Line up:
Daniel Gildenlow: Voce, chitarra
Johan Hallgren: Chitarra backing vocals
Kristoffer Gildenlow: Basso, contrabbasso, backing vocals
Fredrik Hermansson: Pianoforte, tastiere
Johan Langell: Batteria, percussioni
Non è impresa facile, credetemi, recensire questo disco, nonostante sia da quattro anni il cd che preferisco, quello che porterei con me dovunque. Per capirlo bisogna entrare nella mente geniale di Daniel Gildenlow, leader nonché cantante del gruppo, che ci regala una perla di rara bellezza chiamata “Remedy Lane”.
Remedy Lane, ovvero la via del rimedio.
In questo cd Daniel parla di sé stesso, del suo tentativo di fuga dal mondo, dagli amori, e dai dolori che questi comportano. Vuole sentirsi libero, vuole dimenticare tutto, ma si rende conto che “la libertà è solo uno stato mentale”, dalla quale non si può fuggire. E se non si può fuggire si può tornare indietro? No, nemmeno quello. Perché “a volte perdonare ti condurrà soltanto un passo troppo lontano e ti ritrovi nella via del rimedio”.
Ecco dove si trova Daniel ora: in un punto di non ritorno, in mare, nella risacca, in perenne movimento tra l’oceano e gli scogli mentre cerca di rimanere a galla e di non affondare. E la risacca è proprio il luogo in cui i Pain of Salvation ci vogliono portare con questa opera, attraverso 13 tracce fatte di pugni e carezze, di morte e di vita, di odio ed amore.
Analizziamo brevemente il concept attraverso le canzoni:
OF TWO BEGINNINGS: Budapest, anno 2001. Daniel è disteso in una stanza d’albergo, solo, ma sente ancora il profumo ed il calore della giovane donna che fino ad un momento prima era accanto a lui. Riflette sulla scoperta del sesso, avvenuta nel 1983, a 8 anni
ENDING THEME: Sempre a Budapest, sempre nella stessa stanza d’albergo. Il cuore della canzone è un climax nel quale Daniel, confuso, parla del senso di vuoto ed insicurezza che lo affligge mentre bacia questa ragazza
FANDANGO: ballo Andaluso nel quale due persone, fatte per stare assieme, restano intrappolate nel tentativo di sfidare le difficoltà della vita
A TRACE OF BLOOD: Daniel torna a casa dopo una tournèe e scopre che la sua compagna, Johanna, sta per perdere il loro bambino. E tutto ciò che resta non è altro che una traccia di sangue in quella fredda bacinella di plastica che raccoglie tristemente il frutto del loro amore.
THIS HEART OF MINE: Canzone d’amore dedicata a Johanna, nella quale promette a stesso che la proteggerà sempre e che l’amerà fino alla morte
UNDERTOW: il dolore porta Daniel inizialmente all’apatia, lo porta a supplicare per trovare una via d’uscita a questa situazione, poi monta la rabbia e tutta la sua frustrazione fino all’urlo liberatorio (Let me die)
ROPE ENDS: Tentativo di suicidio di un’amica di Johanna. Anni più tardi Daniel la ritrova di nuovo che pende appesa ad una corda. Vuole andare in cucina a prendere un coltello ma non ce la fa perché capisce che è impossibile abbandonare una stanza quando c’è qualcuno che pende dal soffitto. L’unica soluzione è aggrapparsi a lei per tentare di spezzare la corda.
CHAIN SLING: due giovani anime legate inesorabilmente da catene indivisibili e indissolubili, che le tengono unite quando forse sarebbe meglio che si spezzassero. Dal testo traspare la necessità di rimanere assieme, più che l’amore
DRYAD OF THE WOODS: pezzo strumentale dedicato a Johanna, la sua “driade dei boschi”
REMEDY LANE: altro pezzo strumentale, che riprende a tratti le melodie di “Ending Theme”, proprio per sottolineare il momento conclusivo nel quale ci si ritrova nella via del rimedio
WAKING EVERY GOD: si ritorna a Budapest, Daniel cerca di spiegare a se stesso e alla ragazza che gli sta accanto perchè si senta così stranamente libero dal dolore, e come spera che questa felicità possa aiutarli a recuperare ciò che hanno perso
SECOND LOVE: canzone scritta da Daniel alla tenera età di 15 anni. Questa la sua integrazione alle lyrics: “Noi abbiamo undici anni e lei è l'amore della mia vita / ma tra una settimana lei mi volterà le spalle. / Tra quattro anni lei mi darà speranza, poi andrà a letto con il mio migliore amico. / Tra cinque anni saremo noi due / Ma per allora non sarà rimasto niente di questo doloroso amore / E di questo sublime amore. / Ma non lo so ora
/ Perché abbiamo undici anni e lei è l'amore della mia vita.”
BEYOND THE PALE: canzone che riassume tutto il concept: la scoperta del sesso ad 8 anni, il conflitto interno del desiderio che si autoalimenta tra purezza e peccato, il dolore del tradimento di Johanna…un turbinio di emozioni che porta Daniel a dire “ho sempre cercato di placare le cose / manda giù, manda giù / è solo un’altra spina nella mia corona / ma improvvisamente un giorno c’era troppo sangue nei miei occhi / e ho dovuto prendere il sentiero del rimedio dei quando e dei perché”…
Il resto è tutto da ascoltare… un disco prog, con brani tirati come “a trace of blood” e “rope ends”, ed altri che invece lasciano largo spazio alla melodia come “this heart of mine” e “dryad of the woods”.
Il gruppo è tecnicamente valido, ma non aspettatevi virtuosismi alla Dream Theater, per intenderci (e oserei dire per fortuna, perchè avrebbero potuto snaturare l’essenzialità del disco). Daniel come sempre si dimostra uno dei migliori singer a livello mondiale.
Tirando le somme non riesco a pensare a nessun’altra parola che non sia C-A-P-O-L-A-V-O-R-O!
Voto: 10 / 10
Recensito da ElveNKinG161
And love was there in vain, PROFOUND and deep but traced with pain - too early for a child of TEN
Loving the pure and sane he sought the goddess unstained - watching them turn to flesh again
HUNGRY for both the PURITY and SIN
Life seemed to him merely like a GALLERY of how to be
And he was always much more HUMAN than he wished to be
But there is a LOGIC to his world, if they could only see
(Pain of Salvation - Beyond the pale)