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Silvio Berlusconi : carrellata storica di fatti, misfatti, artefatti

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    00 18/11/2006 00:45


    NULLA PUO’ FERMARE LA VERVE EFFERVESCENTE/NATURALE DI BERLUSCONI
    PENSATE UN PO’: RIESCE A DIVERTIRSI ANCHE COI REPUBBLICANI DI LA MALFA
    A CENA, TRA UNA BARZELLETTA E L’ALTRA, CONSEGNA A NAPOLI IL SUO MENISCO



    Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo



    Il luogo fatato è il ristorante dell’Hotel Splendid Royal di via Pinciana, l’occasione è una cena della dirigenza nazionale del Pri di Francesco Nucara e Giorgio La Malfa.
    Il protagonista assoluto, Silvio Berlusconi, reduce – come lui stesso ha confessato – da una settimana in clinica per vegliare sull’ultra novantenne madre, Rosa Bossi, che versava in serie condizioni.
    Ma anche questa volta la mitica tempra di casa Berlusconi, sembra essere riuscita a prevalere e l’anziana signora si è ripresa per la gioia del Cav.



    Questo ha consentito all’ex premier di lasciarsi andare al solito spirito battutaro davanti alla sparuta platea dei Repubblicani, tra i quali si riconosceva tra gli altri il redivivo Antonio Del Pennino e sotto l’occhio vigile dell’immancabile Paolino Bonaiuti e le penne del “Corriere” (Verderame), “Stampa” (Minzolini), “Messaggero” (Claudia Terracina).


    Le giovani leve repubblicane con Silvio Berlusconi e Francesco Nucera


    Ma tra una barzelletta e l’altra, e l’aggiornamento sulla stato del suo menisco
    ("Ho deciso: lo porterò a Napoli: conservano il sangue di San Gennaro si terranno pure il menisco di Berlusconi..."),
    Silvio ha anche parlato di politica. Lamentandosi dello stato della democrazia (“Sono più avanti di noi l'Ucraina e il Messico…”); della Finanziaria “ideologica”; dei Senatori a vita che non capiscono che “Non sono rappresentanti del popolo” e quindi non possono essere determinanti ai fini della tenuta della maggioranza; della rinuncia al Ponte sullo Stretto di Messina (“L'amarezza più grande”); e annunciando un vertice della CdL per la prossima settimana rassicurando il minuscolo partito che un tempo fu di Spadolini e Ugo La Malfa che “La Cdl esiste, tra gli elettori non ci sono spaccature”



    Ma chi sperava in un Berlusconi fiducioso in una crisi di governo a breve è rimasto deluso. “Prodi è incredibilmente debole per essere un premier eletto da pochi mesi, ma il governo non cadrà”. E così, tra una barzelletta e una riflessione sulle “larghe intese”, tutti si sono diretti ai tavoli per un’eccellente mangiata e altrettanto eccellente bevuta.
    Parola del gourmet Umberto Pizzi…


    Il magistrale baciamano di Silvio:
    senza sfiorare la mano, senza chinarsi troppo, fissando la dama sempre negli occhi...
    [SM=x44522]






    Dagospia 17 Novembre 2006

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    00 18/11/2006 00:52
    Ma ..... con tutti quei triliardi che ha alle Cayman,
    non potrebbe cacciar fuori 10mila € per rifarsi quelle protesi?

    Che taccagno [SM=x44463] [SM=x44506]

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    00 20/11/2006 03:05
    Silvio sei bellissimo!! [SM=x44480]

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    00 16/01/2007 17:50
    “SILVIO A LETTO ERA DA 10 E LODE.
    FOCOSO, IL MASSIMO DELLA VITA”


    FABRIZIA CARMINATI, UNO DEI PRIMI VOLTI DI CANALE 5, RICORDA UN ANNO D’AMORE
    A DISTANZA DI OLTRE 20 ANNI, ANCORA MI SUSSURRA:
    “SEI SEMPRE UNA BELLA FIGA...”







    Alessandro Dell'Orto per “Libero”



    Fabrizia Carminati, uno dei primi volti femminili di Canale 5, riccioloni biondi, lentiggini, battute per chiunque, occhioni che ti ipnotizzano e sorriso che ti affascina.
    Valletta di Mike Bongiorno ne “I sogni nel cassetto”
    e “Bis” a inizio Anni ’80,
    poi conduttrice della storica trasmissione “Help” con Santospago, Columbro
    e infine con i “Gatti di Vicolo Miracoli”.
    E ancora “Premiatissima”,
    “Festivalbar”,
    il film “La notte delle volpi”,
    ma poi, improvvisamente e inspiegabilmente, puff. Sparita, dispersa, negli ultimi 15 anni fuori dalla tv che conta.
    Fabrizia ora ha 55 anni
    (ma ne dimostra 10 di meno «E senza essermi rifatta nulla, sia chiaro: tutto merito dello sport») e un’energia che prima ti con quista e poi ti stordisce perchè non riesci a stare al suo ritmo, parla, sorride, saluta, si alza e si risiede, ma soprattutto racconta, si racconta senza freni né inibizioni: gli anni d’oro, la storia d’amore con Berlusconi, il difficile rapporto con Mike, il successo, il declino e la nuova vita a Torino dove ora è la star della tv locale PrimAntenna.


    (Fabrizia Carminati - da Lapresse)


    Finalmente, ecco Fabrizia Carminati. Non si immagina che fatica per rintracciarla...
    «Difficile? Beh, effettivamente sono sparita da certi giri. Non mi voleva più nessuno e mi ero rotta le palle di fare telefonate per chiedere lavoro. Nel 2000 ho detto addio alla tv nazionale: ora mi diverto qui a Torino con PrimAntenna».

    Scusi, perché proprio a Torino?
    «Ci vivo da 22 anni. Mimmo, il mio fidanzato storico ed ora mio marito, è di qui. Ci siamo messi insieme nel ’79, siamo sposati dal ’90».

    Che fa a PrimAntenna?
    «Ho condotto un trasmissione di cucina: ricette e trucchi per far da mangiare».

    È sempre stata una grande cuoca?
    «Manco per le balle: tra i fornelli ero un disastro. Però ora ho imparato: potrei stupirla con cosce di pollo alla birra, stracotto con manzo e polenta e molto altro».

    È ora di pranzo, lasciamo perdere...
    «Già, ahahaha. Adesso invece mi occupo di aperitivi. Giro i locali di Torino e faccio conoscere i cocktail migliori. Divertente, anche perché di me si ricordano ancora tutti».

    La domanda più frequente che le fanno?
    «“Come è Mike Bongiorno?”».



    (Fabrizia Carminati, con Mike Bongiorno, consegna il telegatto a Franco e Ciccio)


    Cosa risponde?
    «Un grande professionista, però...».

    Però?
    «Beh, faccio capire che non mi sta simpaticissimo. Dovessi raccontare veramente quello che penso...».

    Lo faccia con noi.
    «Dice? Ma sì, tanto ormai che me frega: Mike è un egoista, pensa solo a se stesso e non gli interessa niente degli altri. È una persona che è meglio lasciar perdere”».

    E quando lascia intuire queste cose la gente come reagisce?
    «Mi guarda stupita: “Ma come, sembra così simpatico il Mike!”. E io: “Il Mike un par de palle, pensa solo al Dio soldo ed è un tirchio disumano”».

    Addirittura?
    «L’unica volta che mi ha fatto un regalo di Natale mi ha rifilato borse riciclate della moglie... E poi i pacchi dei concorrenti».

    Cioè?
    «Ci portavano cibi e vini da tutte le zone d’Italia e lui, anziché divide i regali con i collaboratori, a fine trasmissione salutava e portava tutto a casa».

    La seconda domanda che le fanno quando la riconoscono?
    «“Fabrizia, ma perché non ti vediamo? Non lavori più?”»

    Che risponde?
    «La scusa per i fan è che sto con mio figlio Massimiliano che ha 34 anni».

    L’ha avuto che era giovanissima!
    «A 21 anni. Infatti quando andiamo in giro insieme gli raccomando: “Massi, chiamami mamma ad alta voce, altrimenti pensano che sia una tardona con il fidanzato giovane!”».

    Mettiamo da parte la scusa del figlio. La verità: perché non vediamo più Fabrizia Carminati?
    «Me lo sono chiesto tante volte, ma non ho capito: è un mistero. Sono sempre stata corretta, non bevo, non mi drogo, non ho litigato e non l’ho mai promessa senza darla. Anche perché non l’ho mai data a nessuno. A parte la storia con Silvio...».

    Scusi, Silvio chi? Anzi, non dica niente che approfondiamo dopo. Come ha vissuto questa esclusione dalla tv nazionale?
    «Male. Il nostro è un ambiente strano: riconoscenza zero, a nessuno frega di come stai e dei sacrifici che hai fatto. E in più non hai nemmeno la pensione: se esci dal giro è dura tirare avanti. All’inizio ho rischiato l’esaurimento, vedevo qualsiasi gallina senza esperienza che lavorava e impazzivo. Poi mi sono ripresa».

    A proposito di vallette e ragazzine: lei come era da giovane?
    «Un peperino. Vivo a Bergamo, lavoro come segretaria ma poi mollo tutto e mi ritrovo casualmente a fare l’indossatrice di costumi da bagno. Nel ’79 mi chiamano per una festa in un’azienda, serve una valletta che affianchi Mike Bongiorno e lo propongono a me: “Te la senti?”. Io: “Mi cago addosso, ma ci provo”».

    Primo impatto con Mike?
    «Mi osserva: “Ma sei italiana? Con quelle lentiggini sembri americana e poi hai una dizione perfetta”. Io sorrido: “No, guardi, sono di Bergamo...”. La serata va bene e mi convocano per un provino».



    (Mike Bongiorno tra Fabrizia Carminati e Fiorella Pierobon)


    Subito scelta?
    «Sì, ma che paura. Arrivo e mi ritrovo con 30 tipe una più strafiga dell’altra, tette così, rossetto e autoreggenti. Io piccoletta e in jeans volevo scappare, invece sono la prima: Mike è in regia e mi fa mille domande. Poi conclude con la solita frase: “Le faremo sapere”. Passano 10 giorni, squilla il telefono, risponde mamma e mi chiama: “So mia chi che l’è (non so chi è)”. Poi le spiego: “Mamma, era Mike Bongiorno. Mi assumono!!!”. Lei ride: “Conta mia sö di bàle (non raccontare bugie)”. Vado a Milano e firmo il primo contratto: 90 mila a puntata».

    E fa la valletta di Bongiorno a “I sogni nel cassetto”. Qualche gaffe di Mike?
    «Quando andava in bagno era uno spasso: dimenticava il microfono aperto e si sentiva il rumore della pipì amplificato».

    Era l’inizio di Canale 5. E di Berlusconi. Ne parliamo?
    «Certo. Registriamo di sera a Milano 2 e dopo le prime puntate arriva Silvio».

    Lo conosceva?
    «Mai sentito nominare, non era ancora famoso. Ci presentano e mi dà subito del tu, capisco che è uno brillante e alla mano. Insomma, l’opposto di Mike...».

    Bongiorno come si comportava con lui?
    «Schizzava sull’attenti e pendeva dalle sue labbra. Soprattutto quando, dopo la trasmissione, si andava a cena».

    C’era anche Silvio?
    «Era il protagonista, si metteva al pianoforte e dava spettacolo: qualcuno cantava, c’era chi ballava».


    (Silvio Berlusconi con la moglie Veronica Lario - da OGGI)



    Lei?
    «Lo ammiravo estasiata. Tra noi c’è immediatamente feeling e dopo un paio di serate mi invita a uscire».

    E accetta.
    «Un autista viene a prendermi a Bergamo e mi porta ad Arcore. Villa fantastica, rimango a bocca aperta: “Ma dove sono finita?”. Mangiamo, due chiacchiere e scherziamo, ma non succede niente».

    Poi?
    «Torno una seconda volta, nulla. Al terzo appuntamento, dopo cena, Silvio propone un giro per Milano. Usciamo verso mezzanotte, l’autista ci porta a Piazza Castello e poi in San Babila. Ormai sono le 2, passeggiamo mano nella mano, Berlusconi mi racconta quanto ama la sua città e arriviamo sotto il Duomo».

    Che romantico...
    «Molto romantico. Ci guardiamo e...».

    ...e?
    «Bacio appassionato, un sogno».

    Scusi la sfrontatezza, ma eravate liberi?
    «Lui si era separato dalla prima moglie ed era single, io ero separata e da poco fidanzata con l’attuale mio marito».

    Ops. E poi?
    «Inizia una storia dolcissima e bellissima. Silvio mi chiama di notte, mi racconta che mi pensa e mi corteggia».

    E vi mettete insieme.
    «Clandestinamente per quasi un anno. Lui è innamoratissimo, mi chiama “principessa” e dopo un po’ mi propone un fidanzamento ufficiale».

    E lei?
    «Lo guardo. “Silvio, ti adoro ma sono innamorata di Mimmo”. “E chi è ’sto Mimmo? Mollalo». «Il mio fidanzato ufficiale. Mi spiace, non me la sento di lasciarlo».

    Pentita?
    «Mi verrebbe da dire: “Non avevo capito un cazzo, sarei potuta diventare la First Lady”. La verità è che ho fatto quello che sentivo e Silvio è stato intelligente e leale, ha capito, siamo rimasti in ottimi rapporti e ha continuato a farmi lavorare. Anche perché sono stata io a buttarlo nelle braccia della sua attuale moglie».

    Cioè?
    «Mi invita al Teatro Manzoni, andiamo a vedere “Il magnifico Cornuto” con Enrico Maria Salerno e Veronica Lario. Lei è brava e bellissima, Berlusconi resta affascinato e a fine spettacolo gli dico: “Silvio, vai nei camerini così ti complimenti e la conosci”. Lo aspetto fuori, torna ed è entusiasta: “È stupenda, forse la rivedo”. E inizia la loro storia».

    Carminati, le va un giochino? Diamo qualche voto a Berlusconi. Come se la cavava in quanto a romanticismo?
    «Beh, 10 e lode».


    (Super Silvio - da OGGI)


    Dolcezza?
    «10 e lode».

    Simpatia?
    «10 e lode».

    Tutto perfetto. Sa, vero, a cosa deve dare il voto adesso?
    «Guardi, anche a letto era da 10 e lode. Focoso, il massimo della vita».

    Carminati, torniamo a lei. Dice che la dirigenza Mediaset non le ha più dato lavoro: mai chiamato Berlusconi?
    «Ormai non si occupa più di queste cose, non mi sembrava il caso».

    Vi siete rivisti?
    «Due anni fa mi candido alle Europee per Forza Italia e Berlusconi invita tutti ad Arcore per un incontro politico. Ritorno nella villa a distanza di oltre 20 anni, saluti, baci e abbracci di cortesia, poi si avvicina all’orecchio e, senza farsi sentire dagli altri, mi sussurra: “Comunque, sei sempre una bella figa...”. Capito il Berlusca? Che ridere, sempre simpaticissimo e brillante, come ai vecchi tempi».

    Torniamoci, ai primi Anni ’80. Dopo aver fatto la valletta di Mike, le offrono la conduzione di “Help”.
    «Con Columbro ci siamo divertiti molto, più che lavorare sembrava di giocare. Era simpatico, ma poi è diventato stronzetto come tutti gli altri e quando gli ho chiesto una mano ha fatto finta di niente».

    Carminati protagonista di Mediaset per 10 anni. Poi?
    «Arriva Baudo, si porta la Carrà e la Bonaccorti, trasforma la Cuccarini da ballerina a presentatrice e addio Carminati... Mi tocca riciclarmi nelle televendite e poi sparisco».


    (Fabrizia Carminati - da Lapresse)


    Ultime domande veloci. 1) La migliore soubrette di sempre?
    «Loretta Goggi».

    2) Di adesso?
    «Matilde Brandi».

    3) Una sopravvalutata?
    «Elisabetta Canalis».

    4) Il più simpatico del mondo dello spettacolo?
    «Fiorello è eccezionale».

    5) Il più antipatico?
    «Non mi piace Bonolis».

    Ultimissima: Fabrizia ha un sogno?
    «Diventare nonna e continuare a lavorare in questo ambiente. Sa cosa mi piacerebbe fare? Affiancare la Ventura nell’“Isola dei famosi” e fare la sua inviata. Saremmo proprio una bella coppia...».



    Dagospia 16 Gennaio 2007

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    SME NE FREGO
    – CAMBIATO GOVERNO CI SARÀ IL PROCESSO D’APPELLO A CARICO DI BERLUSCONI
    - NONOSTANTE LA PRESCRIZIONE
    DEL REATO DI CORRUZIONE SIA GIA' STATA DICHIARATA,
    QUESTO NUOVO PROCESSO POTREBBE PERO' ANCHE CONCLUDERSI CON UNA CONDANNA…




    (Agi) - Ci sara' il processo d'appello a carico di Silvio Berlusconi in relazione alla vicenda Sme.

    Lo ha deciso la sesta sezione penale della Cassazione
    che ha disposto la trasmissione degli atti alla corte d'appello di Milano,
    annullando senza rinvio l'ordinanza con cui, nell'aprile scorso, i giudici di secondo grado del capoluogo lombardo avevano dichiarato inammissibile l'appello proposto dalla procura contro la sentenza di primo grado.




    (Silvio Berlusconi - U.Pizzi)


    Con questa, l'ex premier era stato assolto dall'accusa di aver 'aggiustato' la sentenza civile Sme e dichiarato prescritto il reato di corruzione, con la concessione delle attenuanti generiche, per il cosiddetto bonifico 'Orologio', ossia i 434mila dollari passati, secondo gli inquirenti, da un conto della Fininvest, attraverso Cesare Previti, all'ex capo dei gip di Roma, Renato Squillante. La decisione della suprema corte ha evidentemente tenuto conto della sentenza della corte costituzionale sulla legge Pecorella, dichiarata illegittima proprio nel punto in cui vietava l'appello del pm contro le sentenze di proscioglimento in primo grado.

    I giudici della sesta sezione penale di 'Palazzaccio', presieduti da Giorgio Lattanzi, dunque, hanno dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dal procuratore della repubblica e dal procuratore generale di Milano, cosi' come quello presentato dalla difesa di Silvio Berlusconi relativo all'ammissione della costituzione delle parti civili. Inoltre, e' stata dichiarata "non rilevante in questa sede" la questione di legittimita' costituzionale dell'articolo 593 del codice di procedura penale, sollevata dalla difesa dell'ex premier, e disposto la conversione in appello del ricorso proposto da Berlusconi.

    In tal modo, dunque, il processo d'appello stabilito oggi dalla suprema corte, si svolgera' sulla base dei ricorsi dei pm e della difesa, unendosi cosi' a quello, l'unico dichiarato ammissibile in aprile, della parte civile Cir, per il quale il processo e' gia' iniziato e la prossima udienza e' fissata per il 22 febbraio prossimo. E' presumibile che, in quella data, ci sara' un rinvio per permettere l'inserimento dei ricorsi di accusa e difesa secondo quanto stabilito oggi dalla Cassazione. Questo nuovo processo, nonostante la prescrizione del reato di corruzione sia gia' stata dichiarata, potrebbe pero' anche concludersi con una condanna: la prescrizione, infatti, e' legata esclusivamente alle attenuanti generiche riconosciute in primo grado, che pero' potrebbero non essere concesse dai giudici d'appello.


    (Cesare e Silvana Previti - U.Pizzi)


    L'orientamento seguito dalla sesta sezione penale in relazione agli effetti della sentenza della Consulta che ha dichiarato in parte incostituzionale la legge Pecorella e' quello secondo cui "la dichiarazione di inammissibilita' deve essere annullata e il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con trasmissione degli atti alla Corte di appello per il giudizio di appello", come sottolinea la stessa Corte, presieduta da Giorgio Lattanzi, in una massima provvisoria emessa proprio in relazione al processo Sme per Berlusconi.

    "La Corte - si legge ancora nella notizia di decisione penale - ha ritenuto che, nonostante la dichiarazione di inammissibilita' dell'appello fosse per legge inoppugnabile, il rapporto non potesse considerarsi esaurito perche' il giudizio di impugnazione in Cassazione trovava fondamento nella ordinanza di inammissibilita' e nella conseguente notificazione ai fini della proposizione entro 45 giorni del ricorso". L'invalidazione della norma per incostituzionalita', dunque, secondo gli ermellini della sesta sezione penale, "non puo' non comportare l'inammissibilita del ricorso per Cassazione (che solo in quella poteva trovare fondamento) e la reviviscenza dell'appello".


    Dagospia 16 Febbraio 2007
    213.215.144.81/public_html/articolo_index_29666.html

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    [Modificato da Etrusco 12/06/2007 11:04]

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    BOOM!
    IL PG DEL CASO SME CHIEDE 5 ANNI DI GALERA PER BERLUSCONI PER IL REATO DI CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI

    PERCHE' AVREBBE PARTECIPATO ALLA CORRUZIONE DEL GIUDICE ROMANO RENATO SQUILLANTE…




    (Agi) - Il pg Piero De Petris ha chiesto la condanna a 5 anni di reclusione per Silvio Berlusconi

    al processo d'appello-bis per la vicenda Sme, in corso davanti ai giudici della seconda sezione penale d'appello del tribunale di Milano.
    Secondo il rappresentante della pubblica accusa, Berlusconi deve essere condannato per il reato di corruzione in atti giudiziari perche' avrebbe partecipato alla corruzione del giudice romano Renato Squillante, e sarebbe dimostrato il suo "pieno coinvolgimento nei fatti".


    "Berlusconi e' stato il motore primo - ha affermato il pg durante la requisitoria - nel contrastare De Benedetti per la conquista della Sme".
    A dimostrare la colpevolezza del leader di Forza Italia, ci sarebbero sia "elementi logici che fattuali".


    (Silvio Berlusconi preoccupato - Foto U.Pizzi)


    Dagospia 26 Marzo 2007




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    SAN SILVIO ALLE CROCIATE



    VATICAN SHOW DI BERLUSCONI:
    "NON SI PUÒ ESSERE CATTOLICI A SINISTRA"

    MASTELLA:
    "HO DIMOSTRATO CHE CI SONO ANCHE CATTOLICI CHE VOTANO PER L’UNIONE"

    PIAZZA PIENA:
    OGNI LEADER SI ERA GIUSTAMENTE PORTATO LE SUE 2 O 3 FAMIGLIE




    1 – GIUSTAMENTE
    Jena per La Stampa - Erano parecchi in piazza, ogni leader del centrodestra si era giustamente portato le sue due o tre famiglie

    2 - SHOW DI BERLUSCONI: NON SI PUÒ ESSERE CATTOLICI A SINISTRA
    Augusto Minzolini per la Stampa

    A San Giovanni Pier Ferdinando Casini è arrivato alle 14 e 30 sotto il solleone, seguito da tutti i parlamentari dell’Udc, e ha spiegato che quei cattolici scesi per la prima volta in piazza «non urlano frasi d’odio».
    Gianfranco Fini, invece, nel recinto dei politici c’è stato poco e ha girato qua e là «laicamente» per dichiarare che chi ha aderito al Family Day non «è né un papista né un ottuso reazionario».
    Il ministro della pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, si è preso l’ingrato compito di rappresentare un governo che non c’era e un premier che come gaffe quotidiana ha scelto di tirare in ballo «guelfi e ghibellini».

    In queste condizioni, poveretto, non gli è rimasto che «ascoltare».
    Giulio Andreotti è stato portato in giro come un cardinale. Clemente Mastella, invece, ha voluto dimostrare a tutti i costi che c’era.
    Un vero show: «Qui ci dovrebbe essere anche la sinistra visto che difende i proletari dovrebbe stare attenta ai diritti della prole»;
    ed ancora, «io sono un guelfo che non combatte, ma se i ghibellini combattono lo farò anch’io»;
    e infine, «Prodi non mi ha mai detto di non venire, Rutelli avrebbe fatto bene a stare qui con i piedi e non solo con il cuore, D’Alema criticando questa manifestazione ha sbagliato ancora il calcio di rigore: comunque mi dovrebbero ringraziare, ho dimostrato a Berlusconi, venuto qui a fare lo struscio, che ci sono anche cattolici che votano per l’Unione».

    E arriviamo al Cavaliere.
    Facendo storcere il naso anche al capo del comitato organizzatore, Mimmo Delle Foglie,
    («ha parlato anche con il clown in piazza per richiamare l’attenzione» ha commentato con una punta di sarcasmo),
    Silvio Berlusconi è diventato la star della manifestazione.
    Lì a piazza San Giovanni lo hanno voluto in molti, a cominciare dal cardinale Vicario Camillo Ruini.
    Per portarlo in piazza si è impegnato allo spasimo anche l’ex presidente del Senato, Marcello Pera.
    E alla fine Berlusconi ha accettato, sapendo che più di qualcuno lo avrebbe potuto criticare:
    se ha una consorte laica che ha un comportamento irreprensibile da monaca di clausura,
    lui, che è cattolico convinto, è ritratto sulle copertine dei rotocalchi come un mezzo libertino.


    Mettendosi la croce sulle spalle ha dato voce nel suo stile, senza perifrasi clericali, alla piazza di san Giovanni:
    «Questo governo e questa maggioranza vogliono colpire la Chiesa».
    Del resto se non è questo, qual è il motivo per cui per la prima volta i cattolici hanno deciso di scendere in piazza?
    Berlusconi si è preparato con attenzione il copione.
    Intorno alle 15 e 30 una ragazza bruna è uscita di corsa dal portone di Palazzo Grazioli e ha acquistato all’edicola di Piazza Venezia «il manifesto».

    [SM=x44456]

    Un attimo dopo è sceso il Cavaliere, con la stessa copia in mano, e nella stanza delle riunioni, al pianterreno, ha indicato la vignetta di Vauro sul Family Day.

    «E’ intollerabile - ha esordito -. Non volevo andare alla manifestazione perché mi avrebbero accusato di volerla strumentalizzare, ma poi di fronte a cose del genere ho deciso di dare un segnale. Vogliono ridurre la Chiesa al silenzio, come nei regimi totalitari comunisti voglio tornare alla Chiesa del silenzio. Questo governo vorrebbe che la Chiesa non parlasse. Attacca il diritto della Chiesa di esprimere opinioni. E c’è una politica fiscale che colpisce la famiglia».

    Poi sugli omosessuali l’ex-premier ha ripetuto a menadito la posizione delle gerarchie ecclesiastiche:
    «Sì ai diritti dell’individuo e no a caricature dei matrimoni». Quindi, di nuovo, è tornato sul suo argomento di battaglia: «C’è un attacco dell’Unione alla Chiesa. Ci sono forze che si rapportano alla Chiesa come i vecchi partiti comunisti. I proiettili che spediscono a monsignor Bagnasco e le vignette di Vauro non sono la stessa cosa, ma hanno la stessa matrice culturale. Questo tipo di cultura crea un clima pericoloso».

    Uno «schema» che gli ha consentito di dire che la manifestazione di San Giovanni è in sintonia con gli argomenti del centrodestra. «La piazza di oggi - ha osservato - ricorda quella del nostro corteo del 2 dicembre. Sicuramente i cattolici di sinistra non saranno alla manifestazione di oggi. Quelli vivono una contraddizione insuperabile: non si può essere allo stesso tempo cattolici - e quindi riguardosi della dottrina della Chiesa - e allearsi con chi è frontalmente dall’altra parte. Mastella e Rutelli vivono una contraddizione irrisolvibile. Prodi? Beh, quello sta di là solo per una questione di potere».

    Parole che hanno scatenato un mezzo putiferio.
    «Berlusconi - ha tuonato Prodi da Stoccarda - è totalmente estraneo allo spirito cattolico». Mentre in piazza San Giovanni c’è stato chi ha dato manforte al Cavaliere. «Ma questa è una piazza - ha spiegato Roberto Formigoni, ex-leader di CL e governatore della Lombardia - è naturalmente schierata con il centrodestra.
    I politici che stanno nell’Unione sono degli estranei».

    A quell’ora Berlusconi era già a fare shopping in via Giulia.
    Ovviamente, a modo suo, a difesa della famiglia.

    «Sto cercando un regalo - ha confidato - per un dipendente della mia azienda che si sposa.
    In vita mia ho fatto da testimone in più di 300 battesimi e matrimoni».


    Dagospia 13 Maggio 2007

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    00 19/05/2007 12:52
    MOMENTI DI PANICO A L’AQUILA - BERLUSCONI, PALLIDO COME UN CENCIO “CON GLI OCCHI VITREI”, GLI STRINGEVA LA MANO DICENDO “BIAGIO STAMMI VICINO, NON MI LASCIARE” – LA RAI? E ‘ ZEPPA DI RACCOMANDATI (INVECE NEI TG DI MEDIASET…)



    Ugo Magri per la Stampa

    Per un attimo sono tornate in mente le immagini drammatiche di Montecatini.

    Solo che questa volta, appena concluso il discorso nel capoluogo abruzzese, Berlusconi non è caduto all’indietro svenuto, né c’è stato bisogno che la scorta lo soccorresse.

    E’ sceso dal palco, ha chiesto un bicchier d’acqua. Ma era visibilmente spaesato. Tanto che i primi a preoccuparsi sono stati i collaboratori più stretti.

    Racconta l’assistente del Cavaliere, Sestino Giacomoni: «Gli abbiamo chiesto se si sentisse male. Lui ha risposto di no, ma noi non ci siamo fidati. E siccome c’era un cardiologo in sala», continua Giacomoni, «l’abbiamo chiamato di corsa. Ma ci ha rassicurati. Il malore era già passato».
    Però se l’è vista brutta Biagio Tempesta, sindaco uscente, con Berlusconi che, pallido come un cencio «con gli occhi vitrei», gli stringeva la mano dicendo «Biagio stammi vicino, non mi lasciare». Momenti di panico, con Tempesta che cercava il caposcorta facendosi largo tra la folla. L’ex premier stamane dovrebbe tenere un comizio a Olbia. Di certo, si sta sottoponendo a fatiche da giovanotto. Nel pomeriggio, ironia della sorte, dal palco di Rieti, si era sbilanciato: «Dicono che sono un vecchietto, ma io mi sento giovanissimo...». Aveva anche ribadito che «a mollare non ci penso nemmeno».

    Sembra passato un secolo da quando Berlusconi andava a porgere il ramoscello d’ulivo nei congressi Ds e della Margherita. Oggi siamo di nuovo alla guerra di parole. Un po’ perché tra dieci giorni si vota alle amministrative, e il Cavaliere ha bisogno di mobilitare le sue masse. Un altro po’ perché, davvero, quella raffica di colpi su conflitto d’interessi, legge Gentiloni e Rai lui non se l’aspettava proprio. «Ma come», si è sfogato ieri davanti ai taccuini, «io ero andato in casa loro per mostrare che è finita la stagione in cui gli avversari si considerano dei nemici, e poi leggo sull’Unità degli attacchi di una violenza incredibile dove si dice che io sarei mafioso, con la maggioranza di governo che fa leggi ammazza-Berlusconi...». Addio dunque larghe intese.

    Per Berlusconi è un tutt’uno: la politica, le aziende, il Milan. Impossibile districare la matassa. Dal palco della piazza di Rieti, dove è andato a far campagna per Emili sindaco, ha enunciato una tesi che, se presa sul serio, farebbe spegnere a molti i televisori mercoledì sera, quando ad Atene si giocherà la finale della Champions League: «Stiamo per compiere un atto di grande campagna elettorale, far vincere a una squadra italiana la Coppa dei Campioni...».
    Anche il Diavolo rossonero è arruolato dunque in Forza Italia,
    sebbene il Cavaliere ieri abbia mostrato di essere uomo pio, difendendo a più riprese il diritto della Chiesa di dire la sua in materie come Dico e famiglia.
    S’è inginocchiato a pregare nella cripta della Cattedrale davanti allo sguardo compiaciuto del vescovo Delio Lucarelli.
    Poi però ha rovinato tutto con una battuta spiritosissima, certo, ma da brivido:
    «Questo altare, eminenza, è così bello che, se non fossi già sposato due volte quasi quasi...»
    .


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    Nel mirino del Cavaliere ieri a Rieti c’era Prodi («Se avessi detto io certe cose sul Parlamento che non lavora, chissà quali cataclismi sarebbero successi») e soprattutto la Rai. Presentata come una congrega di raccomandati, ecco perché va così male. «Qualcuno ha proposto un comitato di saggi per gestirla... E’ una speranza impossibile», secondo Sua Emittenza, «perché è stata sempre considerata dai partiti come la loro protesi. E’ piena di fratelli, sorelle, cugini, parenti e affini della vecchia e nuova politica».

    Magari sarà anche vero, però lui è il concorrente, detto da lui ha un suono diverso. A Berlusconi non sta bene che la sinistra voglia cacciare Petroni dal consiglio d’amministrazione di Viale Mazzini: «Hanno già il 90 per cento dei posti, vorrebbero togliere al centrodestra anche il restante 10». Informatissimo sugli equilibri della tivù pubblica, assai meno quando si tratta delle sue tivù: «Cos’è andato a fare Fedele Confalonieri da Prodi? Non lo so, personalmente non ne sapevo nulla».

    Fini e Casini (per non dire della Lega) a certe condizioni sarebbero pronti a discutere una nuova legge sul conflitto d’interessi. Per Berlusconi sbagliano di grosso: «Non sono d’accordo che questa proposta in discussione possa essere emendata. A sinistra hanno un obiettivo molto preciso: far fuori il leader dell’opposizione». Lì la sfida al destino «mi sento giovanissimo...».


    Dagospia 19 Maggio 2007
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