Il processo a Trani contro le agenzie accusate di aver manipolato i mercati. Sul banco degli imputati manager e analisti
Articolo di Repubblica del 28 ottobre 2014
Le agenzie rating dovranno rispondere dei giudizi emessi nei confronti dell'Italia. Il gup del tribunale di Trani dove si svolge il processo ai colossi finanziari accusati di manipolazione dei mercati ha rinviato a giudizio sei tra manager ed analisti di Standard & Poor's e ad altri due dell'agenzia Fitch. I rinvii a giudizio, che riguardano anche le due società, si riferiscono a report emessi tra il 2011-2012 sull'affidabilità del sistema creditizio e sul declassamento del rating Italia. I due procedimenti sono stati riuniti in sede di rinvio a giudizio. L'udienza è stata fissata per il 4 febbraio prossimo.
In tutte e due le udienze sono costituite parte civile una decina di consumatori e l'Adusbef, che insistono per i rinvii a giudizio, mentre le difese ritengono le accuse infondate e chiedono il proscioglimento degli imputati. All'udienza partecipa come persona offesa Bankitalia che, per ora, ha deciso di non costituirsi parte civile, costituzione che comunque potrà essere avanzata all'inizio dell'eventuale dibattimento.
Gli imputati sono accusati dalla procura di Trani di manipolazione del mercato aggravata dalla 'rilevante offensivita (perchè il reato è commesso ai danni dello Stato sovrano italiano) e dalla rilevantissima gravità del danno patrimoniale provocato.
Per Fitch sono imputati David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra, e il responsabile legale Trevor Pitman, per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Per Fitch gli imputati sono accusati di aver rilanciato - dal 10 al 18 gennaio 2012 - "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai decretato ufficialmente dell'agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012, "così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari". Sempre per Fitch viene ipotizzato anche l'abuso di 'prestazione d'opera' essendo l'agenzia legata al ministero dell'Economia in forza di un contratto di fornitura del servizio pubblico di rating in relazione alle emissioni di titoli di debito della Repubblica Italiana.
Per Standard & Poor's rischiano il rinvio a giudizio Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011; Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa-Londra, e gli analisti del debito sovrano: Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Al sesto imputato, David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, viene contestata la responsabilità amministrativa della società. Manager e analisti di S&P sono accusati di aver fornito "intenzionalmente" ai mercati finanziari - tra maggio 2011 e gennaio 2012 - quattro report contenenti informazioni tendenziose e distorte sull'affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dal governo italiano, "per disincentivare - secondo l'accusa - l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore". L'ultimo report sotto accusa è quello con cui S&P, il 13 gennaio 2012, decretò il declassamento del rating dell'Italia di due gradini (da A a BBB+).
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