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L'Italia non ci ha voluto, ora non si vanti dei nostri successi

Ultimo Aggiornamento: 09/05/2016 19:11
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Cervelli in fuga


La ricercatrice gela la Giannini: “L’Italia non ci ha voluto, non si vanti dei nostri successi”



Lo sfogo di una studiosa che ha vinto una borsa da due milioni: svilupperò il mio progetto in Olanda. Nel nostro Paese non esiste meritocrazia



Roberta D’Alessandro e il suo messaggio pubblicato su Facebook




 


«Cara ministra, la prego di non vantarsi dei miei risultati». Inizia così il duro messaggio di Roberta D’Alessandro, ricercatrice italiana che vive e lavora in Olanda, a Stefania Giannini. Un autentico sfogo su Facebook indirizzato alla ministra dell’Istruzione, che aveva esultato per il successo degli italiani al prestigioso bando - da oltre mezzo miliardo - dell’European Research Council.  


 


I MILIONI PERSI  


30 nostri ricercatori (su 302) hanno vinto fino a due milioni di “borsa” a testa. Siamo al terzo posto dietro Inghilterra e Germania, «un’ottima notizia per la ricerca italiana» come evidenziava sui social la ministra. «Ma quei successi non sono affatto italiani e non deve appropriarsene», ha replicato Roberta D’Alessandro. Un vero e proprio atto d’accusa al sistema dell’istruzione italico. Un autentico autogol per la ministra, che i social hanno subito amplificato.  


 


Il messaggio che aveva pubblicato la ministra Giannini su Facebook  





 


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“L’ITALIA NON CI HA VOLUTO”  


Guardando i dati, infatti, c’è poco da esultare. Come riferisce Uninews24, soltanto 13 ricercatori resteranno in Italia a sviluppare i loro progetti. La maggior parte di loro lo farà all’estero. Cervelli in fuga per scelta o necessità, che da tempo hanno lasciato il nostro Paese per altri lidi, dove la ricerca è più valorizzata. «La mia borsa e quella del collega Francesco Berto sono olandesi, non italiane. L’Italia non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista degli assegnatari dei fondi ERC non compaiono, né compariranno mai», continua Roberta D’Alessandro.  


 


Grafico: le nazionalità dei ricercatori vincitori del bando (Fonte: ERC)  





 


LO SFOGO AL VETRIOLO  


Nel suo j’accuse la ricercatrice si toglie più di un sassolino dalla scarpa, denunciando come la meritocrazia, in ambito accademico, non è tenuta in gran conto in Italia: «Vada a chiedere alla vincitrice del concorso per linguistica informatica al Politecnico di Milano (con dottorato in estetica, mentre io lavoravo in Microsoft), quante grant ha ottenuto. Vada a chiedere alle due vincitrici del concorso in linguistica inglese, senza dottorato, alla Statale di Milano, quanti fondi hanno ottenuto. Vada a chiedere alla vincitrice del concorso di linguistica inglese, specializzata in tedesco, che vinceva il concorso all’Aquila (mentre io lo vincevo a Cambridge, la settimana dopo) quanti fondi ha ottenuto». Ma, ora, Roberta si è presa una bella rivincita.

Fonte: La Stampa, Filippo Femia, 13/2/2016


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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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