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[G]Max Biaggi: Campione del Mondo!!![/G]

  • Messaggi
  • radcla
    00 26/09/2010 19:22
    A 39 anni è il primo italiano a vincetere il titolo Superbike. Con lui vince l'Aprilia!
    Imola, Biaggi mondiale
    Haslam rompe, Max trionfa


    Il ritiro del britannico in gara-2 dà all'italiano dell'Aprilia il titolo. In gara-1, Biaggi ha chiuso 11° in affanno, ma il rivale è stato solo 5°. In gara-2 la svolta, quando è andato a fuoco il motore della Suzuki. Entrambe le manche a Checa


    Max Biaggi, primo iridato italiano in Superbike. LaPresse


    IMOLA (Bologna), 26 settembre 2010 - Max Biaggi campione del Mondo Superbike! Il fuoriclasse romano conquista a 39 anni il quinto titolo iridato tredici anni dopo l’ultima delle quattro perle in 250: tre di queste con la stessa Aprilia per la prima volta regina delle derivate dalla serie.

    FATICACCIA — Imola però è stata una faticaccia, perché l’unico inseguitore Leon Haslam si è arreso soltanto all’undicesimo giro di gara-due a causa del cedimento del motore della Suzuki. Ma in quel momento, però, Biaggi, padrone del terzo posto, aveva già risolto la pratica da solo contro un Haslam retrocesso in sesta posizione per un errore alla Variante Bassa. Uscito di scena il 27enne britannico Biaggi ha tirato i remi in barca concludendo in quinta posizione.

    GARA-1 — Nella prima gara Leon Haslam (Suzuki) aveva tenuto aperto campionato con una prestazione strepitosa, rovinata però da un altro errore alla Rivazza tentando di superare il battistrada Carlos Checa. Haslam era arrivato quinto guadagnando appena sei punti su Biaggi finito solo undicesimo per problemi di assetto. Dominatore di Imola è stato il catalano Carlos Checa, privato della Ducati autore di una stratosferica doppietta (5 successi in carriera). Il campionato si concluderà domenica a Magny Cours (Francia) con l’Aprilia che cercherà di assicurarsi anche il Mondiale Costruttori.

    UN SOGNO — Ecco la gioia di Max a fine gara: "È una cosa pazzesca, il mio sogno più grande, che non avevo mai nascosto e mai messo nel cassetto. È un sigillo che mi riipaga di tanti sforzi. Aprilia, Biaggi, la mia squadra: mi pare di essere tornato a 15 anni fa. Una risposta a qualcuno? No, io non cercavo il potere, ma un sogno che è diventato realtà, grazie alla squadra, alla mia compagna, a mia figlia. Non posso chiedere di più alla vita".

    Paolo Gozzi per gazzetta.it
  • radcla
    00 26/09/2010 19:28
    Max, ritorno nell'Olimpo
    Campione senza tempo


    La seconda vita di Biaggi di Superbike, dagli inizi difficili alla svolta con l'Aprilia. Storia di un 39enne che "non può stare senza le corse", che era stato esautorato dal mondo delle moto, ma che ha trovato nelle derivate dalla serie un'altra dimensione. Sempre vincente


    Max Biaggi festeggia: è il primo iridato italiano in Superbike. Ansa


    IMOLA (Bologna), domenica 26 settembre 2010 – Max Biaggi torna nell’Olimpo nell’anno orribile del grande nemico Valentino Rossi. E chi l’avrebbe detto? Biaggi-Superbike è la storia di una seconda vita.

    LA NUOVA SFIDA — Cacciato dalla Honda HRC al termine dell’ultima stagione MotoGP vissuta sull’orlo della crisi di nervi, nel 2006 Massimiliano Biaggi è un ex pilota: senza moto, senza sfide, senza possibilità di rilancio. La Superbike, fenomeno motoristico anglosassone sull’onda delle imprese di Carl Fogarty e Troy Bayliss, cercava da tempo un pilota di rango che potesse fare breccia anche in Italia. Il disoccupato Max Biaggi è l’uomo perfetto. Francesco Batta, vulcanico manager Suzuki, lo convince a salire sulla derivata dalla serie, lui che una volta – ai tempi d’oro del motomondiale – si era lasciato sfuggire un perentorio “non correrò mai con le Superbike”.

    DEBUTTO VINCENTE — Alla prima occasione, nel GP del Qatar, vince. Sotto il podio si toglie il casco e versa in mondovisione lacrime di goia. “Le corse sono la mia vita, non potevo stare senza”. Nel 2007 vince tre gare ma la Suzuki – Mondiale solo una volta, nel 2005 – non è all’altezza delle aspirazioni di Max: terzo posto finale. Dopo l’ultima gara di Magny Cours, dove tutto era cominciato, Biaggi litiga con la squadra e resta di nuovo a piedi.


    Biaggi a Imola, dove ha coronato il sogno iridato. LaPresse

    C'E' LA DUCATI — Ma è una pedina troppo preziosa e l’organizzatore Maurizio Flammini, quello che vuole portare la F.1 a Roma, lo ricicla in una squadra privata Ducati. Non è una sistemazione da vincente ma Biaggi non dice di no: si accontenta di un piccolo box, una moto di seconda mano e fa a meno delle luci della ribalta. Tiene duro, prova a battere la stella Ducati Troy Bayliss, ma in Australia incappa nell’incidente più terribile della carriera. Si rompe il braccio destro, ma la gara dopo è ancora lì: a soffrire, a imprecare, a piangere di rabbia. L’avventura finisce senza lampi né sorrisi.

    L'APRILIA E LA SVOLTA — La svolta è il ritorno sulla scena dell’Aprilia. Non solo una moto, piuttosto un vecchio amore, l’azienda che lo aveva scoperto e con la quale aveva vinto tre Mondiali di fila in 250: 1994, 1995, 1996. Il progetto è nuovo, da sgrezzare, e i primi test sono un disastro. Ma Biaggi non molla e dopo pochi mesi, tra la sorpresa degli appassionati e lo sconcerto degli avversari, a Brno centra la prima vittoria. Il Corsaro è di nuovo lui: veloce, pulito, spietato. Il resto è storia recente. La RSV4 diventa un missile, Biaggi ritorna vincente conquistando nove trionfi. A Monza porta sul podio il presidente del Gruppo Piaggio Roberto Colaninno, a Misano sente odore di Mondiale. Imola è il traguardo inseguito con tenacia, talento e disperazione. Non è finita: Biaggi correrà altri due anni, sempre con l’Aprilia. Bentornato Max.

    Paolo Gozzi per gazzetta.it
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    00 27/09/2010 17:11
    Complimenti! [SM=x44459] [SM=x44462]

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    Anche se ha talvolta avuto un caratterino difficile, questo titolo se l'è meritato [SM=x44461]

    [SM=x44521]

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    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.