arancini di riso

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dalyda
00martedì 3 aprile 2007 15:05
premessa:Questa ricetta costituisce un buon modo per utilizzare il riso avanzato. Non si possono dare quantità esatte per gli ingredienti, bisogna regolarsi in base al risotto che si ha a disposizione!


Dare al risotto la forma di piccole palline. Usando le dita fare un buco al centro di ogni pallina, inserire un dadino di mozzarella e richiudere.
Versare la farina ed il pane grattugiato su carta oleata e le uova in una ciotola. Passare le palline di riso nella farina, immergetele nell’uovo e quindi ricopritele bene col pane grattugiato.
In una pentola profonda riscaldare, a calore medio, da 500 a 800 ml di olio. Quando sarà ben caldo cuocere le palline di riso fino a quando saranno belle dorate (circa 8-10 minuti).
Metterle ad asciugare su delle salviette di carta e servire subito prima che il formaggio si indurisca nuovamente.



buoneeeeee [SM=x44485]
giogio232323
00martedì 3 aprile 2007 20:43
Dolcezza, queste sono delle semplici
crocchette di riso. In passato ho postato una delle tante ricette siciliane per fare lE arancinE. Gli arancini (piccoli alberi di arancio) non li so fare. Se vai a cercare un bel pò indietro, oltre la mia modesta ricetta trovi anche delle possibili variazioni suggerite da Serenity, che una volta di più ha dimostrato che in cucina è semplicemente geniale.
Se dovesse interessarti la ricetta delle arancine inviami una e mail e te la darò. Qui sul forum è stata esposta per diverse settimane, e non vorrei annoiare gli amici con delle ripetizioni non richieste.

Bacione.

[SM=x44482]

Giorgione
~Serenity77~
00giovedì 12 aprile 2007 07:18
Re: Dolcezza, queste sono delle semplici

Scritto da: giogio232323 03/04/2007 20.43
crocchette di riso. In passato ho postato una delle tante ricette siciliane per fare lE arancinE. Gli arancini (piccoli alberi di arancio) non li so fare. Se vai a cercare un bel pò indietro, oltre la mia modesta ricetta trovi anche delle possibili variazioni suggerite da Serenity, che una volta di più ha dimostrato che in cucina è semplicemente geniale.Se dovesse interessarti la ricetta delle arancine inviami una e mail e te la darò. Qui sul forum è stata esposta per diverse settimane, e non vorrei annoiare gli amici con delle ripetizioni non richieste.

Bacione.

[SM=x44482]

Giorgione





mi sa che esageri un pò... [SM=x44466] me la cavo un pò più degli altri che cucinano per non morire di fame.. [SM=x44458] però non sono uno chef [SM=x44464]


squonkie
00giovedì 12 aprile 2007 11:25
Re: Dolcezza, queste sono delle semplici

Scritto da: giogio232323 03/04/2007 20.43

fare lE arancinE. Gli arancini (piccoli alberi di arancio) non li so fare.


Giorgione



Da quando sono nato ho sempre sentito arancini. Solo nella maturità un amico mi ha rivelato che "si dovrebbe dire arancine".... ma quasi sempre sento e leggo "arancini". Visto che la vocale finale atonica in Sicilia spesso viene appena pronunciata, è difficile comunque stabilire la differenza. Ricordo che il grande Camilleri scrive "Gli arancini di Montalbano"

[Modificato da squonkie 12/04/2007 11.26]

[Modificato da squonkie 12/04/2007 11.27]

~Serenity77~
00giovedì 12 aprile 2007 13:43
Re: Re: Dolcezza, queste sono delle semplici

Scritto da: squonkie 12/04/2007 11.25


Da quando sono nato ho sempre sentito arancini. Solo nella maturità un amico mi ha rivelato che "si dovrebbe dire arancine".... ma quasi sempre sento e leggo "arancini". Visto che la vocale finale atonica in Sicilia spesso viene appena pronunciata, è difficile comunque stabilire la differenza. Ricordo che il grande Camilleri scrive "Gli arancini di Montalbano"

[Modificato da squonkie 12/04/2007 11.26]

[Modificato da squonkie 12/04/2007 11.27]





comunemente si dice Arancine,quando entri in un bar o rosticceria...e ti assicuro che non ho mai sentito dire arancini se non per quelli mignon..ma potrebbe anche essere che vengano chiamati in entrambi i modi.....[SM=x44475]


"Ricercare le origini di uno degli emblemi più rappresentativi della nostra terra è un’impresa ardua e controversa. Il 13 dicembre si festeggia santa Lucia. E fin qui niente di nuovo. La storia narra che Lucia, giovinetta siracusana, si recò a Catania per chiedere aiuto ad Agata, già famosa per i suoi poteri, affinché la madre si ristabilisse dalla grave malattia. Lì le venne preannunciato il suo martirio. Sconvolta, ruppe il fidanzamento. Il promesso sposo, sentendosi abbandonato e oltraggiato, la denunciò alle autorità romane in quanto cristiana. Lucia venne condannata alla peggior pena per una fanciulla casta e pura: il postribolo. Preferì le torture e infine la morte, che avvenne appunto il 13 dicembre.

In verità c’è un’altra festa di santa Lucia, il 13 maggio, giorno in cui, dopo una gravissima carestia, arrivò in città, non si sa bene se a Palermo o a Siracusa, poiché tutte e due rivendicano la tradizione, una nave carica di grano e legumi. I cittadini per la fame, mangiarono il grano crudo, semplicemente ammollato nell’acqua. Così nacque la cuccìa, inizialmente condita con l’olio, poi arricchita dalla crema di latte o di ricotta. Da allora in memoria di quel miracolo i siciliani rinunciano al pane e alla pasta, nutrendosi “solo” di panelle, che originariamente avevano forma di pesce, donde il nome pescepanella, per ingannare lo stomaco e mangiare qualcosa di simile, almeno nella forma, alla frittura troppo esosa per le tasche dei popolani.

Anche il riso ha un ruolo fondamentale in questo giorno di rinuncia - ancora devo capire per chi sia davvero tale - preparato in vari modi: risotti, timballi e in primis arancine, l’emblema di cui sopra. C’è chi le fa nascere da un’evoluzione del timballo, inventato per facilitare il trasporto di alimenti casalinghi, durante le battute di caccia dell’emiro Ibn at Timnah. C’è chi le fa nascere dalla capacità riciclatoria delle nonne. Il 13 dicembre panifici, rosticcerie, bar si industriano per far fronte alla valanga di richieste. Le persone assatanate fanno file interminabili, gridando il numero del bigliettino, nella speranza di potersi accaparrare l’unico mezzo per trascorrere una buona festa e per mantenere intatto l’onore della propria fede. Anche le mamme e le nonne si operano per far fronte alla promessa annuale e sfornano grattò di patate, friino rrancine, con il sacchetto ‘n tiesta per non ‘nfetarsi. Le si vede nelle mises più agghiaccianti, intente con pazienza amorevole a preparare quei cummattusi manicaretti.

Al burro, con i funghi, con gli spinaci, con il salmone, addirittura con il nero di seppie e con la cioccolata, ricoperte di zucchero. Tanti i gusti, ma quella classica, la storica è cu suc’a cairne. Prepararle è un po’ camurrusello. Bisogna prima di tutto bollire 1 kg di riso, facendo attenzione a non farlo scuocere. Nell’acqua si deve aggiungere una bustina di zafferano, per dare colore. Poi si deve scolare per bene, si insaporisce con due o tre cucchiaiate di formaggio grattugiato e infine si deve versare il riso sulla bella balata di marmo, indispensabile in ogni cucina. Nel frattempo si prepara il ragù, soffriggendo un battuto fine di cipolla, carota e sedano con olio extravergine.

Una volta pronto si aggiungono 400 gr di tritato (in realtà anticamente si usava il tocco di carne stracotto, da sfilacciare con la forchetta), mezzo bicchiere di vino bianco e una foglia di alloro. Si lascia cuocere a fuoco lento per 15 minuti. Si uniscono 250 gr di pisellini, l’estratto sciolto nell’acqua e un po’ di salsa. Si fa restringere il tutto. Una volta che il ragù è freddo, e si inizia la vera e propria preparazione delle arancine. Si prende un po’ di riso e si forma una calotta con un bell’incavo, in cui si posizionerà il ragù, si chiude con un’altra calotta e facendo molta attenzione si cerca di rendere il tutto compatto. Infine si passa questa palla nella farina, poi nell’uovo e infine nella mollica. Si frigge in una pentola dai bordi alti. L’olio deve essere tanto da coprire le arancine immerse, deve essere caldissimo per garantire la formazione della crosta.

Evitate di unire le uova nel riso bollito per dare compattezza al composto. Basta avere pazienza e l’amido del riso farà da collante. Ma dovete lavorare con gli ingredienti freddi. Nonostante la bontà indubbia, restano varie questioni irrisolte. Oltre a quelle a cui accennavo prima, relative alla città in cui successe la carestia, c’è quella dell’origine delle arancine: Catania o Palermo, quella relativa al nome: arancino o arancina, cioè piccola arancia? Lascio agli altri l’ardua sentenza, che si arrovellino pure alla ricerca della verità, io suggerisco di godere della cosa e basta. D’altro canto, come diceva Shakespeare in "Romeo e Giulietta", «cosa v’è in un nome? Una rosa non è una rosa se avesse un altro nome?»."
Zalmoxis
00giovedì 12 aprile 2007 13:51


Si chiamano arancine solo a Palermo..
Anche a Catania o Messina li definiscono arancini!

Zalmoxis
00giovedì 12 aprile 2007 13:54
Re: Re: Dolcezza, queste sono delle semplici

Scritto da: squonkie 12/04/2007 11.25


Da quando sono nato ho sempre sentito arancini. Solo nella maturità un amico mi ha rivelato che "si dovrebbe dire arancine".... ma quasi sempre sento e leggo "arancini". Visto che la vocale finale atonica in Sicilia spesso viene appena pronunciata, è difficile comunque stabilire la differenza. Ricordo che il grande Camilleri scrive "Gli arancini di Montalbano"

[Modificato da squonkie 12/04/2007 11.26]

[Modificato da squonkie 12/04/2007 11.27]





Camilleri è di Porto Empedocle (Agrigento): ecco perché parla di arancini!
[SM=x44461]
giogio232323
00giovedì 12 aprile 2007 18:07
La dolcissima Serenity
ha dato una volta di più prova della sua cultura culinaria. Infatti è stata perfetta, sia nell'esposizione della ricetta, sia nel cenno storico del tocco di carne sfilacciato dopo la cottura. L'unica cosa su cui non mi trova d'accordo è l'aggiunta del concentrato di pomodoro (l'astrattu) e la salsa nel ripieno. Infatti, storicamente, il pomodoro veniva aggiunto solo quando nel riso non si aggiungeva lo zafferano; il risultato era il riso di un delicato colore rosa e il condimento rosso. Se il riso era giallo (zafferano, non certamente curcuma o, peggio, giallo alimentare) il ragù doveva essere bianco. Ma si tratta semplicemente di sfumature, l'importante (come ha detto mia comare Sere - mi permetti questa confidenza, vero?) è che tutti gli ingredienti, al momento della lavorazione, siano completamente freddi. Altra cosa importante è l'avvertenza di non mangiare le arancine caldissime, appena uscite dalla friggitrice: si rischierebbe infatti di mangiare un cibo scottante in superficie e freddo dentro. Dopo essere uscita dall'olio bollente l'arancina deve "riposare" per 10 - 15 minuti, in modo che l'esterno caldissimo si raffreddi cedendo il suo calore all'interno. Oltre tutto, se si è aggiunto del primosale al ragù, in questo modo il formaggio ha modo di fondere dolcemente.
Un'ultima cosa, mi permetto di contraddire Camilleri sull'inserimento, assieme al ragù, di pezzetti di salame: il salame, riscaldando, potrebbe dare un sentore di rancido al resto del condimento. Potrebbe starmi bene qualche dadino di prosciutto cotto, ma è meglio niente, come ha detto Sere.

[SM=x44482] [SM=x44482] [SM=x44482]

Giorgione
Shia-principessa
00giovedì 12 aprile 2007 18:19
io preferisco i supplì [SM=x44452]
squonkie
00giovedì 12 aprile 2007 19:11
Re:

Scritto da: Zalmoxis 12/04/2007 13.51


Si chiamano arancine solo a Palermo..
Anche a Catania o Messina li definiscono arancini!




Infatti... io di Catania sono [SM=x44450]
~Serenity77~
00giovedì 12 aprile 2007 20:38
Re:

Scritto da: Shia-principessa 12/04/2007 18.19
io preferisco i supplì [SM=x44452]





stai parlando di una cosa che non ha niente a che vedere con le arancine o arancini come dir si voglia... [SM=x44498] e te lo dice una che conosce per via della sua regione di appartenenza le seconde..e le prime perchè è stata a Roma... [SM=x44475]

[Modificato da ~Serenity77~ 12/04/2007 20.39]

~Serenity77~
00giovedì 12 aprile 2007 20:42
Re: La dolcissima Serenity

Scritto da: giogio232323 12/04/2007 18.07
ha dato una volta di più prova della sua cultura culinaria. Infatti è stata perfetta, sia nell'esposizione della ricetta, sia nel cenno storico del tocco di carne sfilacciato dopo la cottura. L'unica cosa su cui non mi trova d'accordo è l'aggiunta del concentrato di pomodoro (l'astrattu) e la salsa nel ripieno. Infatti, storicamente, il pomodoro veniva aggiunto solo quando nel riso non si aggiungeva lo zafferano; il risultato era il riso di un delicato colore rosa e il condimento rosso. Se il riso era giallo (zafferano, non certamente curcuma o, peggio, giallo alimentare) il ragù doveva essere bianco. Ma si tratta semplicemente di sfumature, l'importante (come ha detto mia comare Sere - mi permetti questa confidenza, vero?) è che tutti gli ingredienti, al momento della lavorazione, siano completamente freddi. Altra cosa importante è l'avvertenza di non mangiare le arancine caldissime, appena uscite dalla friggitrice: si rischierebbe infatti di mangiare un cibo scottante in superficie e freddo dentro. Dopo essere uscita dall'olio bollente l'arancina deve "riposare" per 10 - 15 minuti, in modo che l'esterno caldissimo si raffreddi cedendo il suo calore all'interno. Oltre tutto, se si è aggiunto del primosale al ragù, in questo modo il formaggio ha modo di fondere dolcemente.
Un'ultima cosa, mi permetto di contraddire Camilleri sull'inserimento, assieme al ragù, di pezzetti di salame: il salame, riscaldando, potrebbe dare un sentore di rancido al resto del condimento. Potrebbe starmi bene qualche dadino di prosciutto cotto, ma è meglio niente, come ha detto Sere.

[SM=x44482] [SM=x44482] [SM=x44482]

Giorgione




non mi reca disturbo essere chiamata "comare" [SM=x44462]
e cmq, ho cercato la storia o almeno parte di essa delle nostre arancine o arancini...cmq,mi trovi d'accordo su quelle imperfezioni che hai citato [SM=x44475]
giogio232323
00giovedì 12 aprile 2007 23:13
Mi pare doveroso dirlo:
in cucina, con Sere, siamo due cuori e un'anima sola!

[SM=x44482] [SM=x44482] [SM=x44482]

Giorgione
~Serenity77~
00giovedì 12 aprile 2007 23:26
Re: Mi pare doveroso dirlo:

Scritto da: giogio232323 12/04/2007 23.13
in cucina, con Sere, siamo due cuori e un'anima sola!

[SM=x44482] [SM=x44482] [SM=x44482]

Giorgione







[SM=x44467]





[SM=x44514]
giogio232323
00venerdì 13 aprile 2007 02:42
Sono andato a rivedere qualche vecchio libro
in libreria. Allora, Sere, a quanto pare la Cuccìa ha effettivamente origini Siracusane, ed era inizialmente solo frumento bollito, condito solo con un pò di sale e olio. In seguito si andò propagando e, nel Ragusano, cominciò a venire condita anche con il vino cotto, usanza che ancora viene osservata in alcune zone dell'Agrigentino e del Catanese, anche se a Catania nacque l'usanza di condirla con miele. E' prettamente Palermitana l'usanza di condirla con la crema di ricotta di pecora, mentre nel Messinese la tradizione del miele ebbe la meglio.
Nasce nella Sicilia centrale (Enna e Caltanissetta) l'usanza dei legumi (ceci, fagioli, fave e lenticchie), bolliti e conditi come insalate, mentre è prettamente Palermitana l'usanza del riso condito (probabilmente derivante dai sartù di riso napoletani).
Chiaramente, anche se (a quanto pare) il filo della storia è questo, le corruzioni sono state moltissime. E quella che era una cucina in origine semplice ha certamente risentito dell'influsso dei famosi monzù (da monsieur), i cuochi francesi (o pretesi tali) della nobiltà siciliana. Un esempio per tutti lo troviamo nel Gattopardo, in cui viene descritto con entusiasmo e dovizia di particolari il timballo di pasta con le polpettine di carne servito a Donnafugata.
Ma qui mi accorgo di essere uscito dal tema iniziale che avevi accennato, e mi ritiro in buon ordine. Un bacio.

[SM=x44481]

Giorgione
~Serenity77~
00venerdì 13 aprile 2007 07:13
Re: Sono andato a rivedere qualche vecchio libro

Scritto da: giogio232323 13/04/2007 2.42
in libreria. Allora, Sere, a quanto pare la Cuccìa ha effettivamente origini Siracusane, ed era inizialmente solo frumento bollito, condito solo con un pò di sale e olio. In seguito si andò propagando e, nel Ragusano, cominciò a venire condita anche con il vino cotto, usanza che ancora viene osservata in alcune zone dell'Agrigentino e del Catanese, anche se a Catania nacque l'usanza di condirla con miele. E' prettamente Palermitana l'usanza di condirla con la crema di ricotta di pecora, mentre nel Messinese la tradizione del miele ebbe la meglio.
Nasce nella Sicilia centrale (Enna e Caltanissetta) l'usanza dei legumi (ceci, fagioli, fave e lenticchie), bolliti e conditi come insalate, mentre è prettamente Palermitana l'usanza del riso condito (probabilmente derivante dai sartù di riso napoletani).
Chiaramente, anche se (a quanto pare) il filo della storia è questo, le corruzioni sono state moltissime. E quella che era una cucina in origine semplice ha certamente risentito dell'influsso dei famosi monzù (da monsieur), i cuochi francesi (o pretesi tali) della nobiltà siciliana. Un esempio per tutti lo troviamo nel Gattopardo, in cui viene descritto con entusiasmo e dovizia di particolari il timballo di pasta con le polpettine di carne servito a Donnafugata.
Ma qui mi accorgo di essere uscito dal tema iniziale che avevi accennato, e mi ritiro in buon ordine. Un bacio.

[SM=x44481]

Giorgione




non sei uscito poi più di tanto dal topic...del resto il tutto è partito da un problema di origine relativo al nome di un piatto tipico...c'è da dire che la regione siciliana ha avuto svariate influenze...quindi credo sia normale tutto ciò [SM=x44475]
giogio232323
00venerdì 13 aprile 2007 11:45
Hai pienamente ragione:
siamo arabi o normanni? Secolare dilemma dal quale noi siculi non siamo mai riusciti a uscire! Io, personalmente, propendo maggiormente per la spiegazione araba, anche se riconosco che ci sarebbero mille e mille obiezioni!

[SM=x44481]

Ciao, comare!

Giorgione
~Serenity77~
00venerdì 13 aprile 2007 22:52
Re: Hai pienamente ragione:

Scritto da: giogio232323 13/04/2007 11.45
siamo arabi o normanni? Secolare dilemma dal quale noi siculi non siamo mai riusciti a uscire! Io, personalmente, propendo maggiormente per la spiegazione araba, anche se riconosco che ci sarebbero mille e mille obiezioni!

[SM=x44481]

Ciao, comare!

Giorgione




reputo che siamo un mix [SM=x44462] e non solo nel nostro modo di essere..ma anche dal modo come gesticoliamo [SM=x44461]
giogio232323
00sabato 14 aprile 2007 06:16
Ragione hai!
Mizzica teatrino...

[SM=x44455] [SM=x44456] [SM=x44455]

Giorgione
~Serenity77~
00sabato 14 aprile 2007 07:31
Re: Ragione hai!

Scritto da: giogio232323 14/04/2007 6.16
Mizzica teatrino...

[SM=x44455] [SM=x44456] [SM=x44455]

Giorgione




dei pupi [SM=x44455]


ora credo bisogna ritornare al tema del topic [SM=x44461]
giogio232323
00sabato 14 aprile 2007 20:18
Veramente...
...quello che ho mangiato oggi (il cibo perfetto) mi obbliga ad aprire un altro thread.

Giorgione

[SM=x44485]
Clara Clayton
00martedì 17 aprile 2007 12:28
Re:

Scritto da: dalyda 03/04/2007 15.05
premessa:Questa ricetta costituisce un buon modo per utilizzare il riso avanzato. Non si possono dare quantità esatte per gli ingredienti, bisogna regolarsi in base al risotto che si ha a disposizione!


Dare al risotto la forma di piccole palline. Usando le dita fare un buco al centro di ogni pallina, inserire un dadino di mozzarella e richiudere.
Versare la farina ed il pane grattugiato su carta oleata e le uova in una ciotola. Passare le palline di riso nella farina, immergetele nell’uovo e quindi ricopritele bene col pane grattugiato.
In una pentola profonda riscaldare, a calore medio, da 500 a 800 ml di olio. Quando sarà ben caldo cuocere le palline di riso fino a quando saranno belle dorate (circa 8-10 minuti).
Metterle ad asciugare su delle salviette di carta e servire subito prima che il formaggio si indurisca nuovamente.



buoneeeeee [SM=x44485]



mmmmmmmmmmmmmmmmmmm!!!!!! [SM=x44486] [SM=x44486] [SM=x44486]
~Serenity77~
00martedì 17 aprile 2007 15:11
noto che....
fanno proprio gola... [SM=x44466]
alf.redo
00sabato 28 aprile 2007 11:29
i migliori che ho mangiato(a parte quelli di nonna) sono quelli sul traghetto per messina
~Serenity77~
00sabato 28 aprile 2007 13:41
Re:

Scritto da: alf.redo 28/04/2007 11.29
i migliori che ho mangiato(a parte quelli di nonna) sono quelli sul traghetto per messina




l'ho sentito dire da più persone.. [SM=x44473]
giogio232323
00mercoledì 2 maggio 2007 17:47
Mi è capitato...
...di pranzare sul traghetto, con le arancine del buffet. Mi dispiace di dover contraddire, ma secondo me non sono assolutamente all'altezza. Mi permetto invece di consigliare, una volta arrivati a Villa San Giovanni, di fare un salto al buffet della stazione. Se non proprio le arancine, il resto della rosticceria l'ho trovato sempre di discreto livello. Sopratutto i "pitoni" alla messinese. Inoltre, una volta che era stato annunciato un ritardo di 2 ore, sono uscito dalla stazione e ho trovato un piccolo bar in cui c'era eccellente rosticceria, e panini con salumeria calabrese degna di ogni segnalazione.

[SM=x44486] [SM=x44486] [SM=x44486]

Giorgione
thunder81
00lunedì 28 maggio 2007 23:04
Re:

Scritto da: alf.redo 28/04/2007 11.29
i migliori che ho mangiato(a parte quelli di nonna) sono quelli sul traghetto per messina



Mi associo.... che buoni erano quelli del traghetto.
E poi incartati in quei sacchetti che invece di assorbire l'olio lo facevano colare sulle mani [SM=x44455]
Asgeir Mickelson
00lunedì 28 maggio 2007 23:15
Che boooooooni!! [SM=x44486]

poi vabbè, a me piace tutto ciò che si fa con il riso! [SM=x44485]
giogio232323
00sabato 2 giugno 2007 05:29
Va bene, provo a collaudare
il meccanismo per postare foto. Se ci riesco potete cominciare a sbavare...
Alla carne e al burro, per la cronaca!

[SM=x44486] [SM=x44486] [SM=x44486]

Giorgione

thunder81
00mercoledì 6 giugno 2007 22:03
Re: Va bene, provo a collaudare
giogio232323, 02/06/2007 05.29:

il meccanismo per postare foto. Se ci riesco potete cominciare a sbavare...
Alla carne e al burro, per la cronaca!

[SM=x44486] [SM=x44486] [SM=x44486]

Giorgione





[SM=x44485] [SM=x44485] [SM=x44485]
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