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Il Don Carlo di Verdi inaugurerà la stagione lirica della Scala di Milano

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    00 28/11/2023 17:17
    Con il Don Carlo di Verdi che il 7 dicembre inaugurerà la stagione lirica della Scala si chiude una 'trilogia del potere' iniziata con Macbeth e proseguita lo scorso anno con Boris Gudonov.

    Lo ha ricordato il maestro Riccardo Chailly che nel Don Carlo dirigerà un cast di stelle che include Anna Netrebko come Elisabetta, Elina Garanca (principessa di Ebolo), Michele Pertusi (Filippo II), Luca Salsi (Rodrigo), e Ain Anger (il grande inquisitore).

    La regia 'tradizionale' è affidata al regista Lluis Pasqual che ha voluto dare una lettura shakespeariana dell'opera, mostrando il dietro le quinte del potere, e si è servito delle scene di Daniel Bianco e dei costumi di Franca Squarciapino.

    "È una grande opera del repertorio mondiale e - ha aggiunto il sovrintendente Dominique Meyer - siamo fieri di presentarla".
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    00 28/11/2023 17:25
    "Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non viene quest'anno" all'inaugurazione della stagione lirica della Scala il 7 dicembre: la conferma arriva dal sovrintendente Dominique Meyer.

    "Avremmo voluto accoglierlo una volta in più ma non poteva - ha aggiunto a margine della presentazione del Don Carlo - ma ci sarà l'anno prossimo".
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    00 07/12/2023 04:07
    Non ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella domani all'inaugurazione della stagione lirica della Scala con Don Carlo di Giuseppe Verdi, ma a prendere fisicamente il suo posto (e con ogni probabilità i calorosi applausi che la sala abitualmente gli tributa) sarà la senatrice a vita Liliana Segre che siederà al centro del palco reale.

    Si è chiusa in questo modo una giornata convulsa in cui l'assegnazione dei posti nel palco reale è sembrata un rebus, o meglio una complessa partita a scacchi in cui l'aspetto del cerimoniale si è incrociato con quello prettamente politico, sfiorando l'incidente diplomatico e disinnescando la possibilità di contestazioni.

    La mattinata è partita con un comunicato dei rappresentanti scaligeri della Cgil e della sezione Anpi della Scala che hanno annunciato che non avrebbero partecipato "ad alcun cerimoniale di saluto istituzionale rivolto a chi non ha mai condannato il fascismo, le sue guerre coloniali, l'alleanza e la sudditanza al nazismo che ha generato leggi razziali e tanto lutto e miseria al popolo italiano", comunicato dal titolo "i fascisti non sono graditi alla Scala". Nel testo non figura il nome del presidente del Senato, ma gli stessi esponenti hanno confermato che a lui si riferivano rifiutandosi di essere presenti all'usuale saluto da parte delle autorità al cast e a una delegazione delle masse artistiche. E fra gli orchestrali qualcuno ha anche immaginato qualche contestazione a La Russa da parte del pubblico che l'hanno scorso (come sempre negli ultimi anni) ha applaudito calorosamente Mattarella, che aveva accanto Giorgia Meloni.

    Il Capo dello Stato quest'anno ha dovuto declinare l'invito, promettendo di arrivare nel 2024, e la premier sarà a Milano ma solo al mattino per visitare l'Artigiano in fiera e poi partecipare a una iniziativa benefica. A rigor di cerimoniale il posto centrale nel palco spettava a La Russa, che però ha lanciato una proposta: "Io sarei felice - ha detto - se la senatrice a vita Segre, domani dove non potrà essere presente il presidente della Repubblica, fosse presente sul palco d'onore della Scala, anche per ribadire la vicinanza e solidarietà che c'è in tutti noi sulle vicende mediorientali. Naturalmente questo dipende dalla signora Segre e da un invito formale del sindaco ma questo credo sia in itinere". Poi è filtrata la notizia che Sala si sarebbe seduto sì accanto a Segre ma in platea, abbandonando il palco reale, anche se il sindaco, in quanto presidente del teatro, è il padrone di casa. Scelta, ha detto il primo cittadino, che non voleva essere polemica nei confronti di La Russa ma piuttosto "un messaggio politico" di "vicinanza con la senatrice Segre".

    A questo punto anche il presidente del Senato ha detto di essere pronto a sedersi in platea accanto a Segre. Poi alla sera la designazione dei posti nel palco con in prima fila lui, la moglie Laura de Cicco, la figlia della senatrice, Federica Belli Paci, Liliana Segre, Giusppe Sala e la compagna Chiara Bazzoli.

    E dietro il vicepremier Matteo Salvini, la ministra Maria Elisabetta Casellati, in governatore Attilio Fontana e il prefetto Claudio Sgaraglia. Fra il pubblico seduti anche Vittorio Sgarbi, il regista Pedro Almodovar e l'attore Louis Garrel, Ornella Vanoni e Patti Smith.

    Tutti pronti a godersi domani lo spettacolo.
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    00 07/12/2023 04:07
    Mondo della politica, dello spettacolo, dell'arte e della finanza: come sempre la prima della Scala è un momento di incontro fra mondi differenti. E lo è anche quest'anno con un parterre di ospiti che va da Patti Smith alla senatrice a vita Liliana Segre, dal presidente del Senato Ignazio La Russa al direttore dell'Opéra di Paris Alexandre Neef. Quest'anno, per il Don Carlo diretto da Riccardo Chailly, non saranno presenti il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha però già assicurato la sua presenza per il prossimo anno, e la premier Giorgia Meloni, ma La Russa e il vicepremier Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, delle Riforme Maria Elisabetta Casellati, e i sottosegretari alla Cultura Gianmarco Mazzi e Vittorio Sgarbi.

    E anche il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone. A fare gli onori di casa saranno il sindaco Giuseppe Sala, che è presidente del teatro, e il presidente della Regione Attilio Fontana. 'Debutterà' Claudio Sgaraglia, appena nominato prefetto di Milano, mentre è una conferma la presenza del senatore a vita Mario Monti.

    Alla Scala tornerà Raina Kabaivanska, indimenticata protagonista del Don Carlo nella parte di Elisabetta nel 1964 con Gabriele Santini e nel 1969 con Claudio Abbado, ed è attesa anche Ornella Vanoni, come gli architetti Stefano Boeri e Mario Botta, che ha firmato l'ampliamento del Piermarini e la nuova torre di via Verdi, e ancora l'artista Francesco Vezzoli, il direttore artistico del Maxxi di Roma Francesco Stocchi, l'attrice Andrea Jonasson, vedova di Giorgio Strehler, l'ad Rai Roberto Sergio, gli ex sovrintendenti scaligeri Carlo Fontana, che ha appena pubblicato la sua autobiografia 'Sarà l'avventura, una vita per il teatro' e Alexander Pereira e le guide di teatro come la Monnaie di Bruxelles Peter de Caluwe, il direttore artistico del Real di Madrid Joan Matabosch, i sovritendenti fra l'altro dell'Accademia di Santa Cecilia Michele dall'Ongaro e del Regio di Torino Francesco Giambrone.

    E ovviamente le étoile scaligere Roberto Bolle e Nicoletta Manni, fresca di nomina, insieme al marito Timofej Adrijashenko, anche lui primo ballerino scaligero come ntonella Albano, Martina Arduino, Alice Mariani, Virna Toppi, Marco Agostino. Nicola Del Freo e Antonino Sutera.

    Ci saranno anche il regista Pedro Almodovar e l'attore Louis Garrel domani alla prima della Scala. Lo anticipa la maison Giorgio Armani, che per la serata di domani vestirà anche i primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, che si sono sposati la scorsa estate in Salento. Hanno scelto di indossare una creazione firmata Giorgio Armani anche Chiara Bazoli, compagna del sindaco Beppe Salza, Giovanna Salza, moglie di Corrado Passera, e Maria Porro, presidente del salone del mobile. Saranno vestiti Armani anche i ballerini della Scala Claudio Coviello, Alice Mariani, Martina Arduino e Marco Agostino.
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    00 08/12/2023 08:02
    Al teatro alla Scala si è aperta alle 18 la stagione 2023/24 con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione in quattro atti che ebbe la sua prima rappresentazione proprio alla Scala nel 1884.

    Accolta da un applauso quando ha preso posto nel palco reale la senatrice Liliana Segre, entrata in teatro con il sindaco Beppe Sala.

    Assieme a loro nella zona più prestigiosa della sala, ci sono il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.

    Tra gli altri ospiti Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e della Veneranda Fabbrica del Duomo, Mario Monti, l'architetto Mario Botta, Livia Pomodoro, la cantante Patti Smith e il regista Pedro Almodovar.

    Alcune signore hanno voluto ricordare tutte le vittime del femminicidio, da Giulia Cecchettin a Giulia Tramontano, indossando un abito o un accessorio rosso sfatando così la tradizione che vieta questo colore a teatro per mandare un messaggio contro la violenza sulle donne.

    All'esterno, come ogni anno il 7 dicembre, non sono mancate le proteste con un gruppo di attivisti che ha steso una grossa bandiera della Palestina mentre altri manifestanti hanno deciso di portare in piazza "la voce dei lavoratori in contrapposizione ai potenti e ai politici che saranno presenti alla Prima".

    Presente anche una donna ucraina con indosso una sciarpa dei colori della bandiera e un cartellone per dire "no ai concerti della cantante Anna Netrebko''. L'artista è una delle protagoniste del Don Carlo, diretto da Riccardo Chailly, nel ruolo di Elisabetta di Valois accanto a Francesco Meli, Don Carlo. Chally, che ha aperto la serata con l'Inno di Mameli, è alla sua decima inaugurazione scaligera.
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    00 08/12/2023 08:31
    Nero e oro, come il glamour di una Prima impone, e come l'allestimento del palco suggerisce, ma anche il rosso dedicato alle vittime del femminicidio e il viola del femminismo storico: è un 7 dicembre quasi di rottura quello del Don Carlo al teatro alla Scala.

    Un rompete le righe alla milanese, dove lo scollamento dalla tradizione - che non vorrebbe certi colori a teatro, tanto meno all'apertura di una stagione come quella del Piermarini - risponde all'esigenza di una maggiore aderenza al momento attuale. E nell'anno in cui la vera protagonista della serata è la senatrice a vita Liliana Segre, ospite del palco Reale insieme al sindaco Beppe Sala, il presidente del Senato Ignazio La Russa, i ministri Matteo Salvini e Gennaro Sangiuliano, molte delle ospiti hanno scelto di ricordare, con i loro abiti, Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, le due vittime che sono diventate il simbolo della lotta alla violenza sulle donne.

    C'è chi si è dipinta un segno rosso sul viso, chi - come la drammaturga Sabina Negri - ha indossato scarpe rosse e chi - il chirurgo plastico Dvora Ancona - ha scelto un intero abito nel colore che è il grido di rivolta contro la violenza patriarcale. Più filologica la scelta dell'attrice Sarah Maestri, in gown dress di Atelier Emé di colore viola, quello - ha spiegato - del femminismo delle suffragette. In tanti si sono ispirati ai colori dell'opera, al nero e oro che dominano sul palco scaligero, da Chiara Bazoli, compagna del sindaco Giuseppe Sala, in abito lungo Armani Privé, ad Alessandra Repini, in abito oro con pelliccia nera firmato da Lella Curiel, che ha scelto gli stessi colori per Laura Morino Teso. Tantissimi, come sempre, gli ospiti vestiti da Giorgio Armani, dalla quota artistica internazionale incarnata da Pedro Almodóvar e Louis Garrel, entrambi in smoking, all'etoile della Scala Nicoletta Manni e al marito, il primo ballerino Timofej Andrijashenko. Bellissimo l'abito redingote all black di Emma Marcegaglia, così come quello - sempre Armani - di Giovanna Salza, con rose rosse ricamate in omaggio all'opera.

    Ancora rosso, ma color sipario, per la direttrice del teatro Franco Parenti Andree Ruth Shammah, in un omaggio al teatro. Curiosa la mise di Roberto D'Agostino, in cappotto Yamamoto portato a pelle con tatuaggi in vista e kilt di pelliccia e plissé. Tra le ospiti più belle ed eleganti, Lucrezia Guidone, attrice di cinema e teatro protagonista della terza stagione di Mare Fuori, in un abito lungo in tulle ricamato con motivo floreale e gonna a ruota in crine steccato firmato dallo stilista Antonio Riva. Tra i politici, notevoli gli smoking Armani con papillon con strass per l'assessore milanese Tommaso Sacchi, e lo smoking nero con cravatta di Valentino scelto dall'assessora lombarda Barbara Mazzali. Tra gli ospiti della serata anche Ornella Vanoni, accompagnata dall'artista Francesco Vezzoli, la cantautrice Patti Smith, arrivata con un'amica, l'attore Neri Marcoré e tutto il mondo dell'imprenditoria milanese, da Donatella Javarone ad Arturo Artom, che dopo la prima ospita una cena da Cracco in Galleria con ospite Morgan.
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    00 08/12/2023 08:35
    È stato identificato dalla Digos lo spettatore che ha urlato 'Viva l'Italia antifascista' prima dell'inizio della Prima della Scala.

    "L'ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto 'viva l'Italia fascista' ma così no", ha detto Marco Vizzardelli, giornalista di 65 anni che si occupa di ippica, grande appassionato della Scala.

    Vizzardelli ha spiegato che "a metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese.Mi sono un po' spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo".

    "Alla fine dell'atto - prosegue - mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso dato che siamo in un paese democratico".

    Nel corso dell'intervallo "sono andato nel foyer e lì mi hanno fermato in quattro: mi hanno detto che erano della Digos e che dovevano identificarmi. Ho ribadito che non aveva senso e poi l'ho buttata sul ridere, spiegando che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto 'viva l'Italia fascista'. Si sono messi a ridere anche loro ma mi han detto che dovevano fare così. E quindi mi hanno fotografato la carta d'identità".

    Vizzardelli ha spiegato di essere un grande appassionato della Scala: "La metà della mia vita che non passo a seguire i cavalli, la passo a seguire la musica e la Scala".
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    00 09/12/2023 12:30
    Gli spettacoli sono "come il cibo, come le torte: a qualcuno possono piacere, a qualcuno no".

    Lluis Pasqual, il regista del Don Carlo che ieri ha inaugurato la stagione lirica della Scala, ha liquidato con un pizzico di ironia e una similitudine le contestazioni arrivate da una parte del pubblico al suo allestimento considerato poco movimentato.

    "A me la gente pareva contenta. Ho sentito un rumore vago e dopo mi hanno detto che c'è stata qualche contestazione - ha spiegato dopo lo spettacolo - Io sento la responsabilità davanti a Verdi, mi sento un assistente del compositore e alla Scala volevo portare questa storia nera", come il colore principale, insieme all'oro, che ha usato nell'allestimento.

    È lunga la frequentazione di Pasqual con Milano dove fu assistente di Giorgio Strehler.

    "È un privilegio averlo conosciuto e visto provare e averlo sostituito a Parigi all'Odéon - ha raccontato - È stato un amico, un padre che andavo a trovare quando ero in crisi". "Mi ha insegnato che devi sempre puntare a dipingere la cappella Sistina, anche se non ce la farai mai, Bisogna alzare l'asticella perché non vale la pena fare un salto piccolo" ha aggiunto.

    E Pasqual ha fatto tesoro dell'insegnamento. Nel 1976, quindi in epoca franchista, ad esempio, a Barcellona ha fondato l'indipendente Teatre Lliure. Ma sono anche altri i registi con cui ha stretto un legame profondo. Un legame non padre-figlio ma da pari, per età e gusti, ad esempio lo ha stretto con Pedro Almodovar che ieri è venuto alla Scala di Milano per vedere il suo Don Carlo. "Con lui ci conosciamo da tanti anni, dall'epoca della Movida e spesso adoperiamo gli stessi attori. Antonio Banderas - ha raccontato - ha iniziato con me. Almodovar lo ha visto in un mio spettacolo e lo ha preso". Il resto è storia del cinema.

    Questo Don Carlo invece è la storia della solitudine del potere, secolare e religioso ("due disgrazie del mondo sono nazionalismo e religione" aveva detto alla presentazione dello spettacolo). Il fatto che si trattasse della Prima del 7 dicembre non lo ha messo sotto pressione.

    "So cos'è Sant'Ambrogio per i milanesi e se avessi 25 o 30 anni mi ci sentirei, ma ne ho 73 e sento solo la responsabilità davanti a Verdi".

    La città è una delle sue preferite, anzi è la sua "seconda città".

    "La trovo un po' trasformata, in peggio. Io andavo a camminare fuori dal Piccolo in via Fiori Chiari ed era come passeggiare in un convento, mentre ora è piena di gente e di negozi dello shopping. Però - ha concluso - Milano è sempre Milano, ce l'ho nel cuore".