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Parchi eolici

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    10 05/02/2010 13:36

    San marco dei Cavoti (Benevento), 4 febbraio 2010 ore 12.27 - Michele e Salvatore Cece, elettrotecnico e meccanico, sulla turbina eolica j19
    - Foto di alberto Novelli

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    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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    10 04/03/2010 20:54
    il grande interferometro costruito nelle campagne di Pisa
    Le pale eoliche minacciano Virgo
    Il parco eolico di Pontedera provoca vibrazioni che possono disturbare una delle tre grandi antenne al mondo a caccia di onde gravitazionali


    foto aerea di Virgo

    Corriere della Sera
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    10 06/03/2010 10:34
    I POLLI DI RENZO
    possono anche aver ragione


    Di Leonardo Libero, Febbraio 2005

    Pubblicato su www.aspoitalia.net per gentile concessione dell’autore

    Racconta il Manzoni ne “I Promessi Sposi” che Renzo Tramaglino, andando a chiedere un parere al dottor Azzecca-garbugli, gli portava in omaggio quattro capponi vivi, legati per i piedi e a testa in giù; e che quelli, ignari di essere affratellati da un comune destino, la pentola, si beccavano fra loro. Da lì il modo di dire “comportarsi come i polli di Renzo”. Ben diverso sarebbe stato il caso, e giuste le beccate di tre capponi al quarto, se essi avessero saputo che per una crudele ingiustizia loro soli sarebbero finiti in pentola mentre l’altro sarebbe rimasto per sempre ad ingrassare nel pollaio.

    In Italia, sembra che sia oggi proprio quello il caso degli operatori interessati a fonti rinnovabili diverse dall’eolica, come la solare, la mini-idro o la biomassa;
    ovvero quello è per lo meno un forte sospetto, giustificato da una singolare successione di fatti:

    - il 23 settembre 2004 viene costituito l’Osservatorio Nazionale sulle Fonti Rinnovabili (*), col compito di “orientare le scelte del governo nel settore”; ne fanno parte 14 egregie persone fra le quali il dr. Oreste Vigorito, presidente dell’ANEV
    – Associazione Nazionale Energia dal Vento -, ma non esponenti delle associazioni interessate a ciascuna delle altre fonti;

    - il 16 ottobre 2004 si sposa a Roma, nella famosissima chiesa di S. Agostino, il dr. Simone Togni, esponente dell’ANEV e figlio del prof. Paolo Togni
    , Capo di Gabinetto del Ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli; testimoni per lo sposo, il ministro Matteoli e il Presidente dell’ANEV, Oreste Vigorito;

    - il 15 novembre 2004, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ministro Matteoli afferma che “L’Italia punta sul vento” perchè “per il fotovoltaico non siamo preparati”.

    Se è in questi ambiti e in questo modo che si decide la politica energetica italiana, sembrerebbe superfluo qualsiasi commento.


    Però il Vangelo dice di porgere l’altra guancia a chi ci dà uno schiaffo, ma che cosa fare dopo il secondo schiaffo non lo dice (Guareschi – Don Camillo); ed è un fatto che in Italia, e solo in Italia, i sostenitori delle fonti rinnovabili prendono schiaffi da vent’anni.
    Credo quindi giusto esporre i motivi, largamente condivisi nel nostro ambiente, che mi fanno ritenere sbagliata quella scelta;
    senza purtroppo poter escludere – nel paese in cui è stata architettata la Cip6 - che suo vero scopo sia “dimostrare” che di elettricità dalle fonti rinnovabili, quelle vere, se ne ricava poca e giustificare così il sotterfugio furbastro delle “assimilate”.
    Un trucco con un precedente di una decina anni fa in materia di auto elettriche che le grandi Case mondiali – con la lodevole eccezione delle tre francesi – avevano presentato in versioni invendibili, per poter poi dire “Vedete, non si vendono”.

    Inciso: chi per caso mi sospettasse di malanimo verso l’eolico, può leggere la lettera del 21 dicembre 2004 con cui l’ASPO ha chiesto al Presidente della Regione Sardegna di far emendare la legge regionale n. 8 del 25/11/2004, legge che ha inopinatamente bloccato le installazioni di generatori eolici, anche se già approvate, in tutta la regione.
    E vedrà che fra i 25 firmatari di quella lettera ci sono anch’io, perché mi è sembrato giusto firmarla.

    Non trovo giusto invece, già solo a lume di logica, che nel Paese definito non per caso “del Sole”, a fonte rinnovabile di elezione sia stato scelto il vento;
    oltretutto con la giustificazione che “per il fotovoltaico non siamo preparati”;
    come se non fosse di dominio pubblico che quella impreparazione è frutto del ventennale ostruzionismo di un’azienda di stato, l’Enel, dell’ignavia di un ente di stato, l’Enea,
    e della sottrazione di 60.000 miliardi di lire che in 12 anni ha subìto dallo stato il settore fonti rinnovabili;
    fra le quali, in Italia, la solare è la più importante.
    Una impreparazione per superare la quale la prima e sola cosa da fare è levare il fotovoltaico dal ghetto in cui è stato fin qui tenuto e restituirgli la sua giusta quota parte di quei 60.000 miliardi.
    Davvero c’è da chiedersi se un ministro di un grande paese industriale, che dice certe cose, prima di dirle non pensi a come sarà giudicato, anche all’estero, lui e il governo di cui fa parte.
    All’ipotesi peggiore, che abbia parlato senza sapere, non voglio nemmeno pensare.

    Quanto agli altri motivi che rendono secondo me insensato “puntare sul vento”, per lo meno in modo quasi-esclusivo,
    essi mi sembrano questi:
    a) l’obiettiva scarsità di siti adatti in Italia;
    b) il fatto che quegli impianti
    - a differenza dei fotovoltaici, connessi o no a rete – sottraggono inevitabilmente nuovo spazio all’agricoltura o ad altre attività, in un paese industrializzato, densamente popolato e con grossi interessi paesaggistici da difendere; da cui,
    c)- le difficoltà di vario tipo da superare per installarli nei pochi siti adatti che ci sarebbero (come il caso Sardegna dimostra);
    d) il fatto che non potendo quegli impianti essere collocati vicino a dove l’elettricità è richiesta, essi soddisfano solo in minima parte, o per niente, l’esigenza di decentralizzare la produzione elettrica; che è soddisfatta invece, nel modo migliore oggi possibile, dal fotovoltaico disseminato e connesso a rete.

    Tornando al Manzoni, egli prosegue raccontando che quando Azzecca-garbugli viene a sapere contro Chi avrebbe dovuto esprimere il suo parere, butta senza indugi fuori di casa Renzo e i suoi polli.
    La mia (nostra) speranza è che dal 1600 ad oggi la Libertà di dire pubblicamente cose vere, ma che spiacciono ai potenti di turno,
    e la possibilità di essere presi in considerazione,
    qualche progresso lo abbiano fatto.


    Leonardo Libero


    (*) NOTA – Stando al pochissimo che un cittadino non iniziato può capire da quel malsano esercizio di crittografia che è la delibera dell’Autorità per l’Energia n. 46 del 27 marzo 2004 (articolo 2 – 2.1 – vii), sembrerebbe che l’Osservatorio abbia un costo, non trascurabile (come se le tariffe elettriche italiane non fossero già fin troppo alte), e che quel costo abbia cominciato a gravare sulle tasche degli utenti, attraverso una sua “componente tariffaria”, da aprile 2004.
    Mentre l’Osservatorio stesso, se le mie informazioni sono giuste, esiste solo da settembre.
    L’ennesimo schiaffo statale insomma, e questo a tutti.


    L. L. - 22 gennaio 2005
    Pubblicato su Aspo Italia
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    10 29/04/2010 12:25
    Eolico: il più grande campo off-shore al mondo


    Il rotore centrale, al quale sono attaccate tre pale lunghe 56 metri, è grande come una casa e pesa 200 tonnellate.
    (Christian Charisius/Reuters)


    Nel 2008 i tecnici hanno dovuto interrompere ripetutamente la costruzione a causa delle enormi onde e del fortissimo vento.
    (Christian Charisius/Reuters)

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    10 29/04/2010 12:27

    Le torri appoggiano su basi di 700 tonnellate ancorate sul fondo marino a 30 metri di profondità
    (Christian Charisius/Reuters)


    Il governo tedesco ha già autorizzato la costruzione di altri 24 parchi off-shore
    per un totale di 1.650 torri, 21 nel mare del Nord e tre nel Baltico

    (Christian Charisius/Reuters)
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    00 29/04/2010 12:28

    Gli ambientalisti li ritengono i campi off-shore un pericolo per gli uccelli migratori, soprattutto di notte,
    mentre sott'acqua gli ancoraggi minaccerebbero i cetacei
    [SM=x44466]
    (Christian Charisius/Reuters)


    Alpha Ventus copre il fabbisogno elettrico di almeno 50 mila abitazioni (David Hecker/Ddp/Afp)
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    00 29/04/2010 12:30



    Inaugurato il più grande campo eolico off-shore al mondo (David Hecker/Ddp/Afp)
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    10 29/04/2010 12:31

    Sono 12 torri alte tra 148 e 155 metri situate 45 km al largo dell'isola tedesca di Borkum, nel mare del Nord
    (Hero Lang/Ddp/Afp)


    Ogni torre ha una potenza di 5 megawatt (Ingo Wagner/Reuters)

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    10 29/04/2010 12:33

    Alpha Ventus, questo il nome dell'impianto, è costato 250 milioni di euro, 60 in più del preventivato (Ingo Wagner/Reuters)


    Per costruire Alpha Ventus sono stati impiegati 350 specialisti dei due colossi energetici E.on e Vattenfall, assistiti durante i lavori da 25 navi (Ingo Wagner/Reuters)
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    10 29/04/2010 12:35

    Alpha Ventus è l'impianto off-shore più lontano dalla costa al mondo.
    L'inaugurazione è avvenuta martedì 27 aprile: da sinistra l'amministratore delegato di E.ON Wulf Bernotat, il ministro dell'Ambiente tedesco Norbert Röttgen, l'amministratore delegato di Ewe (l'Enel tedesca) Werner Brinker e il capo di Vattenfall Europa Tuomo Hatakka (Ingo Wagner/Reuters)
    [Modificato da Etrusco 29/04/2010 12:36]

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    10 29/04/2010 13:41
    io li trovo tremendamente affascinanti [SM=x44479]

    mi è capitato di vederne qualcuno in sicilia, molto sparso per la verità, dove se non ricordo male avevano avuto anche parecchi incentivi, molti andati poi in perdita....
    e poi nella baia di copenhagen [SM=x44479]

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    Perchè ga na testa che manco un porzeo ghe la magnaria
    You're a good man,Charlie Brown

    Il peggior nemico del bremaz è l'utente Rurro Rurrerini La dichiarazione di guerra
    10/07/2009 13.45 - Capitano Marino: Mi quoto, aggiungendo che io soltanto pagherò il dolce alla Pippi.
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    Pensavo che il parco eolico fosse tipo Gardaland....

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    Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
    Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
    Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

    Qui non si fanno distinzioni razziali.
    Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
    (Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

    KEINE GEGESTAENDE AUS DEM FENSTER WERFEN
    IS DIE BENUTZUNG DES ABORTES NICHT GESTATTET



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    Eolico off-shore, parte la realizzazione del primo parco in Italia


    Si chiama Beleolico ed è il primo progetto di eolico off-shore nel Mediterraneo, a Taranto.
    Avrà una potenza nominale totale di 30 MW ed entrerà in funzione nell'autunno del 2018.
    Il progetto prevede dieci turbine da 3 MW ciascuna, per una produzione annuale prevista di 80 GWh.

    E' partita la realizzazione di quello che sarà il primo parco eolico offshore d'Italia e del Mediterraneo, con una potenza nominale totale di 30 MW, che dovrebbe iniziare a produrre nell'autunno del 2018

    Il progetto, denominato “Beleolico”, prevede dieci turbine in mare con una potenza nominale di 3 MW ciascuna, per una produzione annuale prevista di 80 GWh e sorgerà a largo del porto di Taranto.

    Il parco, realizzato da Belenergia tramite la controllata Beleolico srl, come si ricorderà, è stato sbloccato nel 2015 dopo anni di travagliate vicende autoritorizzative e battaglie legali.

    Nell'asta indetta con il dm 23 giugno 2016 si è aggiudicato tutto il contingente per l'eolico in mare (essendo anche l'unico in gara) con un ribasso sulla base d’asta del 2%: avrà una remunerazione di 161,6 euro/MWh contro i 165 da cui si partiva.

    Il progetto prevede dieci turbine Senvion 3.0M122, ciascuna con un'altezza mozzo di 100 metri. Saranno situate di fronte al porto di Taranto con profondità del fondale marino comprese tra 4 e 18 metri.
     
    Le turbine, come si vede dal rendering qui sotto, saranno divise in due gruppi: 4 più vicine al molo e 6 più al largo.
     
     
    La consegna e l'installazione delle macchine è attualmente prevista nell'estate del 2018, mentre la loro messa in servizio dovrebbe avvenire nell'autunno dello stesso anno.
     
    Insieme alla fornitura e all'installazione di turbine, l'accordo firmato da Beleolico e Senvion prevede un contratto di manutenzione completo per il parco eolico di Taranto della durata di 25 anni.
     

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