Tutti in pista!

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Etrusco
00mercoledì 18 dicembre 2013 15:48
Chi guida bene su strada, la prima volta in pista fa una magra figura, ma il bello viene quando riesce a scoprire i limiti della moto

Lo stradale in pista è fermo
Chi guida bene su strada (ma anche benissimo), la prima volta che entra in pista fa una magra figura.
Il bello viene dopo, quando si riescono a scoprire i limiti della moto. E questo succede solo in pista:

Lo stradale in pista è fermo di Aldo Ballerini

Due settimane fa, parlando dell'indiscutibile (dolorosa) superiorità delle donne nell'apprendere le lezioni di guida, ho introdotto l'argomento guida in pista e guida su strada. Si tratta di due situazioni completamente diverse, ma così diverse che anche un bravissimo pilota stradale la prima volta che va in pista sembra un principiante. A questo proposito racconto la mia esperienza, ma prima faccio una premessa: io in pista, a confronto con un vero pilota, anche uno dei trofei della domenica, vado a passeggio. Quindi se scambiate qualche mia osservazione per eccessiva autostima, ecco, vi siete sbagliati.

RIEPILOGO DELLA PUNTATA PRECEDENTE
Non avete letto il mio articolo sopra citato? Fa niente, ecco un riassunto (oppure cliccate qui). Nel 2004 nel gruppo piloti di Super Wheels assoldiamo la Giulia, una ragazza che abbiamo conosciuto durante un corso di guida, e la "usiamo" come apripista in un Kawasaki Day a Misano. Quando tocca a lei la vediamo, minuta com'è, salire sulla terrificante ZX-10R (la vedete in gallery) per portarsi dietro un branco di ragazzotti piuttosto vivaci. Si capisce che sono dei gran manici su strada, e infatti si lamentano: "Dai, in pista dietro una ragazzina...", e poi partono contrariati, immaginando che li aspettasse una passeggiata. Noi ci mettiamo sul muretto dei box (un po' preoccupati) per vedere cosa sarebbe successo, e dopo due minuti vediamo invece passare la Giulia tutta tranquilla da sola, a metà gas, girata all'indietro. Gli altri? Poi sono arrivati, con calma. Questi ragazzi erano molto veloci su strada, ma in pista non sapevano come comportarsi. Non avevano i riferimenti per le staccate, non avevano un'idea delle velocità in curva, non sapevano quanto si può frenare, piegare, accelerare...

PASSEGGIARE AL TRAMONTO
La prima volta che mi sono reso conto di questa straordinaria differenza tra le esperienze strada-pista è stato a Misano. Durante una giornata di prove libere mi sono trovato a girare con un gruppo di ragazzi stradali, esperti ma alla prima esperienza in pista. Io ero già alle seconde esperienze, quindi giracchiavo, una cosa giusta ma giracchiavo. Al Tramonto, che allora era un curvone infinito a sinistra, faccio la mia bella pieghetta e vedo, quasi sul cordolo esterno, uno di questi ragazzi che percorreva la curva lentissimo, e con la moto che a me pareva dritta. Lo guardo, mi dico mboh? Avrà qualche problema, finito la benzina? Poi continuo, esco e lo ritrovo ai box.

GUIDO COME KEVIN SCHWANTZ QUASI
Appena tolto il casco, il ragazzo che passeggiava al Tramonto si prodiga in estremi complimenti, manco avesse visto Kevin Schwantz a Hockemhein - beh, in effetti il piedino fuori prima della curva lo mettevo, ma solo per vezzo. Indicandomi tutto contento dice agli amici, stradali come lui: "L'ho visto in curva piegatissimo, mi ha passato come un fulmine, fantastico!". Sapevo benissimo che il limite vero era di là da venire, la mia era una piega normale, tranquilla. E ho pensato, dai 'sto qua mi prende per il culo. Invece no, era sincero. A me pareva che costui, con tutto il rispetto, non avesse una grande confidenza con la moto, ma non era per niente vero. Perché degli amici comuni mi han poi detto che quei ragazzi - gli stradali - erano dei piloti delle gare in salita e che dalle loro parti erano pure delle brutte bestie. Prima di scatenare la bagarre aspettate un attimo.

SBAGLIANDO (LA CURVA) S'IMPARA
Non voglio dire assolutamente che i piloti delle gare in salita non sanno andare in pista, dico solo che questi ragazzi qua, che andavano fortissimo in quelle gare, non conoscevano la tecnica della guida in pista. Chi non ha esperienza in circuito scopre un sacco di novità, ed è una scuola bellissima. Prima cosa non si capisce bene come sono le curve. Aperte, chiuse... a che velocità farle. Anche dopo un bel po' di tempo che giri non sai bene che in quella curva lì potresti entrare più forte. In genere lo scopri vedendo qualche pilota serio che ti svernicia e si tuffa dentro a una velocità che non ci puoi manco credere. Lasci perdere perché tanto un alibi lo trovi sempre, in genere è questo: "Va più forte perché ha una moto molto meglio della mia". A volte succede che non è vero, anzi, scopri che è peggio della tua. Allora è una brutta batosta.

A volte lo impari per via di uno sbaglio: tardi una staccata ed entri a una velocità tale che ti immagini già aggrappato alla rete; poi invece vedi che non è vero, che la curva la fai, e tutto sommato anche abbastanza bene. Mi è successo. Ho scoperto che nella Quadra 2 di Adria, potevo entrare più forte dei quello che immaginavo. Solo che i giri dopo non sono riuscito a ripetere quella performance, e non ci sono riuscito mai più. Il fatto è che manca la motivazione.

GRIP INFINITO VS GRIP NON SI SA
In pista scopri anche tante altre cose che su strada non esistono.
Per esempio la tenuta in piega. Se dopo dieci chilometri in montagna vai a toccare le gomme vedi che sono tiepidine. Se lo fai dopo due giri in pista ti scotti e il dito ti resta attaccato. Allora pieghi, pieghi, consumi i piolini, le pedane, gli stivali... e non succede niente. Fallo su strada. Prima di tutto è difficile che trovi un asfalto dal grip così alto. Poi non solo ogni curva è un'incognita, ma ogni due metri l'asfalto è un'incognita. Il grip poi lo usi sempre, non solo in piega, ma anche in frenata, in accelerazione. Se hai una seicento e delle buone gomme è molto difficile che in pista dietro ti scappi via in accelerazione. Prova a farlo su strada... Poi lasciamo perdere il tema degli spazi di fuga, un prato in pista, un muretto, un albero su strada; ovvio che qui non ti senti così rilassato, difficile che tu vada a cercare il limite. Se sommi tutte queste cose capisci perché si guidi così diversamente nelle due situazioni.


bludevil24
00giovedì 22 maggio 2014 07:52
Tutto vero!!! Io ed il mio compare che sulle strade tortuose eravamo sempre gli ultimi a partire e i primi ad arrivare al nostro esordio in pista siamo stati umiliati dal più lento del gruppo che in pista non solo ci ha passato alla seconda piega ma c’ha pure doppiato a fine turno dandoci un’ulteriore umiliazione…
Che magra figura… [SM=x44506]
Col tempo però le cose cambiano [SM=x44509]
Etrusco
00mercoledì 12 novembre 2014 13:28
Re:
bludevil24, 22/05/2014 07:52:

Tutto vero!!! Io ed il mio compare che sulle strade tortuose eravamo sempre gli ultimi a partire e i primi ad arrivare al nostro esordio in pista siamo stati umiliati dal più lento del gruppo che in pista non solo ci ha passato alla seconda piega ma c’ha pure doppiato a fine turno dandoci un’ulteriore umiliazione…
Che magra figura… [SM=x44506]
Col tempo però le cose cambiano [SM=x44509]




Non è che sulle strade vai più veloce degli altri anche perchè sei un po' più spericolato degli altri? [SM=x44451]
Etrusco
00mercoledì 12 novembre 2014 13:30

Incidenti: quando ci si fissa sull'obiettivo sbagliato [Video]



Scritto da: -


Distrarsi e fissarsi su un “bersaglio” sbagliato è una delle maggiori cause di incidenti in moto per centauri inesperti.




Incidenti all'apparenza assurdi, evitabilissimi, eppure fin troppo comuni. Una delle principali cause di incidenti in moto, soprattutto per motociclisti inesperti, è la distrazione, o meglio, il concentrarsi su un oggetto fuori dalla traiettoria ideale di guida.


Il video qui sopra dimostra come un motociclista possa commettere un errore pericoloso anche su tratti di strada facili, a velocità ridotta, semplicemente perché si è concentrato con gli occhi e la mente su un obiettivo sbagliato.


Uno dei classici riguarda le buche sull'asfalto. Il motociclista inesperto la vede, ma invece di evitarla si concentra con gli occhi su di essa, finendo per puntarla e prenderla in pieno. Una distrazione figlia del panico, perché la nostra mente vede l'ostacolo all'ultimo e si convince di non poterla evitare. Quindi si fissa su essa, mantiene lo sguardo sull'oggetto e finisce per portarci a centrarlo. E' una situazione simile a quella che possiamo vivere ogni giorno, quando si ha un grosso spavento e, invece di reagire, ci si blocca.


Come evitare incidenti simili? I consigli che il video suggerisce sono molteplici. In primo luogo, proprio per il coinvolgimento degli occhi nel nostro errore, muovere la testa per guardare e non solo gli occhi. Muovete continuamente gli occhi, utilizzandoli per analizzare l'intero panorama che vi circonda, impedendo così di fissarsi su un solo punto.


Utile può essere anche parlare con sè stessi mentre si viaggia. In questo modo ci si distrae da ciò che si vede, ma al contempo si evita di fissarci con un solo, pericoloso, obiettivo. E' un consiglio ovvio, che va rispettato sempre, ma anche avere una visuale il più ampia possibile, cioè osservare la strada non solo davanti a noi, ma anche gli angoli, le curve, ci permette sia di scegliere la traiettoria migliore, e meno pericolosa, ma anche di notare in anticipo possibili ostacoli. Infine, guidare nervosamente e agitati non aiuta. Soprattutto i motociclisti meno esperti devono cercare di tranquillizzarsi il più possibile. Una guida rilassata e serena porta a commettere meno errori.


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:23.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com