Nome del gruppo: Blind Guardian
Nome dell'album: Nightfall in MiddleHeart
Album della band tedesca ispirato ad un libro di Tolkien, il Silmarillion per l'esattezza.
Hansi Kürsch: voce, cori
André Oldbrich: chitarra
Marcus Siepen: chitarra
Thomas Stauch: batteria
I quattro sono accompagnati da altri quattro musicisti (basso, tastiere, pianoforte, flauto), più altri quattro coristi, il tutto supportato da due narratori della storia.
Immersi nella lettura di quest'opera tolkeniana, i Blind Guardian hanno deciso di musicarla alla loro maniera. Ne è uscito fuori un miscuglio tra il power-metal più classico, le sinfonie orchestrali e l'epicità del libro: una sorta di power-epic-symphonic metal (forse i Rhapsody fanno una cosa simile, ma i tedeschi sono più potenti).
Mancano i diritti negati per riscrivere la storia fedelmente, e i nomi e le azioni sono leggermente modificati, ma ciò non toglie bellezza all'album.
Forse Kürsch ha esaurito la voce, perchè è aiutato spesso dai cori che danno effetto alla canzone, e potenza alla linea vocale.
Le ventidue tracce dell'album sono scritte, suonate ed arrangiate in maniera superba. Dodici di queste, sono intermezzi parlati o poco musicati la cui durata non supera i due minuti.
"Into the storm" parte fortissima, e fa da trampolino per la quarta canzone "Nightfall", una ballata classica, ma curata sotto tutti gli aspetti e veramente bella.
Si continua ad ascoltare il lavoro, mentre Stauch picchia sui tamburi come un ossesso, e la premiata ditta Oldbrich - Siepen disegna melodie ad arte.
Si arriva così alla coppia "Blood tears" e "Mirror mirror", in cui la prima è un'altra ballata degna di questo nome, dolce e bellissima, e la seconda è una canzone che ti trascina via, irrompendo con una valanga piena di suono.
Passata la tempesta, l'album riprende il suo normale cammino arrivando alla canzone n°16, "The Eldar", una composizione solamente per voce e pianoforte, una vera chicca; e si riparte, un nuovo intermezzo fino alla traccia 18, un'altra tempesta forza 9: "When Sorrow sang".
Ora le tempeste sono davvero finite, e l'album va a terminare con una piccola gemma finale, una "A dark passage" che a primo ascolto non si nota, ma poi, pian piano, si riesce a capirne l'intensità.
Giudicato uno dei migliori album dei Blind, il disco è davvero un capolavoro, tutto è curato alla perfezione, ogni minimo movimento viene intarsiato di melodie e suoni.
La produzione è tipicamente power, ovvero molto potente (un muro di suono ampio e roccioso); il missaggio non è perfetto, nelle canzoni più dure si ascolta un pò di "caos di fondo" (tipico nei gruppi con molti strumentisti e parecchio lavoro sonoro), ma pur sempre eccezionale.
Un disco da comprare, anche per chi non ama il genere musicale o letterario.