A due secoli dalla battaglia di Trafalgar riemerge dagli archivi nazionali britannici il diario di bordo di una delle navi impegnate nel combattimento. La francese Mont-Blanc il 21 ottobre 1805 non si trovava nel cuore della battaglia, ma leggermente defilata. In una zona da cui poteva osservare l'andamento dello scontro senza timore di essere centrata da una cannonata. E con il suo nostromo intento a descrivere lo scambio di colpi di artiglieria che si svolgeva sotto ai suoi occhi.
Il diario della Mont-Blanc è il pezzo pregiato di un ritrovamento ben più vasto. Nei National Archives di Richmond sono stati rispolverati anche i volumi contabili e i libri paga dei marinai di altre tre navi francesi, la Scipion, la Duguay-Trouin e la Formidable. Tutti e tre i bastimenti da guerra, insieme alla Mont-Blanc, sopravvissero alla battaglia di Trafalgar, ma senza riuscire a tornare nei porti da cui erano salpati. Se ne impadronirono gli inglesi, che hanno setacciato i documenti ritrovati a bordo e li hanno accatastati in un angolo degli archivi nazionali, dimenticati per secoli.
Il diario di bordo della Mont-Blanc si fa particolarmente denso in corrispondenza delle giornate del 21 e del 22 ottobre 1805. Il giorno della battaglia vera e propria, il cronista scrive: "Alle tre del pomeriggio il nostro albero di parrocchetto è stato colpito e si è distrutto. Alle quattro abbiamo ricominciato ad aprire il fuoco. Alle quattro e mezza un vascello ha preso fuoco. Non sappiamo di che nazionalità sia, ma presumiamo inglese". E ancora, andando avanti nella descrizione della battaglia in un francese vetusto: "Due vascelli inglesi ci hanno affiancato. Noi ci battiamo senza ordine. Al momento dell'abbordaggio le due imbarcazioni inglesi hanno disalberato. Abbiamo contato in tutto 15 navi che hanno perso i loro alberi e una di esse era in fiamme".
Due secoli orsono i combattenti riponevano le armi con il calare del sole, e la battaglia di Trafalgar non fece eccezione. "Alle cinque il combattimento è finito - prosegue il resoconto - e alle cinque e mezza il sole è tramontato. Alle sei di sera la nave in fiamme ha cessato di bruciare". Scampate alla battaglia ma costrette alla ritirata, le quattro navi, tutte comandate dal contrammiraglio Pierre-Etienne-René-Marie Dumanoir Le Pelley, presero la strada delle coste della madrepatria, ma furono intercettate da un gruppo di navi nemiche. Alla data 2 novembre sul diario di bordo è scritto: "Alle 10 di sera abbiamo cambiato rotta con il vento da babordo e tutte le vele spiegate. Il nemico ci segue da presso. Il tempo è grigio e piovigginoso".
L'inseguimento dura due giorni. Sotto la dicitura "4 e 5 novembre" il racconto diventa drammatico: "Le navi nemiche hanno cominciato a fare fuoco. I nemici hanno ricevuto il rinforzo di un vascello. Ora sono quattro vascelli e quattro fregate. Il fuoco è diventato insostenibile. Alle due il vascello Scipion ha disalberato. Alle 2 e un quarto la Formidable si è arresa. Alle due e mezza la Scipion l'ha imitata. Il fuoco si è fatto più intenso da due lati".
Il racconto finisce qui, ma il finale si può facilmente intuire. Con la sconfitta di Trafalgar da parte degli inglesi Napoleone dovette abbandonare ogni speranza di forzare la Manica e sbarcare in Inghilterra. Il grande conflitto fra Londra e Parigi si era risolto a favore della capitale inglese.