00 27/11/2008 19:32
L’ASSESSORE S’INALBERA A TUTTE LE ORE
– MARIO DI CARLO (Sbugiardato DA “REPORT”)
VUOLE un contraddittorio pubblico “nel cinema più grande di Roma” CON L’AUTORE DELL’INCHIESTA
– E ACCUSA: INTERVISTA MANIPOLATA
– L’AMICIZIA CON CERRONI…

Da "il Velino.it"


Mario Di Carlo


"Mancano le parti in cui spiego perché non sono andato a lavorare nel 2001 con l'avvocato Manlio Cerroni. Se le mie risposte fossero state rese pubbliche questa polemica non sarebbe neanche nata, perché quelle motivazioni oggi sono ancora più forti. Si è tolto l'onore a una persona e questo non lo posso sopportare". A quattro giorni dalla puntata di Report e a tre dalla riconsegna della delega sui rifiuti al presidente Marrazzo, l'assessore regionale alla Casa, Mario Di Carlo, replica all'intervista del VELINO al giornalista di Raitre autore dell'inchiesta, Paolo Mondani.

E si dice pronto per un contraddittorio pubblico "nel cinema più grande di Roma" con l'autore dell'inchiesta. "Ho avuto un confronto pubblico sul tema dei rifiuti perfino con Beppe Grillo, non sono un tipo che si tira indietro", spiega. "Il giornalista di Report si è arrogato il diritto di scegliere nell'intervista che mi ha carpito quali cose tutti dovevano sapere e quali no. Siccome ricordo benissimo cosa ho detto, tiri fuori la parte mancante e spieghi perché non l'ha montata".

Tre le spiegazioni fornite dall'assessore a motivazione del "gran rifiuto", ma escluse dal filmato mandato in onda, Di Carlo elenca: "Innanzitutto ho detto a Mondani che l'amicizia è un sentimento importante e che due caratteri forti come i nostri non avrebbero resistito in un rapporto di lavoro subordinato. Ho aggiunto che io sono bravo a fare il manager solo quando mi occupo della cosa pubblica e in particolar modo che Cerroni mi offriva il doppio di quello che guadagnavo nel 2001. Ma io già allora prendevo il doppio di quello di cui avevo bisogno e del denaro non mi è mai importato nulla. Anche i miei parenti sanno che avere a che fare con me come amministratore pubblico è una delle più grandi iatture che possano capitare".


Manlio Cerroni

L'esclusione di queste parti dall'intervista non è pero l'unico aspetto a indispettire l'assessore, che giunge perfino ad adombrare una verità finora taciuta: l'intervista mandata in onda è stata manipolata. "Me ne sono reso conto solo in un secondo momento, perché col tempo tornano alla mente certi dettagli e io stesso ricordavo una contestualizzazione delle immagini diversa da quello che ho visto. Infatti se si guarda bene la parte dove si parla della mia possibile successione, parole e immagini non collimano: la mano che ho sul sopracciglio all'improvviso sparisce, mentre le parole continuano come se fossero molto, molto più lente. Sono state prese parti differenti pronunciate in momenti differenti".

Un montaggio, insomma, con un fine ben preciso, secondo Di Carlo, "dare una certa immagine di una persona che potesse sembrare facile preda delle lusinghe e della corruzione". Sulle ragioni di questa rielaborazione, l'assessore non vuole uscire allo scoperto, ma la convinzione è che non si tratti di una mera scelta redazionale, come mostrerebbe la vicenda del gassificatore di Albano: "Alemanno sa che Albano è per il 66 per cento dell'Ama e per il 33 di Cerroni e anche la Gabanelli lo sa, perché l'ho detto nell'intervista, eppure entrambi continuano a parlare di monopolio: uno non lo dice e l'altra non me lo fa dire. È chiaro che siamo di fronte a una convergenza dei fini". Ragioni che spingeranno Di Carlo a rivolgersi alla magistratura, ma non più per una querela, come ipotizzato nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ma un esposto alla magistratura "per appurare se la cancellazione della risposta ha altri fini".


Milena Gabanelli

E se Di Carlo si dice un uomo "distrutto", e molto probabilmente lo è anche da un punto di vista politico, il rapporto con Cerroni resisterà: "L'ho conosciuto perché mi occupo di rifiuti non viceversa. Eravamo due avversari, perché io guidavo i cortei per chiudere la discarica di Malagrotta nel '79, ma poi siamo diventati amici". Quanto al futuro del gassificatore di Malagrotta, sotto sequestro preventivo, Di Carlo non si pronuncia, ma sibillino ricorda la data del 26 febbraio scorso.

Quel giorno il gip Antonino Stipo si pronunciò contro il blocco dei lavori del gassificatore accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Gianfranco Amendola di archiviare l'esposto presentato dal comitato di quartiere per la mancanza dei parametri di sicurezza indicati dal comune di Roma e dei vincoli imposti dalla normativa Seveso 2. La procura non aveva rilevato pericoli per la salute perché l'impianto non era ancora in funzione né profili penalmente rilevanti, ma solo eventuali irregolarità amministrative. E il fatto che Di Carlo lo ricordi oggi, significa una cosa ben chiara, sebbene l'assessore non lo dica esplicitamente: stesso ambito d'inchiesta, stesso verdetto.


[27-11-2008] www.ilvelino.it
[Modificato da Etrusco 22/03/2010 12:07]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.