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Retata in Calabria nel centro per migranti tra i più grandi d'Europa. Arrestati per associazione mafiosa anche il governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e il parroco fondatore della sezione locale della confraternita
di Giovanni Tizian - 15 maggio 2017

'Ndrangheta, arrestati i ras dell'accoglienza migranti
I quattrini sulla pelle dei migranti con la complicità della Confraternita della Misericordia di Isola Capo Rizzuto. I carabinieri del Ros coordinati dalla procura antimafia di Catanzaro stanno eseguendo arresti e sequestri nei confronti di affiliati e complici delle cosche del crotonese, che da oltre 10 anni avevano il controllo totale del centro d'accoglienza, incluso il Cara(Centro per richiedenti asilo) di Isola Capo Rizzuto, il più grande d'Europa, secondo solo al “villaggio della solidarietà” di Mineo, altra struttura al centro di scandali e abusi.

I reati contestati a vario titolo dall'antimafia di Catanzaro vanno dall'associazione mafiosa alla malversazione fino alla frode in forniture pubbliche e alla truffa.
I militari del Ros, insieme alla guardia di finanza e alla squadra Mobile della polizia, stanno dando esecuzione a un fermo disposto dalla procura guidata dal procuratore Nicola Gratteri che riguarda 68 di persone e sequestri per diverse decine di milioni di euro.
Retata in Calabria contro il clan Arena, che gestiva di fatto il centro per migranti tra i più grandi d'Europa. Arrestati per associazione mafiosa anche il governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e il parroco fondatore della sezione locale della confraternita



Tra i fermati con l’accusa di appartenere alla cosca anche Leonardo Sacco (governatore della Confraternità della Misericordia di Isola Capo Rizzuto e già vicepresidente nazionale della confraternità con sede in Toscana) e don Edoardo Scordo, parroco di Isola e, molti anni fa, fondatore della sezione locale della confraternità. Leoanrdo Sacco, Mr Misericordia, è un uomo di potere e abile nel tessere relazioni con prefetti e uomini politici. Un'intraprendenza che gli ha aperto moltissime porte. Il volto insospettabile dell’impresa criminale.

Tre mesi fa L'Espresso aveva raccontato nei dettagli il ruolo di Sacco e della 'ndrangheta (famiglia Arena) nella gestione del grande centro per rifugiati. Ipotesi confermate dall'inchiesta antimafia sui signori dell’accoglienza.

Un'indagine che parte da lontano. Dalle origini dell'impero fondato sul business dei migranti. Con le 'ndrine protagoniste, infiltrate nelle pieghe dell’emergenza. Più di cento milioni, tutti soldi pubblici, incassati in dieci anni da Sacco e la sua Misericordia. Un terzo della somma- per il momento questa è la cifra accertata dai detective del Ros- sperperata dalla cosca, pronta a lucrare sulla pelle dei rifugiati. Un crinale, quello dell’accoglienza, in cui si intersecano interessi diversi. Capi bastone, imprenditori e politici. Gli investigatori hanno peraltro documentato la partecipazione di più famiglie criminali alla spartizione dell'affare, che negli anni è diventato una vera miniera d'oro per i padrini. Tanto che, sospettano gli inquirenti, l'apertura del Cara, ormai 11 anni fa, ha portato la pace tra le famiglie in guerra. Una pax che dura da allora, tra clan prima dell'apertura della struttura non si facevano scrupoli a usare il bazooka per ammazzarsi tra di loro. espresso.repubblica.it/attualita/2017/05/15/news/ndrangheta-arrestati-i-ras-dell-accoglienza-migranti-...