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Governo rossogiallo, Conte-Bis: durerà per altri 3anni, prima di fine legislatura?

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  • AlcibiadeR
    00 24/01/2020 12:45
    … da Renzi al Di Maio & ConteBis, continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...


    L'abituale arroganza di Travaglio messa in ridicolo:


    "L'Emilia non è un voto nazionale"


    La pronta replica di Senaldi:


    "Allora le sardine hanno capito male"




    Pietro Senaldi mette in difficoltà Marco Travaglio. Il direttore di Libero, ospite anche lui a DiMartedì, conferma l'importanza delle regionali in Emilia-Romagna: "È una roccaforte rossa da sempre, questo è il punto cruciale" dice in studio da Giovanni Floris. Una risposta che non trova d'accordo il direttore del Fatto, noto anti-Salvini che si intromette così: "Salvini non ha nemmeno capito che si vota per definire se Bonaccini abbia governato bene o male. Non è un voto nazionale questo".

    Ed ecco che Senaldi ha già la risposta già pronta: "E allora nemmeno le Sardine l'hanno capito dato che si definiscono pesciolini contro il leader della Lega. Il Pd le manda avanti ma alla fine portano consenso a Salvini".
    Una dichiarazione che mette in evidente difficoltà Travaglio che, zitto zitto, cambia argomento. [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]


    Fonte


    [SM=x44462] [SM=x44458] [SM=x44459] [SM=x44458] [SM=x44462]

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    Etrusco
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    00 24/01/2020 18:14
    In ogni caso il Governo Conte non potrà subire brusche ripercussioni dall'esito delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna, qualsiasi sia l'esito.

    _________________


    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
  • AlcibiadeR
    00 24/01/2020 19:04
    … da Renzi al Di Maio & ConteBis, continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...


    ... dalle Stelle alle Stalle ...




    Dall'inizio della legislatura il Movimento 5 Stelle

    ha perso 23 parlamentari


    A questi si aggiungono 5 eletti che hanno lasciato ancor prima di sedersi tra i banchi dei pentastellati. Gli ultimi due deputati hanno detto 'addio' nella giornata di martedì sono Michele Nitti e Nadia Aprile


    In tutto, dall'inizio legislatura, i gruppi del Movimento 5 stelle di Camera e Senato hanno perso 23 parlamentari, a cui si aggiungono 5 eletti che hanno lasciato ancor prima di sedersi tra i banchi dei pentastellati. Oggi altri due deputati hanno detto 'addio': sono Michele Nitti e Nadia Aprile, che lasciano il gruppo M5s alla Camera.

    Includendo Nitti e Aprile, si può quindi calcolare che - fra espulsioni, dimissioni e defezioni per passare al gruppo Misto o ad altre forze politiche - dei 227 deputati conquistati alle elezioni del 4 marzo 2018, ne sono rimasti 208.

    A guardare i nomi si va dal velista sardo Andrea Mura che, 'accusato' di troppe assenze, si è dimesso da parlamentare, a Matteo Dall'Osso approdato in Forza Italia, e a Sara Cunial, Veronica Giannone, Gloria Vizzini ora nel Misto, e ancora Davide Galantino arrivato in FdI, fino alle fuoriuscite più recenti come quelle di Gianluca Rospi e Nunzio Angiola, senza dimenticare l'ex ministro Lorenzo Fioramonti. Hanno lasciato anche Massimiliano De Toma, Rachele Silvestri e Santi Cappellacci, per un totale di 14 deputati.

    Discorso a parte va fatto per Benedetti, Caiata, Cecconi e Vitiello, tutti eletti nelle liste M5s ma espulsi o che hanno lasciato i 5 stelle prima della costituzione in Parlamento dei gruppi. Quanto al Senato, il sito di palazzo Madama ad oggi conta 99 componenti del gruppo M5s.

    Nella legislatura in corso, con percorsi e per ragioni diverse (alcuni sono stati espulsi), non fanno più parte del gruppo M5s Gregorio De Falco, Saverio De Bonis, Paola Nugnes, Elena Fattori, e poi i senatori Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi, questi ultimi confluiti nella Lega.

    E ancora: Luigi Di Marzio passato al Misto e Gianluigi Paragone espulso qualche giorno addietro. Nove in tutto, a cui aggiungere i senatori Buccarella e Martelli che, entrambi al secondo mandato, pu essendo stati eletti nelle file di M5s sono stati subito espulsi e si sono iscritti direttamente al Misto.

    Sui numeri in Parlamento di M5s, è intervenuto nei giorni scorsi il blog delle Stelle smentendo, il 4 gennaio, vi sia mai stato un 'fuggi fuggi'. "Da mesi si parla di una diaspora di parlamentari dal Movimento. A leggere i giornali, dal gruppo parlamentare del Movimento se ne stanno andando tutti. Eppure sapete quanti parlamentari ha eletto il Movimento 5 stelle nel 2018? 338. Sapete quanti sono andati al Misto o ad altri partiti? 20! Meno del 6% Un po' pochini per una diaspora".



    Fonte




    ... difatti, è più che prevedibile la caduta del Conte-Bis prima di fine legislatura e a prescindere dai risultati delle consultazioni regionali in emilia e calabria, a causa dell'innarrestabile emorragia nella maggioranza governativa, pd-5stelle, che lo sostiene ...


    continua ...



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    [Modificato da AlcibiadeR 24/01/2020 19:04]
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    Arcanna Jones
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    00 27/03/2020 23:30
    Coronavirus, Calenda: "Commissione inchiesta Renzi è un teatro"
    POLITICA
    Pubblicato il: 26/03/2020 20:44

    "Dopo l'estate saremo occupati da ben altri problemi che fare una Commissione di inchiesta sul virus". Così il leader di Azione, Carlo Calenda, commenta la proposta di Matteo Renzi sulla creazione di una Commissione di Inchiesta sul Coronavirus. "Ci sarà da far ripartire l'economia italiana dopo l'ibernazione delle attività produttive e commerciali. Investimenti innanzitutto, via 'lacci e laccioli'. Ci vuole uno Stato forte nel suo perimetro essenziale (sanità, scuola, sicurezza) e un riequilibrio tra amministrazione, politica e sistema giudiziario. Questo dovrebbe essere oggetto di un lavoro bipartisan da fare per l'interesse nazionale. Non una commissione di inchiesta, che in Italia diventa facilmente un teatro per le forze politiche", conclude.


    Renzi ha perso una buona occasione per rimanersene zitto,
    ma evidentemente cerca qualsiasi pretesto per ritornare al centro della scena [SM=x44464]
  • AlcibiadeR
    00 28/03/2020 12:03
    [SM=x44499] Coronavirus, Calenda: "Commissione inchiesta Renzi è un teatro"
    … beh, di questo ciarlatano megalomane, el sior renzi matteo, che non sa più cosa inventarsi pur di riemergere dall’oblio e ritornare in auge, si sa da un pezzo quante cazzate continua a sparare, cui un presunto partito, “italia-morta” …
    … tuttavia, pure el sior calenda non perde l’occasione di starsene buonino e zitto, piuttosto che continuare a spappolare le palle con le sue ricette “salva italia” ora che è un fuoriuscito dal partito di bibbiano … e non crearle e attuarle, invece, quando era viceministro e ministro dello sviluppo economico nei governi, letta/renzi/gentiloni grasssie allo stesso partito sinistroide che ora sputtana a manca e a dritta …
    … se, quindi, attualmente l’economia italiana è precaria e soprattutto se il paese manca di lavoro con centinaia di aziende in fallimento (si ricordi l’ilva, el sior calenda!) ciò è stato causato anche dalla mala gestione e dall’inefficienza di questo saccentone oltre, logicamente, a quelle del renzi &company che, in perfetta linea con quell’oscuro personaggio del monti-senatore, hanno gestito miliardi e miliardi anzitutto per salva-banche (monte paschi siena, del pd) e multinazionali …



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    c'eraunavodka
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    00 29/03/2020 00:05
    Re:
    Arcanna Jones, 27/03/2020 23:30:

    Coronavirus, Calenda: "Commissione inchiesta Renzi è un teatro"
    POLITICA
    Pubblicato il: 26/03/2020 20:44

    "Dopo l'estate saremo occupati da ben altri problemi che fare una Commissione di inchiesta sul virus". Così il leader di Azione, Carlo Calenda, commenta la proposta di Matteo Renzi sulla creazione di una Commissione di Inchiesta sul Coronavirus. "Ci sarà da far ripartire l'economia italiana dopo l'ibernazione delle attività produttive e commerciali. Investimenti innanzitutto, via 'lacci e laccioli'. Ci vuole uno Stato forte nel suo perimetro essenziale (sanità, scuola, sicurezza) e un riequilibrio tra amministrazione, politica e sistema giudiziario. Questo dovrebbe essere oggetto di un lavoro bipartisan da fare per l'interesse nazionale. Non una commissione di inchiesta, che in Italia diventa facilmente un teatro per le forze politiche", conclude.


    Renzi ha perso una buona occasione per rimanersene zitto,
    ma evidentemente cerca qualsiasi pretesto per ritornare al centro della scena [SM=x44464]




    Sembrerebbe che Renzi voglia gettare la colpa di questa pendemia sulle spalle del governo Conte,
    si sapeva che non gli sta simpatico, ma una commissione d'inchiesta sembra pretestuosa in questo caso
    anche perchè recentemente sarebbero state utili altre commissioni d'inchiesta su altre situazioni delicate e qualcuno non le ha volute.
  • AlcibiadeR
    00 27/07/2020 17:27
    … da Renzi al Di Maio & ConteBis, continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...


    ... giuseppi-bis dalle stelle alle stalle ...




    Migranti, nuova fuga di massa in Sicilia:

    a centinaia scappano dalla struttura di Porto Empedocle




    Fuga in massa di migranti dalla tensostruttura della Protezione civile, allestita nella banchina di Porto Empedocle (Ag).Polizia e carabinieri hanno avviato le ricerche dei fuggitivi. Nella tensostruttura, con una capienza massima di 100 persone, c'erano 520 migranti.

    Nuovo sbarco a Lampedusa, in 726 nell'hotspot - Un barchino con a bordo 16 tunisini, fra cui 9 minorenni, è stato intercettato e bloccato, a largo di Lampedusa (Ag), da una motovedetta della Guardia costiera. I migranti sono stati fatti sbarcare al molo Madonnina perché il molo Favarolo è stracolmo di imbarcazioni tunisine e le motovedette non riescono più ad attraccare agevolmente. Il gruppo, l'ennesimo che approda oggi, è stato portato all'hotspot di contrada Imbriacola dove si è arrivati a 726 presenze a fronte dei 95 posti disponibili.



    Fonte


    ... povera Italia!!! ... [SM=x44468]





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    [Modificato da AlcibiadeR 27/07/2020 17:33]
  • AlcibiadeR
    00 14/08/2020 18:19
    … renzi & giuseppi-bis continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...


    Conte: "Posizione di Italia Viva è paradossale, illogica"




    Giuseppe Conte, crisi di governo alle porte.


    "Pd e M5s, accordo e nuovi equilibri".


    Retroscena: lo fanno fuori ...



    Forse la crisi di governo è davvero alle porte. Per Giuseppe Conte sono ore pesantissime: da un lato l'avviso di garanzia per la gestione della prima fase dell'emergenza coronavirus. Dall'altra, rischio molto più immediato e concreto, l'accordo elettorale che si sta facendo strada tra Pd e M5s. Il presidente del Consiglio: «Italia Viva fa opposizione maleducata», poi chiama Mattarella. L’ex Pd Renzi: «Se vuole aprire la crisi lo faccia»



    14 agosto 2020 - In tarda serata è stato raggiunto l'accordo sul lodo Conte bis in materia di prescrizione. Al Consiglio dei ministri non hanno preso parte però i ministri di Italia Viva. Quella appena conclusa è stata una giornata lunga e travaglia per il governo con un acceso scontro Conte-Renzi.

    Formalmente la crisi di Governo non c'è ancora ma Giuseppe Conte e Matteo Renzi sono l'un contro l'altro armati, a pochi passi dalla rottura definitiva. I parlamentari di Italia viva continuano a votare con le opposizioni: succede al Senato con il decreto Intercettazioni sul tema prescrizione e alla Camera con il Milleproroghe sulle concessioni autostradali. In polemica con Bonafede, poi, le ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti non partecipano al Consiglio dei ministri. Per il presidente del Consiglio la misura è colma da giorni. Il premier, raccontano, avrebbe già voluto intervenire martedì sera per chiedere «chiarezza» alla compagine renziana, ma il rinvio del voto sul lodo Annibali lo ha fermato.
    In mattinata, quando ancora il forfait della delegazione di Iv alla riunione del Governo non è ufficiale, Conte rompe ogni indugio: «Non sedersi al tavolo del Consiglio dei ministri non sarebbe un fatto da trascurare. La riterrei un'assenza ingiustificata, se si dovesse confermare», dice senza mezze parole. Di più. Il premier chiede un «chiarimento», accusa gli alleati di comportarsi da «opposizione aggressiva e anche un po' maleducata» e ribadisce che non accetterà ricatti. Non è in discussione l'operato del Guardasigilli Bonafede, al quale Renzi aveva dato due mesi per cambiare idea («o ci vediamo in Senato», era stato l'avvertimento). «Lo sfiduciano e lo insultano pubblicamente per cosa? Perché da giovane faceva un dj?», lo difende Conte.

    Alla fine è Renzi, rivolgendosi al direttamente al premier in diretta Facebook, a confermare l'assenza delle sue ministre. «E il presidente del Consiglio non può dire che è un'assenza ingiustificata perché lo dice il preside di un instituto. Noi stiamo marcando una battaglia politica", scandisce. La linea del leader di Iv non cambia. Adesso, rilancia dando del tu a Conte (lo farà nel corso di tutto il suo videomessaggio), "la palla tocca a te». «Se vuoi aprire la crisi o staccare la spina fallo - lo incalza - noi non chiediamo questo. Vuoi cambiare maggioranza, tanto lo hai già fatto, sai come si fa».

    L'ex premier gioca la sua partita di poker. Conte, però, dopo aver passato la mano in diverse occasioni, adesso vuole «andare a vedere», convinto si tratti di un bluff. Se così non fosse, si ragiona negli ambienti della maggioranza, al Senato è già pronto - o quasi - un gruppo di responsabili pronto a salvare la legislatura. Nonostante il diretto interessato abbia più volte smentito, è ancora attorno al nome di Paolo Romani che si registrano diversi movimenti di stabilizzazione dell'esecutivo. Il Pd, però, non è del tutto convinto: «È l'operazione che costò la vita a Prodi - ricordano - e poi avere Renzi come un martello pneumatico all'opposizione di certo non aiuterebbe». Il leader di Iv non gradisce di essere stato appellato come «oppositore maleducato»: se cambia la maggioranza «daremo una mano», assicura. Ai suoi, però, confida: «Saremmo finalmente liberi».
    In realtà, secondo alcuni parlamentari dem, non tutti i renziani sarebbero pronti a seguire il leader in questa sfida. Lui confida nella solidità delle sue truppe, ma in caso contrario potrebbe comunque “piazzarsi” tre anni all'opposizione e continuare le sue battaglie. La via d'uscita alla crisi, in ogni caso, l'ex premier la offre: «Avevamo dato il via libera a un ulteriore lodo che diceva: se proprio dobbiamo tenere la prescrizione perché è la bandierina dei Cinque stelle, siamo disponibili anche a cancellarla solo dopo l'appello». La proposta, però, non sembra far breccia nello scudo di Bonafede. «Renzi ha chiesto la sua testa - spiegano dal M5S - prima di accontentarlo si fa esplodere».


    Fonte









    ... eh si! anche per il vostro (di voi italioti) caro giuseppi-bis, prima o poi i nodi vengono al pettine ... [SM=x44458] [SM=x44458] [SM=x44458]



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    [Modificato da AlcibiadeR 14/08/2020 18:20]
  • AlcibiadeR
    00 15/08/2020 11:24
    … renzi & giuseppi-bis continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...


    Conte: "Posizione di Italia Viva è paradossale, illogica"



    ... e avanti savoja che eà mare gà sempre voja! [SM=x44458]


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  • AlcibiadeR
    00 15/08/2020 11:55
    … renzi & giuseppi-bis continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...




    gli italiani denunciano le bugie, l'inaffidabilità di giuseppi-bis e l'inefficienza dei 6 ministeri!




    Sarà la Puglia a decidere le sorti del governo


    e forse anche di Conte Giuseppe



    La regione ago della bilancia della coalizione.
    L'esito aprirà certamente una verifica. Se Emiliano dovesse perdere ballerebbe anche il premier



    14 agosto 2020 (Roberto Arditti) - Con il voto di oggi sulla piattaforma Rousseau si chiude per sempre la fase anti-sistema del M5S e se ne apre una nuova, tutta da definire. Vi sono però due certezze pressoché assolute che possiamo già registrare e di cui tenere conto per i mesi (e gli anni) a venire.

    La prima è che due anni al potere hanno fatto coriandoli dell’intero bagaglio retorico, populista e anti-casta del movimento, rendendolo oggi un soggetto politico “stabile” alleato di governo con l’emanazione italiana del PSE e quindi, a tutti gli effetti, un partito nel pieno delle dinamiche “normali” di una democrazia parlamentare.
    Il tutto con buona pace del Dibba, del compianto Casaleggio senior e di Beppe Grillo prima maniera (quello attuale si vede a cena con il sindaco di Milano Beppe Sala, dimostrando così di avere capito tutto da tempo).

    La seconda è che con il voto di oggi cambiano radicalmente gli equilibri di governo, con effetti che non tarderanno a mostrarsi.
    L’autunno infatti non sarà solo il momento del venire al pettine di tutti i più delicati aspetti economici legati alla pandemia e della prova del nove sulla malattia medesima (anche per effetto della riapertura delle scuole), ma sarà anche la stagione di una serrata e feroce verifica politica dentro la maggioranza, di cui ora proviamo a descrivere i tratti salienti.
    Momento topico sarà (ovviamente) il 20 settembre, data del voto per sette regioni e per il referendum sulla riduzione dei parlamentari.
    Sul referendum c’è poco da dire: in qualche modo vincerà il SI e sarà il M5S a beneficiarne politicamente, andando così a compensare (almeno in parte) i pessimi risultati delle liste regionali del movimento. All’appuntamento comunque i protagonisti della politica italiana arrivano in ordine sparso, con obiettivi divergenti e gran confusione.

    Però una sintesi è tutto sommato riscontrabile ed è questa (a mio avviso): l’unico vero risultato che conta è quello pugliese, quindi sarà la vittoria di Emiliano o quella di Fitto a dare il senso politico all’intera tornata elettorale e, quindi, a determinarne le conseguenze (diverse a seconda dell’esito). Perché dico questo?
    Perché le altre sfide hanno risultato scontato o poco significativo, perché la Puglia è la regione del premier Conte e perché proprio in quella regione la maggioranza di governo si presenta con tre candidati, cioè facendo tutto il possibile per perdere.

    Cominciamo dal primo punto, cioè le altre sfide.
    Il trionfo in Veneto di Luca Zaia è fuori discussione ed è in gran parte merito suo (più che della Lega) e così la vittoria di Giovanni Toti in Liguria, nonostante l’accordo sul candidato unico tra PD e M5S. In Campania Vincenzo De Luca va alla riconferma con quasi nulli margini di dubbio (ed anche qui si tratta di un successo essenzialmente personale), mentre in Toscana il candidato comune PD e Italia Viva dovrebbe riuscire a vincere, magari con margini meno brillanti di quelli abituali.

    Così siamo al 2-2, con tutte conferme degli uscenti (in senso politico, in Toscana Giani al posto di Rossi). Mancano tre regioni di cui però una, cioè la Valle d’Aosta, fa storia a sé da sempre e quindi non rileva ai fini di questo ragionamento.
    Restano le Marche e la Puglia.
    Nel primo caso è tutt’altro che impossibile un passaggio da sinistra a destra del Governatore, in coerenza con quanto assai spesso accaduto negli ultimi anni (Piemonte, Calabria, Friuli, Abruzzo e così via): sarebbe un successo per Meloni e Salvini, ma non di proporzioni tali da far scattare l’allarme nei Sacri Palazzi.

    Ben altra storia è quella pugliese, che un po’ va raccontata.
    Michele Emiliano è da oltre un decennio al centro della politica regionale, prima come sindaco di Bari e poi come Presidente della Regione.
    Carattere importante, stile di governo personale: l’ex magistrato era per molti versi il soggetto ideale per far convergere sulla sua persona i consensi di PD e M5S.
    Invece non solo questo non è accaduto, ma alla divergenza tra i due principali alleati nel governo nazionale si è aggiunta la dissociazione di Matteo Renzi, con tanto di candidato autonomo (Ivan Scalfarotto), segno della antica ruggine mai sanata tra l’ex premier toscano ed Emiliano, ma indice anche di un calcolo ben preciso del fondatore di Italia Viva.
    Calcolo che ci riporta al punto centrale della questione: la Puglia è l’ago della bilancia, è la regione di Giuseppe Conte (non casuale l’annuncio proprio da quelle parti dello studio di fattibilità del tunnel sotto lo stretto di Messina) che si è speso senza successo per trovare un accordo (come raccontano i ben infornati di cose pugliesi), è il laboratorio volutamente mancato di un accordo PD-M5S-IV.

    Insomma se sarà Emiliano a prevalere la verifica di governo si farà comunque, ma con una posizione più forte del premier.
    Se invece sarà Fitto il nuovo governatore ecco che la verifica si farà più cattiva e profonda, quindi senza posti garantiti per nessuno (nemmeno a Palazzo Chigi). Tutto sommato l’esito (quest’ultimo) più gradito a molti e certamente a Matteo Renzi e Luigi Di Maio.

    Fonte



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  • AlcibiadeR
    00 17/08/2020 17:52
    … renzi & giuseppi-bis continui bisticci e ricatti al danno degli italiani e del Paese ...


    Governo in bilico e Conte ...



    La partita sulla sopravvivenza dei governi si è sempre giocata, come insegna l'ultimo governo Prodi, nell'aula di Palazzo Madama, e il Conte bis non fa eccezione. Quando nacque avventurosamente, dopo la pazza crisi di agosto con il ribaltone più spettacolare della storia repubblicana determinato dalla mossa del Papeete di Salvini e da quella del cavallo di Renzi, i numeri di partenza erano abbastanza rassicuranti: l'ex avvocato del popolo, divenuto una sorta di premier con la bandiera dei tre colori - prima gialloverde, poi rossogialla - poteva infatti contare su 178 voti, 17 in più della maggioranza assoluta di 161.

    Poi fughe ed espulsioni grilline hanno sensibilmente assottigliato la maggioranza, che ora - dopo il passaggio alla Lega della senatrice Riccardi, ex M5S, è composta da 95 grillini, 35 Pd, 17 Italia Viva, 13 del gruppo Misto (i 5 di Leu, gli ex Cinque Stelle De Bonis, De Falco e Fattori, i senatori a vita Monti e Segre, il neoeletto Ruotolo e 2 del Maie), e 8 delle Autonomie, tra cui Napolitano, Cattaneo, Casini e Bressa. Totale: 168 a cui potrebbero aggiungersi in caso di necessità gli altri senatori a vita Rubbia e Piano. Dunque potenzialmente 170.

    Il governo, che a inizio anno era già in crisi virtuale ed è sopravvissuto solo grazie alla tragedia del Covid (politicamente una manna, anche se è brutto dirlo), ha sopperito alla sua endemica fragilità grazie al commissariamento di fatto del Senato attraverso fiducie a raffica e grazie anche ai voti delle opposizioni, che quando si è trattato di decidere gli scostamenti di bilancio, lo hanno aiutato a superare l'asticella della maggioranza assoluta dell'Assemblea. Ma dalle parti di Palazzo Chigi, dopo l'ultima defezione grillina e l'annuncio di altri arrivi nel gruppo della Lega da parte di Salvini, è decisamente suonato l'allarme rosso, perché l'incidente fatale è sempre dietro l'angolo, come ha dimostrato l'annullamento del voto di fiducia sul decreto elezioni per un numero legale sul filo.

    Per mesi si è parlato di possibile soccorso azzurro in caso di estrema necessità, ma l'atteggiamento di totale chiusura al dialogo da parte del governo nell'affrontare l'emergenza Covid ha per il momento allontanato questa ipotesi. E dunque il pallottoliere politico è tornato freneticamente in funzione: basterebbero pochi altri passaggi di campo per buttare all'aria la maggioranza e aprire la crisi. Vediamo i numeri, attuali e potenziali, di cui può disporre l'opposizione di centrodestra al Senato: Lega...


    Fonte





    [SM=x44499] [SM=x44515]





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