Re: Re:
Da da da, 19/01/2020 00.42:
Polveri sottili e inquinamento non si combattono col blocco della circolazione, perchè ormai lo hanno scritto su tutti i giornali che l'inquinamento dal traffico delle auto rappresenta solo il 14% circa, per il resto dipende in gran parte dagli impianti di riscaldamento, vecchi, malfunzionanti o dalle case che disperdono troppa energia...
infatti a Roma sono 4 giorni che hanno bloccato persino le auto euro6 e l'inquinamento invece di calare è salito!
provare a chiedere cosa costa una caldaia a condensazione
"""Di fatto in Italia a partire dal 26 settembre 2015, decorre l’obbligo di legge di non immettere più sul mercato caldaie che non siano a condensazione e questo per far seguito ad un progetto europeo di ampia scala (direttiva Europea 2005/32/CE, denominata “Eco-Design“, nata già nel 2005), che desidera spingere tutti i paesi dell’Unione verso l’utilizzo di energie rinnovabili e verso il miglioramento del rendimento energetico di tutti i sistemi di riscaldamento esistenti.Ad oggi tale obbligo è...""""
il problema non è solo la caldaia
il problema è che devi spaccare tutta la canna fumaria perché questa ti fa 20 litri di condensa al giorno e devono essere scaricati in un pozzetto
un puttanaio
Per generatori installati in unità ad uso abitativo con potenza nominale fino a 35 kW, la raccolta dei residui liquidi avviene a valle del generatore e della canna fumaria per convogliarli direttamente nell’impianto fognario. Le condense acide possono causare danni ambientali, essendo esse sostanze inquinanti, motivo per cui normativa e legislazione ne impongono la raccolta e lo smaltimento.
Tuttavia, proprio a causa della loro acidità, tali residui possono portare danni all’impianto di smaltimento fognario arrivando alla corrosione di condotti non adeguati ed omologati per resistere a tale caratteristica, a differenza di quelli realizzati appositamente per la raccolta e il convogliamento.
Nella sopracitata norma UNI viene fatta una prima distinzione affinché lo scarico delle condense avvenga in modo ottimale:
1.tra l’impianto gas (generatore) e l’impianto di smaltimento condense è necessario evitare che i prodotti combusti (o eventualmente incombusti) possano entrare nell’impianto di scarico delle condense e, successivamente, nella rete fognaria;
2.a monte della rete fognaria, si devono compensare le eventuali variazioni di pressione nella rete stessa. In caso di depressurizzazione a valle dell’impianto s’incorrerebbe nel rischio di svuotare il sifone di caldaia con conseguente immissione di gas nella rete fognaria andando inoltre ad aumentare la portata termica dell’apparecchio in modo potenzialmente rilevante; viceversa, in caso di pressurizzazione a valle dell’impianto smaltimento reflui, questi rischierebbero, sempre svuotando il sifone di raccolta, di essere spinti all’interno del generatore.
Inoltre la norma prescrive che anche lo smaltimento nella rete fognaria dei reflui domestici delle condense raccolte alla base del sistema di evacuazione dei fumi avvenga utilizzando un opportuno sifone (o dispositivo equivalente) atto a prevenire il ritorno di esalazioni dalla rete fognaria. Tale dispositivo deve:
1.avere un battente (altezza di posizionamento rispetto all’attacco caldaia, come previsto dal costruttore) almeno due volte maggiore rispetto alla massima prevalenza del ventilatore dell’apparecchio in modo da mantenere la classe di pressione della designazione riportata nella placca del camino/canna fumaria/condotto intubato utilizzato;
2.impedire la fuoriuscita dei fumi con una contropressione non minore di 100mm di colonna d’acqua.
A livello legislativo, lo scarico di condense nella rete fognaria rientra nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152, e s.m.i. il quale disciplina, nella Parte terza, gli scarichi di qualsiasi tipo, pubblici e privati, diretti ed indiretti, in tutte le acque superficiali e sotterranee, pubbliche e private, nonché in fognature, sul suolo e nel sottosuolo.
In particolare, nel caso di recapito in una fognatura pubblica, prima dell’entrata in funzione dell’impianto centralizzato di depurazione, il Decreto prescrive che le sostanze oggetto degli scarichi debbano avere un pH compreso tra 5,5 e 9,5 (detto limite vale anche nel caso in cui lo scarico venga fatto recapitare in acque superficiali).
I reflui domestici mediamente prodotti da un’unità abitativa sono quantitativamente molto superiori rispetto alle condense acide prodotte da un generatore nel medesimo arco di tempo (ad esempio, una caldaia da 28 kW funzionante a regime ed alla massima potenza, con temperatura media dell’acqua a 35°C comporta una portata di scarico condensa pari a circa 2,5-2,7 litri/ora, equivalenti a circa 3 m3 di acqua di condensa a stagione, contro circa 50 m3 di acque reflue di un’abitazione nel medesimo periodo) ed inoltre possiedono una notevole basicità. Per questo motivo sono “naturalmente” in grado di neutralizzare l’acidità dei liquidi di condensazione, rendendo così possibile lo scarico diretto nella rete fognaria.
Nei casi in cui non sia possibile lo scarico in una rete fognaria o di edifici con destinazioni d’uso “miste” (abitative e non) la norma prescrive di neutralizzare l’acidità delle condense prima della loro immissione nella rete fognaria di smaltimento mediante un neutralizzatore (o passivatore).
il caldaista mi ha detto che dove passa questa condensa acida non cresce più l'erba
salviamo l'aria ma attraverso fogna inquiniamo i mari
da da da io giro a piedi per monza parecchie ore al giorno e sento puzza di carburante veicoli, quando sei un peletino influenzato è meglio che te ne stai in casa perché lo senti ancora di più
ciò cmq non toglie che gli impianti di riscaldamento non fanno la sua parte
per l'inquinamento è un casino perché tutti devono andare e nessuno si può fermare