00 18/10/2012 02:46
Può una serie televisiva leggendaria, andata in onda piú di trent'anni fa, reinventarsi e diventare di nuovo un successo? Se si tratta di Dallas, probabilmente sì. La serie emblema di un'epoca, specchio dell'edonismo anni Ottanta. Che l'Italia cominciava appena ad annusare (andó in onda dall'inizio di febbraio alla fine di aprile del 1981, il mese prima Ronald Reagan si era insediato alla Casa Bianca), lusso e ambizioni sfrenate, passioni e tradimenti. Un prodotto grazie al quale (insieme a Dinasty, va detto) gli italiani impararono ad appassionarsi alla lunga serialità patinata, che usciva all'aria aperta chiudendosi dietro gli spazi angusti di Sentieri o delle telenovelas venute dal Brasile. L'appuntamento è su Canale 5 da martedì 16 ottobre, quando cioè il nuovo Dallas debutterà in Italia dopo aver ottenuto ascolti eccezionali negli Usa, oltre a prestigiosi riconoscimenti americani come la doppia copertina del magazine Tv Guide con i due clan a confronto: la famiglia di J. R. e quella di Bobby.
Gli elementi di continuità con l'originale non mancano. C'è J. R. (Larry Hagman, oggi 79enne), che ora soffre di depressione ma è pur sempre il perfido petroliere miliardario con il cappellone. C'è Bobby (Patrick Duffy, 62 anni), un po' ingrigito e con la nuova moglie Ann al posto di Pamela. C'è Sue Ellen (Linda Gray, oggi 70 anni) con le spalline imbottite esattamente come trent'anni fa - e tornate prepotentemente di moda. C'è persino la nipotina bionda Lucy Barnes (Charlene Tilton) che però - sorpresa - sembra più anziana dello zio Bobby. Tra i volti storici anche Ken Kerchavel (Cliff Barnes) e Steve Kanaly (Ray Krebbs). Le tende del Southfork Ranch sono ancora a righe bianche e gialle. La sigla a tre bande verticali e il tema musicale originale, firmato ai suoi tempi da Jerrold Immel, sono un tuffo al cuore.
Entusiastiche, al di là dell'oceano, le recensioni delle riviste specializzate: secondo Entertainment Weekly "si tratta di un prodotto solidamente costruito tra dialoghi efficaci e colpi di scena", Variety sostiene che "il serial è come dovrebbe essere, raggiunge un livello superiore a quanto ci si potrebbe aspettare da un sequel", mentre il Washington Post lo definisce "un omaggio rispettoso e soddisfacente al passato con l'occhio lungo sulla nuova generazione di giovani J. R. in tempo di crisi, oltre a riprendersi lo scettro televisivo dopo i vari emuli quali Revenge e Desperate Housewives".
E proprio con Le casalinghe disperate, una delle serie recenti di maggior successo, da poco conclusa dopo sei stagioni, c'è il legame più forte, per via della presenza di alcuni volti già visti dalle parti di Wisteria Lane. A cominciare dalla moglie di Bobby, interpretata da Brenda Strong, ovvero l'amica suicida Mary Alice dalla quale partiva l'intreccio di Desperate Housewives. C'è anche John Ross (Josh Henderson) il figlio di J. R., che nella nuova serie si contrappone a Christopher (Jesse Metcalfe), il figlio adottato di Bobby. E altri non è che il prestante giardiniere che faceva innamorare Eva Longoria.
Ma veniamo al plot: dominano la scena gli eredi degli Ewing. John Ross , figlio di J. R. e Sue Ellen, vuole tornare a primeggiare nel mercato petrolifero e per farlo sarebbe pronto a trivellare anche fra le aiuole del suo giardino. A lui si contrappone Christopher, il figlio adottivo di Bobby, che vuole invece investire in energie alternative spalleggiato dalla fidanzata Rebecca Sutter. Completano il quadretto l'ambiziosa Elena Ramos, fidanzata di John Ross ma ex fiamma di Christopher, figlia del cuoco degli Ewing, e protagonista di un triangolo che si preannuncia davvero bollente.
Infine, le parole. Una serie che si propone come sequel di una leggenda deve iniziare con le parole giuste. John Ross che dice: "Una cosa mi ha insegnato mio padre J. R.: spera nel meglio ma preparati al peggio". Ma le più attese sono le prime (nuove) parole di J. R. alla riscossa: "Dobbiamo recuperare il tempo perduto". Non resta che godersi il gran ritorno, con la certezza che la seconda stagione è già stata confermata. Di questi tempi, non è poco.



di ANNA LUPINI
Fonte
[Modificato da killing zoe 18/10/2012 02:55]