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TARI, Tarsu, Tia, Tares

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    00 22/10/2018 13:38
    Tasse e tributi, come, dove, quando.

    La TARI (tassa rifiuti), in precedenza Tarsu, Tia, Tares


     

    La TARI (tassa rifiuti) sostituisce, a decorrere dal 1° gennaio 2014, i preesistenti tributi dovuti al Comune da cittadini, enti ed aziende
    quale pagamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, noti con l'acronimo di TARSU, e successivamente di TIA e di TARES.
    La nuova tassa conserva tuttavia taluni presupposti e modalità di determinazione della tassa soppressa,
    alla quale la legge rimanda per la determinazione del nuovo tributo.

     

    >Che cosa è
    >Dichiarazione
    >Chi deve pagare
    >L'importo dovuto
    >Esenzioni e riduzioni
    >Come pagare
    >
    Il rimborso della TARI

     

    Che cosa èTorna su

    La tassa rifiuti solidi rappresenta  il corrispettivo che il Comune richiede a fronte del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sul proprio territorio.
    La base su cui calcolare la TARI è la superficie calpestabile di unità immobiliari, iscritte  o iscrivibili nel catasto urbano, suscettibili di produrre rifiuti.
    La norma individua, pertanto, quale  presupposto per l’applicazione del tributo l’occupazione di locali ed aree scoperte che si trovano sul territorio del Comune, le cui superfici già dichiarate o accertate  costituivano la  base imponibile dei precedenti tributi. Sono infatti tassati i locali di  immobili adibiti a qualsiasi destinazione, con le relative pertinenze (ad es. il box), e le aree scoperte che non siano accessorie  o pertinenziali (ad esempio, sono accessorie, e pertanto escluse, le cantine, i locali di sgombero, le scale di accesso, ecc.).
    Sono inoltre  escluse le parti comuni del condominio, quali indicate all’art. 1117 del codice civile.
    A titolo di esempio, è tassabile il giardino, ma non il posto macchina scoperto (cioè la parte di cortile condominiale utilizzata come parcheggio privato).
    Tale regola non vale per le aree utilizzate per attività economiche (ad esempio il cortile di una fabbrica), che sono invece sempre tassate.

    DichiarazioneTorna su

    Chiunque occupi un immobile è tenuto, entro il 20 gennaio dell’anno successivo a quello di occupazione, a darne comunicazione all'ufficio tributi del Comune in cui si trova l'immobile, utilizzando il modulo appositamente predisposto. La denuncia ha efficacia sino a quando non mutino le condizioni alla base del prelievo, cioè il possesso dell'immobile stesso. La denuncia di variazione ha la medesima scadenza (20 gennaio). 

    Chi deve pagareTorna su

    Devono pagare, in quanto soggetti passivi, tutti coloro che occupano locali ed aree scoperte, a qualsiasi titolo utilizzate,  situate nel territorio comunale. E’ pertanto tenuto al pagamento colui il quale dispone dei locali o dell’area, a prescindere dal titolo che legittima l’occupazione (proprietà, locazione, uso, ecc.), e soltanto nel caso di occupazione precaria, ad esempio in presenza di locazioni di breve durata (si pensi all’immobile locato per una settimana di vacanza) la tassa è dovuta dal proprietario.
    E’ inoltre opportuno precisare che nei confronti degli appartenenti al nucleo familiare o di chiunque occupi aree e locali in comunione con altri, ciascuno dei coobbligati (conviventi, soci, ecc.) può essere tenuto al pagamento della totalità della tassa, in forza del cosiddetto "vincolo di solidarietà".
    Nel caso di multiproprietà (quando esistono più proprietari, i quali che fruiscono a turno del medesimo  immobile ), la responsabilità del tributo è attribuita  al soggetto  che gestisce i servizi comuni, fermo restando il suo diritto a richiedere il rimborso dell’importo versato in misura percentuale ad ogni effettivo detentore.

    L'importo dovutoTorna su

    L’importo è stabilito dal regolamento comunale. 
    E’ pertanto prevista la determinazione, da parte dei comuni, di metodi di misurazione della quantità di rifiuti e di gestione dei servizi di smaltimento, con i conseguenti sistemi di ripartizione del costo relativo.
    Se il principio fondamentale per l’applicazione della TARI è quello in base al quale “chi inquina paga”, il comune può tuttavia determinare la propria tariffa secondo i criteri già previsti per la TARSU, quindi commisurando la tassa a  quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie.

    La tassa è dovuta per l’anno solare.
    Nel caso di occupazione temporanea di durata inferiore a 183 giorni, è applicata una tariffa giornaliera, comunque determinata in base alla tariffa annuale e rapportata ai giorni di occupazione, con una maggiorazione che non potrà superare il 100%. E’ opportuno chiarire che per occupazione temporanea si deve far riferimento alla effettiva durata dell’occupazione nel corso dell’anno: pertanto è comunque soggetta al tributo in misura integrale anche l’occupazione periodica o ricorrente, se complessivamente superiore a 183 giorni.

    Esenzioni e riduzioniTorna su

    Il presupposto della norma  è quello per cui non sono tassabili gli spazi improduttivi di rifiuti, in base al criterio della “non utilizzabilità” dei locali e delle aree. Tale indisponibilità deve tuttavia dipendere da condizioni oggettive, cosicché, ad esempio, un’ abitazione priva dei requisiti di abitabilità (mancanza di allacciamenti elettrici, idrici e fognari, ecc.) non è soggetta all’imposta, mentre un locale che disponga  di tali infrastrutture è comunque tassabile, anche se materialmente  inutilizzato.
    Sono pertanto esenti:

    • le parti condominiali, non utilizzate in via esclusiva (ad esempio, l'androne, o le scale di accesso);
    • i locali dove è oggettiva l’impossibilità di produrre rifiuti  in maniera autonoma (ad es. solai e cantine);
    • i locali dove, in specifiche circostanze temporali , non è possibile produrre rifiuti.

     

    Sono inoltre previste riduzioni in misura variabile, a seconda delle modalità di erogazione del servizio.
    In particolare, la TARI è ridotta alla misura massima del 20% nei seguenti casi:

    • mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti;
    • erogazione del servizio in cui si evidenzino gravi violazioni della norma di riferimento;
    • interruzioni del servizio che possano arrecare danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.

     

    La  tariffa può inoltre essere ridotta:

    • nel caso di uso non continuativo dell'immobile (ad esempio, per abitazioni tenute per uso stagionale);
    • nel caso di unico occupante dell'immobile (persona che viva da sola);
    • per la parte abitativa di case coloniche, occupate da agricoltori;
    • se l'occupante è residente all'estero per un periodo non inferiore a sei mesi.

     

    I comuni possono altresì deliberare riduzioni  e esenzioni, entro il 7% dell’intero introito, in base a specifiche condizioni dell’occupante oppure tenendo conto della capacità contributiva  della famiglia.

    Come pagare Torna su

    La tassa è riscossa direttamente dal Comune.
    Per il pagamento è possibile utilizzare l’apposito bollettino postale o il modello F24, che il comune provvede ad inviare al contribuente, con l’indicazione degli importi dovuti , il codice tributo, l’anno di riferimento, e la scadenza di versamento.

    Il rimborso della TARITorna su

    In diversi Comuni si è riscontrato che il calcolo della TARI era sbagliato.

    La tassa infatti è composta da una quota fissa, riconducibile ai metri  quadrati della abitazione, e da una quota variabile, calcolata in base  al numero di abitanti: quest’ultimo avrebbe dovuto costituire un parametro per la sola abitazione e non, come invece avvenuto in molti casi, per le relative pertinenze, sulle quali si applica soltanto la quota fissa.
    Come sapere quando l’addebito è errato? Occorre verificare se la quota variabile risulta essere particolarmente elevata, ed in tal caso chiedere il dettaglio  al Comune, o al gestore del servizio.
    Il contribuente che riscontri di avere versato la TARI in eccesso può chiedere il rimborso per tutte le annualità a decorrere dal 2014, anno di istituzione della tassa, preferibilmente utilizzando la modulistica che ogni ente avrà provveduto a pubblicare (dal sito di molti Comuni interessati è infatti possibile scaricare un fac-simile).

     

     

    Per gli aspetti pratici vai alla guida su La TARI (tassa rifiuti), in precedenza Tarsu, Tia, Tares

     

    Vuoi saperne di più

    LE GUIDE

     
    Quali sono le nuove tasse sulla casa?
    Cos'è la TASI?
    Cos'è la TARI?
    Come cambia l'IMU?
     
    L'anziano o disabile residente in un istituto di ricovero/casa di riposo è tenuto a pagare l'IMU ...
     
    Il proprietario dell'abitazione principale deve pagare l'IMU?
    Posso pagare l'IMU con bollettino ...
     
     
     

    LE DOMANDE

     
    IUC - Imposta Unica Comunale
    Sull'abitazione principale, la TASI è dovuta?
    In caso di multiproprietà, chi paga la TARI?
    Nel ...
     
    IMU Esenzioni e riduzioni
    Per l'abitazione concessa in comodato ai parenti in linea retta (entro il primo grado) sono ...
     
     
     

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    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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    Fonte:
    www.dirittierisposte.it/Schede/Tasse/Tributi-locali/la_tari_tassa_rifiuti_in_precedenza_tarsu_tia_tares_id1164895_...

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