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L'Angolo Dei Vini

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    Aquilone_senza_fili
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    00 06/03/2012 11:43
    Re:
    texdionis, 03/03/2012 12.50:

    Sai perché il vino va fatto roteare nel calice?
    Spesso vediamo gli intenditori far roteare il vino appena versato nel calice, ma pochi sanno a cosa serve.



    Se posso dire la mia, visto che ho frequentato dei corsi A.I.S. e sono Sommelier e Degustatore Ufficiale di questa Associazione, il roteare del liquido crea sul vetro del calice degli archetti che a loro volta fanno scendere verso il basso gocce di vino.
    Osservando gli archetti se ne può dedurre la struttura, la consistenza, il grado alcolico del vino stesso (più sono fitti gli archi più il vino è strutturato) e la velocità di discesa del liquido, legata proprio al numero di archetti creati, sta ad indicare proprio la consistenza, la struttura, il corpo del vino (più lentamente scende più corposo è il vino).
    Un altro motivo per cui si fa roteare il vino è per ossigenarlo e, quindi, consentirgli di far salire in superficie, verso il nostro naso, quelle note aromatiche che contraddistinguono quel particolare vino, dandoci la possibilità di riconoscerle meglio.
    Spero di essere stato chiaro ed esauriente. [SM=x44450]
    [Modificato da Etrusco 06/03/2012 11:57]

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    00 06/03/2012 11:55
    Aquilone_senza_fili, 06/03/2012 11.43:


    Se posso dire la mia, visto che ho frequentato dei corsi A.I.S. e sono Sommelier e Degustatore Ufficiale di questa Associazione, il roteare del liquido crea sul vetro del calice degli archetti che a loro volta fanno scendere verso il basso gocce di vino.
    Osservando gli archetti se ne può dedurre la struttura, la consistenza, il grado alcolico del vino stesso (più sono fitti gli archi più il vino è strutturato) e la velocità di discesa del liquido, legata proprio al numero di archetti creati, sta ad indicare proprio la consistenza, la struttura, il corpo del vino (più lentamente scende più corposo è il vino).
    Un altro motivo per cui si fa roteare il vino è per ossigenarlo e, quindi, consentirgli di far salire in superficie, verso il nostro naso, quelle note aromatiche che contraddistinguono quel particolare vino, dandoci la possibilità di riconoscerle meglio.
    Spero di essere stato chiaro ed esauriente. [SM=x44450]




    [SM=x44460] Aquilone!
    Sei stati chiarissimo e sintetico! [SM=x44462]
    [Modificato da Etrusco 06/03/2012 11:56]

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    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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    00 20/03/2012 18:23
    Re: Re:
    Aquilone_senza_fili, 06/03/2012 11.43:



    Se posso dire la mia, visto che ho frequentato dei corsi A.I.S. e sono Sommelier e Degustatore Ufficiale di questa Associazione, il roteare del liquido crea sul vetro del calice degli archetti che a loro volta fanno scendere verso il basso gocce di vino.
    Osservando gli archetti se ne può dedurre la struttura, la consistenza, il grado alcolico del vino stesso (più sono fitti gli archi più il vino è strutturato) e la velocità di discesa del liquido, legata proprio al numero di archetti creati, sta ad indicare proprio la consistenza, la struttura, il corpo del vino (più lentamente scende più corposo è il vino).
    Un altro motivo per cui si fa roteare il vino è per ossigenarlo e, quindi, consentirgli di far salire in superficie, verso il nostro naso, quelle note aromatiche che contraddistinguono quel particolare vino, dandoci la possibilità di riconoscerle meglio.
    Spero di essere stato chiaro ed esauriente. [SM=x44450]




    grande Aquilone!

    [SM=x44459] [SM=x44501]

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    Beh, questo non poteva mancare nella nostra enoteca ipercafonica:
    [SM=x44456]

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    00 07/02/2016 19:18
    Re: Sassicaia 2003
    Frida07, 23/05/2007 20:51:

    Qualche sera fa, mi trovavo ad una cena a cui si è pasteggiato esclusivamente con questo vino...na goduria!! [SM=x44486]

    Quindi eccolo:

    Uvaggio:
    Il vino nasce da uve Cabernet Sauvignon 85% circa e Cabernet Franc 15% circa. Resa media per ettaro: q.li 45-50 di uva pari a hl 30-35 di vino. Potatura cordone speronato. Sesto di impianto di 3.500 viti per ha. per gli impianti anteriori al 1980 e 4.500-5.000 viti/ha. per quelli successivi.

    Vinificazione:
    Il sistema di allevamento e la bassissima resa di uva per ceppo, danno un prodotto sempre sano e ricco in zucchero, tannini, estratto ecc. La vinificazione avviene in tini di acciaio inox da 65 fino a 130 hl. con possibilità di condizionamento termico del processo fermentativo.

    Grado alcolico:
    12,5 (anche se quello che ho bevuto io ne aveva 14!)

    Profumo:
    Classico sentore erbaceo armonicamente arrotondato; profumi tipicamente di sottobosco o più precisamente di macchia Meditterranea, fino ai vari profumi terziari tipici dell'invecchiamento.

    T° di servizio:
    18° - 20°

    Affinamento:
    Il vino viene affinato in botti di rovere da 225lt. per 24 mesi e poi in bottiglia per lunghi periodi.

    Sapore e abbinamenti:
    Sapori intensi, come i prodotti della caccia, in particolar modo il piccione arrosto, i filetti alla bordolese, i formaggi dal sapore deciso.Consigliato anche il semplice abbinamento con con qualche gheriglio di noce e fungo porcino a crudo, condito solo con poche gocce di olio di oliva e qualche intensa erba aromatica dal profumo mediterraneo.


    Se vede che mi piacciono i sapori intensi?!?! [SM=x44486]



    Oggi è un triste giorno per il Sassicaia, è venuto a mancare il suo padre, Giacomo Tachis...
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    00 07/02/2016 20:34
    Re: Re: Sassicaia 2003
    OMOSESSUALE, 07/02/2016 19:18:



    Oggi è un triste giorno per il Sassicaia, è venuto a mancare il suo padre, Giacomo Tachis...




    Lutto nel mondo dell'enologia Addio a Giacomo Tachis, il 'principe degli enologi' e padre del Sassicaia L'enologo è considerato artefice del cosiddetto 'Rinascimento' italiano nel mondo del vino e inventore di alcune delle più importanti etichette mondiali come Sassicaia, Tignanello e Solaia 

    Giacomo Tachis (Ansa)

    Un vino a solfiti zero grazie alla ricerca universitaria adatto anche ad allergici e vegani Vino, l'Italia batte la Francia e torna prima nel mondo Vino, Italia sorpassa la Francia e diventa il primo produttore mondiale Vinitaly. Coldiretti, il vino dà lavoro a 1,25 milioni di italiani Viaggi d'autunno. Nella valle del Douro dove nasce il vino Porto Vinitaly, se gli italiani non bevono più il vino 07 febbraio 2016 È morto a San Casciano Val di Pesa (Firenze) il re degli enologi italiani: Giacomo Tachis aveva 82 anni, era malato da tempo e dal 2010 si era ritirato dall'attività per dedicarsi ai libri e alla famiglia. I funerali si celebreranno lunedì 8 febbraio, alle ore 15, nella chiesa di Santa Maria ad Argiano presso San Casciano. Artefice del 'Rinascimento' italiano L'eredità più importante di Tachis consiste nell'aver portato innovazione e successo nel mondo del vino. L'enologo - di origine piemontese e toscano di adozione - è considerato artefice del cosiddetto 'Rinascimento' italiano, e padre e inventore di alcune delle più importanti etichette mondiali come Sassicaia, Bolgheri, e Tignanello, nel Chianti. Dal Piemonte alla Toscana Nato a Poirino (Torino), Tachis studiò alla Scuola di Enologia di Alba (Cuneo).

    Ma è in Toscana che sviluppò studi e innovazioni. Nei primi anni '60, infatti, inizia la collaborazione durata 32 anni con le Cantine Antinori, divenendo il loro direttore storico. Nel tempo, il sodalizio Tachis-Antinori permette di dare vita a una sorta di 'rivoluzione' in vigna e in cantina che darà vita al Tignanello: innovando il concetto di vinificazione Sangiovese e unendolo al Cabernet nasce così il primo esempio di Supertuscan. Tignanello e Solaia Dopo il Tignanello seguono altri vini 'famosi' come il Solaia, nato su terreni ricchi di scheletro (alberese, galestro) con inserti d'argilla rossa, a circa 400 metri sul livello del mare, nel cuore del Chianti classico. “Il Solaia nasce nel 1978, quasi per caso, da una costola del Tignanello. C'era troppo cabernet, quell'anno, e tutto di ottima qualità: perché non vinificarlo a parte? L'intuizione fu di Giacomo Tachis, allora maestro di cerimonie delle Cantine Antinori”, spiega l'enologo Renzo Cotarella.

    Il Sassicaia Alla fine degli anni '60, Tachis inizia anche a lavorare con il marchese Mario Incisa della Rocchetta a Bolgheri, per dare vita a un vino in grado di competere con le migliori produzioni bordolesi: il Sassicaia, il primo (e per ora unico) vino italiano di una specifica cantina, che ha una DOC (denominazione di origine controllata) riservata appositamente. La denominazione Bolgheri Sassicaia, infatti, la può utilizzare esclusivamente la Tenuta San Guido (di proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta) per il suo vino corrispondente (questo perché Sassicaia è un "cru" in Bolgheri interamente posseduto da Tenuta San Guido). Collaborazioni in Sardegna e Sicilia La bravura di Tachis, dopo aver raggiunto successi in Toscana, lo ha portato negli anni a collaborare con innumerevoli cantine, uscendo dai confini della Toscana per 'abbracciare' tante regioni, specialmente in Sardegna e Sicilia. Martina: "Il mondo del vino perde un grande maestro" Sulla scomparsa di Tachis è intervenuto anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: "Il mondo del vino perde uno dei suoi più importanti maestri. Protagonista indiscusso del rinascimento del vino italiano, ha saputo reinterpretare il ruolo stesso dell'enologo. Un uomo di grandissima cultura che ha fatto della qualita' una pratica quotidiana, diventando un punto di riferimento per le nuove generazioni di enologi. Se oggi il vino italiano è riuscito a raggiungere certi traguardi - ha aggiunto il ministro - è anche per merito di uomini come Giacomo Tachis e Luigi Veronelli che, in anni duri, hanno saputo accompagnare il rilancio di questo settore. Dobbiamo fare in modo che la loro eredità possa essere uno stimolo a fare sempre meglio". - See more at: www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Addio-Giacomo-Tachis-principe-enologi-padre-del-vino-Sassicaia-15c4c2ee-ff21-40c0-aed2-074026945...

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    00 10/02/2016 20:26
    Re: Re: Re: Sassicaia 2003
    Arcanna Jones, 07/02/2016 20:34:




    Lutto nel mondo dell'enologia Addio a Giacomo Tachis, il 'principe degli enologi' e padre del Sassicaia L'enologo è considerato artefice del cosiddetto 'Rinascimento' italiano nel mondo del vino e inventore di alcune delle più importanti etichette mondiali come Sassicaia, Tignanello e Solaia 

    Giacomo Tachis (Ansa)

    Un vino a solfiti zero grazie alla ricerca universitaria adatto anche ad allergici e vegani Vino, l'Italia batte la Francia e torna prima nel mondo Vino, Italia sorpassa la Francia e diventa il primo produttore mondiale Vinitaly. Coldiretti, il vino dà lavoro a 1,25 milioni di italiani Viaggi d'autunno. Nella valle del Douro dove nasce il vino Porto Vinitaly, se gli italiani non bevono più il vino 07 febbraio 2016 È morto a San Casciano Val di Pesa (Firenze) il re degli enologi italiani: Giacomo Tachis aveva 82 anni, era malato da tempo e dal 2010 si era ritirato dall'attività per dedicarsi ai libri e alla famiglia. I funerali si celebreranno lunedì 8 febbraio, alle ore 15, nella chiesa di Santa Maria ad Argiano presso San Casciano. Artefice del 'Rinascimento' italiano L'eredità più importante di Tachis consiste nell'aver portato innovazione e successo nel mondo del vino. L'enologo - di origine piemontese e toscano di adozione - è considerato artefice del cosiddetto 'Rinascimento' italiano, e padre e inventore di alcune delle più importanti etichette mondiali come Sassicaia, Bolgheri, e Tignanello, nel Chianti. Dal Piemonte alla Toscana Nato a Poirino (Torino), Tachis studiò alla Scuola di Enologia di Alba (Cuneo).

    Ma è in Toscana che sviluppò studi e innovazioni. Nei primi anni '60, infatti, inizia la collaborazione durata 32 anni con le Cantine Antinori, divenendo il loro direttore storico. Nel tempo, il sodalizio Tachis-Antinori permette di dare vita a una sorta di 'rivoluzione' in vigna e in cantina che darà vita al Tignanello: innovando il concetto di vinificazione Sangiovese e unendolo al Cabernet nasce così il primo esempio di Supertuscan. Tignanello e Solaia Dopo il Tignanello seguono altri vini 'famosi' come il Solaia, nato su terreni ricchi di scheletro (alberese, galestro) con inserti d'argilla rossa, a circa 400 metri sul livello del mare, nel cuore del Chianti classico. “Il Solaia nasce nel 1978, quasi per caso, da una costola del Tignanello. C'era troppo cabernet, quell'anno, e tutto di ottima qualità: perché non vinificarlo a parte? L'intuizione fu di Giacomo Tachis, allora maestro di cerimonie delle Cantine Antinori”, spiega l'enologo Renzo Cotarella.

    Il Sassicaia Alla fine degli anni '60, Tachis inizia anche a lavorare con il marchese Mario Incisa della Rocchetta a Bolgheri, per dare vita a un vino in grado di competere con le migliori produzioni bordolesi: il Sassicaia, il primo (e per ora unico) vino italiano di una specifica cantina, che ha una DOC (denominazione di origine controllata) riservata appositamente. La denominazione Bolgheri Sassicaia, infatti, la può utilizzare esclusivamente la Tenuta San Guido (di proprietà della famiglia Incisa della Rocchetta) per il suo vino corrispondente (questo perché Sassicaia è un "cru" in Bolgheri interamente posseduto da Tenuta San Guido). Collaborazioni in Sardegna e Sicilia La bravura di Tachis, dopo aver raggiunto successi in Toscana, lo ha portato negli anni a collaborare con innumerevoli cantine, uscendo dai confini della Toscana per 'abbracciare' tante regioni, specialmente in Sardegna e Sicilia. Martina: "Il mondo del vino perde un grande maestro" Sulla scomparsa di Tachis è intervenuto anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: "Il mondo del vino perde uno dei suoi più importanti maestri. Protagonista indiscusso del rinascimento del vino italiano, ha saputo reinterpretare il ruolo stesso dell'enologo. Un uomo di grandissima cultura che ha fatto della qualita' una pratica quotidiana, diventando un punto di riferimento per le nuove generazioni di enologi. Se oggi il vino italiano è riuscito a raggiungere certi traguardi - ha aggiunto il ministro - è anche per merito di uomini come Giacomo Tachis e Luigi Veronelli che, in anni duri, hanno saputo accompagnare il rilancio di questo settore. Dobbiamo fare in modo che la loro eredità possa essere uno stimolo a fare sempre meglio". - See more at: www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Addio-Giacomo-Tachis-principe-enologi-padre-del-vino-Sassicaia-15c4c2ee-ff21-40c0-aed2-074026945...


    Con lui scompare un grande uomo... RIP [SM=x44471]
  • AlcibiadeR
    00 22/01/2020 15:34
    ... vini dei Colli, per ogni tipo di secondo piatto e per dolci: imparagonabili ... [SM=x44458] [SM=x44499]


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    00 22/01/2020 20:25
    Alci
    allora ti intendi anche di vini? [SM=x44466]
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    00 25/01/2020 15:21





  • AlcibiadeR
    00 25/01/2020 15:23




  • AlcibiadeR
    00 25/01/2020 15:25






  • AlcibiadeR
    00 04/02/2020 21:29
    ... se non l'avessi visto non ci credevo: bere bracchetto con il pesce (il tizio era tedesco) ... [SM=x44458] [SM=x44499]



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