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animali e religione?

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    komasola
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    Utente Power



    00 02/02/2017 22:39
    in alternativa o in mancanza dei primi sottoscritto (iper-)cafonazzo...
    Il punto di vista biblico
    Dio si interessa degli animali?
    IL MONDO animale è in pericolo. Molti scienziati ritengono che diverse specie si stiano estinguendo a un ritmo allarmante. La fauna risente delle gravi conseguenze del pesante intervento dell’uomo. La produzione di cibo su scala industriale, il crudele abbandono degli animali e gli sport cruenti che li vedono coinvolti contribuiscono a questa triste piaga.

    D’altra parte, per alcuni tutto questo è l’inevitabile prezzo del progresso. Ma Dio voleva che le cose andassero così? Ha abbandonato la creazione animale nelle mani dell’uomo? Come sappiamo che Dio ha cura degli animali?

    Un interesse evidente sin dall’inizio

    Dopo aver creato i pesci, gli uccelli e gli animali terrestri, Dio era soddisfatto. La Bibbia dice: “Dio vedeva che era buono”. (Genesi 1:21, 25) Egli si prese cura di tutte quelle creature, dalla più piccola alla più grande. Non solo le fece “istintivamente sagge”, ma provvide anche il necessario perché potessero vivere bene nel loro habitat. A proposito degli animali uno scrittore biblico disse giustamente: “Tutti quanti continuano ad aspettare te perché tu dia loro il loro cibo a suo tempo. Ciò che dài loro essi raccolgono. Apri la tua mano, si saziano di cose buone”. — Proverbi 30:24; Salmo 104:24, 25, 27, 28.

    È vero, Dio rese gli animali soggetti al primo uomo, Adamo, e non li creò con la capacità di ragionare o apprezzare le cose spirituali. (2 Pietro 2:12; Giuda 19) Adamo invece rappresentava una forma di vita superiore, creata “a immagine di Dio”. Era cioè in grado di riflettere la personalità del Creatore, Geova. (Genesi 1:27; Salmo 83:18) Ma questo non dava agli esseri umani il diritto di trattare gli animali diversamente da come voleva il Creatore.

    Per esempio, Adamo iniziò a dare il nome agli animali perché era stato Geova ad affidargli questo compito. Inoltre fu Geova stesso che “li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati”. (Genesi 2:19, CEI) Solo operando sotto la guida del Creatore l’uomo poteva prendersi cura degli animali come si deve.

    Dio ha cura degli animali

    Purtroppo Adamo si ribellò al Creatore. La sua ribellione ebbe conseguenze devastanti per la famiglia umana e per tutte le altre forme di vita sulla terra. Il Creatore comunque spiegò chiaramente come andavano trattati gli animali. Anche se alla fine concesse all’uomo di servirsene come cibo e per altre ragioni pratiche, Dio non lo ha mai autorizzato a maltrattarli. La Bibbia dice: “Il giusto ha cura dell’anima del suo animale domestico, ma le misericordie dei malvagi sono crudeli”. — Proverbi 12:10.

    Dio diede all’antica nazione di Israele anche delle leggi a tutela degli animali. La disposizione del sabato, un giorno settimanale di completo riposo, andava anche a vantaggio degli animali perché anche loro potevano riposarsi. (Esodo 23:12) È significativo che, sebbene in quel giorno non fosse permesso fare alcun lavoro, era doveroso intervenire in soccorso di un animale ferito. (Luca 14:5) Inoltre, come Dio stesso comandò, non si doveva impedire agli animali di mangiare mentre lavoravano e non li si doveva caricare di pesi eccessivi. (Esodo 23:5; Deuteronomio 25:4) Era vietato mettere sotto lo stesso giogo un toro e un asino per evitare che uno dei due si facesse male. (Deuteronomio 22:10) La Bibbia insegna quindi chiaramente che gli animali vanno trattati bene, cioè con rispetto e premura.

    A differenza di molte persone che si preoccupano solo di sé disinteressandosi dell’effetto che le loro azioni possono avere sugli animali, Dio tiene in considerazione queste creature. Quando gli abitanti di Ninive si pentirono e furono risparmiati dal giudizio divino, il profeta Giona reagì senza misericordia e Geova gli disse: “Io, da parte mia, non dovrei provare commiserazione per Ninive la gran città, in cui esistono più di centoventimila uomini che non conoscono affatto la differenza fra la destra e la sinistra, oltre a molti animali domestici?” (Giona 4:11) È bello sapere che il Creatore provava compassione persino per gli animali.

    Mai più maltrattati

    È chiaro che Dio non è indifferente ai maltrattamenti degli animali. Il suo diletto Figlio, Gesù, addirittura disse che nemmeno un passero cade a terra senza che il Padre lo sappia. (Matteo 10:29) Gli esseri umani, invece, anche se animati dalle migliori intenzioni, non comprendono fino in fondo quanto le loro azioni influiscano sull’ambiente. Gestire la società umana nel rispetto del mondo animale richiede un cambiamento di mentalità.

    La Bibbia parla del tempo in cui, sotto il governo divino, “la terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova”. (Isaia 11:9) Tale conoscenza istruirà e preparerà gli esseri umani ubbidienti affinché gestiscano la terra in modo appropriato. Grazie all’influenza del Creatore ci sarà armonia tra uomini e animali, e la terra tornerà alle condizioni in cui doveva essere secondo il Suo proposito.

    Descrivendo la trasformazione che avrà luogo, la Bibbia spiega: “Lupi e agnelli vivranno insieme e in pace, i leopardi si sdraieranno accanto ai capretti. Vitelli e leoncelli mangeranno insieme, basterà un bambino a guidarli. Mucche e orsi pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno gli uni accanto agli altri, i leoni mangeranno fieno come i buoi. I lattanti giocheranno presso nidi di serpenti, e se un bambino metterà la mano nella tana di una vipera non correrà alcun pericolo”. Che meraviglioso futuro ci attende! — Isaia 11:6-8, Parola del Signore. [SM=x44450] [SM=x44451] [SM=x44452]
  • AlcibiadeR
    00 01/12/2019 18:46
    [SM=x44462]
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    Arcanna Jones
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    VICE-AMMINISTRATORE



    00 01/12/2019 20:11
    Non ho capito perchè questa discussione è stata aperta nella cartella dedicata all'Assistenza [SM=x44473]


    Ma poi qual è il senso?

    Forse è un messaggio in codice? [SM=x44466]
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    their
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    00 01/12/2019 21:35
    Re:
    Arcanna Jones, 01/12/2019 20.11:


    Ma poi qual è il senso? Forse è un messaggio in codice? [SM=x44466]



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  • AlcibiadeR
    00 20/01/2020 02:30
    ... quel francescano "repubblichino" che voleva gli animali in Paradiso ...




    Nella sua udienza giubilare del 14 maggio, papa Francesco ha fatto un cenno polemico alle persone che amano cani e gatti ma rimangono indifferenti a “la fame del vicino, della vicina”. Questo passaggio del discorso del pontefice ha suscitato reazioni negative da parte degli “animalisti” e controversie sull’interpretazione corretta che a tale passaggio doveva essere data. L’apertura di Bergoglio al mondo animale, da non considerare un mero strumento per scopi tutti umani, si era comunque registrata nell’enciclica Laudato si’, dove si può leggere che le altre creature

    “tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto”.

    Nel novembre del 2014, in un’altra udienza, il papa aveva anche detto che la vita dopo la morte è garantita a “tutto ciò che ci circonda e che è uscito dal pensiero e dal cuore di Dio”. Il “Corriere della Sera” titolò allora “Il Paradiso è aperto a tutte le creature”, favorendo una interpretazione, che fece il giro del mondo, circa una parificazione di destino tra uomo e animali, il che venne smentito in una intervista al “Guardian” da Gianni Colzani, professore emerito di teologia alla Pontificia Università di Roma.

    La questione del destino post mortem degli animali era stata toccata anche da Benedetto XVI, che in una omelia del marzo 2014 aveva ribadito la visione cattolica tradizionale, affermando che le creature non umane “non sono chiamate all’eternità”. Dal canto suo, Giovanni Paolo II nel 1990 aveva affermato che gli animali godono di “un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio”, senza peraltro chiarire se questo significasse che fossero destinati ad una immortalità ultraterrena. Una idea che invece si volle leggere in un discorso tenuto da Paolo VI in una parrocchia romana, discorso in cui appariva la seguente frase: “un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”.

    Ora, pochi oggi sanno che un antesignano di un ecologismo ed animalismo integrale cristiano, nonché uno dei probabili influenzatori dell’apertura wojtyliana sull’“anima” degli animali fu padre Renato della Resurrezione, cappuccino fondatore nel 1989 del Quart’Ordine Francescano. Ma chi era padre Renato della Resurrezione?

    Padre Renato della Resurrezione, al secolo Renato Moretti, è una delle tante, misconosciute figure di “irregolari” che vissero, senza mai rinnegarla dopo, l’esperienza della Repubblica Sociale Italiana, che il mainstream continua a presentare come l’abisso politico-criminale che raccolse la “peggio gioventù” italiana negli anni 1943-1945. Nato nel 1925 a Roma, ma da una famiglia abruzzese e di ceppo contadino, Renato fu giovanissimo sottotenente della Guardia Nazionale Repubblicana e protagonista di un “caso” che lo portò per ben cinque volte a colloquio con lo stesso Mussolini, cui egli, spirito nativamente anticonformista, nel 1944 aveva indirizzato delle critiche in due articoli apparsi sul settimanale “Viva l’Italia”. Mussolini ne apprezzò la fresca genuinità e, dopo avergli detto che avrebbe potuto farlo fucilare, lo perdonò (lo stesso aveva del resto fatto con il coraggioso maggiore dei paracadutisti Mario Rizzati, che aveva chiamato il Duce “Maddalena pentita”). Emilio Cavaterra, reduce anche lui della Rsi e giornalista, ha poi raccolto la testimonianza di quei colloqui nel libro Mussolini e l’innocente (Bietti, 2002).

    Giornalista, Renato Moretti arrivò tardi alla vocazione religiosa, propiziata dall’incontro con il cappuccino più celebre d’Italia, quel padre Mariano che i non più giovani ricorderanno come uno dei volti della Rai più amati dagli Italiani. Divenuto padre Renato della Resurrezione, l’ex ufficiale della Gnr, che la guerra aveva lasciato claudicante ma con intatto spirito combattivo, fondò nel 1989 il Quart’Ordine Francescano, in seno al Centro Apostolico Padre Mariano da Torino. Per tale Ordine padre Renato rivendicò sempre un’approvazione papale, che però venne poi da più parti contestata. Aperto anche ai laici, tanto che arrivò fino a 130.000 aderenti, il Quart’Ordine si impegnò in una vivace battaglia per una Chiesa assolutamente “francescana”, e ciò con particolare riferimento alla cura e alla salvaguardia degli animali, nonché alla promozione dell’idea della presenza in essi, anche nei più insignificanti, di un’anima immortale. Così come non aveva avuto timore di cantarle al suo Duce, padre Renato non aveva alcuna paura di scontrarsi con le gerarchie della Chiesa, dichiarandosi tra l’altro (forse non dimentico del suo vitalismo fascista) a favore dell’uso del profilattico nei rapporti sessuali; anche Radio Maria, della quale fu collaboratore, finì per metterlo alla porta. Le famose, controverse parole di Paolo VI sul “fumo di Satana” presente nel Vaticano, egli le interpretò pure con riferimento al consenso che il Vaticano stesso diede alla pratica della vivisezione, e dunque si pronunciò contro la “indecenza” rappresentata dalla presenza del professor Robert Withe (responsabile del trapianto di teste di scimmie) nell’Accademia Pontificia delle Scienze.

    Nel 1992 padre Renato non risparmia dalle sue critiche neanche il cardinal Martini, per via di una messa di quest’ultimo dedicata ai cacciatori nel giorno del loro protettore, Sant’Uberto. E con i suoi francescani scende in piazza accanto agli animalisti per protestare contro Martini. E scoppia pure nello stesso anno la guerra con la rivista dei Gesuiti, la “Civiltà Cattolica”, per via di un articolo in cui si nega l’affettività degli animali. Dal “ministero” vaticano degli istituti di vita consacrata non si risparmia lo scherno verso l’Ordine del frate animalista: “Uno scimpanzé ‘superiore generale’, capo di un Ordine religioso formato anche da lupi e canarini”. Ma padre Renato replica: “È incredibile come in gran parte dei religiosi cattolici non sia profondo, intimo, convinto e direi culturale nell’animo l’amore per gli animali.” E rispolvera, come nella propaganda anticlericale della Rsi, il “mito” di Giordano Bruno, dicendo più volte che molti, in Vaticano, gli avrebbero fatto fare volentieri la fine del Nolano. E dello stesso fraticello d’Assisi dirà: “San Francesco fu fatto morire in angustie dal potere ecclesiastico, negatore della sua Regola e del suo testamento (quello confiscato, distrutto e bruciato nella Marca d’Ancona)”. Rimase amareggiato, peraltro, dal divieto postogli dal Vaticano di organizzare in Piazza San Pietro una festa francescana che prevedeva la presenza degli animali.

    Di frate Renato della Risurrezione, che a lungo parlò per radio, è testimoniata “una voce bellissima (come del resto la sua grafia), calda e profonda, con una amplissima scala di tonalità” (Giulia Grazi). Morto il 3 marzo 2008, di questo religioso sui generis si ricordano la casa piena di gatti, da lui stesso personalmente accuditi anche con l’avanzare dell’età e i dolori della vecchia ferita di guerra, e gesti più propri ai Jaina dell’India che ai cattolici italiani, come l’accurato evitare di calpestare animali da tutti disprezzati, come le formiche o gli scarafaggi.

    “Il prossimo non è soltanto l’uomo, ma tutto ciò che Dio ha creato”

    diceva. “Camerata animale, a chi il Cielo? A noi!”: forse avrà detto pure questo, e se non l’ha detto l’avrà sicuramente pensato.


    Fonte



  • AlcibiadeR
    00 16/03/2020 13:18
    … Dio creò tutti gli animali e: “ vide che era cosa buona” ...


    "Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre" Wenzel Peter (1784) - Musei Vaticani, Roma



    … quasi sicuramente, il forumista komasola, che ha avuto la brillante idea di citare questo bell’articolo riguardante se Dio ha cura degli animali, avrà tuttavia sbagliato zona in cui postarlo - forse, andava bene metterlo nella sezione “approfondimenti”, cartella “quarta dimensione” …

    … ciò che invece sconcerta è il ripetersi di un certo dibattito farcito d’insistenti dubbi da parte del mondo cattolico, soprattutto da alcuni fedeli, preti, vescovi, cardinali e da eminenti teologi sul mettere in discussione quella stessa “salvezza” della quale dovrebbero beneficarne pure tutti gli animali, compreso l’uomo, domestici o selvaggi che siano …

    … è scontato, poi, che il tema sul destino degli animali post-morte, sia superfluo, se non fastidioso, per gli atei i quali hanno la certezza - comprovata soltanto avendo una fede cieca in loro! - che il tutto, compresi essi stessi, inizi e termini in quest’unica e tangibile esistenza … per costoro, infatti, nessuno è tornato dai morti per informarli di un’altra eventuale esistenza, di altra dimensione o di cosa ci sia realmente di vero dopo la morte …

    … invece, come citato nell’articolo in oggetto, Dio: “… dopo aver creato i pesci, gli uccelli e gli animali terrestri, vide che era cosa buona (Gen 1, 21-25).”
    ... pertanto, se “era cosa buona” - e lo afferma lo stesso Creatore! -, allora, essa lo è per sempre in tutte le sue implicazioni, sia riguardo agli esseri viventi, sia alla natura eccetera, dirigendosi oltre il tempo e la caduca esistenza … quindi, è pure assodato che anche il più insignificante degli animali creati dall’Onnipotente, partecipa già da subito della stessa salvezza cui è destinato l’uomo e tutto il creato (Rm 8, 19-23) alla fine del percorso, o meglio, pellegrinaggio terreno …



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  • AlcibiadeR
    00 19/03/2020 13:14
    … Dio creò tutti gli animali e: “ vide che era cosa buona” ...