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Lo sgomento e la rabbia dei genitori di Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, i ragazzi deceduti nel centro sportivo della Juve, sono esplosi poche ore dopo la tragedia. "Voglio andare lì per capire - dice Franco Neri -.
Non riesco a credere che sia passata più di un'ora prima che li cercassero. Prenderò un legale". Disperato Luciano, il padre di Alessio: "L'ho spinto io verso la Juve...e ora l'ho perso in modo assurdo".
Il giorno dopo non c'è pace per chi a Riccardo e Alessio voleva bene, più di ogni altra cosa. I padri dei due sfortunati ragazzi vogliono chiarezza. Vogliono sapere in modo certo quale sia stata la causa della morte dei loro figli e di chi siano le responsabilità.
"Non riesco a credere a quanto è accaduto - spiega Franco Neri -. Per noi Riccardo era tutto". E poi, facendosi ancora più forza, attacca: "Voglio capire perché è successo. Ho parlato con i suoi compagni di squadra, mi hanno detto che
la recinzione che divide il campo dal laghetto è bassa, che è solo di un metro. Ma se è così vicina è ovvio che i palloni ci vadano dentro e dovrebbe essere alta almeno un metro e ottanta. Voglio sapere se si può scivolare in quel punto - prosegue -. E poi proprio non riesco a credere che sia passata più di un'ora prima che qualcuno si sia accorto che Alessio e mio figlio erano scomparsi. Probabilmente darò mandato a un legale, perché voglio andare a fondo".
Meno combattivo, ancora troppo debole per reagire, Luciano Ferramosca. Ma anche il padre di Alessio chiede con forza che qualcuno gli fornisca le risposte alle ovvie domande che occupano i suoi pensieri. "Perché, perché è successo? Mi devono spiegare con chiarezza come è morto mio figlio - chiede con forza a chiunque cerchi di alleviare un dolore troppo grande - e se qualcuno ha delle responsabilità. Voglio la verità". Poi, ricorda amaro: "Sono stato io a spingerlo verso la Juve...e ora l'ho perso in un modo davvero assurdo".
L'allenatore di Riccardo e Alessio, Maurizio Schincaglia, si dice profondamente rattristato per il dramma, ma rifiuta ogni responsabilità. "E' una tragedia incredibile - dice ai giornalisti -, non ho parole nè pensieri. Se mi sento in colpa? No, perché dovrei? Nessun allenatore ha modo di seguire i giocatori 24 ore su 24. Il mio compito è insegnare calcio, e basta...".
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I due sono morti assiderati, quindi se fossero stati soccorsi in breve tempo sarebbero ancora fra noi, giusto?