20 29/11/2016 15:12
Allora, qua è sempre un dramma. Un sacco di scosse oltre il 3, la più forte 3.9 due sere fa... ma qualcosa si muove, o meglio: di verifiche strutturali quasi non se ne parla, ma di poter iniziare a portar via la roba dalle case terremotate, sì. Quindi gli abitanti, finalmente, hanno cominciato a mettere al sicuro i loro beni.
(compresa me: abbiamo fatto il trasloco dei mobili di casa a Visso, grazie ai pompieri, che hanno anche messo i teloni sul tetto).

In questi giorni ho incontrato i sindaci di Pievebovigliana, Pievetorina, e di Tolentino, oltre ad alcuni piccoli produttori locali nei settori agricolo e pellettiero.

La produzione sarebbe ferma per inagibilità praticamente ovunque, ma chi vive di agricoltura o allevamento si introduce abusivamente nei propri laboratori e fa il formaggio e/o i salumi...

Molti capi di bestiame non hanno ancora riparo...

Le persone, alla chetichella, entrano nelle case o nelle fabbrichette (laboratori), per tirare avanti... sono arrivati i primi container, ma è una goccia nel mare.

Molti non sono più sfollati, perché hanno trovato una sistemazione autonoma...

I sindaci dei paesini sono ... "spaesati", nel vero senso della parola. Pochi abitanti sono tornati, a seguito delle verifiche effettuate sulle abitazioni che avevano pochi danni, ma chiaramente: il fornaio non c'è più, il barbiere non c'è più, chi è tornato nel paesello non ha niente da fare, in pratica.
Le scuole sono state spostate altrove, quindi le famiglie dislocate sulla costa non hanno nessun vantaggio a fare avanti - indietro per portare i figli a scuola "vicino la ex casa".

Il timore dei sindaci è che la gente si radichi sulla costa. Ed è un timore fondato. Nella zona montana dei Sibillini, uno abita(va) per nessuna ragione, per nessuna utilità. Le opportunità e i servizi sono altrove.

E' per questo che, se gli togli la casa = le radici, non tornerà a vivere là.

La zona era già spopolata per lo stesso motivo, e ora?
Chi c'era, oltre ai piccoli negozianti e alle poche aziende (Svila, Nerea, Varnelli... poco altro), viveva di turismo.
Il turismo adesso te lo sogni.

Anche il campanilismo, purtroppo, ha un ruolo in tutto questo: i sindaci fanno fatica a coordinarsi. E non tutti hanno le stesse esigenze. Ad esempio, San Severino e, ancora di più, Tolentino, hanno una vocazione industriale non condivisa con gli altri paesi, quindi esigenze diverse e "peso" diverso.

Anzi: ho sentito con le mie orecchie uno dei sindaci protestare perché Della Valle fa la fabbrica ad Arquata e Guzzini in un altro paese che non è il suo.

Il commissario straordinario Errani dovrebbe coordinare (e lo sta facendo / farà), ma è straniero (emiliano), e qua la gente non lo vede ancora come un interlocutore autorevole. E' gente che ha affrontato con un altro metodo il terremoto nel '97, non capisce questo qua, a cosa serva.
(ed è un peccato, Errani è un grande, a Modena nel 2012 aveva organizzato benissimo - ricordate la cambiale Errani? Nonostante lo fecero fuori politicamente, quella, insieme alla white list, ha funzionato, così come la ricostruzione. In 4 anni è praticamente finita - almeno così mi risulta).

Insomma: non si individua l'interlocutore, e tutti cercano di tirare acqua al proprio mulino - il che significa, semplicemente, evitare che il proprio borgo muoia.

Non c'è coordinazione né coordinamento, almeno riguardo al pubblico. I privati, come sempre, hanno un approccio diverso, infatti qualcosa, a livello commerciale, si muove (vedi altro thread - "un aiuto concreto ai terremotati").




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