Torino: PaceMaker antidepressione

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Etrusco
00giovedì 26 aprile 2007 14:01
2007-04-26 13:18

A TORINO IMPIANTATO UN PACEMAKER ANTIDEPRESSIONE







TORINO - E' un "pacemaker antisuicidio" l'ultima frontiera nella cura degli stati depressivi più gravi.

Si tratta di un innovativo intervento chirurgico di stimolazione del nervo vago (Vns)

contro la depressione maggiore resistente alle cure farmacologiche,
eseguito all'ospedale Molinette di Torino, per la prima volta, come hanno riferito, per questo tipo di patologia.


La depressione maggiore, quella che causa una seria alterazione della vita lavorativa e sociale dell'individuo fino a portarlo a manifestare manie suicide, in otto pazienti su dieci risponde in modo soddisfacente alle terapie convenzionali, farmacologiche e psicoterapeutiche.
Per i pazienti più difficili da curare, e la cui condizione é di particolare gravità, è stata recentemente individuata una nuova possibilità terapeutica:
un intervento chirurgico per la stimolazione del nervo vago.
L'intervento consiste nell'impianto, a livello del collo, di un elettrodo intorno al nervo vago, connesso con uno stimolatore di ridotte dimensioni (tipo pacemaker) posizionato nel petto.

Questa cura ha l'autorizzazione dell'Unione Europea ed è stata approvata negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration nel luglio 2005.

All'azienda ospedaliera San Giovanni Battista-Molinette di Torino, gli psichiatri Filippo Bogetto e Giuseppe Maina e i neurochirurghi Alessandro Ducati e Michele Lanotte hanno avviato un progetto congiunto di trattamento della depressione maggiore grave con la terapia chirurgica Vns. La prima operazione è stata effettuata a marzo e i risultati dai medici vengono giudicati soddisfacenti.

La selezione, per accedere a questo tipo di chirurgia, è severissima.
Vengono scelti unicamente soggetti affetti da depressione grave e refrattaria ad altre terapie.
Solo in un terzo dei casi, stando alla letteratura scientifica, si annulla davvero il rischio che il paziente agisca in modo autolesionista.

L'intervento è generalmente ben tollerato.
Gli effetti collaterali post-operatori più diffusi sono lieve raucedine e tosse, ma si tratta di disturbi transitori.
Il paziente non corre il rischio di overdose da superstimolazione.
Il trattamento, inoltre, è reversibile e modulabile.
Si calcola che nel 10% degli italiani si sia verificato, almeno una volta nella vita, un episodio di depressione maggiore.



Fonte: ANSA . . .
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