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Il commento - L’errore fatale dei nerazzurri: sono rimasti a guardar giocare
Una sconfitta troppo normale

La prima italiana che passa è la Fiorentina, 12 punti, il doppio della scorsa stagione, il doppio del­l’Inter a un turno dal termine.

La Fiorentina è quasi una squadra com­pleta. Le sono mancati Mutu e Jove­tic nell’ultimo mese, cioè è scompar­so un reparto, le manca ancora un difensore di grande personalità ed è forse troppo scolarizzata da Pran­delli che pretende da tutti gli stessi movimenti, ma gioca un calcio linea­re tra i più organizzati d’Europa. Non vincerà niente perché sono an­cora timidi gli acuti, il campione che rompe le linee è Jovetic e ha solo vent’anni, ma rappresenta un’orga­nizzazione di gioco tra le più chiuse e studiate del continente.

Delude l’Inter nel modo peggiore, cioè per effetto quasi naturale. Non c’è mai stata partita, il Barcellona ha segnato subito e raddoppiato po­co dopo. L’Inter non ha seriamente tirato in porta. Al Barcellona manca­vano addirittura Messi e Ibrahimo­vic. Qui sono usciti fuori i limiti tat­tici di Mourinho. L’Inter non ha in­ventato niente, ha giocato come non avesse mai preparato la partita. Ognuno ai propri posti come se i ca­talani fossero l’Atalanta. È un erro­re strano per un tecnico quasi italia­no come Mourinho. Ha sopravvalu­tato l’Inter, ha pensato fosse comun­que pronta per una partita alla pa­ri. Non è così. In casa del Barcellona una strada per essere diversi va tro­vata. Se giochi solo al calcio vincono sempre loro. Ieri l’Inter ha quasi sol­tanto guardato gli avversari che pu­re attaccavano con il loro terzo e quarto attaccante. Un’idea, un movi­mento, una sorpresa, qualcosa era legittimo aspettarsi dall’Inter. Così è stata la peggiore sconfitta perché è stata regolare, assolutamente nor­male.

Ma se hanno vinto i migliori che succede adesso dell’Inter?
Due cose abbastanza semplici. La prima è che bisognerà organizzarsi per battere il Rubin Kazan, buona squadra che ha finito 10 giorni fa il suo campio­nato, cioè è come un’italiana a giu­gno, sfinita di fatica. La seconda è che bisogna rimandare le convinzio­ni di grandezza internazionale.
I me­diani dell’Inter spaventano chiun­que in Italia perché trovano avversa­ri che non penserebbero mai di po­ter attaccare.
Ma a grande livello in­ternazionale mancano ancora quali­tà e personalità.

Non è la fine, è un ritorno di coscienza. Il tempo resta, va solo usato al meglio.

Mario Sconcerti
25 novembre 2009

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.