Il bello di internet è che riflette benissimo il libero arbitrio, perché ti lascia la libertà di imparare, così come ti lascia la libertà di farti fregare.
Internet è un posto libero, ma è anche un posto dove si fa fessa la gente, è un luogomeritocratico dove regna una dura selezione naturale, dove chi non si sa adattare non è che muoia fisicamente o che soffra davvero, però di sicuro è messo da parte e se la passa ‘virtualmente’ male.
È vero che le potenzialità della rete sono per tutti, però può usufruirne davvero solo chi è abbastanza sgamato e competente, i cosiddetti smanettoni. Per tutti gli altri, c’è solo una minima partecipazione al vero potere di internet, una ‘bassa utenza’ nella quale si naviga senza le minime accortezze, si cade nei tranelli, si beccano virus evitabilissimi, si fa guadagnare qualcuno in modo inconsapevole, e insomma si subiscono tutte le ingiustizie che permettono al web stesso di reggersi in piedi.
Prendiamo, ad esempio, tutte le applicazioni gratuite che si possono scaricare: sono comode, comodissime, però spesso contengono installazioni di toolbar, giochi, software che non hai richiesto e che devi aver cura di deselezionare, altrimenti poi ti ritrovi un computer intasato da roba inutile, rallentato e surriscaldato, e sei costretto a chiamare un tecnico e a spendere soldi.
Oppure prendiamo le pubblicità, quei magnifici banner e giochini studiati appositamente per farci cascare la gente. O ancora, le mail che contengono truffe, spam e virus, e che prima o poi fregano qualcuno. Bisogna saperle riconoscere, oppure soccombere. Selezione naturale.
La verità è che su internet c’è bisogno di tutti quegli utenti che non si sanno adattare con successo, c’è bisogno che loro clicchino dove non dovrebbero cliccare e che poi spendano continuamente per antivirus, manutenzioni e nuovi computer, c’è bisogno che loro ci caschino al posto degli smanettoni e di tutti quelli che sono in grado di salvarsi dalle trappole senza pagarne il prezzo, c’è bisogno, in breve, che paghino loro – poco alla volta ma inesorabilmente – il costo di tutta la baracca.
Le cose vanno così non solo su internet, ma più o meno dappertutto (pensate alla politica), e continueranno ad andare così, almeno finché la gente non capirà cos’é la libertà.
Sei libero di lasciarti andare, di non sforzarti di capire, di restare così come sei e contribuire passivamente al sistema, ma sei anche libero di informarti, di apprendere, di progredire e di arrivare chissà dove, e in verità ti dico: quello che ottieni in questo modo, sia il successo che le fregature, sia nel mondo di internet che nel mondo vero, lo meriti in pieno.
(per i nostalgici del 2012, ecco l’umile greatest hits di Dio)