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19/10/2003 23:12 | |
MILANO, 19 ottobre 2003 - Moviole, discussioni. Il gol di Stankovic. C'era eccome la rete della Lazio sullo 0-0, ma l'arbitro Racalbuto opta per un inesistente fuorigioco. Così a vincere è il Milan per 1-0 grazie un gol di Pirlo nel primo tempo. Vittoria meritata, almeno per il numero di occasioni capitate ai rossoneri che ora si godono la vetta in compagnia della Juventus.
Nella partita del buon ricordo, di Albertini da una parte e di Nesta e Pancaro dall'altra, di Inzaghi contro Inzaghi, il Milan fa presto a capire che il cammino sarà tortuoso e in salita. La Lazio è squadra quadrata, brava a chiudere gli spazi a centrocampo e a ripartire in velocità. Un 4-4-2 austero, ma pratico, in cui i biancocelesti aggiungono il pepe delle sovrapposizioni, dei guizzi sulle fasce e retoriche marcature a uomo che non guastano mai, vedi la francobollatura di Stam su Inzaghi. Milan strano. A tratti evanescente, all'improvviso reattivo. Con le sue teste pensanti che ragionano a metà. Pirlo presente. Seedorf ogni tanto. Kakà a tratti, ma che quando prende palla fa salire l'audience. Lazio, copia dei rossoneri. Esplosiva prima, sonnecchiosa poi; proprio secondo copione, esattamente come già mostrato nell'altalenante inizio di campionato.
La squadra di Mancini inizia con il passo giusto, a partire dall'occasione di Lopez dopo cinque minuti, imbeccato da Fiore al millimetro. Gioco corto in mezzo, attitudine a confondere le idee al Milan che tutto sommato ci casca. L'affondo di Shevchenko al 10', su cui Inzaghi arriva con due fili d'erba di ritardo, sembra il segnale del cessato allarme. La Lazio invece continua a rullare. Albertini fa il metronomo, Fiore e Stankovic i bravi cursori, che uniscono classe a potenza. Insomma, una bella Lazio che va pure in gol al 17' con Stankovic. Festa rovinata da Racalbuto, perfettamente in linea, che annulla il gol regolare ai romani.
L'incidente è la linea di confine dei primi 45'. Il Milan trova le misure e finalmente comincia a giocare calcio e a passare in vantaggio con Pirlo, a cui potrebbe aggiungersi il bolide di Cafu. Equilibrio sostanziale, tutto sommato: Milan più pericoloso sotto porta, Lazio più brillante. Ma alla ricerca di tenuta e continuità. Il primo accorgimento di Mancini è in difesa, con Oddo al posto di Couto e Stam centrale destro. Sfida senza scrupoli e squadre allungate. Oddo regala brio sulla fascia, ma il Milan tiene bene in difesa, coperta da un centrocampo ora più attento e con un Gattuso da medaglia d'oro. Meriterebbe il gol il rossonero, bordata che sfiora il palo, subito dopo la grande occasione capitata a Pancaro, ma deviata da Peruzzi.
L'occasione d'oro ce l'ha Lopez, ma la spreca; Inzaghi Filippo potrebbe raddoppiare, ma incontra Peruzzi sulla sua strada. A Mancini che a perdere non ci sta, viene in mente di togliere Albertini per Inzaghi Simone che va a fare la spalla a Corradi, mentre Lopez fa il quarto di sinistra del centrocampo. Ma sono i polmoni l'anello mancante della Lazio. Il Milan sembra saperlo, aspetta al varco e amministra gioco, ma senza affondare mai il colpo decisivo. Per Mancini l'ultima occasione si chiama Muzzi: trazione anteriore senza Fiore ma con una punta in più. Ma sono il palo di Sheva e sulla ribattuta il tiro di Kakà respinto sulla linea da Oddo a dare sostanza all'1-0 finale |