00 08/07/2011 10:21
Il Premio Strega 2011 a Edoardo Nesi e Storia della mia gente
Un brindisi con Strega fatto da Antonio Pennacchi che cede il testimone al nuovo vincitore. Così si è conclusa la sessantacinquesima edizione dell Premio Strega, assegnato come ogni anno il primo giovedì di luglio, presso il suggestivo contesto del Ninfeo di Villa Giulia a Roma, e che per tutto il 2011 avrà il volto di Edoardo Nesi.

Nesi era il favorito, presentato al Premio dallo stesso vincitore dello scorso anno Pennacchi e da Sandro Veronesi, vincitore nel 2006 con Caos Calmo, e la sua vittoria, meritata, farà felice anche il mercato editoriale, in primis Bompiani, dal momento che le ultime 4 edizioni sono state vinte da Mondadori (una da Einaudi). Con il riconoscimento unanime della giuria, Nesi lascia indietro il terzetto che fino a ieri aveva condiviso il secondo posto a parimerito nelle semifinali: Bruno Arpaia con L’energia del vuoto (Guanda), Mario Desiati con Ternitti (Mondadori) e Mariapia Veladiano con La vita accanto (Einaudi). A chiudere la cinquina dei finalisti c’era inoltre Luciana Castellina con La scoperta del mondo (nottetempo).

Il libro di Nesi racconta della sua Prato, un tempo polo di eccellenza del settore tessile. L’autore ha ereditato un piccolo lanificio dal padre Alvaro, che a sua volta l’aveva ereditato dal nonno Temistocle. La sua giovinezza scorre spensierata, e c’è tanto tempo da dedicare alla letteratura, in particolare a Francis Scott Fitzgerald, a cui è ispirato il titolo del libro, al cinema, alle estati a Forte dei Marmi. Ma le cose non saranno uguali per sempre. L’invasione dei cinesi ha trasformato la città in un avamposto di manodopera a basso costo, spremuta al massimo e costretta a lavorare in condizioni disumane. La famiglia Nesi è costretta a rinunciare al suo lanificio, ma la sua storia personale viaggia parallela a quella della sua gente e dell’Italia intera. E si porta dietro una serie di racconti di operai in cassaintegrazione, imprenditori falliti, morte del concetto di made in Italy, e tanta rabbia e disillusione che si trasforma in intolleranza e odio per chi incarna la quotidianità di questo cambiamento.

Emergono tutti i limiti della nostra società e della globalizzazione, e la forte denuncia delle scelte di un Paese che ha venduto il suo passato, in cui gli “stracciaroli di Prato” riuscivano a mandare avanti piccole industrie a cavallo di una terribile guerra, per un presente in cui, per la prima volta dopo secoli, la generazione dell’autore si ritrova a essere più povera di quella dei genitori.

Un racconto autobiografico, a metà tra romanzo e saggio economico, che riesce meglio di un trattato a parlare di storia, economia e antropologia. Una forma di narrativa contemporanea che va oltre la sua etichetta di genere.

Non è la prima volta che Edoardo Nesi sogna il Premio Strega: ci era già arrivato molto vicino nel 2005 con L’età dell’oro, entrato nella rosa dei finalisti. Il suo esordio letterario risale al 1995 con Fughe da fermo, dal quale è stato tratto un film da lui stesso diretto, per Fandango.

Ecco le prime pagine del libro “Storia della mia gente“, per pregustarne la lettura, se non lo avete ancora fatto.




Fonte
[Modificato da +cecily+ 08/07/2011 10:22]

_________________