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Il Tar riporta il Catania in B

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2003 19:10
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21/07/2003 19:10

MILANO, 21 luglio 2003 - Come tutte le telenevole che si rispettino è arrivato puntuale l'ennesimo colpo di scena. Il Catania ritorna in B grazie alla nuova sentenza del Tar della Sicilia che ha, attraverso il presidente della seconda sezione Salvatore Schillaci, sospeso la decisione della Commissione d'appello federale sul caso Grieco che dava al Venezia la vittoria a tavolino contro il Catania. Il giudice, inoltre, ha nominato due commissari ad acta per la reiscrizione del Catania nella cadetteria poiché il decreto d'urgenza emesso ha "valore esecutivo immediato".

Nel provvedimento il giudice bacchetta in modo clamoroso i suoi colleghi della Caf facendo notare come la decisione presa sul caso Grieco "è in totale e macroscopico contrasto con il parere interpretativo e vincolante emanato dalla Corte federale il 22 maggio 2003". Non solo, Schillaci osserva che il "parere invece è stato tenuto correttamente presente ed espressamente richiamato dalla Commissione disciplinare". Quindi le conclusioni del magistrato sono una vera e propria stilettata: "Il caso Grieco vulnera gravemente e stravolge il principio del valore vincolante, per ogni organo di giustizia sportiva della Figc, dei pareri interpretativi della Corte Federale, così finendo per dissolvere o sovvertire ogni principio di certezza del diritto e delle situazioni giuridiche nell'ambito dell'ordinamento sportivo".

I commissari nominati dovranno ora secondo l'ordinanza "porre in essere tutti i provvedimenti, gli atti e le attività materiali necessari per la definitiva e immodificabile iscrizione - operativa a tutti gli effetti senza possibilità di comportamenti elusivi da parte di tali Enti (Figc, e Lega calcio, ndr) e anche in soprannumero o eccedenza rispetto al numero delle squadre prefissate - del Calcio Catania nel prossimo campionato di Serie B". E in più il presidente del Tar ha anche disposto che i due commissari ad acta, dopo avere esaurito il loro mandato, "inviino alle competenti Procure di Roma e Milano una documentata denuncia per il reato di cui all'articolo 328 del codice penale (omissione e rifiuto in atti d'ufficio, punito con la reclusione da sei mesi a due anni, ndr) che viene a configurarsi a seguito della inottemperanza al ripetuto obbligo di esecuzione immediata integrale e definitiva".

Insomma, una vera e propria dichiarazione di guerra a cui dalla Federcalcio preferiscono, al momento, non rispondere. Tant'è vero che il Consiglio Federale che mercoledì prossimo si sarebbe dovuto occupare del caso Catania (era anche prevista la marcia di protesta dei 3.000 tifosi siciliani proprio sotto la sede di via Allegri) è stato rinviato a data da destinarsi. E' stata la stessa Figc a comunicarlo attraverso una nota in cui si precisa che "resta confermato il Consiglio Federale del 31 luglio, così come previsto dal comunicato ufficiale sulle disposizioni in ordine all'ammissione ai campionati 2003/2004, a conclusione delle procedure di competenza delle Leghe Professionistiche e della Covisoc che sono in corso, secondo le tempistiche già fissate". Una "tattica" usata anche dalla Lega che ha rinviato l'assemblea generale straordinaria e l'assemblea di serie B, previste per domani a Milano.

Chi fa sentire la sua voce, invece, è Riccardo Gaucci. Il patron siciliano ha dichiarato che "è giunto il momento di un intervento del ministro Giuliano Urbani per mettere fine a questa vendetta contro la mia famiglia e Catania. Anche i bambini di due anni hanno capito che abbiamo ragione e da tutte le parti politiche, in maniera trasversale - aggiunge - abbiamo avuto dichiarazioni di solidarietà e stima e ci sono stati, invece, attacchi a chi ci nega il diritto di rimanere, legalmente, in serie B. Ma davvero - si interroga Riccardo Gaucci - alla Federcalcio pensavano che i giudici si sarebbero fatti prendere in giro dalle loro trovate? La verità è che stanno facendo diventare il calcio una barzelletta". La telenevola, statene certi, non finisce qui.
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