Trafalgar, gli archivi restituiscono il diario della una grande battaglia

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Peppinox
00domenica 6 novembre 2005 19:53


A due secoli dalla battaglia di Trafalgar riemerge dagli archivi nazionali britannici il diario di bordo di una delle navi impegnate nel combattimento. La francese Mont-Blanc il 21 ottobre 1805 non si trovava nel cuore della battaglia, ma leggermente defilata. In una zona da cui poteva osservare l'andamento dello scontro senza timore di essere centrata da una cannonata. E con il suo nostromo intento a descrivere lo scambio di colpi di artiglieria che si svolgeva sotto ai suoi occhi.

Il diario della Mont-Blanc è il pezzo pregiato di un ritrovamento ben più vasto. Nei National Archives di Richmond sono stati rispolverati anche i volumi contabili e i libri paga dei marinai di altre tre navi francesi, la Scipion, la Duguay-Trouin e la Formidable. Tutti e tre i bastimenti da guerra, insieme alla Mont-Blanc, sopravvissero alla battaglia di Trafalgar, ma senza riuscire a tornare nei porti da cui erano salpati. Se ne impadronirono gli inglesi, che hanno setacciato i documenti ritrovati a bordo e li hanno accatastati in un angolo degli archivi nazionali, dimenticati per secoli.

Il diario di bordo della Mont-Blanc si fa particolarmente denso in corrispondenza delle giornate del 21 e del 22 ottobre 1805. Il giorno della battaglia vera e propria, il cronista scrive: "Alle tre del pomeriggio il nostro albero di parrocchetto è stato colpito e si è distrutto. Alle quattro abbiamo ricominciato ad aprire il fuoco. Alle quattro e mezza un vascello ha preso fuoco. Non sappiamo di che nazionalità sia, ma presumiamo inglese". E ancora, andando avanti nella descrizione della battaglia in un francese vetusto: "Due vascelli inglesi ci hanno affiancato. Noi ci battiamo senza ordine. Al momento dell'abbordaggio le due imbarcazioni inglesi hanno disalberato. Abbiamo contato in tutto 15 navi che hanno perso i loro alberi e una di esse era in fiamme".

Due secoli orsono i combattenti riponevano le armi con il calare del sole, e la battaglia di Trafalgar non fece eccezione. "Alle cinque il combattimento è finito - prosegue il resoconto - e alle cinque e mezza il sole è tramontato. Alle sei di sera la nave in fiamme ha cessato di bruciare". Scampate alla battaglia ma costrette alla ritirata, le quattro navi, tutte comandate dal contrammiraglio Pierre-Etienne-René-Marie Dumanoir Le Pelley, presero la strada delle coste della madrepatria, ma furono intercettate da un gruppo di navi nemiche. Alla data 2 novembre sul diario di bordo è scritto: "Alle 10 di sera abbiamo cambiato rotta con il vento da babordo e tutte le vele spiegate. Il nemico ci segue da presso. Il tempo è grigio e piovigginoso".

L'inseguimento dura due giorni. Sotto la dicitura "4 e 5 novembre" il racconto diventa drammatico: "Le navi nemiche hanno cominciato a fare fuoco. I nemici hanno ricevuto il rinforzo di un vascello. Ora sono quattro vascelli e quattro fregate. Il fuoco è diventato insostenibile. Alle due il vascello Scipion ha disalberato. Alle 2 e un quarto la Formidable si è arresa. Alle due e mezza la Scipion l'ha imitata. Il fuoco si è fatto più intenso da due lati".

Il racconto finisce qui, ma il finale si può facilmente intuire. Con la sconfitta di Trafalgar da parte degli inglesi Napoleone dovette abbandonare ogni speranza di forzare la Manica e sbarcare in Inghilterra. Il grande conflitto fra Londra e Parigi si era risolto a favore della capitale inglese.
Peppinox
00domenica 6 novembre 2005 19:58
La battaglia di Trafalgar



Orazio Nelson, comandante supremo della flotta inglese del Mediterraneo, e l'ammiraglio Pierre Villeneuve erano avversari di vecchia data. Nella primavera del 1805 Villeneuve era riuscito a sfuggire alla flotta di Nelson. Salpato da Tolone per raggiungere le Indie Occidentali, dove, per ordine di Napoleone, doveva riunire le navi, attraversare di nuovo l'Atlantico e distruggere la flotta nemica posta a difesa della Manica, in modo che la Grande Armée potesse invadere l'Inghilterra, quando Nelson disubbidì agli ordini e uscì dal Mediterraneo per inseguirlo nell'Atlantico, Villeneuve ebbe paura e invertì la rotta per rientrare in Spagna. Riuscì a sfuggire a una squadra inglese che lo aveva impegnato presso capo Finisterre e alla fine raggiunse il rifugio di Cadice. Il 28 settembre 1805 Nelson prese il comando della flotta che bloccava Cadice. Nelson aveva deciso di dividere la sua flotta in due colonne: avrebbe condotto personalmente la prima, mentre la seconda sarebbe stata comandata da lord Collingwood, con l'intento di tagliare la linea franco-spagnola.

Giunti alla terza settimana di ottobre, Villeneuve cominciò a trovarsi in serie difficoltà. Napoleone, che lo rimproverava di rimanere imboscato a Cadice invece di combattere gli inglesi, gli ordinò di tornare con le navi a Tolone; egli non ubbidì e Napoleone lo sostituì con l'ammiraglio Rosily, il quale, partito da Parigi, aveva già raggiunto Madrid. Villeneuve, piuttosto che cadere in disgrazia, decise allora di partire, obbedendo finalmente all'ordine di tornare nel Mediterraneo. Dopo una sortita iniziale di ricognizione, la flotta combinata di 18 navi francesi e 15 spagnole, oltre alle fregate di appoggio, uscì dalla protezione della rada di Cadice il 20 ottobre e si mise lentamente in formazione prima di fare rotta per Gibilterra e il Mediterraneo. Si racconta che vi fosse ben poca disciplina tra gli equipaggi e che sulle navi regnasse la confusione.

Peppinox
00domenica 6 novembre 2005 19:59



Alle 8.00 del mattino successivo, con la flotta inglese già in vista ad occidente, Villeneuve era ad appena poche miglia da Gibilterra; si trovava in una situazione difficile e aveva ben poca da guadagnare se continuava ad avanzare: sarebbe stato infatti superato e costretto a combattere in condizioni molto sfavorevoli, oppure vergognosamente privato del comando, se avesse avuto la fortuna di raggiungere Tolone sano e salvo. Ma vi era un'alternativa: poteva cioè virare di bordo e cercare di ritornare nella relativa sicurezza offerta da Cadice. Egli decise in questo senso e dette l'ordine che le 33 navi in colonna virassero contemporaneamente, ovvero invertissero sia la rotta sia l'ordine di marcia, invece di accostare in successione. Dopo un'ora e mezza la flotta franco-spagnola riuscì a malapena disporsi in una formazione curva irregolare, con le navi raggruppate in alcuni punti e grandi spazi vuoti in altri. Alle 11.00 Villeneuve era in grado di vedere l'intera formazione di Nelson, spiegata su due colonne a pochi chilometri di distanza. Villeneuve aveva il vantaggio numerico ma il numero di per sé contava poco in un'epoca nella quale la tattica di combattimento prevedeva soprattutto duelli nave contro nave. Piuttosto era la migliore capacità di fuoco che decideva le sorti di una battaglia e i cannonieri inglesi, in questo campo, valevano certamente più dei loro avversari.

Tuttavia il piano di Nelson per annullare lo svantaggio numerico sembrava presentare un'evidente debolezza: le navi di ciascuna linea attaccante sarebbero state esposte a tremende bordate molto prima che i loro cannoni fossero in condizione di rispondere, in particolare le navi di testa - la Victory, ammiraglia di Nelson, e la Royal Sovereign di Collingwood - che avrebbero dovuto sostenere l'urto del combattimento iniziale. La Royal Sovereign fu la prima a entrare in battaglia e rimase molto danneggiata dalle bordate delle unità nemiche Indomitable, Fougueux e Santa Ana, nave di bandiera da 112 cannoni dell'ammiraglio spagnolo Alava. Fu quest'ultima ad essere impegnata dalla Royal Sovereign nel combattimento singolo che caratterizzava le battaglie navali dell'epoca; dopo più di due ore di un duello incessante, quando i suoi tre alberi e tutte le manovre e vele erano stati distrutti, la Santa Ana ammainò la bandiera in segno di resa: 340 dei suoi uomini erano caduti o gravemente feriti.

Peppinox
00domenica 6 novembre 2005 20:02



Anche Nelson si trovò presto nel pieno della battaglia e alle 12.05 la Victory fu bersagliata da 4 unità nemiche: la Bucentaure, ammiraglia di Villeneuve, la Héros, la Santissima Trinidad e la Redoutable; il gruppo si era allineato a stretto contatto reciproco e quindi la nave di Nelson non poteva aprirsi un varco per colpire; in questo fu aiutata dalla Leviathan e dalla Conqueror che martellarono di bordate l'ammiraglia francese obbligandola alla resa. La Victory ebbe la meglio sulla Redoutable ma, durante il combattimento, un tiratore scelto della fanteria di marina, che si trovava sulla coffa di mezzana della nave francese, colpì Nelson alla spalla sinistra; il colpo perforò il polmone dell'ammiraglio e andò a conficcarsi nella spina dorsale; Nelson fu portato nell'infermeria dove morì alcune ore dopo. Prima di spirare ebbe però il conforto di apprendere che la battaglia era vinta. L'attacco di Nelson ottenne l'effetto voluto; alle 13.00 la linea franco-spagnola era rotta in due parti e il vento sfavorevole garantiva che le 10 navi del troncone di avanguardia non sarebbero state in grado di partecipare alla battaglia. Alle 17.00, 11 delle 19 unità che formavano la squadra di retroguardia erano state catturate dagli Inglesi e altre erano in fuga. L'Achille, l'ultima nave francese rimasta, disalberata e in fiamme, esplose improvvisamente quando l'incendio raggiunse la santabarbara. La battaglia era terminata.

In totale gli Inglesi, tra morti e feriti, persero meno del 10% dei loro effettivi (1690 su circa 18.000 uomini), mentre in campo avverso ci furono 6.953 morti e feriti su circa 30.000 uomini, anche se è importante notare che i vascelli franco-spagnoli avevano equipaggi molto più completi di quelli di Nelson, alcuni dei quali erano armati con solo due terzi della forza tabellare. In fatto di navi lo squilibrio delle perdite fu ancora più marcato poiché nessuna unità della Marina inglese fu affondata (molte però, a battaglia conclusa, erano praticamente ridotte allo stato di relitto), mentre la flotta franco-spagnola lasciò come preda 17 vascelli, 2 furono affondati e 3 danneggiati irreparabilmente.



La battaglia di Trafalgar fu fondamentale perché da quel momento in poi la flotta francese non lasciò più i porti e quindi lasciò la Gran Bretagna padrona dei mari, la qual cosa, alla lunga, grazie soprattutto alle risorse dell'impero, le permise di sostenere le nazioni che sul continente ancora combattevano contro i francesi e fiaccare la resistenza di Napoleone.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:14.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com