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Parkinson

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    10 27/10/2023 00:49
    L’attività fisica aiuta i malati a mantenere una buona qualità di vita più a lungo e sembra contribuire a rallentare la progressione di alcuni sintomi


    Parkinson e attività fisica: quali esercizi sono consigliati?



    Foto: Sincerely Media/Unsplash
    Foto: Sincerely Media/Unsplash 


    L’attività fisica aiuta i malati a mantenere una buona qualità di vita più a lungo e sembra contribuire a rallentare la progressione di alcuni sintomi



    3 minuti di lettura

    Oltre che per mantenersi in forma e contribuire per esempio a prevenire le malattie a carico dell'apparato cardio-circolatorio, l'esercizio fisico sembra avere un effetto positivo anche sul rallentamento di alcune malattie neurodegenerative, primo fra tutti il Parkinson. Riuscire a rallentare la progressione della malattia costituisce già di per sé un traguardo ed è su questo aspetto che, secondo un numero crescente di evidenze scientifiche, l'attività fisica regolare sembra avere un impatto positivo. Vediamo in che modo e che tipo di esercizi raccomandano gli esperti.

     

     

    Le cause della malattia

    L'origine della malattia è legata alla degenerazione neuronale di un'area del sistema nervoso centrale nota come Substantia nigra pars compacta, ma le cause di questa degenerazione non sono state ad oggi del tutto chiarite. In generale, si pensa che l'insorgenza della malattia sia legata a un insieme di fattori scatenanti, sia di origine genetica che di origine ambientale. Per esempio l'esposizione a fattori inquinanti, come i pesticidi, sembra aumentare il rischio di sviluppare la malattia. 

     

     

    I sintomi 

    I sintomi, come anticipato, tendono ad aggravarsi nel tempo e riguardano soprattutto deficit di tipo motorio: dai tremori ai movimenti involontari, alla rigidità muscolare, fino alla difficoltà nella deambulazione a causa di frequenti perdite di equilibrio. Spesso i malati possono manifestare anche sintomi legati a un progressivo decadimento cognitivo, come la difficoltà ad esprimersi e lo sviluppo di demenza. "La malattia di Parkinson è un disturbo neurologico altamente disabilitante", spiega Michele Tinazzi, presidente della Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento (LIMPE-DISMOV): "I pazienti richiedono, quindi, una gestione interdisciplinare - neurologo, fisiatra, fisioterapista, esperto in scienze motorie - dalla fase iniziale alla fase intermedia-avanzata di malattia, e una presa in carico a 360 gradi. Molto fanno anche le associazioni pazienti come Parkinson Italia, la più importante e strutturata, nel supporto alle famiglie e nel sostegno alla ricerca".

     

     

    L'attività fisica intensa e la proteina BDNF

    Sempre più studi indicano l'esistenza di un legame fra un certo tipo di esercizio fisico e l'aumento della concentrazione di sostanze che hanno un effetto neuroprotettivo. Dai risultati di uno studio condotto su volontari sani è emerso, per esempio, che l'attività fisica intensa causa un aumento dei livelli di brain-derived neurotrophic factor (BDNF), una proteina che promuove la plasticità neuronale, elemento fondamentale per il mantenimento delle funzioni cognitive. Da uno studio successivo, effettuato su topi malati di Parkinson, è poi emerso che l'aumento di BDNF dovuto all'attività fisica sembra essere correlato con un miglioramento nel controllo dei movimenti volontari. 

     

     

    E gli effetti benefici dell'attività fisica stanno emergendo sempre più chiaramente anche attraverso le osservazioni cliniche: "In questi ultimi anni la gestione della malattia è nettamente migliorata anche grazie all'associazione precoce dell'esercizio fisico al trattamento farmacologico", sottolinea Tinazzi. "Infatti, l'esercizio fisico e l'attività sportiva, praticati regolarmente, determinano un miglioramento dei sintomi motori e non motori, favorendo un migliore stato di salute con una riduzione dei costi a carico del sistema socio-sanitario".

    Gli sport consigliati, dalla danza al nordic walking

    La ricerca scientifica, prosegue l'esperto, parla chiaro: "Su 109 studi che con i colleghi della Commissione Esercizio Fisico e Sport della LIMPE - DISMOV abbiamo esaminato, e che raccolgono oltre 4.000 pazienti, abbiamo rilevato che quelli che praticavano regolarmente attività come la danza, lo yoga, l'allenamento multimodale, il nordic walking, l'allenamento in acqua e il Qigong hanno visto un rallentamento progressivo dei sintomi motori. Le analisi suggeriscono soprattutto il ballo quale esercizio ottimale per i sintomi motori generali del Parkinson, il nordic walking per l'equilibrio e il Qigong come beneficio specifico nel miglioramento della destrezza manuale. Nuoto, ciclismo, boxe e Tai chi, invece, offrono una combinazione di molti fattori che migliorano il benessere generale dei pazienti". 

     

     

    Riabilitazione a passo di tango

    Per quanto riguarda la danza, diversi sono ad esempio i centri in Italia che propongono sessioni di riabilitazione "a passo di tango". Uno è il centro Auxologico Meda (in provincia di Monza Brianza), che con il metodo RiabilitangoTM propone sessioni di riabilitazione gestite da un team multidisciplinare composto da neuropsicologi, fisioterapisti, fisiatri, esperti di tangoterapia. Gli effetti della tangoterapia sono evidenti soprattutto sulla qualità della vita dei pazienti e dei familiari, ma studi preliminari suggeriscono che questo tipo di attività possa avere anche effetti positivi per quanto riguarda il mantenimento delle funzioni cognitive.

    Esercizio fisico: quante volte a settimana?

    Per quanto riguarda poi l'intensità e la frequenza consigliate per le varie attività, Tinazzi suggerisce per esempio di praticare nordic walking per 60 minuti 2-3 volte alla settimana, oppure di partecipare a lezioni di danza, come appunto il tango argentino, per un'ora due volte a settimana, o di fare esercizi in acqua, in sessioni di 45-60 minuti, tre volte alla settimana, o ancora di svolgere esercizi di stabilizzazione passiva e attiva del tronco, praticati per 30 minuti al giorno, cinque giorni a settimana. "Solo per fare alcuni esempi, ma ricordiamoci che non si può mai generalizzare", conclude l'esperto. "L'attività fisica per le persone con Parkinson va calibrata differentemente sul paziente e deve essere il frutto di un'attenta valutazione da parte del team multidisciplinare".

    La Repubblica