Ipercaforum [center][b]Il forum degli ipercafoni e delle ipercafone: per l'italiano medio e l'italiana standard[/b][/center]

«È vero, Philip Roth non scriverà più»

  • Messaggi
  • killing zoe
    00 10/11/2012 10:33
    Dal «New York Times» al «New Yorker» e dall'«Atlantic» alla «New York Review of Books», la notizia, lanciata ieri pomeriggio dal sito liberal Salon.com, ha avuto un'eco fortissima in tutte le testate letterarie più prestigiose d'America. «Philip Roth ha deciso di gettare la spugna», scrive il direttore del «New Yorker» David Remnick in un lungo editoriale in cui spiega che il leggendario scrittore eternamente candidato al Nobel e suo intimo amico, «ne ha abbastanza di scrivere».

    ADDIO - Dopo mezzo secolo di intensa attività letteraria iniziata nel 1959 con Goodbye, Columbus e che ci ha regalato una trentina di capolavori tra cui Lamento di Portnoy , La macchia umana e Pastorale americana , (vincitori dei più prestigiosi premi letterari, dal Pulitzer al National Book Award) alla soglia degli 80 anni (che compierà nel marzo del prossimo anno), Roth dice basta. «Scrivere mi è difficile. Nemesis sarà il mio ultimo libro», ha confidato lo stesso Roth in una intervista concessa lo scorso mese alla rivista francese «Les Inrocks» ma passata del tutto inosservata. A ritirarla fuori, proprio ieri, è stato Salon, che ha subito ottenuto la conferma ufficiale da Lori Glazer, vicepresidente e portavoce del suo editore Houghton Mifflin.
    Tra gli intimi di Roth la notizia di un suo imminente ritiro circolava da tempo. «Da un paio di anni a questa parte Philip lo andava ripetendo agli amici», incalza Remnick, secondo cui «è difficile trovare un artista dei tempi moderni che più di lui si sia interamente consacrato alla propria arte». «Roth è stato uno dei più celebrati autori viventi della letteratura americana», gli fa eco l'«Atlantic» in una sorta di necrologio artistico, facendo notare che «nel dare un annuncio di tale portata abbia scelto una piccola rivista straniera semisconosciuta invece di un gigante letterario quale la "New York Review of Books"».
    Mentre l'America dei libri si interroga sui motivi che possono averlo spinto a dire addio alle lettere, la stessa intervista a «Les Inrocks» fornisce alcuni spunti di interpretazione di un gesto che farà discutere per giorni. «Non voglio più leggere e non voglio più scrivere - spiega lo scrittore -, ho dedicato tutta la mia vita alla letteratura. Ho studiato e ho insegnato. Ho scritto e ho letto, tralasciando quasi tutto il resto. Ma dentro di me non sento più il fanatismo della scrittura che ho provato tutta la mia vita».

    RILETTURA - Roth aveva rivelato che all'età di 74 anni aveva cominciato a rileggere tutti i suoi autori preferiti, da Ernest Hemingway a Ivan Turgenev, poi si era tuffato nelle sue creazioni riprendendole in mano in ordine cronologico inverso. Alcuni critici si sono affrettati a ricondurre quest'addio al suo ultimo libro, Nemesis , che parla di fallimento, malattia e vecchiaia. Roth lo aveva ambientato in New Jersey durante la Seconda guerra mondiale. All'epoca dei fatti raccontati, lo scrittore aveva 11 anni: passati oltre sessant'anni aveva ancora vivo il ricordo della tragica epidemia di poliomielite che sconvolse le vite e le psicologie di almeno due generazioni. Ma non tutti credono che si tratti di un vero addio. «Roth adesso avrà più tempo per chiarire tutti i misteri sul suo lavoro come ha fatto di recente in una lettera aperta a Wikipedia - teorizza il "New York Times" -, e di lavorare con il suo biografo Blake Bailey sulla sua attesa biografia».



    di ALESSANDRA FARKAS
    Fonte
  • killing zoe
    00 10/11/2012 10:33
    [SM=x44469]