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Circa la stessa epoca,fra il 1918 e il 1927,appaiono in Inghilterra i cosiddetti RACCONTI DI GLASTONBURY,pubblicati dall'archeologo Frederick Bligh Bond e da lui ottenuti da medium diversi: si riferiscono all'antica abbazia di Glastonbury e alle leggende di re Artù e della ricerca del Graal e sembrano dettati da monaci dell'XI-XVI secolo,fra i quali il monaco Johannes Bryant,che visse realmente a Glastonbury dal 1497 al 1534.
Nel 1928 ha inizio un ciclo di romanzi paranormali scritti automaticamente da Geraldine Cummins.Sono cinque lunghe narrazioni,di cui le prime quattro riguardano la storia delle prime comunità cristiane e sarebbero state ispirate da un gruppo di "messaggeri spirituali" diretti dall'apostolo Cleofa: la quinta,dedicata alla fanciullezza del Redentore,sarebbe stata invece dettata da un altro gruppo,diretto da un'entità che si nasconde sotto lo pseudonimo di "Messaggero della Croce".
Tutto il ciclo è scritto in uno stile di singolare limpidità che,per la sua semplicità stessa,non manca di potenza.Ne diamo un breve esempio: l'inizio del secondo capitolo dei GRANDI GIORNI DI EFESO ("The Great Days of Ephesus",1933),il terzo di questi romanzi,in cui l'apostolo Paolo torna alla casa paterna,in Tarso,sperando di potersi riconciliare col padre Haran,che lo aveva maledetto durante la sua conversione:

"Haran era adesso molto vecchio,e Paolo sperava che gli anni avessero attenuato la sua amarezza,e che egli avrebbe revocato la sua sentenza di bando,la maledizione da lui gettata sul figlio,e lo avrebbe di nuovo accolto."
"Paolo amava molto suo padre.Nessun altro suscitava la stessa tenerezza nella sua anima.Fin dal tempo della visione sulla strada di Damasco egli aveva pregato ogni giorno affinchè il vecchio abbandonasse l'ostile spirito farisaico e conoscesse Cristo.
E adesso il santo credeva che fosse giunta l'ora in cui la sua preghiera sarebbe stata esaudita.Haran,che era conosciuto anche come Saulo il Vecchio,abitava a Tarso,ma solo per una stagione.Sarebbe presto partito per Gerusalemme per poter morire all'ombra del tempio di Sion.
"Ora Paolo credeva che,forse,il padre si sarebbe intenerito nella città in cui era nato e in cui era nato anche suo figlio.
"In quella città sul fiume,circondata da terre belle e rigogliose,i pensieri di un padre non potevano essere duri.Certo egli era cambiato nel ricordare i giorni della sua giovinezza,quando Paolo gli era caro più di ogni altra cosa,orgoglio della sua anima,pupilla dei suoi occhi.
"Così il santo era impaziente e senza alcun timore quando raggiunse la casa di sua sorella Deborah e disse allo schiavo di avvertirla che il suo errante fratello era tornato a casa.
"E Deborah salutò con gioia Paolo,lo fece entrare nella casa di suo marito e gli manifestò tutto il suo affetto.Gli disse che suo marito lo odiava ancora e per questo non poteva offrirgli l'asilo del suo tetto.Comunque egli non era in casa;Deborah dispose il cibo davanti al viaggiatore e gli lavò lei stessa i piedi sanguinanti".


Fine quindicesima parte.