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    00 04/11/2006 11:35
    Re:

    Scritto da: collagediemozioni 12/12/2005 16.38
    John Lennon




    John Winston Lennon nasce il 9 ottobre 1940 a Liverpool nel Maternity Hospital sito in Oxford Street. I genitori, Julia Stanley e Alfred Lennon che si erano sposati due anni prima, si separano nell'aprile del 1942 quando Alfred si imbarca come marittimo per far ritorno nel 1945 con l'intenzione di riprendersi il figlio e di portarlo con sé in Nuova Zelanda. John, invece, preferisce restare con sua madre che lo affida alle cure di sua sorella Mimi perché pensi lei a crescerlo. Così l'infanzia e l'adolescenza di John vengono trascorse in casa della zia Mimi in Menlove avenue. L'educazione impartita dalla zia, pur amandolo molto, è particolarmente severa; lo spirito del ragazzo, però, è già di indole ribelle, avido di libertà e di nuove esperienze.

    In una sua intervista John ricorda che "in quel periodo i miei svaghi principali consistevano nell'andare al cinema o nel partecipare ogni estate al grande 'garden party' che si teneva nella locale sede dell'Esercito della Salvezza 'Strawberry Fields'. Ricordo che non appena sentivo le prime note della banda dell'Esercito, cominciavo a saltare come un matto dicendo a mia zia di allungare il passo". All'età di sette anni, John comincia a realizzare i suoi primi disegni e a raccogliere in un diario fotografie varie e figurine. Alcuni di questi primi disegni si possono ammirare sulla copertina e all'interno dell'album "Walls And Bridges". A scuola "con la mia banda mi divertivo a rubacchiare qualche mela, poi ci arrampicavamo sui sostegni esterni dei tram che passavano per Penny Lane e ci facevamo dei lunghi viaggi per le vie di Liverpool.
    I genitori degli altri ragazzi non mi vedevano di buon'occhio, dicevano ai loro figli che avrebbero fatto meglio a non frequentarmi."

    Verso i dieci anni, John comincia a chiedere alla zia notizie più precise sul rapporto dei suoi genitori; tuttavia si sente molto più legato a Julia che a Fred. Nel 1952 John si iscrive alla Quarry Bank High School. In quegli anni, spiega lo stesso John "ero aggressivo perché volevo diventare popolare, volevo essere considerato 'il capo'. Tutti dovevano eseguire i miei ordini, ridere quando facevo qualche scherzo e lasciarmi comandare". Con il passare del tempo, John tende ad avvicinarsi sempre di più allo zio George, marito di Mimi; purtroppo, nel giugno del 1953, George muore in seguito ad un'emorragia. "Il fatto mi colpì profondamente. Me ne andai di sopra e cominciai a ridere come un matto, evidentemente colto da una crisi isterica. In seguito mi vergognai molto di questo mio cmportamento". La madre Julia è forse la persona che più di ogni altra ha spinto il futuro chitarrista a diventare un ribelle e ad insegnargli i primi accordi su un banjo; ecco perché, inizialmente, lo stile di John é più quello di un banjoista che non di un chitarrista.
    [IMG]http://www.musicalstore.it/Testi%20internazionali/John%
    20Lennon/Foto/John%20Lennon%203.jpg[/IMG]

    Famosa è la raccomandazione che la zia Mimi fa a John, vedendolo trascorrere gran parte del suo tempo a strimpellare la chitarra "con quella non ti guadagnerai mai da vivere!". Crescendo John comincia a seguire con una certa attenzione i fenomeni musicali dell'epoca: Elvis Presley, il rock and roll in genere e lo skiffle. Nel marzo del 1957 fonda il proprio gruppo skiffle, chiamandolo in un primo momento The Black Jacks; nella loro prima apparizione in pubblico, avvenuta il 9 giugno 1957, il nome è già cambiato in Quarry Men (dal nome dell scuola). Il successivo 9 luglio nel corso di un concerto che si teneva a Woolton, il loro sound impressiona profondamente uno spettatore di nome Paul McCartney che alla fine del concerto chiede a John di essere sentito per alcuni minuti accompagnandosi con la chitarra eseguendo rapidamente "Be Bop A Lula" e "Twenty Flight Rock".
    John viene colpito dal fatto che quel ragazzo non solo usa degli accordi che lui ignora ma anche perché conosce perfettamente i testi di quelle canzoni. E così si costituisce il duo Lennon-McCartney e ha inizio quell'avventura musicale chiamata Beatles che non ancora ha avuto uguali. Il 15 luglio 1958 la madre di John, Julia, muore investita da un'auto mentre è insieme al figlio. I Quarry Man, ora anche con George Harrison, registrano su nastro due brani "That'll Be The Day" e "In Spite Of All The Danger" che successivamente vengono trasferiti su cinque acetati, di cui ne sono rimasti solo due in possesso rispettivamente di Paul McCartney e John Lowe; solo di recente le due canzoni hanno la visto la luce su una pubblicazione ufficiale vale a dire "Anthology 1".
    John compone anche la sua prima canzone "Hello Little Girl".

    Nel dicembre dello stesso anno John incontra e si innamora di Cynthia Powell al Liverpool Art College la sua nuova scuola. Nel 1959 i Quarry Men cambiano il loro nome in Silver Beatles e divengono l'attrazione fissa del Casbah Club di Liverpool, gestito dalla madre del nuovo batterista Pete Best. Nell'agosto del 1960 debuttano al Reeperbahn di Amburgo con Stu Sutcliffe al basso, dove suonano ininterrottamente per otto ore al giorno. Per tenere quel ritmo John comincia a prendere pillole di amfetamina che i camerieri del locale fornivano tranquillamente. Nel gennaio del 1961 eseguono il loro primo concerto al Cavern Club di Liverpool. John , intanto, scrive la prima biografia dei Beatles per il Mersey Beat, un giornale di musica locale e in cui settimanalmente scrive anche storie, poesie e cartoon.Il 10 aprile 1962, Stu, che nel frattempo era rimasto ad Amburgo, muore per emorragia cerebrale e nella stessa settimana i Beatles ritornano allo Star Club di Amburgo per gli ultimi concerti tedeschi di quell'anno.
    Il 23 agosto Cynthia e John si sposano al Mt. Pleasant Register Office di Liverpool. Com'è, poi, a tutti noto dal 4 all'11 settembre 1962 i Beatles registrano le loro prime canzoni presso gli studi EMI di Abbey Road con Richard Starkey alla batteria al posto di Pete Best. Si tralascia la storia dei Beatles fino al loro scioglimento riportando solo gli avvenimenti più importanti della vita di John in quegl' anni. L'8 aprile del 1963 Cynthia dà alla luce, al Sefton General Hospital di Liverpool, John Charles Julian Lennon. Brian Epstein nasconde ai fan sia la nascita che il matrimonio. Nel 1964 viene pubblicato il primo libro di John Lennon: "In His Own Write" diventando istantaneamente un best-seller. In Italia il libro viene tradotto da Adriana Pellegrini e pubblicato dalla Longanesi con il titolo "Vivendo Cantando"; la prima edizione è molto ricercata dai collezionisti. Nel 1965 segue il suo secondo libro: "A Spaniard In The Works". Comincia per John l'uso delle droghe pesanti.


    In un'intervista lo stesso John rivela che "la mia prima esperienza con l'acido la devo al nostro dentista, un amico di George, nel 1965. Eravamo io, Cynthia, George e Patty ad una cena a casa sua; lui ci mise l'acido nel caffè o qualcosa di simile. Siamo andati così allo Ad Lib, una delle discoteche più in di Londra e lì ci sono accadute delle cose incredibili. Quando siamo arrivati al club e abbiamo visto le sue luci abbaglianti, abbiamo pensato che fosse andato a fuoco. Urlavamo come matti ed eravamo tutti isterici. Sono rimasto stonato per un mese o due da allora". Nel novembre del 1966 John incontra per la prima volta Yoko Ono, avvenimento questo che avrebbe cambiato radicalmente la sua vita. Dalle stesse parole di John "c'era una sorta di ritrovo underground a Londra; John Dunbar, marito di Marianne Faithfull, aveva una galleria d'arte chiamata Indica, dove io mi recavo spesso nelle pause di lavoro fra un disco e l'altro, per guardare mostre di artisti underground più o meno conosciuti.
    Mi era giunta voce che una giovane artista stava per allestire una mostra con qualcosa a che vedere con i sacchi, i sacchi neri, e che ci sarebbe stato una sorta di happening. Vi sono andato la sera prima che venisse inaugurata la mostra e sono rimasto stupito da quel che ho visto. C'era fra le altre cose una mela in vendita per 200 sterline, Ed ho trovato che l'idea fosse geniale. Non avevo alcuna idea precisa di cosa fosse l'arte concettuale, ma mi colpì molto l'humor della cosa: pagare 200 sterline per assistere alla decomposizione lenta di una mela. Yoko non sapeva chi io fossi quando mi fu presentata. Lei venne verso di me e mi diede un cartoncino con su scritto 'breathe' (respira). Yoko fu per me uno choc. Era una donna che chiedeva dei diritti uguali sin dall'inizio. In seguito mi disse 'tu non devi fare questo. Tu esisti indipendentemente dalla musica; sei in una scena fasulla'. Non si riferiva a Ringo, Paul e George, ma in genere alla macchina del music business. Questa fu una vera liberazione per me: non dovevo più essere un Beatle, un eroe, ma semplicemnte me stesso". Il 18 ottobre 1968 John e Yoko vengono arrestati per possesso e uso di cannabis. Rimandati davanti al Marylebone Magistrates' Court, vengono rimessi in libertà dietro pagamento di una cauzione. Il successivo 8 novembre John divorzia da Cynthia. John e Yoko si sposano a Gibilterra il 23 marzo 1969 e iniziano il loro bed-in all'Hilton di Amsterdam. L'iniziativa, che è finalizzata a favore della pace nel mondo, ha grande eco sulla stampa mondiale. Come gesto simbolico, inviano un pacchettino contenente "semi di pace" ai maggiori leaders politici mondiali.



    John restiutisce la sua onorificenza di MBE alla regina, per protesta contro il coinvolgimento inglese nel massacro del Biafra e l'appoggio del governo agli Stati Uniti per la guerra del Vietnam. Nell'aprile del 1970 i Beatles si sciolgono e anche se apparentemente la cosa non lo turba pù di tanto, John ingaggia feroci polemiche con il suo ormai ex amico Paul. Nel suo primo vero lp "Plastic Ono Band" ci dice "io non credo nei Beatles, io credo solo in me, in Yoko e in me, io ero il tricheco ma adesso sono John, e così cari amici dovete solo andare avanti, il sogno è finito". Nel successivo lavoro "Imagine", però, John si scaglia apertamente contro Paul McCartney con il durissimo testo di "How Do You Sleep?": "Il suono che tu produci è 'muzak' (musicaccia) per le mie orecchie, eppure dovresti aver imparato qualcosa in tutti questi anni".
    Una mostra di litografie erotiche in una galleria londinese viene sospesa perché otto di esse vengono rimosse per ordine dell'autorità giudiziaria sotto l'accusa di "pubblicazione oscena". Tuttavia la stessa mostra "Bag One" riscuote un riconoscimento totale di critica e di pubblico a New York. Dal 21 ottobre al 16 novembre 1971 "Bag One" approda anche a Roma ospitata dalla galleria "Ponte Sisto" arte moderna. Alla tappa romana intervangono anche i coniugi Lennon e, per l'occasione, viene stampata, in edizione limitata di 300 copie, una cartellina contenente le 14 litografie individualmente autografate da John Lennon; inutile dire della quotazione raggiunta da tale pubblicazione. Nell'aprile del 1973 John e Yoko comprano un appartamento al Dakota sito nella 72^ strada di New York di fronte al Central Park, dove vanno a risiedere; John, nel frattempo, ha grossi problemi con il governo federale per il riconoscimento della cittadinanza americana.


    Tra l'altro viene controllato da agenti della C.I.A. per il suo impegno politico. Nella seconda metà dello stesso anno John e Yoko si separano. John si trasferisce momentaneamente a Los Angeles e intreccia una relazione con May Pang segretaria di Yoko. La separazione si interrompe più di un anno dopo quando i due si rivedono in occasione dell'apparizione di John al concerto di Elton John al Madison Square Garden del 28 novembre 1974. Un'altra tappa fondamentale della purtroppo breve vita di John è costituita dalla nascita del suo secondo figlio. Infatti, in concomitanza del suo trentaciquesimo compleanno, il 9 ottobre 1975 Yoko Ono dà alla luce Sean Taro Ono Lennon. Nell'incredibile felicità, John afferma "Sento di essere più alto dell'Empire State Building".


    Seguono cinque anni di vita familiare trascorsa gran parte ad accudire il suo ultimo nato. Nell'ultima intervista rilasciata la mattina dell'8 dicembre 1980, John dichiara che, avendo compiuto da poco quarant'anni, è sua ferma intenzione ricominciare a "vivere" e dedicarsi nuovamente alla musica a tempo pieno. Infatti, ha già preso in affitto uno studio di registrazione a New York presso la "Hit Factory". Sin dal momento in cui ha ottenuto dal governo federale il riconoscimento ufficiale di cittadinanza americana, si trova in uno stato d'animo più sereno e rilassato. Per Lennon, aver superato la soglia dei quaranta è come ricominciare una seconda vita. Non è d'accordo con chi ha trasformato in culto artisti come Sid Vicious, James Dean, Jim Morrison o Jimi Hendrix, morti prematuramente.
    Per John la vita deve essere vissuta per intero: nutre un profondo rispetto per coloro che "ancora hanno il coraggio di sopravvivere alla loro immagine pubblica, come hanno fatto Greta Garbo o Gloria Swanson". Aveva registrato molto materiale sin da quando nel 1975 si era dedicato esclusivamente alla sua famiglia. Molti di questi lavori, dopo la sua tragica morte, si trovavano ancora nella fase embrionale, sebbene alcuni brani fossero già nella versione definitiva, in quanto materiale destinato all'album "Double Fantasy". Un ruolo valido ed importante va riconosciuto a Yoko Ono nell'aver saputo amministrare e scegliere la parte migliore di questo patrimonio artistico ed evitare, così, un uso indiscriminato a sicuro danno dell'immagine del musicista. A Yoko va anche il merito di averci regalato dei momenti significativi organizzando numerose manifestazioni.

    Al riguardo sono da ricordare il "John Lennon Tribute" svoltosi a Liverpool con la partecipazione di numerosi musicisti e la mostra itinerante "Let's Have A Dream", in cui sono stati esposti disegni, manoscritti e strumenti di John con la proiezione di alcuni film sperimentali della coppia come "Two Virgins", "Fly", "Apotheosis" ed altri. In occasione della tappa romana della mostra, tenutasi al Palazzo delle Esposizioni, è stato pubblicato un programma della manifestazione con incluso un CD contenente alcune interviste; tale programma è molto ricercato dai collezionisti. Il recente positivo incontro di Yoko Ono e Paul McCartney e la definitiva distensione dei rapporti reciproci, sono stati preludio a positive novità per i fan dei Beatles come la pubblicazione del lungometraggio in video "Anthology" e le tre raccolte discografiche omonime.
    In realtà c'era stato un certo riavvicinamento tra John e paul in quegli ultimi anni, ma si era trattato più che altro di contatti telefonici e di incontri molto sporadici. Ciò avrebbe potuto far pensare ad un'ipotetica riunione del quartetto per uno storico, unico concerto a scopo benefico. ma il gesto di uno sconsiderato ha stroncato ogni illusione di poter rivedere i Beatles insieme - magari per un'occasione come quella del 'Live Aid' - oltre a causare la perdita di un uomo e un personaggio unico e irripetibile nella storia della musica rock.















    [Modificato da collagediemozioni 12/12/2005 16.42]





    grazie per qst biografia!!!!!!io adoro john lennon! [SM=x44462] [SM=x44475]
  • likeiloveujt
    00 15/11/2006 14:53
    su Wikepedia ho trovato una bellissima biografia su
    Janise Joplin

    Janis Joplin (Port Arthur, Texas 19 gennaio 1943 - Los Angeles 4 ottobre 1970) è la più grande cantante bianca di Blues di sempre, genere questo di cui oltre ad esserne leggendaria interprete ne fu di fatto reincarnazione, col suo spirito tragicamente malinconico, la sua voce supplicante (amore) e con il suo ineluttabile cupo destino. Un critico dell'epoca la definì "un incrocio tra una locomotiva a vapore, Calamity Jane, Bessie Smith, una trivella ed un liquore disgustoso"... e mai definizione fu più azzeccata.

    Janis Joplin nacque nel Texas in un paesino dai tipici pregiudizi degli stati del Sud degli USA. Era un'adolescente a dir poco inquieta; ascoltava blues (la musica dei neri) nella terra dei cow-boy e si lasciava andare a sesso facile e ad ubriacature altrettanto facili. Fu allora che sviluppò la sua essenza di ragazza triste e sola, lei che era una brufolosa e grassoccia ragazzina con il tormento di sentirsi per questo esclusa dal mondo. E fu allora che iniziò ad identificarsi con le grandi cantanti blues nere come Bessie Smith e Big Mama Thornton, trovando quindi conforto nella musica malinconica del dolore, il Blues. Ma così come il secolo prima facevano gli schiavi neri nelle piantagioni, Janis cantava la sua sofferenza ma anche la sua ribellione a questo stato di cose.
    A soli diciassette anni fuggì dalla propria infelice adolescenza trascorsa nel Texas, inseguendo la chimera offerta ai ragazzi dell'epoca: "Love & Peace" nella terra promessa chiamata California. Erano iniziati gli anni sessanta e di lì a poco sarebbe esploso il movimento hippy.


    Nel 1966 entrò a far parte della band che la lanciò, i Big Brother & the Holding Company, all'epoca in cerca di una vocalist; con loro incide un album abbastanza anonimo, avendo tra l'altro un ruolo defilato in questo disco.
    Per Janis le porte del successo si spalancano nel 1968 con l'album Cheap Thrills, secondo album realizzato dal gruppo che la vede vera protagonista in tutti i brani; dall'incantevole versione che dà di Summertime di Gershwin alla rabbiosa e struggente Piece of my Heart. Ma fu soprattutto al Festival di Monterey di quell'anno che la selvaggia e indemoniata ragazza del west diede il meglio di sè, lei "piccola ragazzina triste" che di colpo capisce di avere il mondo ai suoi piedi. Janis sul palco urlava, si scalmanava, faceva uscire la sua anima allo scoperto, si contorceva e saltava con tale foga che "sembrava stesse tirando calci al coperchio di una bara".
    Ma insieme al successo arrivarono prima le colossali sbronze a base di whisky "Southern Comfort", poi le letali droghe pesanti. L'anno seguente si mette in proprio e sceglie un nuovo gruppo d'accompagnamento, la Kozmic Blues Band, con il quale pubblica l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama!, con un sound più pulito e con capolavori come la devastante Try, la supplicante Maybe e con quello che forse è il canto-testamento di Janis per eccellenza, Kozmic Blues.
    Ormai in preda alla megalomania l'anno seguente Janis cambia di nuovo gruppo e sceglie la Full-Tilt Boogie Band come nuova equipe d'accompagnamento. Ma la vita per lei si è oramai compiuta e non fa in tempo a gustare il successo del suo nuovo e ultimo album: Pearl, ultimo atto della sua travagliata esistenza, uscito postumo e che la consacrera' leggenda ed eroina della musica della solitudine.
    Fu così che il 4 ottobre del 1970 (seguendo di pochi giorni l'altro "eroe e martire" del rock Jimi Hendrix) Janis Joplin venne trovata morta nella stanza di un motel di Los Angeles; fu stroncata da una overdose di eroina che la fece cadere a faccia in terra rompendole il volto. Aveva soli ventisette anni.

    "sono stufa di essere chiamata Janis...da oggi chiamatemi Pearl"

    Grande è stata la sua influenza sul panorama musicale, le sue performance hanno ispirato ed incoraggiato numerose cantanti a calcare le scene del rock, da Patti Smith a PJ Harvey e tra le italiane, Carmen Consoli e Gianna Nannini, che ne sono grandi estimatrici.


    Grande interprete della musica dell'anima, Janis Joplin (o come vorrebbe lei, Pearl) prima ancora che figura leggendaria è stata una ragazzina triste, una bimba ammalatasi d'amore che chiedeva amore soprattutto attraverso le sue canzoni ma morta in solitudine, condannata per aver troppo amato.

    "...ed io comincio a spingere forte questo sogno per cercare di tramutarlo in realtà...per un nuovo giorno di solitudine..."




  • Frida07
    00 15/01/2007 23:00
    Io posto quella del mio eroe: PAPERINO [SM=x44455]

    Nel 1934 nasce un personaggio destinato ad un fortunatissimo successo: Donald Fauntleroy Duck, (ribatezzato in Italia con il nome di Paperino) è stato ideato da Walt Disney e realizzato graficamente dal bravissimo disegnatore Al Taliaferro, grazie al quale Paperino acquistò quel segno grafico, buffo e caratteristico che contribuì a rendere le strip dell'epoca divertentissime ed esilaranti. Paperino veste perennemente con un abito blu alla marinara, con i bottoni dorati, e un cappellino che gli caratterizza il viso.

    Inizialmente Paperino fece da spalla a Topolino, ma ben presto Walt Disney si rese conto che un personaggio ti queste potenzialità, meritava una testata tutta sua, con delle storie che dovevano vederlo come protagonista indiscusso. Così avvenne e Paperino continua ancora oggi a divertire grandi e bambini con le sue storie simpaticissime e avventurose. Il successo di Paperino è dovuto principalmente al suo temperamento, diametralmente opposto a quello di Topolino, che rappresenta un pò i difetti di ognuno di noi, infatti è un pasticcione, combinaguai, dispettoso, irascibile, testardo, pigro, fifone, ma si ingegna sempre nel trovare una soluzione che gli eviti un pò di fatica, a volte ci riesce, ma altre volte và incontro ad un mare di guai, complicandosi la vita per una sciocchezza, sopratutto perchè è perseguitato da una tremenda e proverbiale sfortuna.

    Paperino vive in una casettina con giardino nella città di Paperopoli e si arrangia a fare mille mestieri dal pompiere al gelataio, dall' incantatore di serpenti al pescivendolo ecc... Viaggia con una macchinetta rossa e blu in stile "Cabriolet" targata 313, grazie alla quale si avventura in situazioni e storie mozzafiato che entusiasmano e divertono i lettori.
    Così come per Topolino, anche per Paperino esiste l'eterna fidanzata e questa è Paperina (Daisy Duck). E' molto dolce, ma sa essere anche molto irascibile sopratutto quando Paperino ne combina una delle sue, è dotata di un grande senso pratico e come tutte le donne, riesce a ottenere sempre quello che vuole, quando si mette d'impegno.

    Paperino possiede un alter ego mascherato, la cui missione è quella del giustiziere mascherato, che ruba ai ricchi per dare ai poveri, stiamo naturalmente parlando di Paperinik, nato nel 1969 dalla fantasia di Elisa Penna. Non tutti però sanno che Paperinik è quindi un personaggio italiano, non è stato perciò ideato da Disney e Carl Barks. Elisa Penna prese spunto dalle tante parodie su Diabolik che imperversavano negli anni '60 ("Totò Diabolicus", "Dorellik" ecc...). Nonostante la sua ispirazione sia stata Diabolik, Paperinik è un mix di tanti personaggi quali Batman, Zorro, Arsenio Lupin ecc... Le avventure di Paperinik lo vedono protagonista di una testata tutta sua chiamata PK, le cui avventure e le trame, si discostano molto da quelle originarie del personaggio.

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    Utente Power



    Vincitore F-League 2007
    00 09/02/2007 23:31
    miti
    Jim, Rino, Lucio, syd e perchè no pure Paperino sono per me dei veri miti con cui sono cresciuto! La poesia di jim, la satira di Rino, la delicatezza di Lucio, la voglia di sperimentare di Syd e la goffaggine di Zio Paolino!!!!! [SM=x44476] [SM=x44476] [SM=x44476] [SM=x44476] [SM=x44476] [SM=x44476] [SM=x44460] [SM=x44460] [SM=x44460] [SM=x44460]

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    Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli.
    IDOLO

    V: Buona sera, Londra. Vorrei potermi presentare, ma a dire il vero non ho un nome. Potete chiamarmi "V". Fin dagli albori dell'umanità, un pugno di oppressori si è arrogato il diritto di dirigere le nostre vite, un diritto che avremo dovuto riservarci. Così facendo, ci tolsero il nostro potere. Permettendoglielo, ci arrendemmo. Dopo i campi e le guerre, sapremo dove ci condurranno... al macello. L'anarchia però è diversa. Con l'anarchia la vita e la speranza rinasceranno dalle rovine. Dicono che l'anarchia è morta. Eppure la notizia della mia morte era esagerata. Domani Downing Street sarà distrutta, la testa devastata, e non sarà più come prima. Stanotte dovete decidere del futuro. Vivere liberi o ritornare alle catene. Scegliete saggiamente. E ora, adieu..
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    Shaolinsoccer
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    00 27/03/2007 15:59
    ma paperino e la pittrice non sono forse un po' OT ???

    badate non lo dico per fare il gran scassa[SM=x44474] del forum

    lo dico perchè se è possibile inserire QUI biografie NON prettamente musicali, mi sbizzarrisco come una bestia ! ! !


    [SM=x44476] [SM=x44476]




    _________________



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    Shaolinsoccer
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    00 27/03/2007 16:08
    Francesco Guccini
    Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è uno dei maggiori cantautori italiani. È anche uno scrittore e i testi delle sue canzoni sono da molti considerati delle vere e proprie composizioni poetiche.

    La poetica

    La poetica di Guccini è unica, colta e raffinata come poche in Italia. Il cantautore modenese ama alternare spesso il tono aulico (usato sovente in maniera ironica) a quello popolare. Come afferma Umberto Eco ,"Guccini è omerico, procede per agglomerazione...", per esclusione di certezze, il suo essere estemamente esistenzialista lo avvicina alla poetica leopardiana ma anche alla leggerezza dei crepuscolari (Gozzano era un suo mito giovanile). La sua arte è sempre ad ampio respiro: non a caso nella sua ampia e prolifica carriera ha alternato soavi ballate amorose a crude invettive politiche. Nelle sue canzoni (spesso ricche di citazioni e rimandi letterari) compare la grande tradizione artistica italiana: da Montale a Svevo, da Dante a Boccaccio, da Ungaretti a Pirandello... La coerenza artistica e il coraggio intellettuale dell'artista e dell'uomo sono due delle sue caratteristiche migliori. Se il suo linguaggio è quello dei giovani, è pur vero che i suoi componimenti sono spesso ricchi di simbolismo. L'opera di Guccini ha quasi sempre diversi piani di lettura, da quello più evidente a quello della pura introspezione, dall'analisi attenta della quodidianetà al rimando di senso che si nasconde dietro la descrizione analitica delle cose che circondono lo scorrere della realtà. La dimenzione narrativa della polvere che si poggia su una vita di Routine, si alterna a quella del Significante, cioè supera la mera soglia del dicibile nascondendosi nell'indicibile ma intuibile. Proprio come quella verità ultima delle cose tanto cercata da Guccini, quella verità fugace che e solo intuibile e che si cela dietro e oltre le cose che circondano, lo "specchio di ogni viso" come dice lui. Questo suo continuo cercare il senso delle cose, questo suo ossimorico nichilismo esistenzialista (..."lo sai che non siamo più niente"..."...sentì che era un punto al limite di ui continente..."), lo spingono spesso a rifugiarsi nel carnevaleco, goliardica realtà ribaltata, dell'ironia come verità affermabile e unica. Parimenti, il suo spiritualismo da agnostico, da vago panteista lo spinge all'eterna ricerca di quella verità che nella nostra breve vita possiamo solo veder passare, possiamo intuire la sua presenza ma nulla più, proprio come "luci nel buio di case intraviste da un treno". Il tono dei suoi componimenti è spesso metafisico, è evidente il condizionamento artistico di Lorca, Eliot, Donne...In quel suo essere vicino al sociale Guccini afferra le parvenze del sempre mutevole fluire della nostra socetà, ma non si distoglie mai dal concepire la dimenzione quasi mistica delle sue radici: non a caso in varie situazioni Guccini esalta il potere trascendente che evoca in lui il suo amato paese (Pavana) dove sorge anche la casa dei suoi nonni.Per tal motivo nell'opera gucciniana si puo spesso trovare il tema del viaggio e della sua inutilità come mezzo di conoscenza. Oltre alle tematiche di indignazione, e di rivolta sociale che lo vedono affrontare le grandi problematiche dei nostri tempi (la povertà, l'ipocrisia della gente, l'inquinamento, la guerra...), Guccini canta prevalentemente l'inevitabilità della fuggevolezza del tempo che vede l'uomo circoscritto nell'unica sicurezza dell'eterno dubitare. Dunque,come afferma Vecchioni, "Guccini si trasforma in un <>, il più vero,il più sincero, il piu alto che si conosca". Continua Vecchioni:"Guccini procede partendo da un nucleo minimo( un uomo, un assillo, un posto emblematico, un dialogo soprattutto) e sciorina strofe come catene di libere associazioni in cui i concetti, i ritagli di ricordi, le considerazioni si passano dall'una all'altra il testimone fino alla constatazione conclusiva che può essere aperta o amara...Guccini non fa misteri della propria aristocrazia mentale...sente la sua esclusività e l'accarezza...prende tutte le distanze possibili dal disimpegno,dal disincanto sociale, dal qualunquismo emozionale...ma nel contempo è, il suo, un pensar alto e sottile, restio a concedere e ben lungi dall'essere consolatorio." Ed è allora che la dubbiosità di Guccini esplode e si fa cosmica: "lui è a tu per tu con L'Uomo univetsale, di sempre e di mai, prima ed oltre lo scorrere del progresso, ma rivisitato per intero, selezionato, indagato, fotografato nel suo illusorio dibattersi in sempre nuove verità proposte dalla storia e dalla cultura". Tuttavia, nella sua visione cosi umana del mondo, l'amicizia vince anche il dubbio.

    Biografia

    In una carriera ormai quarantennale (il suo debutto ufficiale risale al 1967 con l' "ellepì' Folk beat n°1 ma già nel 1960 aveva scritto L'antisociale) ha pubblicato più di venti album di canzoni. Guccini ha insegnato per venti anni in una università americana con sede a Bologna. Il "Guccio" è cosiderato il cantautore per antonomasia, in quanto racchiude in esso tutte le peculiarità presenti in questo importante movimento: la sua maestria nell'uso del verso è nota a tal punto che Guccini viene ormai insegnato nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo. Tuttavia guccini non è solo apprezzato da intellettuali e lettetari ma riscontra un imponente seguito popolare. Guccini viene ormai comunemente considerato il cantautore "mito" di tre generazioni di Italiani. Da circa quindici anni, il "vate" della musica italiana si è anche imposto sulla scena letteraria, la sua produzione cartacea (oltre ad un grande successo di vendite) ha fatto si che la critica lo abbia disegnato come "uno dei più grandi innovatori linguistici degli ultimi tempi".


    A molti dei testi delle sue canzoni viene riconosciuto un indiscusso valore letterario, tanto da consentirgli di essere insignito nel 1992 del Premio Eugenio Montale - versi per la musica per Canzone delle domande consuete, brano premiato anche con una targa del Club Tenco. Come lo stesso Guccini ha raccontato in una sua canzone, "Fu il fato che in tre mesi" lo spinse via dalla sua città natale, quella Modena cantata con accenti tutt'altro che affettuosi in Piccola città; la sua famiglia si trasferì infatti a Pàvana, frazione di Sambuca Pistoiese (PT), paese d'origine del padre situato sull'Appennino tosco-emiliano.

    Piccola città

    La Piccola città di una fra le sue più conosciute canzoni è Modena, la città dell'Emilia-Romagna in cui Guccini nacque ma da cui fu allontanato ben presto: Fu il fato che in tre mesi mi spinse via. Il fato cui il cantautore fa riferimento è la seconda guerra mondiale che chiamò suo padre alle armi costringendo la famiglia di Guccini ad andare a vivere presso i nonni, a Pàvana.

    L'imprinting di questa esperienza - gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza trascorsi sulle montagne dell'Appennino - sarà sempre presente nella sua attività: non a caso, proprio a Pàvana ha dedicato il suo primo romanzo (Cròniche Epafániche); molte delle sue canzoni, inoltre, hanno attinto da questa ambientazione montanara della quale Guccini - per sua parola - è sempre andato molto fiero.

    Subito dopo la fine della guerra, e prima di iscriversi all'università di Bologna, l'eterno studente Guccini (come si è autodefinito in Addio) ha lavorato come giornalista alla Gazzetta di Modena. Sono questi gli anni più intensi riguardo la sua formazione musicale e culturale.

    Nasceranno in questi contesti, le storie delle sue canzoni che guardano alla società, al quotidiano e che spesso si uniscono ad un sottile senso di impotenza, tutta umana, verso il destino che travolge l'uomo in quel continuo e mai banale chiedersi un perché, senza pretese di dare risposte assolute e dogmatiche: lui che in un verso di Samantha si definisce un burattinaio di parole.

    Negli ultimi quindici anni ha alternato l'attività di compositore e cantante a quella di scrittore, pubblicando diversi libri; oltre a redigere un Dizionario del dialetto pavanese, ha collaborato alla stesura, assieme ad altri autori, di scritti di saggistica e narrativa, interessandosi a svariate tematiche, fra cui quelle relative ai diritti civili (occupandosi del caso di Silvia Baraldini) e all'arte del fumetto. Proprio in ambito fumettistico è stato sceneggiatore di Storie Dello Spazio Profondo, disegnate dall'amico Bonvi e pubblicate negli anni settanta da Arnoldo Mondadori Editore.

    Fino alla metà degli anni ottanta ha insegnato lingua italiana al Dickinson college, collegio off-campus, a Bologna, dell'Università della Pennsylvania.

    Stagioni e ritratti
    F.Guccini
    F.Guccini

    Noto per tenere nei suoi concerti accanto a sé sul palco un fiasco di vino, Guccini ha mantenuto negli anni una linea compositiva assolutamente coerente con la sua personalità di autore "contro", tingendo spesso le sue canzoni di colori autobiografici (il titolo di uno dei suoi più recenti album, Stagioni, è sufficientemente esplicativo), senza trascurare temi sociali ed esistenziali di impegno (e canzoni come L'atomica cinese, Eskimo ed Il vecchio e il bambino ne possono essere una testimonianza).

    Sul piano strettamente musicale, ha affiancato alla prediletta forma della ballata tipica del folk, i ritmi più svariati, dal jazz, al tango argentino, alla milonga.

    "Don Chisciotte" dei sentimenti e fustigatore dell'ipocrisia che si ammanta di perbenismo, avvelenato contro le ingiustizie, paladino degli antisociali, musicista amaro come il jazzista Keaton, Guccini è capace tuttavia di intenerirsi di fronte al "culodritto" della figlioletta oppure davanti un nuovo sentimento, alla stregua di un novello "Cirano" (senza perdere di vista, come l'eroe deriso di Rostand, l'opportunità di indignarsi).

    Figure letterarie quindi, mitiche, eroiche, carismatiche, del passato remoto e prossimo, hanno perciò da sempre affascinato Guccini, pronto a trasporle in biografie in versi; il cantante modenese è sempre stato tuttavia anche un attento osservatore dei nostri tempi, con i suoi eventi e cambiamenti del costume; questi temi sono ripresi, ancora una volta, nella ultima sua produzione, Ritratti, nella quale trovano spazio personaggi storici e della letteratura (come Cristoforo Colombo, Che Guevara ed Ulisse, qui Odysseus) ma anche fatti relativamente recenti e laceranti come gli incidenti accaduti al G8 di Genova nel luglio 2001.

    Di notevole rilievo è stata la collaborazione con alcuni famosi complessi degli anni sessanta e settanta, fra cui i Nomadi di Augusto Daolio (che portarono al successo di un pubblico più vasto - in qualche caso non senza guai con la censura dell'epoca - le celebri Dio è morto, Noi non ci saremo, Per fare un uomo e Canzone per un'amica) e l'Equipe 84 di Maurizio Vandelli (L'antisociale, Auschwitz o la canzone del bambino nel vento, È dall'amore che nasce l'uomo).

    Guccini e la politica

    Guccini è considerato il cantautore più politicizzato tra quelli della grande tradizione italiana. Nonostante la risaputa vicinanza del Nostro alla sinistra italiana, questa politicizzazione ha avuto spesso effetti di strumentalizzazione. Se è vero infatti che alcune sue composizioni sono socialmente impegnate (e quindi tendenzialmente politiche), è altrettanto vero che la gran parte dei suoi successi derivano dall'elevato valore artistico e letterario che i suoi brani dimostrano. Potremmo dunque dedurre che la visone di Guccini come cantautore politico è quantomai riduttiva e superficiale.

    Guccini e il cinema

    L'attività di Guccini inerente al cinema, come attore o come musicista, inizia nel 1976: non è stata particolarmente intensa ma sicuramente ricca di significati.

    La prima apparizione di Guccini su uno schermo televisivo come attore è stata in occasione del film Bologna. Fantasia, ma non troppo, per violino di Gianfranco Mingozzi del 1976 e della durata di 90'. Si trattava di una puntata dedicata a Bologna della serie televisiva raccontare la città nella quale Guccini interpretava il poeta cantante Giulio Cesare Croce che, nella trama del film, rivive nei secoli le vicende della città di Bologna, accompagnando questo percorso con canzoni tratte (in parte o integralmente) da testi originali di Croce. Altri interpreti che parteciparono come attori al film furono Claudio Cassinelli e Piera Degli Esposti che interpretavano entrambi personaggi storici della città.

    Come attore ha inoltre partecipato ai film I giorni cantati (del 1979, per la regia di Paolo Pietrangeli, la cui colonna sonora contiene la sua canzone "Eskimo"), Musica per vecchi animali (1989, regia di Umberto Angelucci e Stefano Benni), Radiofreccia (1998, regia di Luciano Ligabue, assieme a Stefano Accorsi) e Ormai è fatta (1999, regia di Enzo Monteleone, sempre con Stefano Accorsi), Ti amo in tutte le lingue del mondo (2005, diretto ed interpretato da Leonardo Pieraccioni) . Nella colonna sonora di "Nero" (1992, regia di Giancarlo Soldi), è contenuta la canzone "Acque". Come musicista ha scritto la colonna sonora di Nenè (1977, regia di Salvatore Samperi) .

    Riconoscimenti

    Umberto Eco ha dichiarato che Francesco Guccini è "il più colto dei cantautori italiani", con tanto di lode: «Che coraggio far rimare 'amare' con 'Schopenhauer'» (dopo un bicchiere di vino con frasi un po' ironiche e amare/ parlava in tedesco e in latino, parlava di Dio e Schopenhauer). Francesco prontamente ha replicato che si tratta di assonanza, non di rima.

    Molti i riconoscimenti andati a Guccini per la sua attività artistica; fra questi vanno segnalati il Premio Tenco ricevuto nel 1975 e le Targhe Tenco che gli sono state assegnate nel 1987 per il brano Scirocco, nel 1990 per il brano La canzone delle domande consuete (come già segnalato), nel 1994 per l'album Parnassius Guccini (deve il titolo a una farfalla scoperta nel 1992 nell'Appennino toscoemiliano da un entomologo appassionato alla sua musica) e nel 2000 per il brano Ho ancora la forza, cantato insieme a Ligabue.

    Il suo racconto "La Cena" è stato inserito nella raccolta Mondadori "Racconti del 900'"

    Nel 1992 Guccini ha ricevuto il premio Librex-Guggenheim. Il comune di Carpi (Modena), gli ha dedicato nell'autunno del 2003 una mostra.

    Il 21 ottobre 2002 le università di Modena, Reggio Emilia e Bologna hanno consegnato la laurea ad honorem in Scienze della Formazione Primaria a Francesco Guccini.

    Il 6 agosto 2006 Guccini ha ricevuto durante il tradizionale campionato italiano della bugia a Le Piastre, sulla Montagna Pistoiese, il Bugiardino ad Honorem. Guccini si era presentato sul palco con una bugia: "Salve, sono Lucio Dalla!".

    Oltre che alla già citata farfalla Parnassius mnemosyne guccinii, il nome del cantautore è stato utilizzato anche per denominare un asteroide scoperto nel 1997 da Luciano Tesi e Gabriele Cattani (e definito, appunto, 39748 Guccini).

    I musicisti

    I componenti della sua attuale band sono:

    * Juan Carlos "Flaco" Biondini: chitarre e seconda voce;
    * Ellade Bandini: batteria e percussioni;
    * Pierluigi Mingotti: basso e contrabasso;
    * Antonio Marangolo: sax e percussioni;
    * Roberto Manuzzi: sax, fisarmonica, armonica a bocca e tastiere;
    * Vince Tempera: pianoforte e tastiere.

    Hanno collaborato in altre occasioni:

    * Jimmy Villotti: chitarre;
    * Deborah Koopermann: chitarre e banjo;
    * Tiziano Barbieri: basso;
    * Ares Tavolazzi: basso, contrabasso e chitarre;
    * Daniele Di Bonaventura: bandoneon;
    * Maurizio Vandelli: chitarra acustica;
    * Tony Esposito: percussioni;
    * Franco Mussida: chitarre;

    ...e altri.

    In due concerti del 1979 (dai quali è stato poi tratto un disco dal vivo) Guccini è stato accompagnato anche dai Nomadi.

    Discografia

    Album

    * 1967 - Folk beat n. 1
    * Gennaio 1970 - Due anni dopo
    * Dicembre 1970 - L'isola non trovata
    * 1972 - Radici
    * 1973 - Opera buffa
    * 1974 - Stanze di vita quotidiana
    * 1976 - Via Paolo Fabbri 43
    * 1978 - Amerigo
    * 1979 - Album concerto (live con i Nomadi)
    * 1981 - Metropolis
    * 1983 - Guccini
    * 1984 - Fra la via Emilia e il West (live)
    * 1987 - Signora Bovary
    * 1988 - ...quasi come Dumas... (live)
    * 1990 - Quello che non...
    * 1993 - Parnassius Guccinii
    * 1996 - D'amore di morte e di altre sciocchezze
    * 1998 - Guccini live collection (live)
    * 2000 - Stagioni
    * 2001 - Guccini Live @ RTSI (live)
    * 2004 - Ritratti
    * 2005 - Anfiteatro Live (live)
    * 2006 - The Platinum Collection

    45 giri

    * 1968 - "Un altro giorno è andato / Il bello"

    Versioni inedite su LP; "Un altro giorno andato" verrà reincisa in versione acustica nel 1970 ed inserita in L'isola non trovata, mentre "Il bello" verrà reincisa dal vivo in Opera buffa

    * 1969 - "Lui e lei / Due anni dopo"

    Versioni diverse nel mixaggio da quelle inserite in Due anni dopo

    * 1977 - "Nené" / "Tema di Ju"

    Apparizioni in compilation o in dischi di altri interpreti

    Sono incluse solo le raccolte che ospitano canzoni inedite sugli LP e CD ufficiali

    * 1975 - Grande Italia: compilation pubblicata dalla EMI con artisti modenesi; Guccini canta "Le belle domeniche", una sua canzone d'amore scritta una decina di anni prima ma pubblicata solo nel 2006 nella sua "The Platinum Collection" (in versione rimixata).

    * 1988 - Dalla/Morandi: Canta con Lucio Dalla e Gianni Morandi il brano "Æmilia", scritto a quattro mani con Dalla. La versione gucciniana di questo brano sarà successivamente inserita su Quello che non....

    * 1991 - Club Tenco: vent'anni di canzoni d'autore: compilation pubblicata dalla Ala Bianca e curata dal club Tenco, raccoglie alcune esibizioni dal vivo durante i 20 anni del Premio Tenco; Guccini canta da solo "Luci a san Siro" di Roberto Vecchioni, ed insieme al collega milanese "Gli amici".

    * 1993 - Il volo di Volodja: compilation pubblicata dalla Ala Bianca e curata dal club Tenco, è un omaggio al cantautore russo Vladimir Vysotskij: molti cantautori italiani interpretano delle sue canzoni in italiano, e Guccini canta "Il volo interrotto".

    * 1999 - Roba di Amilcare: compilation pubblicata dalla Ala Bianca e curata dal club Tenco, è un omaggio al fondatore del club Tenco Amilcare Rambaldi: Guccini interpreta "Lontano lontano" di Luigi Tenco.

    * 2000 - Barones: cd del gruppo folk sardo Tenores di Neoneli; Guccini canta in lingua sarda "Naschet Su Sardu" (nasce il Sardo).

    * 2001 - Un panino, una birra e poi...: cd di Ornella Vanoni, in cui reinterpreta alcune canzoni italiane degli anni '60, tra cui "Dio è morto"; Guccini canta il controcanto nel secondo ritornello.

    * 2001 - Ciao Ragaz - Live in Dialetto: cd del cantautore modenese e amico di Guccini Andrea Mingardi; Guccini canta in coppia con l'amico una versione riarrangiata di "La fiera de San Lazer", canzone tradizionale bolognese già incisa dal vivo da Guccini nel disco Opera buffa.

    * 2004 - Sette veli intorno al re: compilation pubblicata dalla Sony Music e curata da Ares Tavolazzi e Michele Fedrigotti, raccoglie ninne nanne per bambini interpretate da alcuni cantautori come Francesco De Gregori, Fausto Cigliano e Franco Battiato; Guccini interpreta "Il bagno".
    Guccini autore: canzoni scritte per altri interpreti

    * 1966: È dall'amore che nasce l'uomo (testo e musica di Francesco Guccini; firmata da Maurizio Vandelli perché Guccini non era ancora iscritto alla Siae); interpretata dall'Equipe 84 nell'album "Io ho in mente te"

    * 1967: Le biciclette bianche (testo di Francesco Guccini; musica di Caterina Caselli; firmata da Ingrosso e dal maestro Franco Monaldi perché Guccini e la Caselli non erano iscritti alla Siae); interpretata da Caterina Caselli nell'album "Diamoci del tu"

    * 1967: Incubo n° 4 (testo di Francesco Guccini; musica di Caterina Caselli; firmata da Ingrosso e dal maestro Franco Monaldi); interpretata da Caterina Caselli nell'album "Diamoci del tu"

    * 1967: Una storia d'amore (testo e musica di Francesco Guccini; firmata da Daniele Pace e Mario Panzeri per il testo e da Pontiack per la musica; interpretata da Gigliola Cinquetti nell'album "La rosa nera" e da Caterina Caselli nell'album "Diamoci del tu"

    * 1967: Per un attimo di tempo (testo e musica di Francesco Guccini; firmata da Maurizio Vandelli perché Guccini non era ancora iscritto alla Siae); interpretata dall'Equipe 84, che la incise nel 1967 ma la pubblicò solo l'anno dopo nell'album "Stereoequipe" (cfr.: Franco Ceccarelli - Io ho in mente te: storia dell'Equipe 84, 1996, Zelig Milano , p. 100)

    * 1967: Dio è morto (testo e musica di Francesco Guccini); interpretata dai Nomadi nell'album "Per quando noi non ci saremo" e da Caterina Caselli nell'album "Diamoci del tu" (con delle piccole varianti nel testo): è la prima canzone depositata alla Siae a nome di Francesco Guccini (che nel frattempo aveva superato i due esami come autore di testi e come musicista non trascrittore) sia per il testo che per la musica, è sicuramente una delle sue canzoni più famose eppure non è mai stata incisa in studio dal suo autore ma solamente dal vivo

    * 1967: Per quando noi non ci saremo (testo di Francesco Guccini; musica di Germano Tagliazucchi e Beppe Carletti); interpretata dai Nomadi nell'album "Per quando noi non ci saremo"; il testo è recitato non da Augusto Daolio, che era la voce solista del gruppo, ma dal doppiatore milanese Luigi Paoletti, non accreditato sul disco

    * 1967: Il disgelo (testo e musica di Francesco Guccini); interpretata dai Nomadi nell'album "Per quando noi non ci saremo"

    * 1967: Noi (testo e musica di Francesco Guccini); interpretata dai Nomadi nell'album "Per quando noi non ci saremo"

    * 1967: Per fare un uomo (testo e musica di Francesco Guccini); interpretata dai Nomadi nell'album "Noi non ci saremo", dai Profeti nell'album "Bambina sola" e, con piccole varianti nel testo, da Caterina Caselli nell'album "Diamoci del tu" (tutti i dischi sono usciti nel 1967 a distanza di pochi mesi)

    * 1968: Quei coraggiosi delle carrozze senza cavalli (testo e musica di Francesco Guccini); interpretata da Johnny e i Marines su 45 giri

    * 1968: È giorno ancora (testo e musica di Francesco Guccini); interpretata dai Nomadi nell'album "I Nomadi"

    * 1968: Un figlio dei fiori non pensa al domani (testo di Francesco Guccini; testo e musica originale di Ray Davies); interpretata dai Nomadi nell'album "I Nomadi". Come ha raccontato spesso lo stesso Guccini, in realtà il testo in italiano di questa canzone ("Death of a clown" dei Kinks) non è opera sua, ma del suo amico Franco Tedeschi, nato a Modena nel 1942, professore e traduttore; Tedeschi però non era iscritto alla Siae, per cui Guccini gli fece da prestanome, come avevano fatto De Ponti e Verona nei suoi confronti fino a poco tempo prima (cfr.: Massimo Masini, Seduto in quel caffè...., fotocronache dell'era beat, 2003, RFM edizioni Modena, p. 14)

    * 1968: Cima Vallona (testo e musica di Francesco Guccini); incisa da Caterina Caselli nello stesso anno, non fu però pubblicata dalla casa discografica probabilmente per l'argomento affrontato nel testo (cioè la strage di Cima Vallona; solo nel 1998 questa canzone riuscirà ad essere pubblicata nel cd antologico della caselli "Qualcuno mi può giudicare"

    * 1968: Mrs. Robinson (testo di Francesco Guccini; testo originale e musica di Paul Simon); interpretata dai Royals; reincisa due anni dopo da Bobby Solo nell'album "Bobby folk".

    * 1971: ...e tornò la primavera (testo di Francesco Guccini; musica di Deborah Kooperman); interpretata da Patty Pravo nell'album "Di vero in fondo"; pochi mesi dopo viene incisa anche dall'autrice della musica e pubblicata su 45 giri (a nome "Deborah").

    * 1988: Volevamo (testo di Francesco Guccini; testo originale e musica di George Moustaki); interpretata da George Moustaki nell'album "Volevamo".

    * 1992: Swatch (testo di Francesco Guccini; musica di Gaetano Curreri e Andrea Fornili); interpretata dagli Stadio nell'album "Stabiliamo un contatto".

    * 1992: Per la bandiera (testo di Francesco Guccini e Saverio Grandi; musica di Gaetano Curreri e Saverio Grandi); interpretata dagli Stadio nell'album "Stabiliamo un contatto".

    * 1995: Jimmy (testo di Francesco Guccini; musica di Gaetano Curreri e Andrea Fornili); interpretata dagli Stadio nell'album "Di volpi, di vizi e di virtù".

    * 1998: Una casa nuova (testo di Francesco Guccini; musica di Gaetano Curreri); interpretata da Patty Pravo nell'album "Notti, guai e libertà"; nel 2002 è stata reincisa dagli Stadio nell'album "Occhi negli occhi"

    * 2006: Ti ricordo Amanda (traduzione di una canzone di Victor Jara); interpretata da Francesco Guccini e Colectivo Panattoni nell'album "L'America" del gruppo "Colectivo Panattoni"

    Filmografia

    Attore

    * 1979 - I giorni cantati

    * 1987 - Le lunghe ombre

    * 1989 - Musica per vecchi animali

    * 1998 - Radiofreccia

    * 1999 - Ormai è fatta!

    * 2002 - Nell'anno 2002 di nostra vita io, Francesco Guccini...

    * 2005 - Ti amo in tutte le lingue del mondo

    * 2006 - Dove la bellezza non si annoia mai
    Autore della colonna sonora

    * 1977 - Nenè

    Film in cui vi sono nella colonna sonora sue canzoni

    * 1979 - I giorni cantati (Eskimo)
    * 1992 - Nero (Acque)
    * 1998 - Radiofreccia (Incontro)
    Bibliografia essenziale

    * 1968 - Storie dallo spazio profondo, (con Bonvi), rivista Psycho e poi ristampato negli Oscar Mondadori
    * 1980 - Vita e morte del brigante Bobini detto "Gnicche", Lato Side
    * 1989 - Cròniche Epafániche, Feltrinelli
    * 1992 - Vacca d'un cane, Feltrinelli
    * 1994 - Storie d'inverno, (con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi), Mondadori
    * 1996 - La legge del bar e altre comiche, Comix (rist. 2005, Mondadori)
    * 1997 - Macaronì, (con Loriano Macchiavelli), Mondadori
    * 1998 - Dizionario Pavanese-Italiano
    * 1998 - Un disco dei Platters: romanzo di un maresciallo e una regina, (con Loriano Macchiavelli), Mondadori
    * 1999 - Un altro giorno è andato, Giunti
    * 2001 - Questo sangue che impasta la terra, (con Loriano Macchiavelli), Mondadori
    * 2001 - Storia di altre storie, (con Vincenzo Cerami), Piemme
    * 2002 - Lo spirito e altri briganti, (con Loriano Macchiavelli), Mondadori
    * 2003 - Cittanòva blues, Mondadori
    * 2005 - L'uomo che reggeva il cielo, Libreria dell'Orso
    * 2007 - Tango e gli altri, (con Loriano Macchiavelli), Mondadori

    Racconti

    * "La Cena",Mondadori.

    [modifica] Per i testi si rimanda a:

    * F.Guccini, Stagioni (a cura di V.Pattavina), Enaudi, Torino 2000

    [modifica] Approfondimenti biografici

    * P.Jachia, La canzone d'autore italiana 1958-1997 (Feltrinelli) 2000

    * P.Jachia,Francesco Guccini, 40 Anni di storie romanzi canzoni. Editori Riuniti 2002

    * F.Liperi, Storia della canzone italiana. Rai-Eri 1999

    Curiosità

    * Durante il primo scrutinio per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana, svoltosi l'8 maggio 2006, Francesco Guccini riceve un voto.

    * Il vecchio e il bambino può sembrare una canzone critica verso l'industrializzazione accusata di distruggere a poco a poco la natura e tutto ciò che un tempo era considerato "puro". Guccini, nel libro-intervista Un altro giorno è andato, ha detto che questa può essere una possibile interpretazione ma che non è quella con cui la canzone è stata pensata: l'autore ha scritto il testo immaginandosi l'olocausto di una possibile guerra nucleare, il vecchio (della generazione sopravvisuta alla guerra) racconta al bambino di come la Terra fosse bella prima che tutto venisse distrutto.

    * Maurizio Crozza ha imitato con successo Guccini in diverse puntate di Crozza Italia e in una di Rockpolitik.

    * Nel 2006 è tornato ad apparire in tv dopo quasi 10 anni nella trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa".

    * Nel 1993 viene dato il suo nome ad una farfalla: Parnassius Guccinii

    * Nel 1997 viene dato il suo nome ad un asteroide: 39748 Guccini

    * Guccini è legato alla EMI dal 1967,risultando l'artista italiano da più anni sotto contratto con questa casa discografica.






    P.S.: ad onor del vero ho bellamente rubato questa biografia a Wikipedia, ma è molto piu' bella di quella presente sul sito ufficiale di Guccini !!!!


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    il@ri@.patrizia
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    00 29/07/2007 02:14
    non mi piace molto guccini,mentre invece adoro jim morrison...grazie per la biografia!!! [SM=x44450]
  • radcla
    00 29/07/2007 04:05
    Re:
    il@ri@.patrizia, 29/07/2007 02.14:

    non mi piace molto guccini,mentre invece adoro jim morrison...grazie per la biografia!!! [SM=x44450]



    Nulla da dire su ciò che adori, è stata anche una stella della mia gioventù, e lo è ancora.
    Quanto al grande Francesco Guccini, la tua non simpatia credo sia dovuta principalmente al passare dei tempi, delle mode ... oggi uno che si presenta da solo sul palco, "recitando" le sue canzoni come fossero poesie (e lo sono), non piace, sa di vecchio. Se poi si presenta con un boccione di vino accanto alla sedia (come è suo solito fare), sa di vecchio ancora di più.
    Non è colpa tua il@ri@.patrizia, e forse non è una colpa affatto, ma sono cambiate le generazioni. Oggi si guarda Italia 1, un tempo si guardava o si andava a Woodstock... Ogni epoca ha qualcosa che traina il pensiero ... Anche io, rockettaro di nascita criticavo mio padre perché gli piaceva Claudio Villa, poi con gli anni ho capito che Claudio Villa era un'interprete da far in invidia a molti, ma quando io ero giovane (e meno aperto mentalmente verso la musica e i suoi svariati generi) mi sapeva di vecchio ...

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    00 29/07/2007 17:25
    concordo perfettamente su ciò che hai detto..
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