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Ultimo Aggiornamento: 20/11/2011 17:04
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17/11/2011 13:41

Re: perchè con Monti butta male
il tobas, 17/11/2011 11.30:

le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.”





aumenterà il numero dei clochard nelle strade, ma questo non è problema, vero? [SM=x44465]

Mi era venuto in mente l'accostamento a Marchionne, nei giorni scorsi, proprio per il modo con il quale Monti ci sta proponendo il cetriolo nel posteriore.
Esattamente come Marchionne ha fatto con i referendum alla Fiat: o vi prendete il cetriolo oppure chiudo tutto, lo stesso sta facendo Monti e il parlamento italiano.
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17/11/2011 17:23

Pur condividendo i tanti elementi di preoccupazione, sto tafazzismo imperante non lo condivido proprio.
Se vogliamo rialzare la testa, dobbiamo CREDERE in qualcosa, in qualcuno, nelle istituzioni, negli ideali che han fatto nascere l'Italia.
Echeccacchio!

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17/11/2011 17:47

Re:
Leonessa73, 17/11/2011 17.23:

Pur condividendo i tanti elementi di preoccupazione, sto tafazzismo imperante non lo condivido proprio.
Se vogliamo rialzare la testa, dobbiamo CREDERE in qualcosa, in qualcuno, nelle istituzioni, negli ideali che han fatto nascere l'Italia.
Echeccacchio!




Puoi anche CREDERE OBBEDIRE E COMBATTERE ma pure quella volta li non è che sia andata poi benissimo.

Qua non è che si vuol fare del disfattismo ma se una cosa è già evidente da prima (vedi un Monti che si muove alla Marchionne) non è che credere nel siluro che ti sta entrando nel culo sia un grande omaggio alla nostra intelligenza e utile al nostro paese.

Un progetto di risanamento tipo Islanda o Ecuador mi darebbe qualche speranza in più.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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16/11/2011 09.20 Borse Internazionali
Attacco all'Euro, si moltiplicano i sospetti su Goldman Sachs (MF)

Si moltiplicano i sospetti su una regia di Goldman Sachs dietro gli attacchi speculativi all'euro. Secondo indiscrezioni già datate a febbraio del 2010 alcuni hedge fund tra i quali Sac Capital Advisors e Soros Fund Management sarebbero stati "ispirati" da Goldman Sachs nella scommessa su una futura parità euro-dollaro. Non a caso dopo pochi giorni George Soros aveva dichiarato che l'euro rischiava di andare in pezzi. Da Goldman Sachs proveniva anche Henry Paulson, l'ex ministro del Tesoro Usa che aveva promosso il salvataggio delle banche statunitensi da 700 miliardi di dollari. La stessa Goldman Sachs aveva aiutato la Grecia a camuffare le perdite di bilancio che poi sono state smascherati dall'Unione Europea e hanno dato il via alla crisi del debito sovrano. Un'inchiesta del Senato Usa indaga sul fatto che Goldman Sachs avrebbe contribuito a gonfiare la bolla dei muti subprime americani per poi lucrare sul crollo del mattone a stelle e strisce. Con Goldman Sachs hanno avuto rapporti di lavoro il neo premier greco Lucas Papademos, il neo presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, il neo premier italiano Mario Monti. Evidenzia questa serie di coincidenze stamane il quotidiano MF che però sottolinea anche che le debolezze europee permettono a Goldman Sach e agli altri speculatori degli "attacchi finanziari" (Prodi ha stimato in 12 mila miliardi di dollari la potenza di fuoco di Goldman e delle sue "sorelle) che un'Europa più decisa e solidale non potrebbe subire.


la stampa

18/11/2011 07:34

Re: Re:
il tobas, 17/11/2011 17.47:


Un progetto di risanamento tipo Islanda o Ecuador mi darebbe qualche speranza in più.



sarebbe stato possibile un intervento del genere solo se non facessimo parte della UE...perchè se cadiamo noi, o qualsiasi altro stato aderente, sai che effetto domino [SM=x44465]


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18/11/2011 08:56

Re: Re:
il tobas, 17/11/2011 17.47:





Un progetto di risanamento tipo Islanda o Ecuador mi darebbe qualche speranza in più.




Perché, che han fatto lì?

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18/11/2011 09:09

Re: Re:
il tobas, 17/11/2011 17.47:




Puoi anche CREDERE OBBEDIRE E COMBATTERE ma pure quella volta li non è che sia andata poi benissimo.





Bah, dire a me una cosa del genere [SM=x44498]

La mia opinione è questa:
Non ho mai sostenuto che un governo dei tecnici fosse cosa buona, anzi (st'estate ci ho fatto una litigata durante la riunione di redazione su sta cosa).
Questo perché un tecnico fa in modo che 1+1 faccia 2. Ma poi ci vuole un politico per sapere cosa farci, con quel 2.

Detto questo, nulla era praticabile per uscire dall'empasse berlusconiana se non un nuovo governo (andare a elezioni avrebbe significato 2 mesi di normale amministrazione del Parlamento, sarebbe stata una catastrofe!).

Non serviva un governo di tecnici ma uno di larghe intese, di assunzione di responsabilità, che ci portasse ALMENO al voto con una legge elettorale diversa e una sul conflitto di interessi.

Tutti hanno sostenuto (cittadini compresi) che ci vuole un governo dei tecnici.
Diffidiamo pure del curriculum di alcuni di questi e delle loro posizioni politiche, ma parlare di "governo dei poteri forti" è una cacofonia (o si fa finta di cadere dal pero, una delle due).

Ammesso e non concesso che i ministri siano esperti senza conflitti di interesse (cosa che mi auguro, anzi ci auguro), chi ci mettiamo a fare il ministro dell'economia, che sappia cos'è l'economia?
Un "tecnico" vero può essere solo uno che ha una formazione e una esperienza talmente rilevante da aver potuto addirittura piegare alle sue capacità (forse al suo interesse, ma è accettabile se parliamo di aziende private e non di istituzioni pubbliche!!!) lo status quo!

Sennò che tecnico è? Ci fa paura? E chi ha voluto un governo di tecnici, scusate? Cosa dovevamo fare, metterci un commercialista stile Tremonti? Le sue competenze infatti ci hanno aiutato molto, finora.
O ci mettiamo l'ex impiegato di cassa dell'Unicredit ora disoccupato?

Siamo realisti, per favore. Se non siamo realisti, ora che il governo dei tecnici lo abbiamo avallato, non andremo da nessuna parte.

Il problema è che alle prossime elezioni ci andremo ancora col porcellum, senza legge sul conflitto di interessi, per eleggere ancora 1000 onorevoli invece che (almeno) la metà, con gli stessi costi della politica!

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18/11/2011 11:03

Re: Re: Re:
Leonessa73, 18/11/2011 09.09:




Bah, dire a me una cosa del genere [SM=x44498]

La mia opinione è questa:
Non ho mai sostenuto che un governo dei tecnici fosse cosa buona, anzi (st'estate ci ho fatto una litigata durante la riunione di redazione su sta cosa).
Questo perché un tecnico fa in modo che 1+1 faccia 2. Ma poi ci vuole un politico per sapere cosa farci, con quel 2.

Detto questo, nulla era praticabile per uscire dall'empasse berlusconiana se non un nuovo governo (andare a elezioni avrebbe significato 2 mesi di normale amministrazione del Parlamento, sarebbe stata una catastrofe!).

Non serviva un governo di tecnici ma uno di larghe intese, di assunzione di responsabilità, che ci portasse ALMENO al voto con una legge elettorale diversa e una sul conflitto di interessi.

Tutti hanno sostenuto (cittadini compresi) che ci vuole un governo dei tecnici.
Diffidiamo pure del curriculum di alcuni di questi e delle loro posizioni politiche, ma parlare di "governo dei poteri forti" è una cacofonia (o si fa finta di cadere dal pero, una delle due).

Ammesso e non concesso che i ministri siano esperti senza conflitti di interesse (cosa che mi auguro, anzi ci auguro), chi ci mettiamo a fare il ministro dell'economia, che sappia cos'è l'economia?
Un "tecnico" vero può essere solo uno che ha una formazione e una esperienza talmente rilevante da aver potuto addirittura piegare alle sue capacità (forse al suo interesse, ma è accettabile se parliamo di aziende private e non di istituzioni pubbliche!!!) lo status quo!

Sennò che tecnico è? Ci fa paura? E chi ha voluto un governo di tecnici, scusate? Cosa dovevamo fare, metterci un commercialista stile Tremonti? Le sue competenze infatti ci hanno aiutato molto, finora.
O ci mettiamo l'ex impiegato di cassa dell'Unicredit ora disoccupato?

Siamo realisti, per favore. Se non siamo realisti, ora che il governo dei tecnici lo abbiamo avallato, non andremo da nessuna parte.

Il problema è che alle prossime elezioni ci andremo ancora col porcellum, senza legge sul conflitto di interessi, per eleggere ancora 1000 onorevoli invece che (almeno) la metà, con gli stessi costi della politica!




In una simile situazione strade praticabili non se ne vedevano e l'unico modo per avere le larghe intese era il governo tecnico perchè la nostra irresponsabile classe politica non è in grado di trovare un accordo comune ma solo di accettare un terzo apparentemente sopra le parti.

Però mi pare che il nuovo governo sia partito già col piede sbagliato.

Le premesse "sacrifici ma con equità" stanno per essere smentite.

Perchè il ritorno dell'ICI si poteva anche digerire se accompagnato da una patrimoniale sugli altri redditi e sui capitali "scudati" ma così da sola è la riproposizione di un vecchio copione.
Oltretutto quando l'ICI venne abolita non è che ci trovammo con + soldi in tasca che adesso andremmo a ridare allo stato ma venne compensata dall'aumento dell'addizionale IRPEF comunale (ovvero prima io pagavo l'ici, adesso sia io che mia moglie paghiamo l'addizionale irpef).

Poi la prima dichiarazione del neo ministro dell'ambiente (con successiva retromarcia), favorevole al ritorno al nucleare, è un altro campanello d'allarme. Ma come, solo 5 mesi fa il popolo si è espresso con un referundum; e allora la democrazia, la sovranità popolare dove sono finite?

Io da un governo tecnico mi aspetterei che avesse un programma di pochi punti ma fondamentali; risanamento dei conti pubblici e poi legge elettorale con conseguente ritocco della costituzione (nei termini di diminuzione dei parlamentari) visto che solo con le larghe intese si riesce a fare e dopodichè si va a votare.
Invece Monti si pone l'obbiettivo di finire la legislatura.....

Per finire se speri che i nuovi ministri non abbiano confliti di interessi guardati il filmato di Travaglio di ieri sera a "Servizio Pubblico" riguardante il ministro Passera.

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18/11/2011 11:17

ma da noi funzionerebbe?
Belgio, senza governo è meglio
Non ha l'esecutivo, ma tutto funziona.

di Marco Todarello

Il 21 luglio, giorno della sua festa nazionale, il Belgio ha ben poco da festeggiare. Il Paese è senza un governo da 400 giorni, un record. E l’uomo che il re Alberto II aveva scelto come mediatore nella formazione di un nuovo governo, il socialista di origini abruzzesi Elio Di Rupo, prima ha gettato la spugna l’8 luglio, poi, due settimane dopo, ha annunciato al sovrano di mettersi di nuovo all'opera per riavviare i negozionati tra gli otto partiti che si disputano gli incarichi.
La sua prima bozza di accordo sul programma di governo non è piaciuta ai nazionalisti fiamminghi di N-Va, uno dei due partiti usciti vincitori dalle elezioni di giugno 2010.
Il piano per un risanamento delle finanze pubbliche da 22 miliardi di euro entro il 2015, presentato da Di Rupo per evitare di finire sotto la lente delle agenzie di rating, è solo uno dei nodi su cui valloni e fiamminghi non riescono a mettersi d’accordo.
I conti in salute: fondi razionati e amministratori oculati

Tuttavia, nonostante le agenzie di rating alle calcagna e le preoccupazioni dell’Unione europea per la stabilità politica del Paese, la macchina statale belga continua a lavorare senza grandi problemi. Anzi, lo stallo della politica sembra avere favorito il funzionamento dell'amministrazione tout court. Il Paese ha gestito con rigore il semestre di presidenza dell’Unione europea, ha partecipato all’intervento militare in Libia e soprattutto ha visto crescere, anche se di poco, la sua economia, con il Pil che è salito del 2,4%.

LE DODICESIME SALVA DEBITO. «Il Paese va avanti, non può mica fermarsi», ha spiegato a Lettera43.it Marc Uyttendaele, professore di Diritto costituzionale alla Libre Université di Bruxelles. «Il governo provvisorio di Yves Leterme si occupa dei soli affari correnti e deve garantire la continuità dello Stato, in attesa di un esecutivo che legittimi il risultato delle elezioni».
Tra i vantaggi di un governo a competenze limitate c’è anche il rigore della politica di bilancio. I ministri belgi, per esempio, sono limitati dalle 'dodicesime provvisorie': non avendo un bilancio annuale, ricevono ogni mese un 12esimo dei fondi stanziati lo scorso anno. Una disposizione che permette di risparmiare denaro pubblico, dato che i ministri non sono autorizzati a prendere nuove iniziative.

«I GUARDIANI DEL PAESE». Inoltre, ha ricordato il quotidiano in lingua fiamminga De Standaard, la nuova situazione ha giovato anche all’immagine dei funzionari delle varie amministrazioni, che in Belgio sono divise su due livelli sovrapposti (comunità e regioni) per ognuna delle tre comunità francofona, neerlandofona e germanofona. Abituati a lavorare dietro le quinte, spesso considerati noiosi e sbiaditi, ora si prenderanno tutti i meriti del funzionamento statale. Saranno considerati «guardiani del Paese e della prosperità».
Le amministrazioni hanno anche colto l'occasione per risolvere i problemi che erano stati lasciati in sospeso a causa di altre priorità date dalla politica, come la riorganizzazione dell’archivio elettronico delle pensioni individuali. Un lavoro importante che il ministero del Welfare rimandava di anno in anno.

Gli atavici contrasti tra valloni e fiamminghi non riguardano, però, la semplice amministrazione dei servizi. Ci sono, piuttosto, contrasti strutturali e per certi versi insanabili. In primis la difesa della propria lingua, unico vero collante sociale e politico che, dopo la nascita delle frontiere nel 1963, è diventata anche uno dei simboli dell’identità di ciascuno dei due gruppi. L'erezione di un muro tra due mondi culturali è arrivato subito dopo.

BRUXELLES CONTESA. Per dirne una, nelle scuole comunali dei 19 comuni della regione di Bruxelles (la terza dopo dopo Fiandre e Vallonia) i bambini sorpresi a parlare in francese vengono puniti con una serie di esercizi di lingua olandese. Proprio il controllo della regione della capitale è uno dei nodi storici della questione: mentre la maggior parte degli abitanti dell’area e il relativo territorio sono fiamminghi, Bruxelles è a maggioranza francofona e bilingue per Costituzione.

LE RICCHEZZE DEL NORD. L’altro punto fondamentale, più crudamente, riguarda la distribuzione della ricchezza e la conseguente riforma fiscale. I fiamminghi vogliono un sistema di tasse che renda giustizia all’economia del nord del Paese, più ricca e produttiva, rispetto alla Vallonia che oggi arranca, ma che fino agli Anni ’60, all'epoca delle miniere e dello sviluppo agricolo, era il vero motore della nazione.
I più critici evocano per il Belgio una separazione di velluto simile a quella, indolore, che ha diviso cechi e slovacchi. Ma quanto pare, in fondo, i belgi pensano che con una scissione ci sarebbe più da perdere che da guadagnare.

PARADOSSI DEL FEDERALISMO. «Il federalismo non è inconciliabile con la centralità dello Stato», ha confermato Marc Uyttendaele, «e l’antagonismo tra due culture non è un buon motivo per pensare alla separazione. Uno dei grandi paradossi del Belgio è che siamo riusciti ad avere uno Stato formato da comunità che tra loro non hanno molto in comune. E fa parte dei paradossi anche il fatto di conservare una struttura unica quando movimenti radicati nella parte settentrionale del Paese chiedono l'autonomia»

http://www.lettera43.it/economia/macro/21535/senza-governo-e-meglio.htm

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18/11/2011 11:19

aggiornamento
Dal 9 ottobre 2011 il Belgio ha un governo

Malgrado l'assenza di un Governo, il Belgio ha visto aumentare il proprio Pil del 2,3% nel 2010 e, secondo le stime, del 2,4% quest'anno, mentre il tasso di disoccupazione è sceso dall'8,5% dell'aprile 2010 al 6,8% di agosto.
La crisi della banca franco-belga Dexia e l'impatto della crisi dell'Eurozona hanno però indotto Moody's a minacciare un declassamento del Paese

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18/11/2011 12:17

Re: Re: Re: Re:
il tobas, 18/11/2011 11.03:




In una simile situazione strade praticabili non se ne vedevano e l'unico modo per avere le larghe intese era il governo tecnico perchè la nostra irresponsabile classe politica non è in grado di trovare un accordo comune ma solo di accettare un terzo apparentemente sopra le parti.

Però mi pare che il nuovo governo sia partito già col piede sbagliato.

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Poi la prima dichiarazione del neo ministro dell'ambiente (con successiva retromarcia), favorevole al ritorno al nucleare, è un altro campanello d'allarme. Ma come, solo 5 mesi fa il popolo si è espresso con un referundum; e allora la democrazia, la sovranità popolare dove sono finite?

Io da un governo tecnico mi aspetterei che avesse un programma di pochi punti ma fondamentali; risanamento dei conti pubblici e poi legge elettorale con conseguente ritocco della costituzione (nei termini di diminuzione dei parlamentari) visto che solo con le larghe intese si riesce a fare e dopodichè si va a votare.
Invece Monti si pone l'obbiettivo di finire la legislatura.....

Per finire se speri che i nuovi ministri non abbiano confliti di interessi guardati il filmato di Travaglio di ieri sera a "Servizio Pubblico" riguardante il ministro Passera.





Quoto tutto, infatti dicevo altrove che le preoccupazioni rimangono, purtroppo [SM=x44464]

Aggiungo che (troppi) anni fa i sostenitori di Berlusconi dicevano "ok, come imprenditore ha fatto bene, mettiamo alla prova".
Ora, possiamo dire lo stesso per gli altri, specie considerato che alternative non ce ne sono?

Ho visto Travaglio ieri sera, e anche se continuo a pensare che è un grande, anzi, proprio perché è un grande giornalista, da la sua visione dei fatti e/o delle persone (e questo, secondo me, un bravo giornalista deve fare: informare e non comunicare).

Detto ciò, cosa c'è di strano se un imprenditore, un banchiere, un grande "tecnico", un esperto di finanza ed economia che ha interessi privati, persegue il suo proprio interesse? Niente!
(B è stato bravissimo in questo, no?)

E' quello che deve fare. Gli ideali non mandano avanti né le aziende né le banche, LO SAPEVAMO.

Ora questo personaggio è un ministro della repubblica. Vediamo se persegue l'interesse della repubblica o quello di qualcun altro.

Questo problema non lo avremmo avuto se una legge sul conflitto di interessi ci fosse stata. [SM=x44464]

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18/11/2011 12:24

Sul Belgio: grazie delle info che non avevo.

Mi chiedo: quanti abitanti ha il Belgio e quanta ricchezza produce?

Noto: le agenzie di rating non lo hanno ancora nel mirino, ergo la normale amministrazione statale lì era possibile, da noi non direi.

Infine: in effetti qua da noi il Paese reale viaggia su binari propri, la politica su altri. Non avessimo il problema dello spread e l'emergenza crisi, chiudere il parlamento ci farebbe solo bene!

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18/11/2011 14:18

scusate, lancio una modestissima proposta fatta da un coglione che ha fatto studi classici ...


... ma incominciare a fare una serissima guerra all' evasione fiscale partendo dai 150mila nomi ( CHE LO STATO HA ) che hanno usufruito dei vari condoni in questi 10 anni ??


.. ok, ora ho detto la mia immane stronzata veteropaleocomunista, scusatemi [SM=x44465]
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18/11/2011 16:00

CHI SONO GLI SPECULATORI (e come agiscono)


Come abbiamo visto nel post precedente (qui), viviamo in tempi interessanti e sono in atto cambiamenti poderosi a livello politico ed economico, ma soprattutto sociale e culturale. Questo non è un blog di economia, ma questi più che giorni di vacanza sono giorni di tensione crescente a causa di una manovra economica che taglia costi e servizi insieme, colpisce l'economia, quella produttiva, e ci impone tasse dirette e indirette.
E i media “ufficiali” e “allineati”, che in Italia sono tutte le tv pubbliche e private, quasi tutte le radio e quasi tutti i giornali, invece che spiegare i fatti ci propinano immagini parziali della realtà ed evitano accuratamente di soffermarsi o di spiegare gli aspetti “chiave” della situazione.
Se ti chiedi perché lo facciano, ti invito a leggere questo post, “I media di oggi”, dove avevamo introdotto il discorso dei media e delle motivazioni che li muovono.
Non sono un economista, ma aldilà del fumo e del linguaggio criptico, l'economia non è così difficile da capire come ripetono o sottintendono a piè sospinto gli “esperti”.
Secondo te, perché costoro fanno ciò?
Naturalmente perché ne traggono profitto.
Oggi ci soffermiamo sugli speculatori. In tg, trasmissioni, speciali, interviste, si parla spesso di questi speculatori come dei responsabili della crisi economica in Italia, in Grecia, in Europa, responsabili della borsa che crolla, dei prezzi delle materie prime che salgono, della crisi del 2008 (che è quella di oggi) dei subprime, dei titoli pubblici che vengono venduti a interessi troppi altri per via dei CDS (derivati intrinsecamente illegali che in breve sono assicurazioni dal fallimento di stati o aziende altrui, ma che in verità lo provocano).
Chi sono questi speculatori?
Negli ultimi 15 anni circa i mercati finanziari (tutti, non solo le borse) sono dominati da pochi grandi operatori che controllano il 70% dei flussi finanziari e per questo controllano i mercati. Chi sono? Sono una dozzina o poco più di banche e sim (società di intermediazione mobiliare) tra cui J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lynch, Bnp-Parisbas. Oltre loro ci sono una miriade di piccoli risparmiatori che non contano nulla.
Questi sono i famosi speculatori capaci di demolire l'economia di un paese, di distruggere una moneta, di portare al fallimento grandi società e molto altro. Sono talmente potenti che dal 1994 dettano legge anche alla Federal Reserve USA, che da allora propone e attua politiche monetarie sostanzialmente a favore delle banche d'affari.
Come possono fare tutto ciò?
In breve, primo, grazie alla liberizzazione totale dei movimenti di capitale nel mondo con cui spostano liquidi da un paese all'altro senza costi o vincoli (parleremo in futuro di come l'hanno ottenuto), secondo, grazie alla possibilità di determinare in modo virtuale il valore delle monete. Fino al 1971 il dollaro (moneta di riferimento mondiale) era agganciato all'oro, quindi si poteva quantificare il suo valore, dopo il '71 il valore di tutte le monete è determinato, indovina da chi, dai mercati finanziari. Ricordi chi controlla i mercati finanziari? Ecco.
In realtà la speculazione avviene tramite una ampia serie di “strumenti”, dalle vendite allo scoperto a derivati di tutti tipi e usi, spesso fuori dal controllo degli organi istituzionali e spesso illeciti.
Perché lo fanno?
Perché la speculazione finanziaria è la natura di questi grandi investitori, che gestiscono quantità enormi di denaro, privato e non, con l'unico scopo di guadagnare. Fare soldi.
In quale modo fanno soldi?
Sì, spennano i piccoli investitori, ma i soldi veri li fanno appropriandosi di valori e beni dell'economia reale. Per esempio, speculano sulle monete abbattendone il valore e i nostri soldi valgono di meno e possono comprare meno beni, quindi li prendono dalle nostre tasche senza bisogno di borseggiarci. Oppure speculano sulle materie prime, come il grano e noi paghiamo di più il pane, oppure il petrolio e noi paghiamo di più il carburante. Oppure speculano sui titoli di stato come sta accadendo ora e lo stato deve indebitarsi di più e indovina chi paga quando bisogna ridurre il debito?
Esatto! Noi. Attraverso una politica compiacente, i paesi vengono costretti a misure di riduzione del debito di solito attraverso lo smantellamento dei servizi pubblici, della sanità, del wellfare o la vendita/svendita dei beni pubblici. Ti invito a leggere questo interessante articolo sull'argomento.
E' possibile bloccare gli speculatori?
Sì! E in più di un modo. Tutti in sostanza mirano a bloccare gli strumenti che la finanza usa, a mettere sotto controllo le transazioni finanziare e i mercati, a colpire alla radice certe “attività” molto dannose per la società umana. Perché non dimenticare mai che la speculazione non è altro che “la sottrazione di denaro alla maggioranza che ne ha poco a beneficio della minoranza che ne ha molto”. Un metodo ce lo insegna l'Islanda, che a un passo dalla bancarotta non ha pagato i creditori stranieri ricchi a spese dello stato e quindi dei cittadini. Le banche sono fallite e sono state nazionalizzate e, guarda, hanno smesso di speculare a loro volta e sono tornate a sostenere l'economia reale. Non pagare i creditori, specialmente quelli esteri e quelli grandi, non solo non è la fine del mondo, ma è un ottimo metodo per “sistemare” le cose. Un altro metodo per esempio è quello di non permettere certi strumenti, come stanno facendo con le vendite allo scoperto, in certi paesi europei tra cui l'Italia, e quindi bloccare veri e propri attacchi alla stabilità delle borse e dell'economia. Un altro metodo è quello di non permettere alla finanza di decidere il valore della moneta, come fa la Cina. Posso fare molti esempi, ma in sostanza i metodi ci sono.
Perché non bloccano gli speculatori?
La risposta è molto lunga e complessa, ma possiamo riassumerla in una domanda: chi ha il potere di farlo?

scegliere.ilcannocchiale.it/2011/08/21/chi_sono_gli_speculatori_e_...



16/08/2011stampainvia
Contro il ricatto dei mercati

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Rendere i titoli del debito pubblico carta straccia e ripartire con un'Europa “vera”: una ricetta per abbattere la speculazione
Nel tentativo di arginare la speculazione finanziaria, l'Esma, l'Autorità europea di vigilanza sui mercati, ha cercato nei giorni scorsi di bloccare le "vendite allo scoperto" sulle piazze di Italia, Spagna, Francia e Belgio, cioè quelle "scommesse al ribasso" che polverizzano titoli del debito e pacchetti azionari e che di fatto ricattano governi e interi sistemi-Paese.
Se l'Esecutivo italiano appare "commissariato" dall'Europa, è tutta la politica che sembra ormai alla mercè dei mercati finanziari, spesso invocati come arbitro imparziale di qualsiasi politica economica. Ma è davvero così? Detta altrimenti: la speculazione finanziaria è un fatto naturale e inevitabile?
Ne parliamo con Andrea Fumagalli, che insegna Economia Politica all'Università di Pavia, fa ricerca militante presso il Collettivo UniNomade e partecipa alla Rete di San Precario.

La crisi in corso è il nuovo modo con cui il grande capitale finanziario mette le mani nelle nostre tasche?

Sì, secondo modalità che sono in corso da almeno 15 anni. I mercati finanziari sono estremamente concentrati: una piramide, che vede, al vertice, pochi operatori in grado di controllare oltre il 70 per cento dei flussi finanziari globali e di indirizzare e condizionare i mercati. Alla base, c'è una miriade di piccoli risparmiatori che svolgono una funzione meramente passiva. I grandi operatori sono i cosiddetti investitori istituzionali, cioè una decina di società tra banche e Sim (società di intermediazione mobiliare): J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lynch, Bnp-Parisbas.
Ci si accorse per la prima volta della loro potenza quando ci fu la sollevazione del Chiapas, diciassette anni fa: era il 2 gennaio 1994. Si stava per firmare il trattato di libero scambio tra Usa, Canada e Messico (Nafta): parità delle valute e libero scambio di merci e servizi, ma non di manodopera (un po' come l'Europa con Schengen). Si erano create molte aspettative e i titoli di Stato messicani ne avevano tratto vantaggio. Scoppia la sollevazione zapatista e nel giro di pochissimi giorni milioni di dollari vengono stornati verso i Paesi del Sudest asiatico, creando quell'accumulo di liquidità che in seguito provocherà la crisi del Baht nel 1996-97. In una settimana il Peso messicano si svaluta del 30 per cento, la Federal Reserve comincia a comprarne per tenerne alto il valore, però dopo un paio di settimane deve arrendersi: la speculazione al ribasso non ha fine e il Nafta salta. È il primo caso della storia in cui la banca centrale più forte del mondo (a quei tempi lo era) non detta più legge. Da allora, la Fed attua politiche monetarie subordinate ai mercati finanziari, cioè alle banche d'affari.

Perché avviene questo?

Perché la speculazione finanziaria è nella natura di questi investitori. Loro si fanno prestare titoli da fondi d'investimento o fondi pensione, li vendono sul mercato a dodici scommettendo sul ribasso e contribuendo con la vendita al ribasso stesso. Poi li ricomprano a dieci: guadagnano dalle plusvalenze, cioè dalle variazioni di valore. È il meccanismo delle "vendite allo scoperto". In pratica non si guadagna più sui dividendi o sugli interessi dei titoli di Stato, ma sulla pura speculazione. Chiaramente può farlo chi dispone di enorme liquidità e Goldman Sachs, per fare un esempio, ne ha più della Federal Reserve.
Tutto ciò è consentito da due cose: primo, la liberalizzazione totale dei movimenti di capitale, per cui spostare soldi da un Paese all'altro non ti costa niente e non ha vincoli di sorta; secondo, l'assenza di un'unità di misura della moneta. Finché erano in vigore gli accordi di Bretton Woods, cioè fino al 1971, il dollaro aveva un rapporto di parità fissa con l'oro che corrispondeva a 35 dollari per un'oncia d'oro. Il dollaro era ancorato a una merce. Dopo la fine di quel sistema, il valore delle monete è determinato in maniera puramente virtuale che viene deciso dai mercati finanziari, cioè da chi detiene così tanto denaro da poterli influenzare. Così si determina il valore di dollaro, euro, yen, e anche il valore dei titoli espressi in quelle valute.
Queste plusvalenze creano valore: si stima per esempio che il 35 per cento dei lavoratori Usa tragga una parte del proprio reddito da questi meccanismi finanziari. Stesso discorso per quei pensionati che dipendono dai fondi pensione. Quindi i mercati finanziari svolgono lo stesso ruolo che un tempo svolgeva lo Stato. Il welfare si è privatizzato e dipende dai mercati finanziari.
È chiaro che per guadagnare, questi mercati devono puntare sui settori in cui possono generare plusvalenze. Negli anni Novanta furono le imprese delle nuove tecnologie; negli anni 2000 erano i titoli immobiliari; poi l'ingresso della Cina nel Wto ha aumentato di molto la liquidità in circolazione; con la crisi del 2008-2009 e il crollo dell'immobiliare, si è speculato sulle materie prime (grano, petrolio, etc); adesso si sono spostati sui debiti pubblici, cioè sui sistemi di welfare.
Nel giro di sei mesi, Deutsche Bank vende l'88 per cento dei titoli italiani in suo possesso, il valore del titolo crolla e lei ricompra a meno prezzo: alla fine, si ritrova con i gli stessi titoli di prima e con le plusvalenze.
Voglio anche aggiungere che questo è normale. Smettiamola però di dire che i mercati finanziari sono neutrali: sono una istituzione economica che fa i propri interessi come è naturale in una società capitalistica. Io non ce l'ho con la Goldman Sachs, che fa il proprio sporco lavoro; ce l'ho con quelli che la presentano come un arbitro imparziale. Sono loro i truffatori.

Cosa avviene sui sistemi di welfare?

Vengono distrutti. Tutti i Paesi sono costretti a prendere misure di contenimento del debito attraverso lo smantellamento del welfare. In pratica, quando aumenta il deficit di un Paese, questo deve vendere i titoli offrendo maggiori interessi. Ma l'aumento degli interessi da pagare non fa che aumentare il deficit e quindi l'unico modo per uscirne è tagliare la spesa, cioè il welfare. In Italia, dove nessuno vuole aumentare le tasse, si tagliano 6 miliardi di euro agli enti locali, che sono costretti ad aumentare il prezzo del biglietto del tram e a introdurre l'addizionale Irpef, mettendo le mani nelle tasche dei cittadini.

Come si fa a interrompere questo meccanismo?

Bisogna colpire alla radice, ovvero al cuore del sistema finanziario. Oggi le istituzioni finanziarie guadagnano sui titoli di Stato europei, pubblici. Benissimo, bisogna rendere effettivamente questi titoli pubblici carta straccia, così da creare loro perdite elevate in conto patrimoniale. È quello che ha fatto l'Islanda. La Deutsche Bank ha venduto i titoli italiani e si è presa quelli tedeschi, in pratica ha sostituito dei titoli con altri, indirizzando la speculazione da un territorio a un altro territorio. Se tu azzeri i titoli pubblici, se cioè il governo italiano dichiara che non paga più gli interessi, diventano spazzatura e tutti li vendono. È quello che è successo a Lehman Brothers con i mutui subprime, quando si è trovata con una parte consistente del proprio patrimonio azzerato.
L'Europa può sostituire i titoli dei singoli Stati con Eurobond, perché ha diritto di signoraggio, cioè stampa moneta. Li piazza a un tasso d'interesse che non è superiore di sei volte a quello dei bund tedeschi ma, metti, due volte superiore. Per lo spread viene fissato un limite di duecento punti. Alle famiglie, che in Italia possiedono ormai solo il 13,6 per cento dei titoli di Stato, si garantisce in caso di default un rendimento pari a quello che avevano sottoscritto al momento dell'acquisto, metti il 2 per cento. Il rimanente 86 per cento dei titoli vale carta straccia. Le banche falliscono? Bene, allora contrattiamo. Perché bisogna tenere presente che queste istituzioni speculano sul default, però poi sono le prime che hanno paura del default, perché i titoli di Stato sono la loro gallina dalle uova d'oro.
Se invece di comprare titoli di Stato per tenerne alto il prezzo - come ha fatto per l'Italia - la Bce li ignora e li sostituisce con Eurobond, salvaguardando il piccolo risparmiatore, ecco che taglia fuori lo speculatore. Tecnicamente si può fare, ma mancano le condizioni politiche, perché presupporrebbe la creazione di un solo budget e di un solo sistema fiscale europeo, un'unica politica economica e sociale: un'unica legge Finanziaria.
Questo è l'impasse dell'Europa.

A proposito di Europa: come si inserisce in questo quadro il commissariamento del governo italiano da parte della Bce, emerso chiaramente con la roadmap calata da Draghi e Trichet sulla testa dell'Esecutivo?

C'è stato il patetico tentativo di Berlusconi di fare una Finanziaria da 80 miliardi, una cosa mai vista, rimandandola tutta al futuro, cioè quando lui probabilmente non sarà più Presidente del consiglio. A quel punto i mercati hanno detto: "Ci state prendendo in giro?", ed è cominciata la speculazione sul nostro debito pubblico. La Bce allora è intervenuta piuttosto drasticamente: "Voi fate la Finanziaria 'lacrime & sangue' come la Grecia e la Spagna". In Spagna, Zapatero è addirittura andato a elezioni anticipate con un atteggiamento molto coerente, da politico vero: non posso fare una Finanziaria del genere, mi sottometto al giudizio degli elettori. Dato che i nostri non hanno questo senso dello Stato e il governo vuole salvarsi a tutti i costi, allora Trichet e Draghi hanno imposto le linee guida: "Voi adesso fate così". Privatizzazioni selvagge, flessibilizzazione totale del mercato del lavoro (non si sa che cosa vogliano flessibilizzare ancora), totale libertà di licenziamento, un pizzico di libertà d'impresa e, visto che bisogna anticipare le entrate, si toccheranno le pensioni sperando che gli anziani a una certa età si suicidino. Non so se questo si può chiamare commissariamento: rivela però una subordinazione del nostro governo ai diktat imposti da mercati finanziari e Bce.

L'intervento di Draghi e Trichet può contrastare la speculazione?

Secondo me invece l'aiuta. La speculazione gioca al ribasso su alcuni titoli. Per evitare che questi titoli diventino spazzatura, interviene la Bce e i titoli riprendono a salire. Quello è l'obiettivo degli speculatori stessi: hanno venduto nominalmente i titoli a 100, li ricomprano a 90 e, grazie all'intervento Bce, se li ritrovano a 110.

it.peacereporter.net/articolo/29954/Contro+il+ricatto+dei...




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18/11/2011 21:08

Monti, sforzi da chi ha dato meno

Sforzo da fare, fiscale e di ammodernamento
18 novembre, 19:14



(ANSA) - ROMA, 18 NOV - ''Faremo in modo che lo sforzo da fare, fiscale e di ammodernamento, si richieda alle categorie che hanno meno dato fin qui''. Lo ha detto il premier Mario Monti.

ANSA
______________________________

L'affermazione in linea di principio è sacrosanta, chi può dissentire?

Ma nella sua formulazione è quantomeno sibillina: di chi stiamo parlando?

Ognuno addita l'altro, a chi tocca stavolta?
Chi può tirarsi fuori?
Nessuno, nemmeno i disoccupati: in fondo cosa hanno "dato" finora?

Magari è più facile individuare le categorie che più hanno "preso".

Vedremo, anzi, come si dice da queste parti, vedaremm!


______________________________


Briciole di cultura, coniugazione del tempo futuro di vardà:

Mì vedaroo
Tì te vedareet
Luu el vedarà
Lee la vedarà
Nunch vedaremm
Vialter vedarii
Lor vedarann
[Modificato da fabius039 19/11/2011 23:57]
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19/11/2011 10:24

Re:
sperminator, 18/11/2011 14.18:

scusate, lancio una modestissima proposta fatta da un coglione che ha fatto studi classici ...


... ma incominciare a fare una serissima guerra all' evasione fiscale partendo dai 150mila nomi ( CHE LO STATO HA ) che hanno usufruito dei vari condoni in questi 10 anni ??


.. ok, ora ho detto la mia immane stronzata veteropaleocomunista, scusatemi [SM=x44465]




Facendo pagare le tasse a chi le evade probabilmente no nservirebbero nemmeno partinoniali e ici.

_________________


Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
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KEINE GEGESTAENDE AUS DEM FENSTER WERFEN
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19/11/2011 10:39

Re: Re:
il tobas, 19/11/2011 10.24:




Facendo pagare le tasse a chi le evade probabilmente no nservirebbero nemmeno partinoniali e ici.




.. infatti ... [SM=x44465]
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20/11/2011 00:15

il tobas, 11/19/2011 10:24 AM:



Facendo pagare le tasse a chi le evade probabilmente no nservirebbero nemmeno partinoniali e ici.



Verissimo, e per combattere l'evasione non servirebbe neanche nessuna nuova legge o norma, basterebbe applicare correttamente quelle che ci sono, e fare un lavoro serio da parte di chi di dovere.

Ma invece vogliono evitare di impegnarsi, e preparano meccanismi "automatici" di più che dubbia equità.

Se la lotta all'evasione sarà condotta con gli strumenti che stanno affilando, come il "redditometro", vedi questa discussione ed anche quest'altra, e lo "spesometro", preferisco di gran lunga una patrimoniale.
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20/11/2011 15:24

Re:
fabius039, 18/11/2011 21.08:

Monti, sforzi da chi ha dato meno

Sforzo da fare, fiscale e di ammodernamento
18 novembre, 19:14



(ANSA) - ROMA, 18 NOV - ''Faremo in modo che lo sforzo da fare, fiscale e di ammodernamento, si richieda alle categorie che hanno meno dato fin qui''. Lo ha detto il premier Mario Monti.

ANSA
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L'affermazione in linea di principio è sacrosanta, chi può dissentire?

Ma nella sua formulazione è quantomeno sibillina: di chi stiamo parlando?

Ognuno addita l'altro, a chi tocca stavolta?
Chi può tirarsi fuori?
Nessuno, nemmeno i disoccupati: in fondo cosa hanno "dato" finora?

Magari è più facile individuare le categorie che più hanno "preso".

Vedremo, anzi, come si dice da queste parti, vedaremm!


______________________________


Briciole di cultura, coniugazione del tempo futuro di vardà:

Mì vedaroo
Tì te vedareet
Luu el vedarà
Lee la vedarà
Nunch vedaremm
Vialter vedarii
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Da quel che pare stia filtrando ( FONTE )sulle prime misure che Monti sembra voler prendere, le perplessità e lo scetticismo (e direi, anche l'incazzatura! [SM=x44492] ) aumenta.

Vediamo un esempio terra terra, un impiegato/operaio/precario con circa 20/25 mila di reddito annui (la stragrande maggioranza), e l'imprenditore con diverse decine di migliaia di reddito (diamo la buonafede di entrambi sulla vericidità del loro dichiarato):

Il ritorno dell'ICI sulla prima casa, come l'aumento dell'IVA, colpisce entrambi, ma senza dubbio peserà assai di più su chi ha il reddito più basso, che si vedrà costretto a ridurre (ulteriormente!!) i propri consumi.
La "compensazione" con riduzione di Irpef e Irap è in realtà un beneficio quasi esclusivo per colui che ha reddito più alto, primo perché l'Irap il lavoratore non la paga, secondo perché l'Irpef su di un reddito di 20/25 mila è già facilmente riducibile a zero o quasi con le detrazioni per carichi di famiglia e oneri detraibili vari (spese mediche, tasse universitarie, mutui, ecc ...).

Quindi, per riepilogare, se le cose stanno come anticipato da Repubblica nel link sopra, il cetriolo è ben chiaro dove vada a finire.
Come è anche ben chiaro chi debba pagare lo stato attuale delle cose e quale sia la mission di Monti, messo dove è non certo per tutelare gli interessi di chi ha più bisogno ... [SM=x44465]
[Modificato da radcla 20/11/2011 15:25]
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