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Berdini e lo Stadio

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2017 00:06
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13/02/2017 18:24

perchè non si puo fare sto cazzo di stadio
Dati e numeri dicono che quella di Tor di Valle non è un’area adatta ad ospitare l’impianto. E poi, mancano i soldi.Ricostruzione grafica del nuovo stadio della Roma Ricostruzione grafica del nuovo stadio della Roma PUBBLICITÀ
Quella scatenatasi intorno alla costruzione del nuovo stadio della #A.S. Roma non è una discussione seria e ponderata ma, è il caso di dirlo, un vero e proprio tifo da stadio. Le giustificate smanie dei tifosi giallorossi, e le pressioni di Totti e Spalletti sulla giunta capitolina M5S, rischiano però di mettere in secondo piano la realtà dei fatti. Per prima cosa, il terreno dove sorge l’ormai ex ippodromo è a rischio esondazione, tanto da poter essere definito come una ‘Piccola Venezia’ o una ‘Nuova Amsterdam’. Lo stadio, poi, non sarebbe di proprietà della società, ma del duo formato da James Pallotta (presidente della Roma) e dal costruttore Luca Parnasi (proprietario dei terreni), obbligati per legge a sostenere i costi di costruzione di 270 milioni di euro e, per questo, per coprirli, intenzionati ad aggiungere all’impianto da gioco una cubatura di cemento di un milione di metri cubi, tra grattacieli e aree commerciali. L’area di #Tor di Valle, inoltre, risulta di difficile accessibilità: troppi e troppo costosi gli interventi di viabilità previsti.


Tor di Valle e il Tevere
Forse non tutti i romani conoscono la zona di Tor di Valle. Ne sa qualcosa chi andava ad assistere alle corse di trotto dei cavalli, da tempo sospese, o gli addetti ai lavori del comparto ippico. Anche i ciclisti, frequentatori della pista ciclabile che costeggia il fiume Tevere proprio accanto all’ippodromo, si sono resi conto che il terreno è al livello, se non sotto, quello delle acque del fiume. In passato, infatti, si sono già verificate delle esondazioni in quel punto e il terreno di risulta è troppo morbido. Non a caso, l’area di Tor di Valle è classificata come R4, ovvero “non trasformabile” in area edificabile, se non dopo la realizzazione di imponenti opere idrauliche per mettere in sicurezza gli argini del fiume e il vicino fosso di Vallerano. La decisione di costruire lì lo stadio della Roma, comunque, si potrebbe prendere solo a lavori compiuti.

Costi a carico dei privati
La legge n. 217 del 2013 afferma che il costo di eventuali nuovi stadi debba essere a “totale carico” dei soggetti privati proponenti. Con questa prescrizione legislativa fa il paio la delibera comunale n. 132 del 2014 (regnante Ignazio Marino) che prevede un costo di circa 270 milioni di euro per le “opere strettamente funzionali allo stadio”, aggiungendo però che, testuale, “il promotore (Pallotta-Parnasi ndr) risulta non in grado di sostenere le opere di urbanizzazioni funzionali” perché, in pratica, mette sul piatto solo 50 dei 270 milioni necessari, sperando in un intervento pubblico per coprire il resto.

Collegamenti impossibili
Sono 4 gli interventi necessari per consentire un rapido e sicuro accesso all’area che dovrebbe ospitare il nuovo #stadio della Roma. Il primo è il prolungamento della metro B dalla stazione Magliana a quella, nuova, di Tor di Valle. Il costo sarebbe di 68 milioni, ma i tecnici giudicano impossibile il collegamento perché andrebbe ad inficiare il funzionamento della linea già esistente. L’alternativa (secondo intervento) sarebbe un collegamento pedonale direttamente dalla stazione Magliana con un costo di 12,6 milioni ma con un tempo di percorrenza di circa 20 minuti. Troppi per i sedentari romani. Il terzo intervento prevede l’adeguamento delle parallele via del Mare e via Ostiense (al momento strette e pericolosissime) con un costo di almeno 66,3 milioni. Anche la necessaria bretella di collegamento con l’autostrada Roma-Fiumicino richiederebbe una spesa di 103,6 milioni. Si teme che queste nuove arterie possano congestionare ancor di più il già caotico traffico del Raccordo Anulare.


Se Raggi e company danno il consenso, per me diventano come il PD Renziano, ovvero merde al servizio delle banche e dei poteri forti.
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