00 01/10/2007 16:40
Re:
Etrusco, 01/10/2007 9.52:

1/10/2007 (7:15) - CON IL CATANIA L’ENNESIMO PAREGGIO, OGGI SUMMIT A MILANELLO
Lite Kakà-Ancelotti,
alta tensione al Milan



"Gioca a destra" - "Al centro
posso essere decisivo"

LAURA BANDINELLI
MILANO
Il presidente Berlusconi aspetta ancora di vedere una vittoria in campionato a San Siro.
Il quadro che ha davanti è allarmante: l’Inter è prima a sette punti di distanza,
la classifica dei rossoneri è deprimente
(sette punti in sei gare), dieci squadre hanno fatto meglio.
Milan-Catania:
era l’occasione giusta per riscattare la sconfitta di Palermo,
invece, finisce con un pari insipido, [SM=x44463] 1 - 1
, che rende l’ambiente elettrico e gli spettatori furibondi.
Quando l’arbitro chiude la partita piovono fischi da ogni settore. Berlusconi presente in tribuna se ne va scuro in volto
negli spogliatoi dove trova una squadra frastornata che ha appena discusso animatamente con il proprio allenatore.

Il presidente allora non se la sente di infierire ma avverte: «Dobbiamo assolutamente rialzare la testa».
Poi se ne va, dribblando taccuini e telecamere. La tensione è palpabile. Ancelotti e Kakà si battibeccano nel tunnel che porta agli spogliatoi. Il diverbio non ha contenuti pesanti, si discute di normali situazioni di gioco. Durante il secondo tempo, infatti, Seedorf si era avvicinato alla panchina ricevendo la seguente indicazione: «Siamo troppo stretti a centrocampo, devi dire tu a Kakà di allargarsi perchè a me non mi ascolta».

Ancelotti si sgola e chiede anche a Gattuso di fare da portavoce. Il brasiliano però continua a fare di testa sua. Ecco perché Ancelotti lo riprende quando la partita finisce. La scena è ripresa da Sky.
Kakà cammina spedito davanti al suo allenatore e sbotta: «Allora il problema sarò io…».
Nelle interviste poi dirà: «Per il bene del Milan gioco anche a destra. Ma io ho cercato di accentrarmi per fare di più e risolvere i problemi.
Comunque è vero, c’è nervosismo perché il Milan deve vincere». Ancelotti invece minimizza: «Sono affari nostri ciò che è successo. Non ci sono frizioni, domani (oggi ndr) saremo più lucidi e valuteremo tutto con più serenità».

Al summit a Milanello parteciperà anche l’ad rossonero.
A Palermo Galliani e Ancelotti se la presero con l’arbitro Farina e incensarono la squadra per il bel gioco espresso.
Ieri oltre a non fare spettacolo, il Milan ha mostrato tutte le sue carenze:
una difesa ballerina, un attacco in astinenza e l’incapacità di costruire il gioco in maniera fluida.

Neanche il gol annullato al 28’ del primo tempo a Inzaghi per un fallo di mano di Kaladze può diventare l’appiglio per giustificare una prestazione così deludente.
Ancelotti, infatti, si prende tutte le responsabilità:
«Abbiamo giocato male, inutile attaccarsi agli episodi arbitrali che rispetto a Palermo non sono stati determinanti».

Il primo tempo si apre al 28’ con il gol del vantaggio di Martinez, che riesce a segnare di testa nonostante il Milan sia in superiorità numerica dentro la propria area.
Kaladze e Favalli sono i principali responsabili:
il primo, infatti, si perde facendo la diagonale lunga, il secondo, invece, è nettamente fuori posizione e si dimentica di andare sul secondo palo. La reazione dei rossoneri arriva immediatamente, Inzaghi però si vede annullare la rete per un fallo di mano di Kaladze difficile da valutare. Nella ripresa Ancelotti cambia modulo: toglie Ambrosini e inserisce Gilardino schierando due punte di ruolo, si passa così al 4-3-1-2.
Per dare maggior spinta sulla destra inoltre viene tolto Cafu e viene inserito Oddo.
Passano due minuti e arriva il gol del pareggio: Edusei in scivolata colpisce di braccio un cross di Favalli. Il signor Gervasoni indica il dischetto. Kakà non sbaglia. Uno ad uno. A questo punto il Milan perde Kaladze per uno stiramento che lo terrà fuori per almeno un mese e perde anche brillantezza.
Il Catania ha il merito non solo di chiudere tutti gli spazi, ma anche di far ripartire l’azione meritando da Ancelotti il seguente complimento: «E’ la squadra che ha giocato meglio a San Siro».

Adriano Galliani invece pensa a stesso e non ha nessuna voglia di scherzare:
«Nel mese di settembre abbiamo fatto 4 punti in 5 partite - spiega -, è un rendimento insufficiente, dobbiamo meditare,
non ci dobbiamo arrabbiare, ma dobbiamo capire bene il perchè di tante cose.
Se fai tre 1-1 in casa ci sono dei problemi, forse in campionato siamo un po’ prevedibili, è difficile adesso fare diagnosi, lavoreremo per trovare la medicina come ogni anno».

Ancora qualche strascico polemico (Ndr. in perfetto "Stile Milan") sull’operato dei direttori di gara:
«Non parlo di arbitri - dice Galliani ironico -, quando lo faccio vengo bacchettato, quindi sto zitto. Ci sono falli di mano buoni e falli di mano cattivi…».


www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200710articoli/11154gi...








Credo che il Milan stia pagando una serie di leggerezze dirigenziali, Carletto con questi giocatori ha già fatto fin troppi miracoli