Whitney Houston

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aulo2011
00domenica 12 febbraio 2012 08:17
Alla vigilia dei Grammy Awards, il mondo della musica deve dire addio a Whitney Houston. La cantante e attrice americana è morta all'età di 48 anni. Il suo corpo è stato trovato in una stanza al quarto piano di un hotel di Beverly Hills, a Los Angeles.
uepino
00domenica 12 febbraio 2012 08:22
Re:
aulo2011, 12/02/2012 08.17:

Alla vigilia dei Grammy Awards, il mondo della musica deve dire addio a Whitney Houston. La cantante e attrice americana è morta all'età di 48 anni. Il suo corpo è stato trovato in una stanza al quarto piano di un hotel di Beverly Hills, a Los Angeles.




[SM=x44469]
strega@rossa
00domenica 12 febbraio 2012 10:43
Re:
aulo2011, 12/02/2012 08.17:

Alla vigilia dei Grammy Awards, il mondo della musica deve dire addio a Whitney Houston. La cantante e attrice americana è morta all'età di 48 anni. Il suo corpo è stato trovato in una stanza al quarto piano di un hotel di Beverly Hills, a Los Angeles.




mi dispiace tantissimo [SM=x44469]
strega@rossa
00domenica 12 febbraio 2012 11:08
texdionis
00domenica 12 febbraio 2012 12:46
Mi spiace, non era mai uscita dalla spirale della depressione e della droga.

[SM=x44468]
radcla
00domenica 12 febbraio 2012 13:55
[SM=x44468]
binariomorto
00domenica 12 febbraio 2012 14:07
Whitney Houston morta a 48 anni in un hotel
Aveva 48 anni. Soffriva di tossicodipendenza
di Paolo Biamonte

ROMA - Si può solo provare sgomento nel commentare un'altra morte annunciata. Whitney Houston è stata trovata morta in un hotel di Beverly Hills: a 48 anni ha concluso il suo inferno personale e, per una triste coincidenza del destino, proprio alla vigilia della cerimonia del Grammy Award, l'Oscar della musica che nel 1986, a soli 23 anni, l'aveva consacrata come la nuova regina del soul pop mondiale. Ora il suo nome si aggiunge all'elenco infinito di catastrofi umane che, come una terribile maledizione, ha falcidiato i migliori talenti della musica nera.

A rendere più atroce, e purtroppo prevedibile, la sua morte é il fatto che il suo declino sia avvenuto in diretta sotto gli occhi del mondo: il catastrofico matrimonio con Bobby Brown e gli scioccanti racconti della sua tossicodipendenza sono diventati oggetto di un reality, mentre l'industria del gossip si è arricchita pubblicando le foto impietose di una donna ancora giovane che un tempo era stata di una bellezza splendente trasformata in una barbona. Poi è andata in scena la solita trafila di percorsi falliti di riabilitazione, interviste-confessione con Ophra Winfrey, malinconici tentativi di tornare in tournee, concerti annullati, tristi performance.

Nient'altro che un triste prologo alla solita morte nella camera di un albergo. Un disastro inarrestabile diventato materia per gli appetiti perversi del reality e del gossip che ha fatto troppo presto coniugare al passato una storia musicale fuori dal comune. Perché nei pochi anni in cui è riuscita a controllare i suoi demoni, Whitney ha lasciato una traccia indelebile. Era una predestinata la povera Whitney Houston: sua mamma è Cissy Houston, grande cantante di gospel e voce importante della tradizione black, sua cugina è Dionne Warwick (cui somigliava per bellezza e naturale eleganza), Aretha Franklin è la sua madrina. E la sua voce, prima che fosse rovinata dal crack, era un dono di Dio. Dopo il tradizionale apprendistato nei cori della chiesa del New Jersey, lo stato dove era nata, la Houston viene scoperta da Clive Davis, uno dei nomi più influenti della storia della discografia. Il suo esordio è folgorante: nel 1985 piazza brani come How Will I Know, Greatest Love of All e Whitney diventa una star mondiale. Per il suo terzo album I'm Your Baby Tonight, quello con I Wanna Dance With Somebody, Clive Davis organizza una presentazione nel castello reale di Monaco di Baviera, con lo stesso Davis a illustrare ai media di tutto il mondo i brani uno per uno. Whitney Houston sembrava davvero una regina. Era il 1990: il suo regno sarebbe durato ancora poco. Si può dire che il suo ultimo vero trionfo sia stato The Bodyguard, il film con Kevin Costner dove sostanzialmente interpreta se stessa. Un'interpretazione che si meritò un Razzy, ma il film sbancò i botteghini di tutto il mondo e la canzone I Will Always Love You é diventata un classico. Negli anni '90, senza rinunciare ai milionari cachet cinematografici, gia' sposata con Bobby Brown, prosegue la carriera senza toccare più le vette di un tempo.

Poi comincia il declino. Whitney Houston ha venduto 190 milioni di copie, è entrata nel Guinness dei primati ed è una delle donne più premiate della storia della musica. Aveva una tecnica sovrannaturale e sul piano vocale era in grado di cantare praticamente qualsiasi cosa. Se aveva un limite, era proprio l'eccessivo controllo, la tendenza a far prevalere il virtuosismo sull'emozione. Generazioni di cantanti le devono moltissimo: è lei che ha fatto da trait d'union tra la tradizione e le nuove star alla Beyonce che oggi occupa con sicurezza e il suo talento innato per la spettacolarità il posto che è stato di Whitney Houston. Non resta che la pietà per una regina che si è lasciata morire in pubblico. Il fatto che il suo nome sia nel Guinness dei primati rende ancora più agghiacciante questa ennesima storia di gloria e di morte.

Fonte: ANSA
clara.clandestina
00domenica 12 febbraio 2012 16:05
R.I.P. [SM=x44468]
uepino
00domenica 12 febbraio 2012 16:06
Questi della Pontifex sono [SM=x44467] non ci volevo credere che ci sia qualcuno che pensa certe [SM=x44474]

LA MORTE DELLA HOUSTON, COME L' AIDS. UN SEGNALE!

Il mondo della musica piange la cantante Houston, scomparsa d'improvviso. Se la mettiamo sul piano dei valori musicali puri, si tratta di una grave perdita, ma proviamo a scavare nel profondo, senza con questo voler dare giudizi o esprimere condanne. La defunta, certamente, non ha dato un esempio di vita cristallina, come spesso accade nel mondo dello spettacolo. Capricci, mode, ricerca di emozioni forti e paradisi artificiali senza esclusione di sorta. Da ultimo, la controversa conversione all' Islam con tanto di orgoglio e proclama. Dio sicuramente, non vuole il male e tanto meno castiga con spirito tipicamente umano (lo fa per il bene e per la correzione), ma nell'Apocalisse, nel Nuovo Testamento, si legge che Dio castiga (altre versioni riportano rimprovera) chi ama. Dunque: Dio permette il male, altrimenti non ci sarebbero i casi delle possessioni diaboliche, la morte, la malattia o la disgrazia. Che il male possa essere permesso da Dio, lo dimostra lo ...

... stesso libro di Giobbe e lo dice il Magistero della Chiesa, i Padri, i Dottori ed i Santi; chi sostiene il contrario è in eresia, non rientra nella Dottrina cattolica e nella comunione con Roma.

Perché Dio permette in male?

Per ricavare dal male un bene, il "catechismo del male".

La morte della cantante potrebbe essere letta come un bene, affinché chi frettolosamente e con inutile trionfalismo, voglia convertirsi all'Islam ci pensi sopra.


Ma é anche un avvertimento a rendere le nostre vite più limpide e pulite.

Prendiamo l'Aids: in tanti casi il contagio avviene senza colpa , ma in altri a seguito di abitudini sessuali perverse ed aberranti come la sodomia o la sessualità etero sregolata e senza decenza.

Pertanto, la morte della cantante può anche essere letta come un ammonimento a scegliere vie meno storte.

E non si dica che siamo medievalisti, qui si esprimono esclusivamente opinioni che, per altro, sono in perfetta aderenza con retta ed orotodossa Dottrina cattolica di sempre. I religiosi che vi nascondono queste verità o sono ignoranti o sono non cattolici, non vi sono altre spiegazioni.
davve86
00lunedì 23 aprile 2012 23:29
e un'altra grande ci ha lasciati.. R.I.P
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