Premier League - Shock inglese: dopo 22 anni fuori dall’Europa che conta
Bilancio pessimo della stagione 2014/15 per l'Inghilterra: 0 club su 16 ai quarti tra Champions ed Europa League. Non accadeva dal 1993. I tabloid si interrogano sulle motivazioni. I problemi ci sono e sono da risolvere in fretta
L’ultima squadra rimasta in corsa, l’Everton, è stata travolta e bastonata in quel di Kiev: un 5-2 tanto netto quanto significativo. Oggi, nel sorteggio di Nyon, tra le 16 squadre presenti nelle due urne di Champions ed Europa League, non sarà presente nemmeno un club inglese. Ma come? Come è possibile, vi chiederete voi. Il calcio più ricco, più seguito, più spettacolare al Mondo non è riuscita a qualificare nemmeno una formazione ai quarti di finale delle due principali competizioni europee. Eppure è tutto vero. In Inghilterra i tabloid si sono sbizzarriti: “The End”, “Disaster”, ma il titolo più incisivo l’ha riportato il Daily Mail: “Worst in 22 years”. Tradotto in maniera bonaria: mai così male in 22 anni. Sì, perché era dal 1993 che non era presente alcuna squadra d’oltre Manica ai quarti di finale. Un flop totale.
I PROBLEMI IN CHAMPIONS – Sembra trascorso un secolo dal 21 maggio 2008, quando nella finale di Mosca, allo stadio Luzniki, Chelsea e Manchester United si giocavano la Champions in un euroderby tutto inglese. Invece per la seconda volta nelle ultime tre stagioni (quindi non è un caso), nessuna squadra d’Inghilterra approda ai quarti di Champions. Dal 2008 ad oggi, un solo successo, grazie al Chelsea di Roberto Di Matteo nel 2012. L’uscita di scena da parte del Chelsea di Mourinho, le eliminazioni di Arsenal e Manchester City, il precoce “addio” del Liverpool, hanno via via aumentato le perplessità: ma cosa sta succedendo al calcio inglese? Come può la Premier League offrire simili risultati in Europa?
I PROBLEMI IN GENERALE – In realtà delle spiegazioni esistono. Le competizioni inglesi (comprese FA Cup e League Cup) logorano i calciatori, sovraccaricati da una stagione già di per sé massacrante, e non permetteno ai club inglesi di presentarsi al top nelle sfide ad eliminazione diretta. L’esterofilia, oltre a portare tanti campioni, ha prodotto anche una mediocrità dilagante. Escluso qualche nome eccellente (Aguero, Hazard, Van Persie, Falcao), che però a livello internazionale ha vinto poco o nulla, i migliori calciatori al mondo (Ronaldo, Bale, Messi, Neyma e Suarez in Spagna, Ibrahimovic e Cavani in Francia, Robben, Neuer, Ribery in Germania, Pogba e Tevez in Italia), giocano tutti in altri campionati. Negli ultimi 23 candidati al pallone d’oro c’erano soltanto 2 giocatori che avevano disputato la Premier League 2013/14, Hazard e Yaya Tourè, più altri tre arrivati in estate (Courtois, Diego Costa, Di Maria). Insomma, le perenni difficoltà ad affermarsi di Arsenal e City sommate alla crisi post-Ferguson dello United , hanno tolto ulteriori certezze al calcio più ammirato nel globo terrestre.
LA GERMANIA PUÒ METTER LA FRECCIA – Con la Spagna lontana anni luce e la Bundesliga in costante crescita, il ranking Uefa potrebbe vedere scendere l’Inghilterra di un ulteriore gradino, facendo scalare presto il calcio inglese al terzo posto. Uno smacco per chi investe (e fattura) più milioni di tutti e chi esporta il proprio prodotto all’estero come esempio da seguire. In realtà, grazie anche alla crisi di una scuola di calcio (solo cinque giocatori inglesi sono partiti titolari nelle gare di ritorno di Manchester City, Chelsea e Arsenal), il tracollo della Premier rischia di assumere dimensioni ben peggiori nei prossimi anni. E se gli sceicchi cambiassero mire d’investimento? E se i Mourinho, i Van Gaal, i Pellegrini, i Wenger (notare bene, tutti stranieri) non venissero più tollerati da chi ha sempre preferito lo “straniero” al proprio prodotto? Domande legittime, quesiti irrisolvibili. Restano i risultati, resta la stagione 2014/15, quella che per il calcio inglese è la “Worst in 22 years”.
Fonte
[Modificato da possum jenkins 22/03/2015 15:07]