CHI SONO GLI SPECULATORI (e come agiscono)
Come abbiamo visto nel post precedente (qui), viviamo in tempi interessanti e sono in atto cambiamenti poderosi a livello politico ed economico, ma soprattutto sociale e culturale. Questo non è un blog di economia, ma questi più che giorni di vacanza sono giorni di tensione crescente a causa di una manovra economica che taglia costi e servizi insieme, colpisce l'economia, quella produttiva, e ci impone tasse dirette e indirette.
E i media “ufficiali” e “allineati”, che in Italia sono tutte le tv pubbliche e private, quasi tutte le radio e quasi tutti i giornali, invece che spiegare i fatti ci propinano immagini parziali della realtà ed evitano accuratamente di soffermarsi o di spiegare gli aspetti “chiave” della situazione.
Se ti chiedi perché lo facciano, ti invito a leggere questo post, “I media di oggi”, dove avevamo introdotto il discorso dei media e delle motivazioni che li muovono.
Non sono un economista, ma aldilà del fumo e del linguaggio criptico, l'economia non è così difficile da capire come ripetono o sottintendono a piè sospinto gli “esperti”.
Secondo te, perché costoro fanno ciò?
Naturalmente perché ne traggono profitto.
Oggi ci soffermiamo sugli speculatori. In tg, trasmissioni, speciali, interviste, si parla spesso di questi speculatori come dei responsabili della crisi economica in Italia, in Grecia, in Europa, responsabili della borsa che crolla, dei prezzi delle materie prime che salgono, della crisi del 2008 (che è quella di oggi) dei subprime, dei titoli pubblici che vengono venduti a interessi troppi altri per via dei CDS (derivati intrinsecamente illegali che in breve sono assicurazioni dal fallimento di stati o aziende altrui, ma che in verità lo provocano).
Chi sono questi speculatori?
Negli ultimi 15 anni circa i mercati finanziari (tutti, non solo le borse) sono dominati da pochi grandi operatori che controllano il 70% dei flussi finanziari e per questo controllano i mercati. Chi sono? Sono una dozzina o poco più di banche e sim (società di intermediazione mobiliare) tra cui J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lynch, Bnp-Parisbas. Oltre loro ci sono una miriade di piccoli risparmiatori che non contano nulla.
Questi sono i famosi speculatori capaci di demolire l'economia di un paese, di distruggere una moneta, di portare al fallimento grandi società e molto altro. Sono talmente potenti che dal 1994 dettano legge anche alla Federal Reserve USA, che da allora propone e attua politiche monetarie sostanzialmente a favore delle banche d'affari.
Come possono fare tutto ciò?
In breve, primo, grazie alla liberizzazione totale dei movimenti di capitale nel mondo con cui spostano liquidi da un paese all'altro senza costi o vincoli (parleremo in futuro di come l'hanno ottenuto), secondo, grazie alla possibilità di determinare in modo virtuale il valore delle monete. Fino al 1971 il dollaro (moneta di riferimento mondiale) era agganciato all'oro, quindi si poteva quantificare il suo valore, dopo il '71 il valore di tutte le monete è determinato, indovina da chi, dai mercati finanziari. Ricordi chi controlla i mercati finanziari? Ecco.
In realtà la speculazione avviene tramite una ampia serie di “strumenti”, dalle vendite allo scoperto a derivati di tutti tipi e usi, spesso fuori dal controllo degli organi istituzionali e spesso illeciti.
Perché lo fanno?
Perché la speculazione finanziaria è la natura di questi grandi investitori, che gestiscono quantità enormi di denaro, privato e non, con l'unico scopo di guadagnare. Fare soldi.
In quale modo fanno soldi?
Sì, spennano i piccoli investitori, ma i soldi veri li fanno appropriandosi di valori e beni dell'economia reale. Per esempio, speculano sulle monete abbattendone il valore e i nostri soldi valgono di meno e possono comprare meno beni, quindi li prendono dalle nostre tasche senza bisogno di borseggiarci. Oppure speculano sulle materie prime, come il grano e noi paghiamo di più il pane, oppure il petrolio e noi paghiamo di più il carburante. Oppure speculano sui titoli di stato come sta accadendo ora e lo stato deve indebitarsi di più e indovina chi paga quando bisogna ridurre il debito?
Esatto! Noi. Attraverso una politica compiacente, i paesi vengono costretti a misure di riduzione del debito di solito attraverso lo smantellamento dei servizi pubblici, della sanità, del wellfare o la vendita/svendita dei beni pubblici. Ti invito a leggere questo interessante articolo sull'argomento.
E' possibile bloccare gli speculatori?
Sì! E in più di un modo. Tutti in sostanza mirano a bloccare gli strumenti che la finanza usa, a mettere sotto controllo le transazioni finanziare e i mercati, a colpire alla radice certe “attività” molto dannose per la società umana. Perché non dimenticare mai che la speculazione non è altro che “la sottrazione di denaro alla maggioranza che ne ha poco a beneficio della minoranza che ne ha molto”. Un metodo ce lo insegna l'Islanda, che a un passo dalla bancarotta non ha pagato i creditori stranieri ricchi a spese dello stato e quindi dei cittadini. Le banche sono fallite e sono state nazionalizzate e, guarda, hanno smesso di speculare a loro volta e sono tornate a sostenere l'economia reale. Non pagare i creditori, specialmente quelli esteri e quelli grandi, non solo non è la fine del mondo, ma è un ottimo metodo per “sistemare” le cose. Un altro metodo per esempio è quello di non permettere certi strumenti, come stanno facendo con le vendite allo scoperto, in certi paesi europei tra cui l'Italia, e quindi bloccare veri e propri attacchi alla stabilità delle borse e dell'economia. Un altro metodo è quello di non permettere alla finanza di decidere il valore della moneta, come fa la Cina. Posso fare molti esempi, ma in sostanza i metodi ci sono.
Perché non bloccano gli speculatori?
La risposta è molto lunga e complessa, ma possiamo riassumerla in una domanda: chi ha il potere di farlo?
scegliere.ilcannocchiale.it/2011/08/21/chi_sono_gli_speculatori_e_...
16/08/2011stampainvia
Contro il ricatto dei mercati
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Rendere i titoli del debito pubblico carta straccia e ripartire con un'Europa “vera”: una ricetta per abbattere la speculazione
Nel tentativo di arginare la speculazione finanziaria, l'Esma, l'Autorità europea di vigilanza sui mercati, ha cercato nei giorni scorsi di bloccare le "vendite allo scoperto" sulle piazze di Italia, Spagna, Francia e Belgio, cioè quelle "scommesse al ribasso" che polverizzano titoli del debito e pacchetti azionari e che di fatto ricattano governi e interi sistemi-Paese.
Se l'Esecutivo italiano appare "commissariato" dall'Europa, è tutta la politica che sembra ormai alla mercè dei mercati finanziari, spesso invocati come arbitro imparziale di qualsiasi politica economica. Ma è davvero così? Detta altrimenti: la speculazione finanziaria è un fatto naturale e inevitabile?
Ne parliamo con Andrea Fumagalli, che insegna Economia Politica all'Università di Pavia, fa ricerca militante presso il Collettivo UniNomade e partecipa alla Rete di San Precario.
La crisi in corso è il nuovo modo con cui il grande capitale finanziario mette le mani nelle nostre tasche?
Sì, secondo modalità che sono in corso da almeno 15 anni. I mercati finanziari sono estremamente concentrati: una piramide, che vede, al vertice, pochi operatori in grado di controllare oltre il 70 per cento dei flussi finanziari globali e di indirizzare e condizionare i mercati. Alla base, c'è una miriade di piccoli risparmiatori che svolgono una funzione meramente passiva. I grandi operatori sono i cosiddetti investitori istituzionali, cioè una decina di società tra banche e Sim (società di intermediazione mobiliare): J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lynch, Bnp-Parisbas.
Ci si accorse per la prima volta della loro potenza quando ci fu la sollevazione del Chiapas, diciassette anni fa: era il 2 gennaio 1994. Si stava per firmare il trattato di libero scambio tra Usa, Canada e Messico (Nafta): parità delle valute e libero scambio di merci e servizi, ma non di manodopera (un po' come l'Europa con Schengen). Si erano create molte aspettative e i titoli di Stato messicani ne avevano tratto vantaggio. Scoppia la sollevazione zapatista e nel giro di pochissimi giorni milioni di dollari vengono stornati verso i Paesi del Sudest asiatico, creando quell'accumulo di liquidità che in seguito provocherà la crisi del Baht nel 1996-97. In una settimana il Peso messicano si svaluta del 30 per cento, la Federal Reserve comincia a comprarne per tenerne alto il valore, però dopo un paio di settimane deve arrendersi: la speculazione al ribasso non ha fine e il Nafta salta. È il primo caso della storia in cui la banca centrale più forte del mondo (a quei tempi lo era) non detta più legge. Da allora, la Fed attua politiche monetarie subordinate ai mercati finanziari, cioè alle banche d'affari.
Perché avviene questo?
Perché la speculazione finanziaria è nella natura di questi investitori. Loro si fanno prestare titoli da fondi d'investimento o fondi pensione, li vendono sul mercato a dodici scommettendo sul ribasso e contribuendo con la vendita al ribasso stesso. Poi li ricomprano a dieci: guadagnano dalle plusvalenze, cioè dalle variazioni di valore. È il meccanismo delle "vendite allo scoperto". In pratica non si guadagna più sui dividendi o sugli interessi dei titoli di Stato, ma sulla pura speculazione. Chiaramente può farlo chi dispone di enorme liquidità e Goldman Sachs, per fare un esempio, ne ha più della Federal Reserve.
Tutto ciò è consentito da due cose: primo, la liberalizzazione totale dei movimenti di capitale, per cui spostare soldi da un Paese all'altro non ti costa niente e non ha vincoli di sorta; secondo, l'assenza di un'unità di misura della moneta. Finché erano in vigore gli accordi di Bretton Woods, cioè fino al 1971, il dollaro aveva un rapporto di parità fissa con l'oro che corrispondeva a 35 dollari per un'oncia d'oro. Il dollaro era ancorato a una merce. Dopo la fine di quel sistema, il valore delle monete è determinato in maniera puramente virtuale che viene deciso dai mercati finanziari, cioè da chi detiene così tanto denaro da poterli influenzare. Così si determina il valore di dollaro, euro, yen, e anche il valore dei titoli espressi in quelle valute.
Queste plusvalenze creano valore: si stima per esempio che il 35 per cento dei lavoratori Usa tragga una parte del proprio reddito da questi meccanismi finanziari. Stesso discorso per quei pensionati che dipendono dai fondi pensione. Quindi i mercati finanziari svolgono lo stesso ruolo che un tempo svolgeva lo Stato. Il welfare si è privatizzato e dipende dai mercati finanziari.
È chiaro che per guadagnare, questi mercati devono puntare sui settori in cui possono generare plusvalenze. Negli anni Novanta furono le imprese delle nuove tecnologie; negli anni 2000 erano i titoli immobiliari; poi l'ingresso della Cina nel Wto ha aumentato di molto la liquidità in circolazione; con la crisi del 2008-2009 e il crollo dell'immobiliare, si è speculato sulle materie prime (grano, petrolio, etc); adesso si sono spostati sui debiti pubblici, cioè sui sistemi di welfare.
Nel giro di sei mesi, Deutsche Bank vende l'88 per cento dei titoli italiani in suo possesso, il valore del titolo crolla e lei ricompra a meno prezzo: alla fine, si ritrova con i gli stessi titoli di prima e con le plusvalenze.
Voglio anche aggiungere che questo è normale. Smettiamola però di dire che i mercati finanziari sono neutrali: sono una istituzione economica che fa i propri interessi come è naturale in una società capitalistica. Io non ce l'ho con la Goldman Sachs, che fa il proprio sporco lavoro; ce l'ho con quelli che la presentano come un arbitro imparziale. Sono loro i truffatori.
Cosa avviene sui sistemi di welfare?
Vengono distrutti. Tutti i Paesi sono costretti a prendere misure di contenimento del debito attraverso lo smantellamento del welfare. In pratica, quando aumenta il deficit di un Paese, questo deve vendere i titoli offrendo maggiori interessi. Ma l'aumento degli interessi da pagare non fa che aumentare il deficit e quindi l'unico modo per uscirne è tagliare la spesa, cioè il welfare. In Italia, dove nessuno vuole aumentare le tasse, si tagliano 6 miliardi di euro agli enti locali, che sono costretti ad aumentare il prezzo del biglietto del tram e a introdurre l'addizionale Irpef, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini.
Come si fa a interrompere questo meccanismo?
Bisogna colpire alla radice, ovvero al cuore del sistema finanziario. Oggi le istituzioni finanziarie guadagnano sui titoli di Stato europei, pubblici. Benissimo, bisogna rendere effettivamente questi titoli pubblici carta straccia, così da creare loro perdite elevate in conto patrimoniale. È quello che ha fatto l'Islanda. La Deutsche Bank ha venduto i titoli italiani e si è presa quelli tedeschi, in pratica ha sostituito dei titoli con altri, indirizzando la speculazione da un territorio a un altro territorio. Se tu azzeri i titoli pubblici, se cioè il governo italiano dichiara che non paga più gli interessi, diventano spazzatura e tutti li vendono. È quello che è successo a Lehman Brothers con i mutui subprime, quando si è trovata con una parte consistente del proprio patrimonio azzerato.
L'Europa può sostituire i titoli dei singoli Stati con Eurobond, perché ha diritto di signoraggio, cioè stampa moneta. Li piazza a un tasso d'interesse che non è superiore di sei volte a quello dei bund tedeschi ma, metti, due volte superiore. Per lo spread viene fissato un limite di duecento punti. Alle famiglie, che in Italia possiedono ormai solo il 13,6 per cento dei titoli di Stato, si garantisce in caso di default un rendimento pari a quello che avevano sottoscritto al momento dell'acquisto, metti il 2 per cento. Il rimanente 86 per cento dei titoli vale carta straccia. Le banche falliscono? Bene, allora contrattiamo. Perché bisogna tenere presente che queste istituzioni speculano sul default, però poi sono le prime che hanno paura del default, perché i titoli di Stato sono la loro gallina dalle uova d'oro.
Se invece di comprare titoli di Stato per tenerne alto il prezzo - come ha fatto per l'Italia - la Bce li ignora e li sostituisce con Eurobond, salvaguardando il piccolo risparmiatore, ecco che taglia fuori lo speculatore. Tecnicamente si può fare, ma mancano le condizioni politiche, perché presupporrebbe la creazione di un solo budget e di un solo sistema fiscale europeo, un'unica politica economica e sociale: un'unica legge Finanziaria.
Questo è l'impasse dell'Europa.
A proposito di Europa: come si inserisce in questo quadro il commissariamento del governo italiano da parte della Bce, emerso chiaramente con la roadmap calata da Draghi e Trichet sulla testa dell'Esecutivo?
C'è stato il patetico tentativo di Berlusconi di fare una Finanziaria da 80 miliardi, una cosa mai vista, rimandandola tutta al futuro, cioè quando lui probabilmente non sarà più Presidente del consiglio. A quel punto i mercati hanno detto: "Ci state prendendo in giro?", ed è cominciata la speculazione sul nostro debito pubblico. La Bce allora è intervenuta piuttosto drasticamente: "Voi fate la Finanziaria 'lacrime & sangue' come la Grecia e la Spagna". In Spagna, Zapatero è addirittura andato a elezioni anticipate con un atteggiamento molto coerente, da politico vero: non posso fare una Finanziaria del genere, mi sottometto al giudizio degli elettori. Dato che i nostri non hanno questo senso dello Stato e il governo vuole salvarsi a tutti i costi, allora Trichet e Draghi hanno imposto le linee guida: "Voi adesso fate così". Privatizzazioni selvagge, flessibilizzazione totale del mercato del lavoro (non si sa che cosa vogliano flessibilizzare ancora), totale libertà di licenziamento, un pizzico di libertà d'impresa e, visto che bisogna anticipare le entrate, si toccheranno le pensioni sperando che gli anziani a una certa età si suicidino. Non so se questo si può chiamare commissariamento: rivela però una subordinazione del nostro governo ai diktat imposti da mercati finanziari e Bce.
L'intervento di Draghi e Trichet può contrastare la speculazione?
Secondo me invece l'aiuta. La speculazione gioca al ribasso su alcuni titoli. Per evitare che questi titoli diventino spazzatura, interviene la Bce e i titoli riprendono a salire. Quello è l'obiettivo degli speculatori stessi: hanno venduto nominalmente i titoli a 100, li ricomprano a 90 e, grazie all'intervento Bce, se li ritrovano a 110.
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