli effetti dell'affollamento perché pone un accresciuto potere disgregatore nelle mani dell'uomo. Per esempio, una varietà di strumenti produttori di rumore: macchine agricole, radio, motocicli, ecc. Se 1'uso di questi strumenti non fosse limitato le persone desiderose di pace e quiete sarebbero molestate dal rumore. Se il loro uso e limitato, le persone che adoperano questi strumenti sono frustrate dai regolamenti. Ma se queste macchine non fossero mai state inventate non vi sarebbe stato alcun conflitto e non si sarebbe generata alcuna frustrazione.)

49. Per le societa primitive il mondo naturale (che, in genere, muta lentamente) forniva una struttura stabile e quindi un senso di sicurezza. Nel mondo moderno e la società umana che domina la natura, piuttosto che il contrario, e la società moderna cambia molto rapidamente a causa dei mutamenti tecnologici. Così non vi e una struttura stabile.

50. I conservatori sono sciocchi; lamentano la decadenza dei valori tradizionali, tuttavia sostengono entusiasticamente il progresso tecnologico e la crescita economica. Apparentemente sembra loro sfuggire il fatto che non si possono produrre cambiamenti rapidi e drastici in campo tecnologico e nella economia di una societa senza causare rapidi mutamenti in tutti gli altri aspetti di detta società; e tali mutamenti rapidi inevitabilmente fanno crollare i valori tradizionali.


FINE DECIMA PARTE


orckrist
00venerdì 5 settembre 2008 10:31

51. Il crollo dei valori tradizonali in una certa estensione implica il crollo dei legami che uniscono gruppi sociali tradizionali di piccole dimensioni. La disintegrazione dei gruppi sociali di piccole dimensioni e inoltre promossa dal fatto che le condizioni moderne spesso richiedono, o tentano, di spostare 1'individuo verso altre località, separandolo dalla comunità di origine. Oltre a ciò, una societa tecnologica deve indebolire i legami familiari e le comunità locali se vuole funzionare efficientemente. Nella societa moderna la lealtà di un individuo deve essere rivolta prima al sistema e solo in secondo luogo alla comunità ristretta, perché se la lealtà interna di una piccola comunità è piu forte della lealtà al sistema tali comunità perseguiranno il loro vantaggio a spese del sistema. Supponiamo che un pubblico ufficiale o un dirigente di azienda assuma per un certo incarico suo cugino, un suo amico o il suo correligionario piuttosto che una persona meglio qualificata. Egli ha permesso alla lealtà personale di avere la meglio sulla lealtà al sistema, e questo è "nepotismo" o "discriminazione", entrambi terribili peccati nella societa moderna. Sedicenti società industriali che si sono scarsamente impegnate nel subordinare personale o realtà locali alla lealtà al sistema sono di solito molto inefficienti (basta dare uno sguardo all'America Latina) così una societa industriale avanzata puo tollerare solo piccole comunità indebolite, piegate e rese strumenti del sistema .

52. (OMISSIS)

53. La sovrappopolazione, i cambiamenti rapidi e il collasso della comunità sono stati ampiamente riconosciuti come fonti di problemi sociali, ma noi non crediamo che essi siano sufficienti a giustificare 1'estensione dei problemi che si presentano oggi ai nostri occhi.

54. Poche città preindustriali erano molto estese e densamente polate, tuttavia i loro abitanti non sembra che abbiano sofferto di problemi psicologici quanto l'uomo moderno. In America oggi esistono ancora aree rurali spopolate in cui troviamo gli stessi problemi delle aree urbane, sebbene in modo meno acuto. Cosi la sovrappopolazione non sembra essere il fattore decisivo.

55. Sul limite sempre in espansione della frontiera americana, durante il XIX secolo la mobilità della popolazione probabilmente fece sparire estese famiglie e gruppi sociali di piccole dimensioni forse nella stessa proporzione in cui spariscono oggi. Di fatto molti nuclei familiari vivevano per scelta in totale isolamento, non avendo vicini nell'arco di diverse miglia e non appartenendo ad alcuna comunità, e tuttavia non sembra che abbiano sviluppato dei problemi. Inoltre il cambiamento nella frontiera americana fu molto rapido e profondo. Un uomo poteva essere nato e cresciuto in una capanna di legno, al di fuori del raggio della legge e dell'ordine ed essersi nutrito di selvaggina; giunto a un'eta adulta poteva accadere che si trovasse a svolgere un impiego regolare in una comunità ordinata con una forte presenza della legge. Questo era un cambiamento piu profondo di quello che solitamente accade nella vita di un individuo moderno, tuttavia non sembra che abbia portato a problemi psicologici. Infatti la societa americana del XIX secolo era caratterizzata da ottimismo e autostima; esattamente il contrario della societa odierna.

57. Noi sosteniamo che la differenza è che l'uomo moderno ha la consapevolezza (largamente giustificata) che il cambiamento gli è imposto, mentre nel XIX secolo l'uomo della frontiera aveva la consapevolezza (largamente giustificata) di provocare i cambiamenti di propria iniziativa. Cosi un pioniere insediatosi su un pezzo di terra di sua proprietà, scelto da lui, attraverso i suoi sforzi lo trasformava in una fattoria. In quei giorni un intero paese poteva contare solo qualche centinaia di abitanti ed era un'entità molto piu isolata e autonoma che un paese moderno. Quindi il pioniere-fattore partecipava come membro di un gruppo relativamente piccolo alla creazione di una nuova, ordinata comunità. Ci si potrebbe chiedere se la creazione di questa comunità fosse un miglioramento; a ogni modo essa soddisfaceva il bisogno del pioniere per il processo del potere.

58 Dovrebbe essere possibile dare altri esempi di società soggette a rapidi cambiamenti e/o prive di stretti legami collettivi senza che per questo si verificassero le imponenti aberrazioni comportamentali che oggi si vedono nella societa industriale. Non vogliamo dire che la societa moderna sia la sola in cui il processo del potere è stato frantumato. Probabilmente la maggior parte delle società civilizzate, se non tutte, hanno interferito con il processo del potere in una proporzione piu o meno grande. Ma nella società industriale moderna il problema e divenuto particolarmente acuto. La sinistra, almeno nella sua recente forma (dalla meta fino alla fine del XX secolo) e in parte un sintomo della privazione del processo del potere. La disgregazione del processo del potere nella societa moderna

59. Noi dividiamo le spinte umane in tre gruppi: 1) quelle che possono essere soddisfatte con un minimo sforzo; 2) quelle che possono essere soddisfatte ma solo al prezzo di un serio sforzo; 3) quelle che non possono essere adeguatamente soddisfatte non importa quanto grande sia lo sforzo impiegato. Il processo del potere e il processo di soddisfare le spinte del secondo gruppo. Piu spinte ci sono del terzo gruppo, maggiore sara la frustrazione, la rabbia, e alla fine il disfattismo, la depressione, ecc.

60. Nella societa industriale moderna le spinte dell'uomo naturale tendono a essere quelle del primo e del terzo gruppo; il secondo gruppo tende a consistere in maniera sempre maggiore di spinte create artificialmente.

FINE UNDICESIMA PARTE




orckrist
00giovedì 16 aprile 2009 12:01

LA NAVE DEI FOLLI

di Ted Kaczynski (più noto come Unabomber)


C'era una volta una nave comandata da un capitano e dai suoi secondi, cosi' vanitosi della loro abilita' di manovra, cosi' pieni di hybris e talmente imbevuti di se' da diventare folli. Fecero rotta verso nord, navigarono cosi' a lungo da incontrare iceberg e pezzi di banchisa, ma continuarono a navigare in quella direzione, in acque sempre piu' pericolose, al solo scopo di procurarsi occasioni per gesta marinare sempre piu' brillanti.

Mentre il battello raggiungeva latitudini via via piu' elevate, i passeggeri e l'equipaggio erano sempre meno a loro agio. Cominciarono a litigare e a lamentarsi delle loro condizioni di vita.

"Che il diavolo mi porti - sbotto' un marinaio di seconda classe - se questo non e' il peggior viaggio che abbia mai fatto. Il ponte e' lustro di ghiaccio.

Quando sono di vedetta, il vento trafigge la mia giacca come un coltello; ogni volta che faccio prendere una mano di terzaroli alla vela di trinchetto, ci vuol davvero poco per congelarmi le dita; e, per tutto questo, non guadagno che cinque miserabili scellini al mese!"

"Lei pensa di farsi fregare! - esclamo' una passeggera - Io non riesco a chiudere occhio la notte per il freddo. Su questa barca le donne non hanno tanto coperte quante ne hanno gli uomini. E questo non e' giusto!"

Fece coro un marinaio messicano: "Chingado! Io non guadagno che la meta' del salario di un marinaio anglosassone. Per resistere a questo clima occorre un abbondante nutrimento ed io non ho quel che mi spetterebbe; agli anglosassoni ne danno di piu'. E, quel che e' peggio, gli ufficiali mi danno sempre gli ordini in inglese invece di farlo in spagnolo."

"Io ho piu' ragione di lamentarmi di chiunque altro - salto' su un marinaio indiano - Se i visi pallidi non avessero rubato la terra dei miei avi, non mi sarei certo trovato su questa nave, qui, in mezzo agli iceberg e ai venti artici. Mi spetta un risarcimento. Come minimo, il capitano dovrebbe lasciarmi organizzare delle partite a dadi, per permettermi di fare un po' di soldi."

Il primo nostromo disse quanto aveva da dire, senza peli sulla lingua: "Ieri, il capitano in seconda mi ha trattato da finocchio perche' succhio cazzi. Ho il diritto di succhiare cazzi senza che per questo mi vengano dati dei soprannomi."

"Gli esseri umani non sono le sole creature maltrattate su questa imbarcazione. - proruppe con voce tremante di indignazione una passeggera amica degli animali - La scorsa settimana, ben due volte ho visto il secondo ufficiale prendere a calci il cane della nave!"

Uno dei passeggeri era professore universitario. Torcendosi le mani, esclamo': "Tutto questo e' orribile! E' immorale! E' razzismo, e' sessismo, e' specismo, e' omofobia e sfruttamento della classe operaia! E' discriminazione! Dobbiamo ottenere giustizia sociale: uguale salario per il marinaio messicano, salari piu' elevati per tutti i marinai, un risarcimento per l'indiano, lo stesso numero di coperte per le donne, il riconoscimento del diritto a succhiare cazzi e niente piu' calci al cane!"

"Si', si'!" strillarono i passeggeri.

"Si', si'!" strillo' l'equipaggio.

"C'e' discriminazione! Dobbiamo esigere i nostri diritti!"

Il mozzo si schiari' la gola:

"Hem. Avete tutti delle buone ragioni per lamentarvi. Ma penso che sarebbe molto piu' urgente virare di bordo e fare rotta verso sud, perche' se continuiamo ad andare a nord, prima o poi faremo certamente naufragio, e allora i vostri salari, le vostre coperte e il vostro diritto a succhiare cazzi non vi serviranno a niente, perche' annegheremo tutti."

Ma nessuno gli presto' la minima attenzione: non era che il mozzo.

Dal loro posto situato sul casseretto, il capitano e gli ufficiali avevano osservato e ascoltato la scena. Adesso sorridevano strizzandosi l'occhio, quindi, obbedendo ad un cenno del capitano, il terzo ufficiale scese dal casseretto. Si diresse con fare indifferente verso l'angolo dove erano riuniti i passeggeri e l'equipaggio e si apri' un varco tra loro. Assunse un'aria molto seria e parlo cosi':

"Noi, gli ufficiali, dobbiamo ammettere che su questa nave sono avvenute cose veramente inescusabili. Non avevamo capito fino a che punto la situazione fosse esecrabile finche' non abbiamo ascoltato le vostre lamentele. Noi siamo uomini di buona volonta' e intendiamo essere giusti con voi. Ma - bisogna pur dirlo - il capitano e' piuttosto conservatore ed abitudinario, e bisognerebbe forse sollecitarlo un pochino affinche' si decida ad operare importanti cambiamenti.

La mia personale opinione e' che se voi elevaste energiche proteste - ma sempre in modo pacifico e senza violare nessun articolo del regolamento di questa nave - scuotereste l'inerzia del capitano e lo costringereste a prendere in esame i problemi di cui vi lamentate con pieno diritto."

Dopo essersi cosi' espresso, fece ritorno al casseretto.

Appena andato via i passeggeri e l'equipaggio cominciarono ad ingiuriarlo: "Moderato! Riformista! Liberale ipocrita! Servo del capitano!"

Tuttavia fecero cio' che aveva loro consigliato.

Si raggrupparono in massa davanti al casseretto, urlando insulti agli ufficiali e rivendicando i propri diritti:

"Io pretendo un salario piu' alto e migliori condizioni di lavoro" esclamo' quello della seconda classe.

"Lo stesso numero di coperte degli uomini" continuo' la passeggera.

"Io voglio ricevere i miei ordini in spagnolo" disse il marinaio messicano.

"Io esigo il diritto di organizzare partite a dadi" proclamo' il marinaio indiano.

"Io pretendo di non essere trattato da finocchio" ribadi' il capomastro.

"Che non si diano piu' calci al cane" ammoni' l'amica degli animali.

"Rivoluzione subito!" strillo' il professore.

Il capitano e gli ufficiali si riunirono e confabularono per alcuni minuti facendosi l'occhiolino, cenni con la testa e sorrisi. Indi il capitano si fece avanti sul casseretto e, con notevole dimostrazione di benevolenza, annuncio' che il salario ai marinai della seconda classe sarebbe stato portato a sei scellini al mese, che quello del messicano sarebbe stato pari ai due terzi del salario di un marinaio anglosassone e che l'ordine di far prendere una mano di terzaroli alla vela di trinchetto gli sarebbe stato dato in spagnolo, che le passeggere avrebbero ricevuto una coperta supplementare, che sarebbe stato permesso al marinaio indiano di organizzare partite a dadi il sabato sera, che il capomastro non sarebbe stato piu' trattato da finocchio fino a quando avesse fatto i suoi pompini nella piu' stretta intimita', e che il cane non sarebbe piu' stato preso a calci, a meno che non avesse fatto qualcosa di veramente inaccettabile, come ad esempio rubare cibo in cucina.

I passeggeri e l'equipaggio celebrarono queste concessioni come una grande vittoria, ma il giorno dopo erano di nuovo scontenti.

"Sei scellini al mese e' un salario da miseria, e quando faccio prendere una mano di terzaroli alla vela di trinchetto mi gelo ancora le dita!" mugugnava quello della seconda classe.

"Io non ho ancora lo stesso salario degli anglosassoni ne' abbastanza da mangiare per questo clima" esclamo' il marinaio messicano.

"Noi, le donne, siamo sempre senza coperte sufficienti per stare al caldo" sbotto' la passeggera.

Tutti gli altri membri dell'equipaggio e i passeggeri formularono lamentele dello stesso genere, incoraggiati dal professore.

Quando ebbero terminato, il mozzo prese la parola, questa volta a voce piu' alta, in modo che gli altri non potessero piu' ignorarlo facilmente.

"E' veramente terribile che si prenda a calci il cane solamente perche' ha rubato un pezzo di pane in cucina, che le donne non abbiano le coperte che hanno gli uomini, che il marinaio della seconda classe si congeli le dita, e non capisco perche' il capomastro non possa succhiare cazzi se ne ha voglia.

Ma guardate come sono grossi adesso gli iceberg e come il vento soffia sempre piu' forte. Dobbiamo virare di bordo e fare rotta verso sud, perche' se continuiamo ad andare a nord faremo naufragio e annegheremo."

"Oh si' - esclamo' il capomastro - e' proprio terribile continuare verso nord. Ma perche' per succhiare cazzi dovrei restare confinato nei bagni? Perche' devo essere trattato da finocchio? Non valgo forse come chiunque altro?"

"Navigare verso nord e' terribile - incalzo' la passeggera -, ma non vedete che e' proprio questa la ragione per cui le donne hanno bisogno di piu' coperte per stare al caldo? Esigo lo stesso numero di coperte per le donne, immediatamente!"

"E' assolutamente vero - convenne il professore - che navigare verso nord ci costringe tutti ad una grande prova. Ma non sarebbe realista cambiare rotta per andare a sud. Non si puo' tornare indietro. Dobbiamo trovare un modo ragionevole per affrontare la situazione."

"Sentite - suggeri' il mozzo - se lasciamo quei quattro pazzi nel casseretto agire a modo loro, annegheremo tutti. Se mai riusciremo a mettere fuori pericolo la nave, allora potremo preoccuparci per le condizioni di lavoro, per le coperte alle donne e per il diritto a succhiare cazzi. Ma dobbiamo cominciare a virare di bordo. Se alcuni di noi si riunissero, elaborassero un piano e dessero prova di un po' di coraggio, potremmo salvarci. Non c'e' bisogno di essere numerosi, sei o otto basteranno. Potremmo attaccare il casseretto, scaraventare fuori bordo quei pazzi e girare il timone della nave verso sud."

Il professore storse il naso e disse con tono severo:

"Non credo alla violenza, e' immorale."

"Non e' mai etico utilizzare la violenza" fece eco il capomastro....

"La violenza mi terrorizza" rabbrividi' la passeggera.

Il capitano e gli altri ufficiali avevano osservato e ascoltato tutta la scena. A un cenno del capitano il terzo ufficiale scese sul ponte. Gironzolo' fra i passeggeri e l'equipaggio informandoli che permanevano diversi problemi sulla nave.

"Abbiamo fatto parecchi progressi - annuncio' - ma resta ancora molto da fare. Le condizioni di lavoro del personale della seconda classe restano dure, il messicano non ha ancora lo stesso salario degli anglosassoni, le donne non hanno ancora altrettante coperte degli uomini, le partite a dadi del sabato sera dell'indiano rappresentano un risarcimento irrisorio se paragonato alla perdita delle sue terre, non e' giusto che il capomastro debba restare nei bagni se vuole succhiare cazzi, e il cane continua di tanto in tanto a ricevere calci. Penso che il capitano abbia ancora bisogno d'essere sollecitato. Sarebbe utile che organizziate tutti un'altra manifestazione purche' rimanga non-violenta."

Appena fu tornato a poppa, i passeggeri e l'equipaggio gli lanciarono insulti, ma nondimeno fecero quel che aveva detto e si riunirono davanti al casseretto per un'altra manifestazione. Tuonarono, s'arrabbiarono, mostrarono i pugni e scagliarono perfino un uovo marcio contro il capitano (che lo evito' con maestria).

Dopo aver ascoltato le loro lamentele il capitano e gli ufficiali si riunirono per conferire, mentre continuavano a strizzarsi l'occhio e a farsi larghi sorrisi. Poi il capitano avanzo' sul casseretto e annuncio' che avrebbe dato guanti ai marinai della seconda classe per avere le dita al caldo, che il marinaio messicano avrebbe ricevuto un salario pari a tre quarti di quello degli anglosassoni, che le donne avrebbero ricevuto ancora un'altra coperta, che il marinaio indiano avrebbe potuto organizzare partite a dadi tutti i sabati e le domeniche sera, che si permetteva al capomastro di succhiare cazzi in pubblico dopo il calare della notte e che nessuno poteva prendere a calci il cane senza uno speciale permesso del capitano.

I passeggeri e l'equipaggio andarono in estasi di fronte a questa grande vittoria rivoluzionaria, ma l'indomani mattina erano di nuovo scontenti e cominciarono a brontolare sempre a proposito degli stessi problemi.

Questa volta il mozzo ando' in collera:

"Branco d'imbecilli - grido' -, non vedete cosa stanno per fare il capitano e gli ufficiali? Vi tengono occupata la mente con le vostre modeste rivendicazioni - le coperte, i salari, i calci al cane, ecc. - e cosi' non riflettete su cio' che davvero non va su questa nave: corre sempre piu' verso il nord e noi stiamo per affondare tutti. Se solo qualcuno di voi tornasse a ragionare, si riunisse e attaccasse il casseretto, potremmo virare di bordo e salvare le nostre vite. Invece non fate altro che frignare a proposito dei vostri piccoli problemi meschini, come le condizioni di lavoro, le partite a dadi e il diritto a succhiare cazzi."

Queste affermazioni fecero rivoltare i passeggeri e l'equipaggio.

"Meschino!? - esclamo' il messicano - Trovate ragionevole che io non riceva i tre quarti del salario di un marinaio anglosassone? E' forse meschino questo!?"

"Come potete definire irrisorie le mie lamentele? - strillo' il capomastro - Voi non sapete fino a che punto sia umiliante venir trattati da finocchio."

"Prendere a calci un cane non e' un "piccolo problema meschino"! - grido' l'amica degli animali -, e' un atto insensibile, crudele e brutale!"

"Va bene, d'accordo - rispose il mozzo -, questi problemi non sono ne' meschini, ne' irrisori. Prendere a calci un cane e' un atto crudele e brutale, e farsi trattare da finocchio e' umiliante. Ma paragonati al vostro vero problema - la nave che continua ad andare a nord - i vostri reclami sono minori e insignificanti, perche' se non viriamo di bordo, affonderemo tutti con la nave."

"Fascista!" invei' il professore.

"Controrivoluzionario!" grido' la passeggera.

E uno dopo l'altro, tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio fecero coro, trattando il mozzo da fascista e controrivoluzionario. Lo allontanarono e si misero a brontolare a proposito di salari, di coperte da dare alle donne, di diritto a succhiare cazzi e della maniera di trattare un cane.

La nave continuo' la sua rotta verso nord, e nel volgere di un istante venne stritolata fra due iceberg.

Annegarono tutti.



[SM=x44515]

Sarà pure matto ma non ha tutti i torti. [SM=x44464]

Sembra la descrizione della crisi attuale.




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:21.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com