E IL CINEMA DIVENTA UN’AULA DI PISCHELLI PER LA “NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI”
SI RITORNA SUI BANCHI DI SCUOLA PER RUTELLI & PALOMBELLI, MALAGÒ & AUTIERI
C’E’ BISOGNO DI UN CINEMA SERIALE, PROPRIO COME AI TEMPI DELLA COMMEDIACCIA
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
1 – PARTENZA BOOM: 900MILA EURO NEL PRIMO GIORNO DI USCITA
“Questi “esami” sono superati oltre ogni aspettativa. Questa “notte” ci ha regalato un sogno e vorrei che non finisse mai. Ringrazio tutta la mia squadra… Vecchi e nuovi giocatori!”. E’ appena sceso da un aereo, stanco ma strafelice, il regista Fausto Brizzi. Forse non ci crede neanche lui, visto che il suo “newquel” del film-rivelazione della scorsa stagione ha perso la freschezza e l’originalità del primo ed è diventato una scaltra operazione commerciale tra nudi, sesso, parolacce da film-panettone. Eppure il pubblico l’ha già premiato.
“Notte prima degli esami - Oggi”, da ieri (San Valentino) nelle sale, è la partenza record mai realizzata finora per un film italiano con un totale di 900mila euro nel primo giorno di uscita. Un risultato senza precedenti. Ovunque si registra il tutto esaurito. Dopo l’affollatissima e casinara anteprima Vip del 13 sera all’Adriano, il tour di promozione è continuato: ieri sera bagno di folla e tifo da stadio a Firenze per il regista e gli attori Giorgio Panariello, Serena Autieri, Nicolas Vaporidis, acclamato dalle ragazze come una rock star (che ci troveranno, poi!), Carolina Crescentini e tutti “i ragazzi della notte” in giro per l’Italia per incontrare migliaia di fans.
Il tour prosegue stasera a Bari, il 16 a Napoli, il 17 di nuovo a Roma, il 18 a Milano e lunedì 19 a Palermo. Le prenotazioni delle sale sono alle stelle. E da venerdì la 01Distribution (RAI) ha deciso di aumentare le copie da 707 a 750. Soddisfatti i produttori Fulvio e Federica Lucisano “per un successo straordinario che premia la linea editoriale della Italia International Film, nel solco della grande tradizione della commedia sentimentale, divertente e mai volgare che ha reso grande il nostro cinema nel modo”
Per Giancarlo Leone “Rai Cinema ha superato l’ennesimo, importante “doppio esame”, quello del mercato, con il travolgente successo di Brizzi e quello della qualità con i fratelli Taviani al Festival di Berlino. Due esempi significativi del felice connubio tra Rai Cinema, 01 Distribution e gli autori e produttori italiani.”
Ma ecco quello che è successo l’altra sera all’Adriano. La première della pellicola è stata una vera e propria “lucherinata”: il grande Enrico ha trasformato la sala 4 in un aula scolastica con lui nei panni del preside severo. Banchi sul palco sotto allo schermo, Serena Autieri con la bacchetta in mano in quelli della prof. arcigna, pronta a bocciare tutti i ragazzi che si sono presentati all’esame con Ipod e cellulari. L’appello del preside Lucherini comincia con le partecipazioni straordinarie: “Rossi Riccardo, il nuovo Ben Stiller italiano, è presente? Interlenghi Franco che cominciò nel ’46 con De Sica in Sciuscià, è presente? Onofri Paola che tutti ricordano con Verdone e Montesano ne “I due carabinieri”, e che dopo 12 anni torna sullo schermo, è presente?”
E via di questo passo, Lucherini chiama uno per uno Brizzi, Giancarlo Leone, Fulvio e Federica Lucisano e Filippo Roviglioni della 01 Distribution, gli sceneggiatori Massimiliano Bruno e Marco Martani. L’unico assente (giustificato) è Giorgino Panariello, esilarante nel ruolo del padre eterno Peter Pan, giuggiolone traditore e bugiardo che si innamora della prof. del figlio (la Autieri, appunto), E poi loro, i veri esaminandi, i giovani attori del film, che si accomodano sui banchi: Nicolas Vaporidis, Carolina Crescentini, Chiara Mastalli Chiara, Andrea De Rosa, Sarah Maestri e Eros Galbiati. L’unica che non viene chiamata è la bellissima Clizia Fornasier, al suo debutto sul grande schermo, scoperta da Brizzi sulla passerella dell’ultimo Miss Italia.
Sorridono alla divertente “lucherinata” il vicepremiere Francesco Rutelli con la sua Barbara Palombelli, Giampaolo Letta e Rosanna Ridolfi, Gianandrea Pecorelli di “Mediavivere”, Alessio Gorla e Daniela Schiapparlelli, Silvio Muccino (sempre il più amato dalle ragazzine che lo aspettano fuori del cinema per immortalarlo coi cellulari) e Martina Veltroni, Luigi De Laurentiis, Umberto Massa, Giovanni Veronesi e Valeria Solarino, Massimo Ghini con Neri Parenti. Poco distante da loro si siede Massimo Boldi.
Ecco anche Eleonora Giorgi, Rossella Brescia, Irene Ghergo, Alessandra Mastronardi de “I Cesaroni”. C’è Raffaello Balzo, Stefania Lippi, Daniele Taddei, Giovanni Albanese, Patrizia Mirigliani col figlio Nicola, Eliana Miglio, Valerio Veltroni, Guido Lombardo, Beppe Scaraffia. Tutti gli occhi sono per Giovannino Malagò, che scorta una delle figlie, e dovrebbe essere, secondo i gossip, in piena liaison con la Autieri.
Tutti sperano, i paparazzi in primis, che arrivi alla seguente festa da “George’s”. Ma lui preferisce eclissarsi e tornare a casa, forse per non disturbare la bella Serena che fa le fusa al suo regista, Fausto Brizzi.
Le voci di una loro storia girano da quando insieme si sono presentati a Capri a fine anno, alla kermesse “Capri, Hollywood” di Pascal Vicedomini. A dirla tutta, Brizzi e Autieri sono molto affiatati: lui la coccola, la segue passo passo, va via in macchina con lei, Ma c’è anche, a vigilare, il fratello di lei, Carmine che ora le fa da manager. Il meglio di sé la Autieri non lo dà sul grande schermo, ma proprio al party da “George’s”. Dove si impossessa del microfono e canta a lungo con quella voce possente che incanta tutti. Si balla e si brinda. Brizzi scherza ma non troppo con Vaporidis, ormai lanciatissimo e pronto a girare un film dietro l’altro. “Ti ho fatto fare due film, ti ho fatto scop… la Crescentini, lo scorso anno ti ho fatto pure fidanzare: che vuoi di più?”.
Chissà se si riferisce a Cristiana Capotondi che con il buon Nicolas ha avuto una storiella scoppiata durante il Festival del Cinema di Venezia. Una certezza c’è: è quella che la Capotondi, che ha rifiutato di girare questo “newquel”, si mangerà la mani quando vedrà all’opera sullo schermo la più smaliziata Carolina Crescentini, a suo perfetto agio senza vestiti addosso come nell’acqua coi delfini, già ribattezzata la “Uma Thurman de’ noatri”, grazie a quello sguardo inquietante e sexy.
Nella pellicola, dimenticati i nostalgici anni Ottanta per l’estate del 2006, quella dei Mondiali, degli esami, stavolta, non gliene frega niente a nessuno. Qui si pensa solo al calcio mundial, al sesso con tette e culi sempre in vista, alle zingarate come quella del flash-mob (esperimenti di socializzazione via mail in voga in Usa che qui portano orde di giovani che non si conoscono a spogliarsi nudi sul ponte di Castel Sant’Angelo), agli scherzi porco-trash via Web-cam.
2 – L’ITALIA HA BISOGNO DI UN CINEMA SERIALE, PROPRIO COME AI TEMPI DELLA COMMEDIA E DELLA COMMEDIACCIA
Marco Giusti per il manifesto
Niente da dire. Antipatico, pariolino, assolutamente privo di qualsiasi riferimento se non alla politica almeno all’attualità del paese che non sia il calcio, pur a denti stretti dobbiamo ammettere che “La notte prima degli esami – oggi” di Fausto Brizzi, che esce oggi per la Festa di San Valentino in tutta Italia, è un film importante per il nostro cinema. Almeno per due motivi. Il primo. Esattamente come è accaduto per “Manuale d’amore” di Giovanni Veronesi, per “Tre metri sopra il cielo”, anche “La notte prima degli esami” ha dato vita a un genere, o a un sottogenere, della commedia all’italiana. È diventato, insomma, un film-formula, come “Natale a…”, non per caso scritti dalla stessa coppia Brizzi-Martani, che può andare avanti all’infinito variando solo gli anni o, magari l’anno prossimo, i personaggi.
L’idea di presentare lo stesso film un anno dopo, con gli stessi personaggi, più o meno la stessa storia, solo non più ambientato negli anni ’80, ma oggi con tanto di Campionati del mondo e di Italia vincente, dimostra che il nostro pubblico ha bisogno di un cinema seriale, proprio come ai tempi della commedia e della commediaccia. Vuole ritrovarsi facilmente nel cinema che vede. Veronesi, e ancor più Brizzi e Martani, gli costruiscono esattamente quello che vogliono. Con la grande differenza che Brizzi e Martani lo ha fatto l’anno scorso senza alcuna forza delaurentisiana dietro e senza un grande cast e lo fanno adesso, magari con molto più budget e molte più sale, quattro milioni e mezzo per 700 copie, ma con lo stesso cast di ragazzi ignoti e senza le star italiane Scamarcio-Bellucci-Volo-Verdone.
Il secondo motivo. A differenza di quasi tutto il cinema italiano, Brizzi e i suoi produttori, il giovane Giannadrea Pecorelli (un tempo esordì da regista con un tardo film sulle BR) e il vecchio Fulvio Lucisano, nome storico del nostro cinema di genere, legato a Mario Bava e ai B-movie di Roger Corman (ma anche allo stracult “Il segreto del giaguaro” col Piotta…), non fanno una commedia alla Veronesi, dove le star fanno vivere piccole situazioni da commedia che non vivrebbero con volti poco noti. Brizzi e Martani tendono invece a costruire un racconto funzionante interpretato da un piccolo cast di ventenni emergenti aiutati da una tela di nuovi caratteristi in gran parte di provenienza televisiva, come Giorgio Panariello, mai così bravo, Serena Autieri, Riccardo Rossi, Roberto Ciufoli, Enzo Salvi, Paola Minaccioni (sua la geniale battua “Te lo ricordi Pruzzo? Te lo devi ricordà!”). Si arriva anche a riesumare Paola Onofri, la protagonista di “Cachemire”, come mamma del protagonista, mentre l’unica vera presenza del cinema che fu, Franco Interlenghi nella parte del nonno, non lo riconosciamo nemmeno…
La preoccupazione, in pratica, è quella del rimettere in piedi un tessuto di volti e voci della tv che funzionino da nostro passato, pur recentissimo, e che possano essere rivenduti in sala esattamente come vennero venduti i grandi caratteristi comici della commedia scorreggiona che fu, cioè Lino Banfi, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto. Ricostruendosi questo mondo di caratteristi, dove è divertente anche Riccardo Rossi come sotto-Sordi (il suo personaggio è identico a quello di Albertone in “Totò e i re di Roma”), Brizzi e Martani possono permettersi di ripetere, nella storia, il modello insuperato delle studentesse e delle supplenti bbone, dove alla fine il giovane protagonista, Nicolas Vaporidis, riuscirà, come un tempo Alfredo Pea, a scoparsi la Gloria Guida di turno, cioè Carolina Crescentini che prende il posto di Cristiana Capotondi.
O dove un padre cinquantenne e poco fedele alla moglie, Panariello, costruito come Montagnani e Banfi, avrà una storia con la bella professoressa Autieri (sul modello di “Zappa, Zappa, beata chi te pappa…”). C’è perfino la situazione classica dei due adulti sorpresi in flagrante da tutta la classe. Su questo modello cicero-laurentiano, Brizzi toglie la moda degli anni ’80 presente nell’altro film, infarcisce di blog, sms, anni ’2000, ci mette anche una scena madre di nudo collettivo sul Ponte di Castel Sant’Angelo (più per precedere una sequenza simile prevista a Ponte Milvio nell’imminente “Ho voglia di te” che per fare del tardo Woodstock), e farcisce il tutto di battute, come nei grandi classici vanziniani.
A differenza di Veronesi, Brizzi e Martani, più giovani e educati a commediaccia, sanno che il successo di cult giovanilistici come “Sapore di mare” o “Eccezziunale veramente” sono i personaggi e le battute. “Che buon sapore che hai!” dice una bella ragazza dopo aver baciato Massi, cioè Andrea De Rosa, l’amico di Vaporidis più romanista e più coatto. “Ammazza ’sti tramezzini col tonno sò micidiali” conclude lui che ne aveva appena addentato uno. Certo, per ottenere un vero successo, vengono riprese gran parte delle situazioni topiche dei film dei Muccino Brothers, da “”Come te nessuno mai” a “Che ne sarà di noi?”, scritto da Silvio ma diretto da Veronesi, per non parlare di quelle già viste in “Manuale d’amore” (la cena romantica nel ristorante della sorella che qui diventa quello del padre).
Per non parlare delle corse a piedi e in motorino dietro a tutto, che fanno sia Muccino Jr che Brizzi Enrico, quello di “Jack Frusciante”, prototipo non riuscito di questi film, i muri che si scavalcano, le piscine dove si compiono le trasgressioni. Tutto già visto e digerito, come una regia che cerca di ripetere il modello di Muccino Senior, con tanto di schermo panoramico e gli inutili campo-controcampo da manualetto da regista. Orrore!, gridano i cinefili e i ragazzacci romani che non riconoscono nel pariolinismo spinto di Brizzi e Moccia. Ma il film si segue, il pubblico si diverte, e, con la crisi di una televisione sempre più inutile, le sale si riempiono. Sarà proprio un male?
Dagospia 15 Febbraio 2007
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.